Comunicati stampa

Comunicati stampa

Giorno della Memoria, seduta solenne del Consiglio comunale e metropolitano. L'intervento del vicepresidente Marco Piazza

Questa mattina, in occasione del Giorno della Memoria, il Consiglio comunale si è riunito in seduta solenne e congiunta con il Consiglio metropolitano. Il vicepresidente del Consiglio comunale, Marco Piazza, è intervenuto in apertura. D...

Data:

:


Questa mattina, in occasione del Giorno della Memoria, il Consiglio comunale si è riunito in seduta solenne e congiunta con il Consiglio metropolitano. Il vicepresidente del Consiglio comunale, Marco Piazza, è intervenuto in apertura. Di seguito il suo intervento.

"Buongiorno a tutti, diamo inizio a questa seduta solenne che vede congiunti il Consiglio metropolitano e il Consiglio comunale di Bologna. Un saluto e un caloroso benvenuto alle Autorità militari e civili, alle rappresentanze sindacali, ai Consiglieri comunali, ai Consiglieri metropolitani, ai componenti delle Giunte, al relatore e a tutti i cittadini presenti. Saluto anche gli studenti delle Scuole Rita Levi Montalcini e Jacopo della Quercia che, insieme ai loro insegnanti sono presenti nei banchi del pubblico. Con la vostra partecipazione onorate questa seduta solenne in occasione del Giorno della Memoria, grazie di essere qui. Vi porto anche i saluti della Presidente Luisa Guidone che suo malgrado non può essere presente a questa giornata per la quale ha profuso veramente tanto impegno.
Come ogni anno celebriamo la memoria dello “sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico, dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti, delle leggi razziali nonché di coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetti di sterminio” “in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico e oscuro periodo della storia del nostro Paese e in Europa” come recitano i primi articoli della legge 211/2000.
La Memoria è l’arma più potente che abbiamo a disposizione e che dobbiamo utilizzare per evitare che tutto ciò che è accaduto si possa ripetere. La giornata della memoria si celebra il 27 gennaio di ogni anno ricordando quel giorno del 1945 nel quale le truppe sovietiche entrarono ad Auschwitz, uno dei tanti, troppi, luoghi dell’orrore. Fu chiaro e innegabile al mondo da quel momento in poi quanto ormai già si sospettava e si sapeva, purtroppo in una terribile indifferenza: il terribile e sistematico annientamento di esseri umani che avveniva in quei luoghi. Gli strumenti di tortura, le camere a gas, i testimoni sopravvissuti: tutto raccontava la Shoah, lo sterminio del popolo ebraico e di tutte le categorie di persone dai nazisti ritenute "sgradite" per motivi politici, religiosi, razziali, per orientamento sessuale o persino per disabilità. Senza riguardo neppure per i bambini e gli anziani.
Questo impose a tutti di prendere atto che l’essere umano, che sappiamo in grado di raggiungere vette eccelse, può invece arrivare assumere comportamenti terribili. Il Giorno della Memoria quindi ha anche la funzione di essere da monito all’umanità. Deve servire ad evitare di ricreare quelle condizioni che portarono l’essere umano a quella follia: evitare di ricreare quelle condizioni!
Regimi folli come quello nazifascista, che aveva dato vita a un universo del male in cui, come dice la Senatrice Liliana Segre, “ tanti tantissimi ebrei non hanno avuto la possibilità di invecchiare solo per la colpa di essere nati”, ed è per questo che dobbiamo tenere alta la nostra attenzione e non accettare mai che gli esseri umani vengano suddivisi in razze. Nessuno deve più credere alla menzogna che alcune persone possano essere inferiori ad altre. E nessuno può più pensare di rinchiudere qualcuno in campi di concentramento solo perché ritenuto diverso come è successo, tra le tante, alla famiglia Baroncini e e alle tante donne, ricordate nella bellissima mostra allestita da Aned in Sala Borsa, che racconta la deportazione nel campo di concentramento di Ravensbruck.
La recrudescenza di fenomeni legati all’antisemitismo, e più in genere di intolleranza etnica e religiosa che hanno caratterizzato gli ultimi decenni, ci devono richiamare alla costruzione di una via da percorrere per costruire un futuro di dignità, diritti umani e coesistenza pacifica per tutti e quelle vie passano per la comprensione, l’equa distribuzione delle ricchezze, l’istruzione e la cultura. Quest’ultima assume forme diverse nel tempo e nello spazio ed è l’unica condizione che ci permette di cogliere ed accogliere l’altro da sè, quindi l’altrui religione, l’altrui nazionalità, l’altrui diversità che è ricchezza, null’altro. Ma perché tutto questo sia possibile Primo Levi ci ha lasciato un monito: “combattere la logica del privilegio sotto ogni forma in cui essa si presenti, solo in questo modo potremo costruire una nuova umanità in cui quello che è stato non debba più a ripetersi”.
L'Ufficio di Presidenza ha scelto di destinare un contributo verso una rappresentazione teatrale che viene posta in essere per la prima volta nella Sinagoga di Bologna e che riporta in forma teatrale l'intervista concessa da Emma Sermoneta alla comunità ebraica, nella quale Emma rivive le tragiche vicende della persecuzione nazifascista. Si tratta della rappresentazione “Rievocazioni di vicende e protagonisti di un tempo difficile” che si terrà in seno alla presentazione del volume di Lucio Pardo “Barbarie sotto le due Torri”, il giorno 28 gennaio nella Sinagoga di Bologna,
Oggi vogliamo concentrare la nostra attenzione sulle leggi razziali, o come molti ormai riconoscono le leggi antiebraiche. Alla fine degli anni ‘30 del secolo scorso e all’inizio del decennio successivo, furono promulgate le Leggi razziali in un contesto che cercava di renderle accettabili. Ma oggi tutti noi conosciamo le terribili conseguenze che quelle leggi hanno prodotto.
Oggi ospitiamo come relatore il professor Claudio Vercelli, storico contemporaneista e in materia di relazioni internazionali, che approfondirà appunto il tema delle leggi razziali. Il professor Vercelli svolge attualmente attività di ricerca e didattica presso l’Istituto di studi storici Salvemini di Torino dove coordina il progetto pluriennale “Usi della storia, usi della memoria” sulle grandi questioni della storia dei giorni nostri. Nell’ambito dello stesso Istituto si occupa più in generale delle tematiche concernenti la contemporaneità, con particolare riguardo per i conflitti del Novecento, lo ringrazio per onorarci con la sua presenza".

Altre informazioni

Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:43
Back to top