Question Time, chiarimenti sulla crisi della ex BredaMenarini
L'assessore Marco Lombardo ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità del consigliere Federico Martelloni (Coalizione civica), sulla crisi della ex BredaMenarini.Domanda del consigliere Martelloni"Viste le n...
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L'assessore Marco Lombardo ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità del consigliere Federico Martelloni (Coalizione civica), sulla crisi della ex BredaMenarini.
Domanda del consigliere Martelloni
"Viste le notizie riguardanti la pesante crisi dell'azienda Industria Italiana Autobus, ex BredaMenarini e Irisbus, a rischio concreto di fallimento chiede al Sindaco e alla Giunta: una valutazione politico amministrativa in merito; se l'Amministrazione stia intervenendo presso il Governo per chiedere azioni volte al salvataggio dell'azienda e alla salvaguardia dei posti di lavoro".
Risposta dell'assessore Lombardo
"Grazie consigliere Martelloni per questa domanda che credo colga la preoccupazione di tutti i consiglieri comunali presenti in quest'aula al di là delle diverse appartenenze politiche perché la vicenda dell'ex Breda Menarini, oggi Industria Italiana Autobus, è al centro non solo delle cronache ma anche del dibattito pubblico. Come voi sapete, io, insieme al presidente della Regione Stefano Bonaccini e all'assessora Palma Costi, ho partecipato all'assemblea dei lavoratori organizzata dalla Fiom e, come potete immaginare, la difficoltà è tanta; è davvero difficile ascoltare gli interventi dei lavoratori quando ti dicono che sono famiglie monoreddito con quattro figli che hanno lavorato a luglio e hanno percepito il 70% dello stipendio, hanno lavorato ad agosto e hanno la preoccupazione di non percepire niente e devono andare avanti. Questa è una domanda che coinvolge tutti coloro che hanno responsabilità politiche, a maggior ragione chi ha responsabilità istituzionali. Che cosa abbiamo fatto noi? Abbiamo fatto quello che, a mio avviso, deve fare un Comune, deve fare la Regione in un caso come questo: inviare una lettera indirizzata al Governo perché convochi immediatamente un tavolo al Mise per cercare di affrontare la situazione. Io ho partecipato alla riunione del 6 luglio, me ne darà atto il consigliere Piazza che so che è particolarmente interessato anche a questa vicenda e che l'ha seguita personalmente, e non ero pregiudizialmente contrario alla proposta che allora ci fece il Governo: cambiare governance dell'assetto societario e cercare di aumentare la presenza del socio pubblico e, in qualche modo, riavviare una società che, come prima si diceva, non è una società che non ha commesse, ha 1100 commesse, non è una società che non ha competenze, è una società che in questo momento ha carenza di liquidità e che va ricapitalizzata. Io non credo che sia utile il balletto delle responsabilità, perché dal balletto delle responsabilità non se ne esce e anzi, l'azienda in questo modo fallisce. Io voglio essere - l'ho già detto in altre occasioni - voglio essere onesto intellettualmente, la responsabilità di aver nominato un socio come Del Rosso, che evidentemente non è stato capace di gestire questa situazione, è una responsabilità del Governo precedente, così come la responsabilità dell'assenza dei controlli del fatto che le commesse siano state fatte in Turchia, è una responsabilità del Governo precedente, ma quando si produce il fallimento di un'azienda, e siamo davanti a questo rischio, la responsabilità è sempre di chi governa, non di chi ha governato prima, e noi questa cosa qui la dobbiamo capire, non per bruciarci con il cerino della responsabilità in mano, ma cercare , insieme, di condividere la responsabilità di che cosa si può fare in questo momento. Credo e confido che, grazie soprattutto ai presidi dei lavoratori che ieri sono partiti e si sono ritrovati - ricordo, i lavoratori di Bologna e quelli di Avellino, perché quando parliamo di Industria Italiana Autobus, parliamo di un'industria unitaria anche se ha due sedi diverse - finalmente oggi ci sarà un incontro tra il Governo e la proprietà. Probabilmente non si sarebbe dovuto arrivare a questo punto, perché abbiamo avuto due mesi, dal 6 luglio e quest'incontro si poteva fare, e la prima cosa da chiedere è il pagamento degli arretrati, ma attenzione, nessuno pensi di liberarsi da questa partita con il pagamento degli stipendi arretrati, perché qui il problema è come andare avanti, perché se paga il 30% dello stipendio di luglio, se paga quello di agosto e non andiamo avanti, non daremo una soluzione a quei 150 lavoratori e quindi il tema diventa quello dell'assetto societario. Lo sapete, io non sono favorevole al concetto di statalizzazione in sè e per sè, perché dal mio punto di vista non è importante che un'impresa sia pubblica o sia privata; così come non sono favorevole alla statalizzazione, non sono favorevole alle privatizzazioni: io sono favorevole a che ci siano degli imprenditori seri pubblici o privati che vogliano investire, che abbiano un piano in
dustriale, che facciano delle cose che siano coerenti con quello che dicono; se noi diciamo che il trasporto pubblico locale è fondamentale, ma dove dobbiamo investire se non in una delle poche aziende che fa trasporto pubblico in tutta Italia? E allora, da questo punto di vista, la possibilità c'è: c'è già un socio pubblico nella governance, c'è la possibilità che Invitalia abbia un ruolo diverso, e basterebbero, ci è stato detto nell'assemblea, 10 milioni di investimento perché il socio privato possa andare in minoranza, ma dirò di più: visto che in campagna elettorale si è molto parlato di contrasto alle delocalizzazioni industriali, ebbene, questa era una di quelle occasioni in cui l'articolo 5 del decreto 96 del 2018 - chiedo scusa se sono all'antica e chiamo ancora i decreti per il nome e non per il titolo, si può applicare, perché parliamo di società che hanno ricevuto commesse pubbliche, investimenti e soldi pubblici (e la Regione Emilia-Romagna ne sa qualcosa) non solo per fare prodotti all'estero, in un Paese terzo, ma addirittura per fare prodotti in un'industria che ha assunto 200 persone, 200 lavoratori, mentre qui rischiano di perdere il posto 150 lavoratori, e allora ho chiesto che il Governo sia coerente: se è andato davanti ai cancelli dicendo di nazionalizzare e di contrastare le delocalizzazioni, che applichi questo decreto. Ma io ho una preoccupazione: che quel decreto non sia applicabile, perché riguarda solo gli aiuti di Stato, non gli investimenti pubblici, e chiederei chiarezza al Governo da questo punto di vista, perché può essere utile, sia nel caso dell'Industria Italiana Autobus, sia in altre situazioni. Quello che questi lavoratori ci chiedono non è, credo, il balletto delle responsabilità tra chi ha governato precedentemente e chi governa adesso, ma dare una soluzione. Io credo che il Comune stia facendo la propria parte, che la Regione stia facendo la propria parte e chiediamo al Governo di fare la propria parte, attraverso la convocazione di un tavolo al Mise con i lavoratori, per cercare di avere, non solo una sicurezza sul pagamento dei salari, ma di avere una sicurezza sul piano industriale perché altrimenti noi non usciremo dalla dittatura dell'emergenza: da questo punto di vista noi, oltre ad esprimere la doverosa solidarietà ai lavoratori e stare al loro fianco, saremo e ci rendiamo disponibili a tutte le interlocuzioni col Governo e ci auguriamo che vogliano, davvero, prendere in mano la vicenda e trovare una soluzione in tempi rapidi".