Comunicati stampa

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Question Time, chiarimenti su bandi Prefettura e gestione servizi di accoglienza

L'assessore Giuliano Barigazzi ha risposto questa mattina, in sede di Question time, alla domanda d'attualità del consigliere Federico Martelloni (Coalizione civica) su bandi Prefettura e gestione servizi di accoglienza.Domanda del consigliere...

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L'assessore Giuliano Barigazzi ha risposto questa mattina, in sede di Question time, alla domanda d'attualità del consigliere Federico Martelloni (Coalizione civica) su bandi Prefettura e gestione servizi di accoglienza.

Domanda del consigliere Martelloni
"Viste le notizie riguardanti le offerte presentate per la gestione dei servizi di accoglienza per la città metropolitana, a seguito dei bandi emessi dalla Prefettura; chiede al Sindaco e alla Giunta una valutazione politico amministrativa in merito; quali conseguenze si possano prevedere sul sistema di accoglienza di Bologna e provincia, data la scarsità delle offerte pervenute".

Risposta dell'assessore Barigazzi
"Su questa vicenda, come ho dichiarato anche sul giornale, purtroppo è arrivata un'unica domanda, che ha risposto al bando per gli 800 posti, non è un caso che invece la situazione sia differente per l'hub dove ce ne sono nove, perché evidentemente chi ha presentato domanda lì pensa che con quei numeri possa portare delle economie di scala, ma avevamo sempre detto che era un modello in qualche modo anche da superare, cioè era il modello famoso dell'accoglienza diffusa. Questo non fa altro che riconfermarci, anche in questo caso, la bontà di un sistema ad accoglienza diffusa. Si va quindi verso questo: la riduzione drastica non solo della quota pro die ma di tutto quello che è stato il servizio volto all'integrazione, mantenendo, di fatto, solo il servizio alberghiero. Per me è una conferma di come l'impianto di questa legge sia sbagliato, e la mia valutazione politica è estremamente negativa, perché credo che potremmo riassumere tutte le cose che diceva anche lei, consigliere, come minore coesione sociale, in fin dei conti, e non solo minori servizi alle persone migranti ma anche minori posti di lavoro, che finora erano stati occupati da persone giovani che, tra l'altro, si erano professionalizzati negli anni e non si occupavano semplicemente di custodia, ma si erano fatti una professionalità in questo settore, il settore dell'integrazione, e quindi molto lontano dall'idea della "mangiatoia" come viene spesso ripetuto, continuamente.
L'impatto devo dire che sarà a mio parere molto problematico, vedremo, come diceva anche lei, come sarà strutturata questa candidatura che sia, dal punto di vista amministrativo e dei contenuti, ammissibile, perché 800 posti sono davvero tanti, quindi rimane un giudizio molto negativo che viene confermato anche dalla scarsa appetibilità di questo bando ma anche da quelle parole che lei citava che la dicono lunga, non tanto sul fatto che quella scarsa appetibilità sia di carattere economico, e quindi non è vero che era tutta una valutazione economica quella precedente, ma in realtà fatto perché la mission di chi si dedicava a tutto questo era stata legata proprio alla crescita di professionalità, di lavoro, di contenuti che andavano nella direzione di una maggiore integrazione e questo mi permette di dire, seconda cosa che lei chiedeva, che davvero questo decreto ci pone davanti ad un tema secondo me di impraticabilità, alle condizioni date, dei servizi per l'integrazione: è questo il vero dramma che si porta dietro. Ricordo che siamo verso la fine di quella iniziativa che, assieme al Sindaco abbiamo preso, di costituire dei tavoli metropolitani che hanno preso avvio e che hanno il compito di sostenere il lavoro di rete a favore dei richiedenti asilo presenti sul territorio, sia sul versante legale, sia sul versante della ricerca del lavoro, sia costruendo delle pratiche di sussidiarietà in termini di accoglienza. Quindi sono tre i tavoli che abbiamo fatto su questi tre versanti, noi abbiamo fatto proprio quest'operazione di regia e di coordinamento per ora, di ricuperare tutti quei servizi che sono tagliati fuori dai Cas.
Su questo do' un'informazione: che sono stati presentati, al 30 aprile, due progetti Fami, perché poi c'è anche questa strana dicotomia per cui, da una parte si tagliano i servizi per l'accoglienza nei Cas, ma poi si continuano a dare risorse con i progetti Fami, segno che evidentemente c'è bisogno di fare integrazione ed accoglienza, e che, se approvati, potranno offrire delle risorse importanti per il sostegno dei soggetti più fragili che vanno all'interno di questi tavoli e quindi cercheremo alla fine di portare un pacchetto di idee e di proposte e di risorse da mettere sul piatto per fare da un altro punto di vista integrazione. E poi anche si è in attesa di una risposta ministeriale per un terzo progetto, questo invece finanziato direttamente dalla Commissione europea che è destinato a fronteggiare le condizioni di emergenza legate alla presenza di nuclei familiari.
Quindi assieme, questi tre progetti, due progetti Fami e questo terzo finanziato dalla Commissione europea, assieme ad alcuni progetti che stanno sorgendo da quel tavolo che sono relativi all'insegnamento della lingua italiana, possono provare a ricostruire un tessuto che avevamo faticosamente messo insieme, come lei ben ricorderà, rimane ovviamente per lo Sprar, anzi per il Siproimi adesso si chiama così, diverso invece è per i Cas che erano diffusi ed erano in attesa di diventare Sprar, quello era il disegno complessivo che quindi si sarebbe potuto fare anche con le risorse che c'erano, senza andare invece a destrutturare tutto questo sistema. Avrà letto le dichiarazioni del Sindaco, noi ci adegueremo ovviamente all'ordinanza del Tribunale e credo che anche quelladarà atto, nelle motivazioni, di qualcosa di cui io credo si dovrà occupare la Corte costituzionale perché mi pare che sempre di più questi pronunciamenti vadano tutti in una certa direzione. Devo dire che ho appreso adesso che il Ministro farà ricorso, è una notizia che leggo adesso, ha definito vergognosa questa sentenza e vi farà ricorso. Credo che potremo arrivare alla Corte costituzionale per dirimere la questione.
Queste sono un po' le valutazioni ma anche le azioni concrete che ho voluto ricordarle perché, nelle due strade che lei giustamente definiva, questa è quella che ci preme di più perché attiene anche ai livelli di coesione sociale perché come lei ben sa io non ne ho mai fatto una questione di sicurezza, pare invece che la sicurezza deve essere declinata in termini di coesione sociale, di capacità di dare prospettive alle persone che sono qua e quindi di renderle autonome poi per dei percorsi di cittadinanza, di inserimento e di integrazione nel mondo economico, sociale e culturale italiano".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:45
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