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Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, seduta solenne dei Consigli comunale e metropolitano. L'intervento della presidente del Consiglio comunale Luisa Guidone

I Consigli comunale e della Città metropolitana di Bologna si sono riuniti oggi in seduta solenne e congiunta per la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Di seguito l'intervento di apertura della president...

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I Consigli comunale e della Città metropolitana di Bologna si sono riuniti oggi in seduta solenne e congiunta per la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne. Di seguito l'intervento di apertura della presidente del Consiglio comunale di Bologna Luisa Guidone.

"Buongiorno a tutti. Diamo inizio a questo Consiglio solenne che vede congiunti il Consiglio metropolitano e il Consiglio comunale di Bologna. Un saluto e un caloroso benvenuto a Elisabetta Scalambra per la città metropolitana, al Sindaco, alle Autorità militari, civili, alle numerose associazioni presenti, in particolare a quelle del Centro Zonarelli, alle rappresentanze sindacali, ai Consiglieri comunali, ai Consiglieri metropolitani, ai componenti delle Giunte, alla nostra relatrice Julie Bindel, alla sua interprete e a tutti i cittadini presenti. Con la vostra partecipazione davvero onorate questa seduta solenne in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.
«La violenza contro adolescenti e donne è un grido che arriva al cielo», ha sostenuto Papa Francesco durante il suo viaggio in Sud America, aggiungendo che «Non è lecito naturalizzare la violenza sulle donne, sostenendo una cultura maschilista che rifiuta il protagonismo della donna all’interno della comunità. Non è lecito guardare dall’altra parte mentre tante donne, in particolare le adolescenti, sono calpestate nella loro dignità».
Nonostante il Papa si riferisse ad una delle realtà dove i tassi di violenza nei confronti del genere femminile sono i più alti, la violenza contro le donne è una piaga diffusa in tutto il mondo e, anche in Italia, il tema è sempre più attuale nonostante la nostra normativa sia tra le più avanzate d’Europa e nonostante l’impegno e gli sforzi profusi negli ultimi anni.
Penso a tal proposito alla ratifica da parte dell’Italia, nel 2013, della Convenzione di Istanbul, in cui la violenza maschile contro le donne viene riconosciuta come una grave violazione dei diritti umani; al decreto 93/2013 contro il femminicidio e la violenza di genere; e alle varie iniziative promosse per l’educazione alla parità tra i sessi e di prevenzione della violenza di genere; ma, come ci segnalano i numeri e i fatti di cronaca, è ancora tanta la strada da percorrere.
In questo periodo in Parlamento si sta discutendo di una importantissima riforma del diritto di famiglia che riguarda l’affido dei minori in caso di separazione. Il Decreto di Istanbul, che ho appena citato, all’art. 48 vieta “il ricorso obbligatorio a procedimenti di soluzione alternativa delle controversie, incluse la mediazione e la conciliazione, in relazione a tutte le forme di violenza che rientrano nel campo di applicazione della Convenzione”. Invito quindi il Legislatore e tutto il Parlamento a tenere in considerazione che una norma in violazione di tale articolo, senza prevedere delle deroghe specifiche nel caso ci siano situazioni di violenze, potrebbe portare al rischio che i soggetti più deboli decidano di non intraprendere un percorso di separazione per il timore di ripercussioni più o meno gravi, perché l’esperienza ci insegna che proprio quello è il momento in cui la violenza arriva all’apice.
L’anno scorso, il Presidente della Repubblica, nel messaggio in occasione del Seminario “Fermare la violenza contro le donne. Insieme si può fare”, promosso dalla Commissione Parlamentare d’inchiesta sul femminicidio, nonché su ogni forma di violenza di genere, ci ricordava che “Ogni aggressione e ogni vessazione diretta ai danni di ogni donna, espressioni dell'idea primitiva che le donne non abbiano il diritto di realizzarsi e di decidere per se stesse, è una violenza di genere e una violazione della dignità della persona. Contro questo atteggiamento l'intera comunità deve sapersi opporre fermamente”.
A parere del Presidente della Repubblica, ciò che serve è quindi un grande lavoro sull’educazione al rispetto, “per prevenire e impedire che le donne diventino il bersaglio dell’odio e del risentimento”.
Come emerge dai dati ormai consolidati di tutte le statistiche che abbiamo a disposizione, la violenza è un fenomeno che colpisce in modo trasversale tutte le donne, a prescindere dalle classi sociali, economiche e culturali di appartenenza, non è appannaggio delle donne in situazioni di svantaggio, ma anzi, spesso si pone in relazione proprio rispetto all’emancipazione e alla libertà femminile.
La violenza che oggi è oggetto di questo Consiglio comunale, purtroppo si manifesta in molteplici forme e va combattuta in molteplici modi. Basti pensare, ad esempio, alla ricorrenza annuale del 20 novembre del “Transgender Day of Remembrance”, il ricordo di Rita Hester, oppure agli episodi di violenza di matrice razziale, oppure nei luoghi di lavoro. La violenza va sempre combattuta, ovunque e a difesa di chiunque.
Oggi vogliamo approfondire il tema del femminicidio, per questo motivo, abbiamo il piacere e l'onore di ospitare in Consiglio comunale Julie Bindel, giornalista, scrittrice e ricercatrice. Julie Bindel, dal 1979 è impegnata in prima linea nella lotta globale per mettere fine alla violenza sulle donne e i minori e ha scritto sullo stupro, la violenza domestica, l’omicidio a sfondo sessuale, la prostituzione e la tratta, lo sfruttamento sessuale di minori, lo stalking, l’ascesa del fondamentalismo religioso e i danni sulle donne e le bambine. È autrice di 30 pubblicazioni in volumi e articoli accademici che riguardano l’ineguaglianza di genere e l’abuso. Scrive per il Guardian, il New Statesman, il Sunday Telegraph e Standpoint, interviene regolarmente sulla BBC e su Sky News. È stata Visiting in Giornalismo a Brunel University (2013-2014) e alla Lincoln Univesity. È autrice del recente volume “The pimping of prostitution” un’inchiesta dettagliata sull’industria del sesso che riguarda 40 paesi mondiali per un totale di 250 interviste. In particolare vorrei qui ricordare che Julie Bindel è co-fondatrice di Justice for women, un gruppo femminista di riforma legislativa che denuncia le leggi che discriminano le donne nei casi di violenza maschile contro le partner. Do quindi la la parola a Julie Binde che ci parlerà del femminicidio visto alla luce della sua esperienza trentennale di campagne per la violenza contro le donne, le sue cause e le risposte per mettervi fine. Chiuderà i lavori l'assessora Susanna Zaccaria".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:43
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