Question Time, chiarimenti sulla chiusura dell'hub di via Mattei
L'assessore Giuliano Barigazzi ha risposto alla domanda d'attualità del consigliere Gian Marco De Biase (Insieme Bologna) e della consigliera Isabella Angiuli (Partito Democratico) sulla chiusura dell'hub di via Mattei. Le risposte sono state ...
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L'assessore Giuliano Barigazzi ha risposto alla domanda d'attualità del consigliere Gian Marco De Biase (Insieme Bologna) e della consigliera Isabella Angiuli (Partito Democratico) sulla chiusura dell'hub di via Mattei. Le risposte sono state lette in aula dall'assessore Davide Conte.
Domanda del consigliere De Biase
"Premesso che da notizie stampa si è appreso che l'hub di via Mattei, verrà chiuso e che il Sindaco ha intenzione di trasformare la struttura in Cas (centro di accoglienza straordinario); si chiede al Sindaco e alla Giunta se ciò corrisponde al vero e che cosa intendono fare a livello strutturale per adeguarla a standard minimi di sicurezza e di rispetto delle norme; al Sindaco e alla Giunta chi si farà carico di tali spese".
Risposta dell'assessore Barigazzi letta dall'assessore Conte
"Gentile consigliere,
in merito alla sua domanda si precisa che non vi è per ora conferma da parte della Prefettura relativamente alla chiusura del Centro Mattei.
Si chiarisce che il Comune di Bologna non ha competenza sul Centro Mattei, precisando che la Prefettura è il soggetto competente sulla struttura e su ogni sua eventuale trasformazione, così come per quanto riguarda le condizioni di sicurezza e eventuali oneri relativi a qualunque tipo di intervento inerente.
È evidente che il Sindaco, nelle sue dichiarazioni, si è riferito alle possibilità che la legge prevede esprimendo un orientamento sul destino dell'hub e auspicando la sua trasformazione in un Cas e non in un Cpr".
Domanda della consigliera Angiuli
"Si rincorrono sulla stampa le voci della prossima chiusura dell’hub di via Mattei a seguito del Decreto sicurezza.
ll centro di accoglienza temporanea di via Mattei a Bologna ospita attualmente 230 persone. Sono sotto gli occhi di tutti le immagini del Cas di Castelnuovo Porto (Roma) dove i migranti sono stati caricati su dei pullman e trasferiti senza preavviso in destinazioni a loro sconosciute. Chiedo pertanto alla Giunta una valutazione politica su tempi e modi di applicazione del Decreto Sicurezza a Bologna, sulla sorte dell’hub di via Mattei e sulla ricaduta in termini sociali sia sulla vita dei richiedenti asilo oggi ospitati in quella sede ed inseriti in percorsi di accoglienza che nei confronti della nostra cittadinanza".
Risposta dell'assessore Barigazzi letta dall'assessore Conte
"Gentile consigliera,
nella Conferenza metropolitana, riunita il 7 dicembre ed il 18 gennaio sul medesimo argomento della domanda di attualità, ho affrontato ampiamente i diversi aspetti che l’applicazione del Decreto Salvini/legge 132/2018 comporta, dei quali, nel breve tempo del Question Time, riprendo qui solo alcuni aspetti salienti.
Bologna, insieme al territorio metropolitano, ha costruito un sistema, oltre l’emergenza, basato sulla programmazione, sulla individuazione di strumenti ed obiettivi e sulla capacità di monitorarne il perseguimento. Questo assetto ha per ora ridotto l’impatto del decreto, mostrando una tenuta rispetto ai mutamenti introdotti.
Questa impostazione va rimarcata: la legge 132/2018 ha premesse per noi non condivisibili, perché si fonda sulla logica di aumentare le difficoltà dell’integrazione e di sfavorire i percorsi di inclusione proprio nel momento in cui, con sbarchi assai esigui, sarebbe il momento ideale di andare nella direzione opposta.
