Comunicati stampa

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Consiglio comunale, seduta solenne per la Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. L'intervento della vicesindaco Marilena Pillati

Il Consiglio comunale si è riunito oggi in seduta solenne dedicata alla Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Di seguito l'intervento di conclusione della vicesindaco Marilena Pillati.  "Signora presid...

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Il Consiglio comunale si è riunito oggi in seduta solenne dedicata alla Giornata internazionale dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza. Di seguito l'intervento di conclusione della vicesindaco Marilena Pillati.  

"Signora presidente del Consiglio, signor vicepresidente, signori consiglieri, signore consigliere, colleghi di Giunta, autorità, gentili ospiti, voglio ringraziare in modo non formale il Consiglio comunale che anche quest’anno ha voluto organizzare una seduta solenne per celebrare la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, a quasi 30 anni dall’approvazione di quella convenzione che, come è stato ricordato, per la prima volta, dopo più di 40 anni dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, ha riconosciuto che anche i bambini e i ragazzi sono titolari di diritti civili, culturali, economici, politici e sociali.

Voglio salutare e ringraziare la prof.ssa Parsi per le interessanti riflessioni e le suggestioni che ha voluto donarci in questa occasione su temi davvero molto importanti e che credo a noi tutti in questa aula di Consiglio stiano molto a cuore.

La scelta del Consiglio di riunirsi oggi in seduta solenne, ma anche la scelta della Regione Emilia-Romagna di organizzare proprio questa mattina un convegno per presentare le azioni che la Regione ha messo in campo per il futuro a favore degli adolescenti, sono sicuramente segnali importanti della grande attenzione che nel nostro territorio le istituzioni rivolgono ai diritti delle giovani generazioni. Un’attenzione e un impegno che sono quotidiani, e voglio aggiungere, un impegno che contraddistingue tutta la nostra comunità cittadina, non solo le sue istituzioni.

Il Comune di Bologna, è stato ricordato anche dalla prof.ssa Parsi, ha una lunga e ricca tradizione d’impegno nel campo dell'educazione e della scuola, un impegno che rappresenta ancora oggi per noi una priorità, perché Bologna deve continuare a essere la città dei diritti, dell’educazione, la città dell’accoglienza e delle pari opportunità per tutti.

Bologna è una città speciale anche perché ricca di agenzie educative e culturali, che sviluppano tutto l’anno attività che si rivolgono all’infanzia, all’adolescenza e agli adulti che se ne prendono cura. Offrono ai bambini e ai ragazzi attività, ogni giorni dell’anno, che consentono loro di esprimersi attraverso vari linguaggi, di tessere relazioni, di confrontare esperienze.

È in questo contesto così ricco che da diversi anni il Comune di Bologna ha voluto sostenere e dare visibilità a un impegno, che è di tutta la comunità, con un progetto appunto, ricordato in apertura dal vicepresidente, che abbiamo chiamato “Bologna Città dei bambini e delle bambine”. All’interno di questo progetto, una delle manifestazioni più importanti, ma non l’unica è proprio quella che in questo periodo propone attraverso le decine e decine di protagonisti iniziative, eventi, laboratori totalmente gratuiti che attraversano la città e offrono occasioni di riflessione, di incontro, di gioco, di esperienza, e consentono così di cogliere l'importanza dei diritti che la convenzione ONU sancisce a tutela delle giovani generazioni. Abbiamo presentato proprio qualche giorno fa questo il calendario di quella che noi siamo soliti chiamare la “Settimana dei diritti”. È davvero molto difficile comprimere temporalmente le tante opportunità, le iniziative per i bambini e occasioni di riflessione che rivolgiamo agli adulti e dunque questa settimana proseguirà fino al 28 di novembre.

In un momento di grandi trasformazioni nella società che si riflettono anche nella nostra comunità cittadina, dobbiamo impegnarci sempre di più perché questa ricchezza di servizi, di proposte educative e culturali che Bologna offre sia in grado di rivolgersi a tutti, anche ai bambini e ragazzi più fragili, perché questa ricchezza è un potente strumento di contrasto alla povertà educativa e alle disuguaglianze.

Stiamo lavorando in questa direzione cercando di integrare le diverse politiche dell’Amministrazione, educative, culturali, sociali e non solo, organizzando, attraverso molteplici competenze e differenti sguardi proposte e azioni che si diffondono sui territori arrivando anche nelle realtà più difficili e complesse.

In questa giornata la nostra attenzione si deve concentrare sui diritti dei bambini, ma anche degli adolescenti, che vivono, lo sappiamo, un’età che ha compiti evolutivi specifici, caratterizzata da grandi cambiamenti, da una grande forza, ma anche da una grande fragilità. Questa mattina in Regione ho sentito definire l’adolescenza “una seconda nascita con molti fattori di rischio”.

Ai ragazzi da molti anni il Comune di Bologna destina progetti, attività e un’importante rete di servizi. Lo fa attraverso i suoi quartieri, i suoi diversi settori, attraverso l’Istituzione Educazione e Scuola e le istituzioni culturali in un lavoro costante di collaborazione con le scuole.

Dall’inizio di questo secondo mandato abbiamo deciso di fare delle politiche per gli adolescenti una vera e propria priorità, nella consapevolezza che proprio questa fase complessa dello sviluppo dei ragazzi, con le sue grandi potenzialità, ma anche con le sue vulnerabilità, forse più di altre fasi della vita, è esposta alle grandi trasformazioni socio-culturali in atto nella società.

Anche questa mattina si è sottolineato come i ragazzi abbiamo bisogno di adulti che non banalizzino le loro paure e la loro sofferenza, ma che se ne facciano carico tenendo conto della complessità.

