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Giornata Nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie, seduta solenne del Consiglio comunale. L'intervento del vicepresidente Marco Piazza

Questa mattina il vicepresidente Marco Piazza ha aperto la seduta solenne del Consiglio comunale in occasione della Giornata Nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie. Di seguito il suo intervento. "Buongiorno a tutt...

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Questa mattina il vicepresidente Marco Piazza ha aperto la seduta solenne del Consiglio comunale in occasione della Giornata Nazionale della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie. Di seguito il suo intervento.

"Buongiorno a tutti, colleghi e colleghe consiglieri, assessori, autorità civili e militari presenti, gentili ospiti, signor Sindaco, studenti e insegnanti delle scuole Rolandino con la Prof.ssa Feliziani Elena, Minghetti con la classe 1° C accompagnata da prof.ssa Annalisa Dal Pozzo, 10 studenti e studentesse del Crescenzi Pacinotti Sirani accompagnati da due docenti, 2 insegnanti e 15 ragazzi della scuola Volta e le professoresse Chercher e Belenghi presenti in aula e cittadini tutti.
In apertura vi do lettura di un messaggio ricevuto dal presidente della commissione Antimafia Senatore Nicola Morra che mi ha mandato in occasione di questo consiglio solenne:
"La memoria è vita, e le vite sono memoria. Celebrare la memoria non deve essere esercizio di maniera, perché io per celebrare la memoria devo studiare. Devo ricordare quanto è stata importante una vita. Non ricordiamo la morte, ma celebriamo il momento quando le vite sono diventate segno indelebile di idee che non solo non periscono ma sono semina quotidiana di coraggio e visione.
Nel mio ruolo di Presidente dell'Antimafia ogni giorno scopro una storia nuova, anzi una vita nuova stroncata da mano criminale, da mano mafiosa. Ogni giorno studio per conoscere queste vite, queste idee di dignità e forza. perché non ci sono eroi di serie A o B. Studio ogni giorno perché non conosco tutte le storie, studio ogni giorno perché esercito la memoria, studio ed uso questo termine, perché non leggo ma studio le vite coraggiose di magistrati, uomini delle forze dell'ordine, e di incredibili uomini e donne che troppe volte vengono catalogate semplicemente come: comuni cittadini.
Non avevano nulla di comune, si sono eretti davanti al male con il proprio corpo a difesa di tutti noi. Memoria è umiltà, memoria è trarre forza perché non è stato solo compito loro porre argine e respingere la violenza delle mafie ma tocca a noi, ecco la memoria necessaria. Tocca a noi reagire. Insieme come comunità". Questo il messaggio del Presidente Morra.

Il 1° marzo 2017, con voto unanime alla Camera dei Deputati, è stata approvata la proposta di legge che istituisce e riconosce il 21 marzo quale “Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”.
Con questa seduta solenne vogliamo quindi insieme a tutti voi ricordare ed onorare quegli uomini e quelle donne innocenti che avevano provato a combattere la mafia
Vogliamo ricordare ed onorare i bambini trucidati e seviziati per vendetta.
Vogliamo ricordare ed onorare uomini donne e bambini che hanno perso la vita soltanto per essersi trovati nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Vogliamo ricordarli ed onorarli perché, come disse Paolo Borsellino, “sono morti per noi e abbiamo un grosso debito verso di loro: questo debito dobbiamo custodirlo e pagarlo gioiosamente continuando la loro opera”.