Inoltre sottolineo l’assenza di una politica seria sui rimpatri, poiché non sono aumentati gli accordi con i paesi terzi per renderli possibili. Non vi è alcun impulso ai rimpatri volontari (peraltro anche in questa direzione sono stati tagliati progetti e fondi), e i rimpatri forzati sono un numero assai ridotto a fronte anche dei numerosissimi dinieghi dello status di rifugiato.
Alcune precisazioni per fare chiarezza.
lo Sprar ha cambiato nome, viene definito come Sistema di Protezione per titolari di protezione internazionale e per minori non accompagnati (Siproimi) e la modifica apportata dal DL 113 riguarda il target dei beneficiari, che ha escluso i richiedenti asilo e i titolari di protezione.
Sono attivi, al 31 dicembre 2018, 1007 posti per adulti e 287 per minori tra Sprar e analoghi progetti Fami.
Il progetto Sprar metropolitano oggi è quindi a pieno regime, con tutti i posti occupati. Una sua riduzione si può prevedere da circa metà anno, qualora alle uscite progressive non dovessero corrispondere altri invii da parte del Servizio Centrale/Ministero, che autorizza ogni singola ammissione. È del tutto evidente che chiederemo con forza il rifinanziamento per gli anni a venire quale garanzia di conferma di un sistema di accoglienza che funziona.
Si sta intensificando l’impegno per portare a termine con maggior successo possibile i percorsi delle persone inserite, in particolare sulla ricerca del lavoro e di soluzioni alloggiative post accoglienza.
I nostri servizi hanno invece dovuto farsi carico di alcuni nuclei fragili e/o monogenitoriali, che precedentemente al decreto, avremmo collocato nello Sprar.
Centro Mattei e Cas.
Nella prospettiva di applicazione del Decreto, Centro Mattei e i Cas, sono i contenitori nei quali verranno accolti i richiedenti asilo, venendo meno il loro accesso al nuovo Sistema di Protezione (Siproimi).
L’intendimento, sotteso dal decreto, è di concentrare i richiedenti asilo solo in questa tipologia di strutture non fornendo servizi mirati all’integrazione, considerato lo status ancora indefinito.
Ad oggi presso il Centro Mattei la Prefettura garantisce la prima accoglienza a chi arriva come richiedente.
Risulta che la Prefettura abbia prorogato di due mesi i contratti attuali di gestione dei Cas e di Mattei e che stia predisponendo i bandi secondo i nuovi capitolati predisposti dal Ministero. Porremo attenzione a quanto accadrà e il confronto con la Prefettura è costante.
La preoccupazione è soprattutto per la decurtazione dei servizi interni ai Cas: in tal senso vogliamo promuovere collaborazioni con le reti del volontariato e del terzo settore, per evitare che i richiedenti accolti nei Cas si trovino esposti all’inattività e all'assenza di proposte.
Non vi sono dubbi, infine, sulla posizione del Sindaco e della Amministrazione, contrari a riaprire in città strutture di trattenimento forzato, che oggi vengono denominate CPR (Centri per il Rimpatrio), per le ricadute di conflittualità e marginalità che strutture così concepite inevitabilmente producono attorno.
Ci stiamo dunque adoperando per trovare possibili soluzioni che coinvolgano tutti i soggetti istituzionali, a partire dalla Prefettura, le realtà associative, il terzo settore, i sindacati, i Centri per l’Impiego.
A seguito dell’ultima Conferenza Metropolitana, è stata per questo definita l’attivazione di due tavoli tecnici, il primo finalizzato a condividere iniziative per sostenere i percorsi di integrazione delle persone accolte, sia nella fase post accoglienza sia, specie per i Cas, per integrare tramite la sussidiarietà interventi e attività legate alla fase di accoglienza. Ed il secondo sul lavoro, per finalizzare l’attività di ricerca e di inserimento lavorativo per le persone in accoglienza, coinvolgendo il Centro per l’impiego, Insieme per il Lavoro, lo Sportello lavoro".