Vivere le grandi trasformazioni che sempre l’adolescenza si è portata con sé, in una società particolarmente complessa come questa, lo ha descritto molto bene la prof.ssa Parsi, la società in cui internet è nella vita di tutti, anche degli adulti, la società dei mass media, può talvolta generare sentimenti di inadeguatezza e di sfiducia, ma anche un grande senso di solitudine in un contesto in cui si è connessi con una moltitudine di persone, ma è una connessione virtuale che può generare in verità un grande e profondo senso di solitudine.

Io credo, e quello che è stato detto qui oggi me lo conferma, sia difficile pensare di cambiare comportamenti che sono prima di tutto comportamenti degli adulti. Mai come oggi il mondo adulto vive perennemente connesso ed esibisce sulla rete azioni, pensieri, sentimenti e anche relazioni molto intime e private. In questo contesto possiamo forse immaginare che gli adolescenti non cerchino nella rete la risposta ai loro bisogni, al desidero di approvazione e di consenso, come del resto anche il mondo adulto?

Certamente i rischi sono nella rete, la prof.ssa Parsi ce lo ha detto e ce lo ha descritto in modo molto puntuale, ma la soluzione non credo sia stare meno tempo nella rete. È avere invece adulti che si interessano a loro, alla loro vita, anche quella virtuale. Non servono adulti autoritari che pongano limiti, ma autorevoli e competenti.

Come ho avuto modo di dire anche di recente in quest’aula proprio in risposta al quesito di un consigliere sul fenomeno dell’isolamento sociale, nel lavoro con gli adolescenti le istituzioni, che hanno certamente un compito fondamentale, devono cercare sempre più di programmare in modo integrato azioni che riguardino sia la promozione del benessere, che la prevenzione del disagio e la cura, lavorando in rete con le altre istituzioni e le agenzie del territorio che si occupano di adolescenti. È necessario davvero rafforzare sempre più la rete di istituzioni, una rete multidisciplinare che deve sapere valorizzare le risorse e le competenze dei ragazzi, ma anche sostenere le competenze educative di tutti gli adulti di riferimento. Servono vere e proprie alleanze territoriali. Il lavoro di rete deve essere capace di sviluppare un’alleanza educativa tra gli adulti che si occupano dei nostri ragazzi, che sia in grado di rimandare alle giovani generazioni l’attenzione e l’interesse nei loro confronti, ma anche nei confronti del loro futuro, perché spesso il futuro è qualcosa che spaventa i nostri ragazzi. Questo deve avvenire attraverso un ascolto vero, autentico e attraverso la promozione della loro partecipazione attiva.

In questo mandato l’impegno della nostra Amministrazione si è rafforzato proprio in questa direzione, cercando di valorizzare il lavoro di rete e indirizzando le azioni verso la promozione del benessere e la prevenzione del disagio, ma anche verso il sostegno agli adulti di riferimento.

Continueremo a farlo nei prossimi anni, grazie ai nostri servizi educativi e alla rete di educatori che operano in ogni quartiere, sempre in stretto raccordo con le scuole, che è l’ambito primario in cui possono manifestarsi ed essere intercettati i segnali di disagio.

Analogamente stiamo promuovendo incontri pubblici e laboratori nelle scuole per lavorare con genitori, educatori, insegnanti su temi importanti quali il disagio scolastico, la prevenzione del suicidio in adolescenza, la gestione dei conflitti, l’uso della rete, con l’obiettivo di dare loro strumenti e risorse per riconoscere i segnali di disagio nei ragazzi e poterli accompagnare con consapevolezza. Il lavoro con gli adolescenti non può non confrontarsi con la fragilità e la fatica che è anche del ruolo genitoriale. Genitori che devono confrontarsi con le ambivalenze di questa fase della vita, con la rivendicazione di autonomia e indipendenza dei figli, ma un grande bisogno spesso non espresso di attenzione e cura.

Al contempo, però, di fronte a trasformazioni così importanti e sempre più rapide, che producono sollecitazioni per i ragazzi i cui effetti non sempre sono facili da prevedere e gestire, abbiamo anche deciso di affrontare un lavoro di analisi per avere un quadro il più possibile esaustivo della situazione degli adolescenti a Bologna, sia sotto il profilo delle opportunità che questa città riesce a mettere a loro disposizione, sia dei bisogni.

E così, dopo una fase di ascolto che ha visto coinvolti molti soggetti che lavorano con gli adolescenti nella scuola, nel mondo della formazione professionale, nel terzo settore, nelle istituzioni, stiamo organizzando un’indagine che coinvolgerà proprio i ragazzi insieme alle loro famiglie, per raccogliere il loro punto di vista e le loro opinioni su cosa significa essere ragazze e ragazzi oggi a Bologna. Abbiamo il desiderio di promuovere un percorso che dia loro la possibilità di aprirsi agli adulti e alle istituzioni portando quella che è la loro visione della qualità della loro vita, il loro pensiero, senza dare per scontato quello che loro pensano e quali sono i loro bisogni. Il quadro di informazioni che deriverà da questa indagine sarà certamente utile nello sviluppo di un piano strategico che dovrà orientare le politiche e gli investimenti dei prossimi anni, da realizzarsi in sinergia con le scuole e con le altre istituzioni oltre che con tutte le realtà che nei territori operano per e con gli adolescenti.

Nel frattempo continuiamo a lavorare, a portare avanti le nostre azioni e i nostri progetti affinché Bologna continui a essere una città in cui i cittadini più giovani possano sempre vedere rispettati tutti i diritti e dunque una città in cui i ragazzi si sentano accolti, ascoltati e capaci di poter costruire il loro progetto di vita futura".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:43
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