Allora dobbiamo chiederci: come possiamo “continuare la loro opera”?
Come possiamo condurre una seria lotta alla criminalità organizzata?
Per prima cosa è fondamentale conoscere il fenomeno e sapere come si presenta oggi nel 2019 la mafia, come si adatta ai territori che contamina.
Guardando al nostro territorio dove il radicamento mafioso è ormai conclamato, sono ancora troppo poche le associazioni (che colgo l’occasione di ringraziare) che si battono in prima linea.
Prima dell’operazione Aemilia erano ancora meno. Avevamo la guardia troppo bassa. L’operazione Aemilia è stata da molti vissuta come un risveglio nel pieno di un incubo. Pensavamo di avere gli anticorpi, pensavamo che la nostra Emilia Romagna fosse immune.
Ma non era così perché molto già si sapeva.
Permettetemi al riguardo di leggervi qualche passaggio della relazione della commissione parlamentare antimafia che riguardava l’Emilia Romagna. Tenete presente che questa relazione è datata 1994:
“In un contesto di diffusa disattenzione, i fenomeni (criminali) si sono andati aggravando ed assumendo connotati diversificati. (…) vi è stato un consistente sforzo di penetrazione nel sistema economico in diversi centri della regione (Emilia Romagna).
Per alcuni versi le organizzazioni si sono presentate in veste anche violenta….per altri invece si è ritenuto seguire strade più insinuanti e meno percepibili (….)attività industriali, (…) opere di beneficenza, (…) squadre sportive: il tutto allo scopo evidente di nascondere la propria natura illegale e di organizzarsi senza dare nell’occhio.
Questo progressivo inserimento è stato facilitato dalla disattenzione delle strutture preposte alla repressione e alla prevenzione. Vi è stata una diffusa sottovalutazione del fenomeno e forse in taluni casi anche qualcosa di peggio.”
Ancora: “La criminalità organizzata non è intervenuta nel tessuto economico e sociale con manifestazioni violente tipiche del sud, ma si è mimetizzata celandosi dietro una facciata imprenditoriale.”

Ecco questi brevi passaggi di una relazione molto ampia, davano già la misura della situazione allarmante in Emilia Romagna. E dicevano tutto oltre 10 anni prima dello scoppio del c.d caso Aemilia.
Anni che si sarebbero dovuti utilizzare per prevenire e combattere il fenomeno criminale e per sensibilizzare i nostri cittadini. Per dargli gli strumenti di difesa e contrasto.
Quanto accaduto ci insegna che la guardia deve restare sempre alta. Ci dice di non fissarci sugli stereotipi: la mafia ormai è un fenomeno globale, intrecciato a doppio filo alla economia legale.
Della mafia di oggi sappiamo anche i numeri: un giro d’affari di circa 110 miliardi l’anno nella sola UE, pari al 1% del PIL di tutta l’unione.
Della magia sappiamo anche i mercati, i beni e servizi legali ed illegali che offre: gioco d’azzardo, false fatturazioni, prostituzione, traffico di sostanze stupefacenti, evasione fiscale, sfruttamento di manodopera a basso costo, smaltimento illecito di rifiuto, imprese di costruzioni, traffico d’organi, rifacimento strade, agenzie immobiliari, finanziarie e molto altro.
“Segui i soldi e troverai la mafia” diceva Falcone
Oggi siamo qui per commemorare le vittime, ma alla luce di quanto detto dovremmo ampliare lo spettro.
Non è forse vittima di mafia anche l’imprenditore che chiude la sua azienda o peggio si toglie la vita perché vittima di estorsione o perché si ritrova a competere sul mercato con aziende mafiose che agiscono in deroga a qualsiasi legge e che possono disporre di risorse finanziarie quasi illimitate?
O il lavoratore sottopagato, sfruttato nei campi senza che gli venga riconosciuto alcun diritto?
Potremmo arrivare fino a noi cittadini: le mafie sottraggono risorse alla collettività erodendo la spesa pubblica, di conseguenza impattano sui servizi, sulla sanità sul welfare. Tutti servizi che potrebbero contare su risorse superiori e magari invece vengono tagliati per colpa del sommerso.
La mafia impatta su tutti noi. Prima lo comprenderemo appieno e prima ci compatteremo per combatterla in una battaglia globale che ha già atteso troppo. Così onoreremo le vittime di mafia pienamente.
Nel mese di Marzo ricorre anche la festa della donna su cui ci siamo giustamente molto impegnati, pertanto vorrei concludere citandovi le parole di una donna vittima di Magia. Rita Atria (una testimone di giustizia italiana che si uccise a 17 anni una settimana dopo la strage di via D'Amelio): “Prima di combattere la mafia devi farti un autoesame di coscienza e poi, dopo aver sconfitto la mafia che è dentro di te, puoi combattere la mafia che c’è in giro tra i tuoi amici, la mafia a volte siamo noi ed il nostro modo sbagliato di comportarci”.

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:44
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