Comunicati stampa

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Istruttoria pubblica sulla pianificazione urbanistica dell'area dello Stadio comunale e dei Prati di Caprara. L'intervento della consigliera Clancy (Coalizione Civica)

Di seguito l'intervento della consigliera Emily Clancy (Coalizione Civica) alla seduta di oggi dell'Istruttoria pubblica sulla pianificazione urbanistica dell'area dello Stadio comunale e dei Prati di Caprara.
"Ora è il tempo del coraggio. V...

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Di seguito l'intervento della consigliera Emily Clancy (Coalizione Civica) alla seduta di oggi dell'Istruttoria pubblica sulla pianificazione urbanistica dell'area dello Stadio comunale e dei Prati di Caprara.

"Ora è il tempo del coraggio.
Voglio partire con un ringraziamento, doveroso, al comitato Rigenerazione No Speculazione e a tutte le associazioni, i movimenti, i cittadine e le cittadini intervenuti.
In un momento di disillusione e sfiducia nella politica non è banale che centinaia di cittadine e cittadini creino comunità, unendosi in una battaglia, una battaglia che non è personale ma difende tutti e tutte noi come quella per l’ambiente.
La sfida politica di questo decennio, forse di questo secolo, è quella di incrementare l’adattamento delle città al cambiamento climatico. Gioca un ruolo chiave in queste politiche l’inversione di tendenza che rappresenta fermare il consumo di suolo e valorizzare lo spazio dedicato alla natura nelle città.
L’ultimo rapporto ONU sul clima ci ha detto che se non agiamo subito, se non cambiamo la direzione, se non iniziamo a fare dell’ambiente la nostra priorità, come amministratori, legislatori, cittadini, arriveremo entro i prossimi 13 anni ad uno stadio di irreversibilità.
La tutela del territorio e la sostenibilità dell’ambiente nelle città passa necessariamente attraverso la ridefinizione e la progettazione degli spazi urbani e periurbani non edificati.
Dalla Germania al Giappone, da Roma a Modena, molte esperienze virtuose ci hanno regalato una nuova consapevolezza sui boschi selvatici nelle città, nati spontaneamente nelle aree abbandonate.
L’hanno spiegato molto bene il comitato, gli esperti, Aria Pesa, movimento ossigeno: attualmente i Prati di Caprara stanno svolgendo una funzione fondamentale di assorbimento dello smog in una delle zone più inquinate della nostra città, dati alla mano. I rilevatori di NO2 posizionati all’interno dei Prati di Caprara sono gli unici che in quella zona restituiscono un valore di aria buona, respirabile. Il Bosco dei Prati migliora la qualità dell’aria, le proprietà fisiche e chimiche del suolo, assorbe il calore, riduce l’inquinamento acustico e gli effetti delle precipitazioni estreme.
Al contrario, il disboscamento dei Prati porterebbe non solo all’azzeramento della capacità assorbente ma anche alla riemissione di quanto accumulato negli ultimi 50 anni nella parte arborea e nel suolo.
Non da ultimo, a tutti questi inquinanti andrebbero aggiunte le emissioni aggiuntive che deriverebbero dall’attuazione del POC.
Perché il POC di cui discutiamo, e che chiediamo di cambiare, prevede la creazione di un nuovo impianto urbano con la realizzazione di residenze, centri commerciali, scuole, parcheggi, oltre al parco di 20 ettari.
Un nuovo quartiere residenziale, come ci ha spiegato l’architetto Cavalcoli, che conterebbe un numero di alloggi pari a circa due volte il “Virgolone” del Pilastro.
In questa istruttoria ho sentito la Giunta dire che abbiamo bisogno di costruire case, per la forte domanda di famiglie e studenti, per l’impatto che hanno avuto le piattaforme come Airbnb nell’offerta di alloggi a prezzi sostenibili. Mi fa piacere che finalmente si riconosca il diritto alla casa e alla citta dopo due anni di sollecitazioni e question time. Ma davvero la soluzione, nel 2018, in una città molto inquinata, è costruire, consumare altro suolo?
Cos’è successo le ultime volte che sono state costruiti dei complessi edilizi importanti a Bologna?
La trilogia dell’incompiuto, al Navile, o il Lazzaretto.
Interi palazzi in cui le persone vivono ancora senza marciapiedi, senza pezzi di strada, senza luci, con il fango che gli entra nelle cantine quando piove e la polvere che gli entra in casa sempre.
La mappatura di Coalizione Civica ha mostrato centinaia di edifici abbandonati. Partiamo da quelli. Partiamo dal riuso, dal recupero. Dai riusi temporanei, dalle custodie sociali, dall’espropriazione di immobili vuoti da decenni in mano ai privati, come stanno facendo amministrazioni coraggiose in Europa.
Mi sento infatti di fare un appello all’amministrazione. Ora è il tempo del coraggio.
Spesso in materia di ambiente ci vuole molto coraggio. Ci vuole coraggio perché non è una priorità sentita da tutti, perché la sua tutela viene percepita come qualcosa che rende la vita un po’ meno semplice, che ci toglie qualche comodità.
Ma non è questo il caso. Questa volta ci sono migliaia di cittadini che vi stanno chiedendo proprio questo: coraggio.
Il coraggio di cambiare il POC. Di condividere il potere di una scelta, di progettare insieme, di partecipare nel determinare il futuro della nostra città.
Il coraggio di ristrutturare lo stadio in maniera sostenibile, senza stravaganti compensazioni.
Il coraggio di imporre il rispetto delle clausole che stanno nel rogito del centro sportivo Cierrebi e che ne impongono l'uso sportivo e pubblico, mantenendo quella che è la sua vocazione.
Il coraggio di puntare su un diverso modello di trasporto, la mobilità sostenibile. L’alta concentrazione edilizia della zona, sommata al traffico di attraversamento di provenienza dalla Bazzanese e dal flusso proveniente da Modena, sta già causando il ripetersi sistematico ormai quotidiano di blocchi di traffico e rallentamento delle ambulanze, lì il traffico andrebbe decongestionato, non aumentato. Completiamo la stazione ferroviaria metropolitana dei Prati di Caprara. Diamo la possibilità di andare allo stadio in trenino.
Il coraggio, infine, di lasciare alle future generazioni di Bologna un bosco: non ci si taccia di ingenuità.
Quello che ha dimostrato questa istruttoria è che la bonifica bellica non è obbligatoria tout cour.
E’ obbligatoria per aprire un cantiere, per costruire. Non per aprire un bosco.
Allora seguiamo la proposta del comitato: la zonizzazione, come si è già fatto per altri boschi urbani in Europa. Rendiamo accessibile il bosco per zone, una dopo l’altra.
Dove l'analisi dei suoli, che sta svolgendo Arpae, mostrerà che questi sono compatibili con l'uso pubblico, apriamo quella parte di bosco e sentieri a tutti i cittadini.
Dove i valori saranno troppo elevati, lasciamo quella parte di bosco recintato, lasciamo che sia la natura a fare il suo lavoro di depurazione, per poi aprirlo successivamente, quando i valori saranno tornati a norma. Un’operazione a costo zero.
Avete davanti a voi decine, centinaia di cittadini pronti ad aiutarvi. Pronti a lavorare al vostro fianco, pronti a collaborare e a prendersi cura del bene comune che sarà il bosco dei Prati di Caprara.
Dimostrategli che il 2018 non è il tempo del cemento. E’ il tempo del coraggio".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:43
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