Istruttoria pubblica sulla pianificazione urbanistica dell'area dello Stadio comunale e dei Prati di Caprara. L'intervento del consigliere Colombo (Pd)
"Colleghi Consiglieri, componenti della Giunta: quante...
Di seguito l'intervento del consigliere Andrea Colombo (Pd) alla seduta di oggi dell'Istruttoria pubblica sulla pianificazione urbanistica dell'area dello Stadio comunale e dei Prati di Caprara.
"Colleghi Consiglieri, componenti della Giunta: quante volte nelle nostre riunioni o sui giornali ci vengono rivolte richieste di protezione di interessi particolari o di categoria? Quotidianamente. Ecco, io penso che non possiamo sottovalutare come prima cosa che da tre giorni qui, invece, siamo di fronte a una straordinaria domanda civica di tutela e cura di un bene comune, come sono i Prati di Caprara.
Per questo lo scorso 20 ottobre, unico consigliere di maggioranza, sono stato alla manifestazione “Abbracciamo i Prati”. Per questo oggi dico che, per un’amministrazione che fa della collaborazione civica il proprio segno distintivo, questa è la Bologna che ci piace, e con cui dobbiamo dialogare e cercare accordi.
Potremo essere stati e magari in parte anche rimanere in futuro di idee parzialmente diverse, ma da entrambe le parti è fondamentale ascoltarsi con attenzione e frequentare sia i luoghi istituzionali che la città e la sua comunità attiva mettendoci la faccia.
La buona politica ha la responsabilità di dialogare e tendere la mano a un movimento così ampio ed eterogeneo di cittadini che chiedono e insieme si impegnano a prendersi cura del bene comune ecologico dei Prati di Caprara, tanto più in una città come Bologna.
E’ necessario, d’altra parte, che il dialogo, perché non sia una mera reciproca contrapposizione ideologica e possa portare invece a un qualche risultato concreto al di là delle rispettive posizioni di partenza, si basi su alcuni punti fermi sul piano tecnico. Anche per questo, tra l’altro, ringrazio l’Assessora Orioli e tutti i tecnici del Comune e delle altre istituzioni.
A questo proposito, i dati sui materiali bellici e sull’inquinamento ambientale nel suolo, che ci sono stati portati con serietà da ARPAE e dal Settore Ambiente del Comune, non possono essere ignorati da nessuno in buona fede nell’immaginare il futuro migliore per quell’area della città. Ma nemmeno, attenzione, devono essere usati come alibi rispetto alle scelte politico-amministrative o come pietre contro chi ha un’idea diversa.
Tra le informazioni tecniche ottenute in risposta alle domande che ho posto il primo giorno di istruttoria, abbiamo però ascoltato una cosa molto rilevante: fare caratterizzazioni e bonifiche, sia belliche che ambientali, meno invasive, che non comportino per forza l’abbattimento di tutti gli alberi, è possibile.
E allora, se è possibile, mi auguro veramente che nella conferenza dei servizi che si aprirà su questo aspetto, si farà di tutto per valutare in modo molto più selettivo rispetto a quanto accaduto nell’area della scuola e per salvaguardare il più possibile il patrimonio verde esistente, garantendo nel contempo la tutela ambientale del suolo, della sicurezza e della salute dei cittadini, visto che proprio per gli usi pubblici la legge chiede il rispetto di limiti di sostanze inquinanti più cautelativi.
Nelle risposte alle domande che ho posto il primo giorno di istruttoria, abbiamo sentito dal Settore Urbanistica del Comune anche due cose molto rilevanti dal punto di vista urbanistico:
- la prima: il POC, come viene approvato, può essere modificato, ma trattandosi di aree non comunali e di un piano già vigente e conformante, le possibilità effettive di modifica non sono unilateralmente nelle mani del Comune, ma dipendono dalla disponibilità del soggetto proprietario a cambiare gli accordi a monte e così il POC;
- la seconda: gli assetti indicati dal POC sono un riferimento per la progettazione ma il POC stesso ha definito ampi margini di flessibilità affidandoli al PUA, e quella indicata nel POC è la capacità edificatoria massima.
Questi punti, se vogliamo essere onesti in fondo un po’ scomodi per tutti, non possono essere ignorati né da una parte né dall’altra.
Oggi possiamo, dunque, finalmente affermarlo: non è impossibile cambiare il POC vigente o comunque articolarlo diversamente in sede attuativa, per salvaguardare la funzione ecologica di bosco urbano, ampliare la quantità di verde e ridurre o trasferire altrove le previsioni edificatorie private sull’area dei Prati Est. E, aggiungo, sarebbe anche coerente con la sua scelta di fondo di fortissima prevalenza, già oggi, degli usi pubblici su quelli privati, che non ha molti paragoni.
Si può fare, tuttavia, a due condizioni sostanziali: se c’è la stessa volontà e apertura politica che ha portato meritoriamente il Sindaco e la Giunta nelle scorse settimane a far venire meno in via definitiva l’ipotesi dell’outlet nei Prati Ovest; ma anche, perché non si può far finta che questo tema non esista, se si trova un accordo, che dobbiamo provare fino in fondo a cercare, con chi, Invimit, detiene già i diritti edificatori reali.
Da ultimo, desidero dire che questa tre giorni dovrebbe lasciarci anche una consapevolezza importante, pur nella diversità di vedute, che spero si possa ridurre nelle prossime settimane: e cioè che, fra amministrazione e cittadini, abbiamo in realtà molto in comune; più, forse, di quanto potessimo immaginare prima di essa. Mi riferisco al fatto che c’è una attenzione e sensibilità ai temi ambientali che non si vedeva da tempo, e questa è davvero una buona notizia per tutti.
In fondo, denunciare i problemi di smog della nostra città e di quel quartiere e lottare per una migliore qualità dell’aria, sollevare le criticità ambientali del suolo e cercare le forme più efficaci ma meno impattanti per risolverle, sottolineare l’importanza del verde urbano contro inquinamento e cambiamenti climatici e chiedere la salvaguardia di un bosco urbano: ecco, in fondo, politica e cittadini, stiamo sempre parlando di dare priorità alla tutela dell’ambiente, e non mi pare poco, in un dibattito pubblico generale che per lo più la ignora! Spero veramente che Bologna, su questa partita dei Prati di Caprara, sarà in grado di portare a casa una sintesi alta e a 360° di visione urbanistica della città e tutela dell’ambiente e della salute del pianeta e delle persone.
Già solo per questo risultato – avere messo l’ambiente al centro dell’agenda politico-amministrativa – è stato straordinariamente importante fare questa tre giorni, e di ciò vanno ringraziate prima di tutto le migliaia di cittadini che hanno promosso un’istruttoria pubblica che nel nostro Comune su iniziativa popolare mancava da ben dodici anni.
Mi auguro che questo aiuti reciprocamente ad abbattere delle barriere tra noi e proseguire il confronto in modo proficuo nel laboratorio partecipato che si aprirà".