Question Time, chiarimenti sulla legge 194
L'assessora alle Pari Opportunità Susanna Zaccaria, ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità del consigliere Andrea Colombo (Partito Democratico) sulla legge 194.La domanda d'attualità del co...
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L'assessora alle Pari Opportunità Susanna Zaccaria, ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità del consigliere Andrea Colombo (Partito Democratico) sulla legge 194.
La domanda d'attualità del consigliere Colombo
"Viste le notizie di stampa, in merito al dibattito sulla difesa della legge 194, chiedo al Sindaco e alla Giunta una valutazione politico-amministrativa generale, nell'ambito degli orientamenti della Giunta sul tema dei diritti civili, in merito allo stato di attuazione e alla effettività della legge 194 sulla tutela della maternità e l'interruzione volontaria di gravidanza e alla sua pesante messa in discussione in atto; una valutazione in merito agli episodi avvenuti, alle parole usate e ai gesti fatti, in forme e tempi diversi, nei Consigli comunali di Verona e Bologna durante la recente discussione di questi argomenti".
La risposta dell'assessora Zaccaria
"Confesso, consigliere Colombo, che la domanda mi ha messo in difficoltà, perché ci tengo molto a dare una risposta che sia equilibrata possibile, per non scadere nei livelli del dibattito che abbiamo visto. Riflettendo bene, però, in un Paese come il nostro, dove la struttura sociale è ancora fortemente patriarcale, è inevitabile che ci sia un dibattito ancora così forte e feroce su una legge che ha reso la maternità una scelta e non un obbligo, e questo è inaccettabile per chi valorizza le donne solo esclusivamente rispetto al ruolo materno e non per tutte le capacità che le donne hanno. Quindi, mi rendo conto che purtroppo da qui dobbiamo passare. Noi stiamo vivendo, come da lei descritto, in un grave clima di oscurantismo, un dibatto che diviene aspro: mentre nel resto del mondo, in Paesi che ancora non avevano una legge a tutela dell'interruzione volontaria di gravidanza, passano dei referendum che fanno capire invece che le persone vogliono questo tipo di tutela, noi abbiamo il senatore Pillon che dice che non solo vuole restringere i diritti al ricorso all'interruzione, ma che prima o poi faremo come l'Argentina, noi adesso come ambizione di struttura sociale abbiamo i Paesi del Sudamerica. Quanto sia acceso il dibattito l'ha già descritto lei, l'abbiamo sentito in Consiglio comunale, naturalmente tutta la mia solidarietà va alle attiviste di NonUnaDiMeno, il movimento che ha raccolto la sensibilità di milioni di donne in tutto il mondo, merita il nostro rispetto, rispetto che sarebbe dovuto nel corso del dibattito a tutti. In questo caso specifico, sono costretta a dire che quando si arriva alla violenza verbale e all'insulto, di solito è per carenza di argomenti, purtroppo è successo anche stavolta.
Sappiamo che la legge 194 è la più aggredita, è quella che più spesso è andata davanti alla Corte Costituzionale in questi 40 anni dall'approvazione, ma non ha mai subito censure, perché è una legge id alto valore per la tutela dei diritti e della salute delle donne. La mia difficoltà in questo dibattito, parte dalla considerazione che io penso di essere davvero rispettosa del pensiero altrui, ci sono molte donne che sono contrarie all'aborto, non interromperebbero mai una gravidanza, metterebbero a rischio la propria vita e non farebbero terapie e hanno tutto il mio rispetto, ma questo rientra nel loro ambito di scelta personale. Quello che io non tollero nel dibattito è che non si riesca a separare questa valutazione del tutto personale, dal dibattito pubblico in cui una parte del Paese vorrebbe vivere senza la legge che consente l'interruzione. Questa posizione non è libertà di pensiero, è esattamente il contrario, cioè è voler imporre il proprio pensiero ad altre persone, quindi esattamente il contrario. Ed è questo che non riesco a concepire, il fatto che si voglia imporre a tutte le donne di non fare questa scelta di interruzione della gravidanza, sindacando pesantemente sulle loro scelte e condizioni di vita. Io non conosco una donna che abbia interrotto una gravidanza a cuor leggero, non ne conosco neanche una, se la conoscete voi ditemelo, ma non credo che ci sia. Si tratta di una scelta difficile, una scelta di vita profonda, che mette in gioco moltissimi aspetti della vita di una donna. Su questo trovo inconcepibile che si voglia imporre ad altre, non è libertà di pensiero.
Venendo al contenuto dei due ordini del giorno presentati in Consiglio lunedì scorso, io ne condivido pienamente i contenuti, perché credo che sia un dovere delle istituzioni vigilare sull'applicazione di questa legge, garantire che le donne possano esercitare il diritto all'interruzione, secondo quanto stabilito dalla legge e credo che tutte e tutti ci dobbiamo impegnare nel nostro ruolo, per evitare che vengano frapposti ostacoli ad un percorso che è già difficile e che vengano limitati questi diritti, cosa che come spesso ultimamente accade ci riporterebbe nel Medioevo, e nessuno di noi ci vuole tornare. Non possiamo favorire e accogliere azioni, progetti o qualunque tipo di intervento politico che cerchino di mettere degli ostacoli. Massima solidarietà a tutte e tutti coloro che vengono attaccati perché cercano di difendere questo importantissimo diritto civile".