Question Time, chiarimenti sulle politiche di contrasto alla discriminazione delle donne madri sul lavoro
L'assessora alla Parità e Pari opportunità Susanna Zaccaria ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Simona Lembi (Partito Democratico) sulle politiche di contrasto alla discriminazione delle donne sul lavoro. La ri...
Data:
:
L'assessora alla Parità e Pari opportunità Susanna Zaccaria ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Simona Lembi (Partito Democratico) sulle politiche di contrasto alla discriminazione delle donne sul lavoro. La risposta è stata letta in Aula dall'assessore Virginia Gieri.
Domanda d'attualità della consigliera Lembi
"Invita cortesemente il Sindaco e la Giunta ad esprimere una valutazione politico-amministrativa sulle discriminazioni che penalizzano in particolare le mamme lavoratrici sul lavoro.
Chiedo in particolare di conoscere le politiche che l’Amministrazione intende promuovere per contrastare le discriminazioni sul lavoro e favorire pari opportunità di accesso nel momento in cui le persone sono più esposte, per particolari condizioni di vita, alle difficoltà della ricerca di un lavoro".
Risposta dell'assessora Zaccaria letta dall'assessore Gieri
"Come noto il mercato del lavoro, ancora oggi e come testimoniato dalla vicenda oggetto dell'articolo di stampa, non garantisce le stesse opportunità di accesso a uomini e donne.
La gravidanza e la maternità si rivelano ostacoli oggettivi per gli avanzamenti di carriera anche in caso di mansioni e ruoli consolidati, a maggior ragione risultano di ostacolo per le nuove assunzioni.
Dalle attività svolte negli ultimi mesi, anche grazie al Consiglio comunale tramite le audizioni in udienze conoscitive, abbiamo appreso che una delle principali cause di dimissioni volontarie e risoluzioni consensuali del rapporto di lavoro per le donne è la nascita di un figlio; la stessa causa non rileva invece per gli uomini, che si dimettono principalmente per aver trovato un'altra occupazione, presumibilmente quindi a condizioni più favorevoli.
Si rendono necessarie, pertanto, sia politiche del lavoro per l'eliminazione di ogni tipo di discriminazione, ivi compresi il divario salariale e la possibilità per le donne di accedere a ruoli apicali, sia per garantire la necessaria flessibilità e possibilità di compensare i tempi di lavoro con l'accudimento familiare.
L'implementazione di tali politiche andrà però necessariamente integrata con forti azioni di sensibilizzazione e contrasto agli stereotipi di genere, indirizzando un cambiamento culturale che è assolutamente necessario se si vuole arrivare ad una reale condivisione dei ruoli all'interno della famiglia, senza discriminazioni di genere.
Ancora oggi, infatti, come dimostrato dai dati, è ancora prevalentemente attribuito alle donne il ruolo di cura (di figli o di genitori anziani) e sono ancora pochi gli uomini disposti a condividerlo, assumendosene l'onere anche in relazione alla propria attività lavorativa.
Questo è testimoniato, ad esempio, anche dalla scarsa fruizione del permesso di paternità, strumento non ancora adeguatamente utilizzato e diffuso e che sarebbe invece idoneo per una maggiore condivisione degli oneri del lavoro di cura.
Il ruolo dell'ispettorato del Lavoro è molto importante, intanto nell'informare le lavoratrici madri e i lavori padri sulle norme di tutela della maternità e della paternità, nonché nel comunicare i diritti previsti dalla normativa, che non sempre sono conosciuti. E con l'Ispettoraro del Lavoro sono già avviati confronti per individuare azioni mirate ad affrontare varie criticità del nostro mercato del lavoro, a partire dall'emersione del lavoro nero e dalla affermazione della qualità del lavoro per le lavoratrici e i lavoratori.
Già l'assessore al Lavoro Lombardo, a nome di tutta la Giunta, ha posto l'attenzione sul tema dell'occupazione femminile, o meglio, di una maggiore partecipazione al mercato del lavoro, e dell'incremento dei tassi di occupazione femminile, come una priorità per questa Giunta. Vanno rimosse alcune forme di discriminazione anche ponendo in essere delle attività mirate come stiamo cercando di fare per esempio, all'interno del progetto Insieme per il lavoro che avrà il suo Bilancio di genere, per verificare che vi siano più possibilità di inserimento occupazionale delle donne anche all'interno degli obiettivi e dei target previsti dalla legge 14, quindi le più difficili, quelle che vedono persone con fragilità e con disoccupazione di lunga durata.
Occorre contrastare anche il tasso di disoccupazione giovanile femminile di donne che non riescono a entrare nel lavoro e donne che ne escono perché diventate madri, anche intervenendo sul diverso costo del lavoro, individuando forme di incentivo per le imprese che assumono. Occorre investire sempre di più su strumenti e servizi di conciliazione come l'amministrazione sta facendo, sui servizi educativi, stiamo parlando di quasi 3450 posti nei nidi di infanzia e di oltre 9000 posti nelle scuole dell'infanzia di cui oltre 5000 comunali. Esistono altri servizi come Educare in famiglia e Tata Bologna. Sono due diversi strumenti che stanno dando dei risultati, per i quali esiste anche la possibilità di chiedere un contributo economico nei casi previsti dal bando.
Importante è evidenziare quanto l'Amministrazione comunale, sta facendo per il suo personale, costituito da circa il 74% -su circa 4200- da lavoro femminile; molte sono infatti le iniziative e progetti volti alla conciliazione.
Si è avviata la sperimentazione nel Comune del lavoro agile, lo smart working, con la quale è stato approvato il protocollo d'intesa per la realizzazione del progetto VeLA Veloce, Leggero, Agile – Smart Working per la Pubblica Amministrazione. Il tema dello smart working si distingue da quello del telelavoro, perché non è semplicemente una questione di conciliazione dei tempi della vita delle persone con i tempi di lavoro attraverso l'utilizzo delle piattaforme digitali, ma è anche un cambio radicale della possibilità di svolgere la propria attività in funzione del raggiungimento di un obiettivo. E questo è una modalità che dovrà contaminare tutte le realtà lavorative del nostro territorio.
È stato adottato il Piano di azioni positive, aggiornato annualmente per favorire l’uguaglianza sostanziale sul lavoro tra uomini e donne, che ha tra gli obiettivi principali quello della promozione e/o potenziamento di ogni iniziativa diretta ad attuare politiche di conciliazione vita privata/lavoro e quanto necessario per consentire la diffusione della cultura delle pari opportunità.
C'è attenzione innanzitutto all'informazione rivolta alle lavoratrici madri e i lavoratori padri rispetto alle norme di tutela della maternità e della paternità nonché alla comunicazione attraverso il portale IoNOi dei diritti previsti dalla normativa. Alcuni numeri, sul personale dipendente comunale:
part-time ad ottobre 2018: 458 di cui quasi il 90% donne;
telelavoro ad ottobre 2018: 62 posizioni attive e 13 in corso di attivazione
smart working che si avvierà con la sperimentazione per 100 persone".