Question Time, chiarimenti sulla bonifica dell'area dei Prati di Caprara
L'assessore all'Urbanistica e Ambienteha risposto questa mattina in sede di Question Time, alle domande d'attualità dei consiglieri Emily Clancy (Coalizione civica) e Marco Piazza (Movimento 5 Stelle) sulla bonifica dell'area dei Prati di Capr...
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L'assessore all'Urbanistica e Ambienteha risposto questa mattina in sede di Question Time, alle domande d'attualità dei consiglieri Emily Clancy (Coalizione civica) e Marco Piazza (Movimento 5 Stelle) sulla bonifica dell'area dei Prati di Caprara.
La domanda della consigliera Clancy
"Viste le notizie relative all'inizio dei lavori di bonifica dell'area Prati di Caprara Est e delle proteste da parte di comitati cittadini, chiedo al Sindaco e alla Giunta
- se siano a conoscenza di quali siano, in linea di massima, tempistica ed estensione previste per i lavori attualmente in corso;
- se ritengano ancora attuale il POC insistente sull'area Prati di Caprara Est e Ovest e sufficienti le previsioni di verde pubblico che risulterebbero essere meno della metà della superficie dell'intera area (20 ettari su 47 circa);
- se possano confermare che la superficie superficie fondiaria interessata dall'urbanizzazione corrisponda a circa 25 ettari e che siano previsti più di 1000 nuove abitazioni;
- se, nell'attuale situazione del mercato immobiliare, ritengano oculata la scelta di un'ulteriore espansione urbanistica, considerate le difficoltà riscontrate nel completamento delle le zone Lazzaretto e ex Mercato Navile;
- se siano a conoscenza del lavoro svolto attraverso il laboratorio Parteciprati, se ne conoscano le conclusioni, se intendano tenerne conto per la futura trasformazione dell'area e in generale quale valutazione diano di questa iniziativa".
La domanda del consigliere Piazza
"Visti gli articoli di stampa apparsi in merito ai lavori di bonifica ai Prati di Caprara, dove risulta che l’Assessore Orioli dichiara che "il Comune prenderà in carico l'area solo quando sarà bonificata", pongo la seguente domanda di attualità per conoscere il pensiero del Sindaco e della Giunta sul tema e per sapere se l’Assessore Orioli, nella sua dichiarazione si riferisce alla sola bonifica bellica o all'intera bonifica compresa l'eventuale bonifica ambientale, nonchè se ci sono state interlocuzioni con il Demanio su questo argomento e se il Comune è informato di cosa sta accadendo. Si chiede inoltre in cosa consistano i lavori riportati dalla notizia allegata e se il Comune ne è al corrente, quindi se il Demanio ha informato l’Amministrazione sulle motivazioni e tempistiche di questi lavori a cui i cittadini hanno intenzione di opporsi".
La risposta dell'assessore Orioli
"Ringrazio i consiglieri per la domanda puntuale, che mi permette di chiarire il senso delle mie dichiarazioni dei giorni scorsi, fraintese probabilmente a causa di una mia eccessiva sintesi nelle risposte.
In questo momento ai Prati di Caprara Est è in corso da parte dell’Agenzia del Demanio la bonifica dagli ordigni bellici. Tale attività, della quale il Demanio ha comunicato al Comune l’avvio con nota del 1 febbraio scorso, riguarda il solo lotto della scuola e la relativa strada di accesso che parte dalla via Saffi, per un totale di circa 12.000 mq, ovvero il 2,6% dell’area. Ad oggi non conosciamo la durata di questi lavori, che richiedono particolare accuratezza perché i Prati di Caprara, oltre ad essere stati interessati da attività militari per lunghissimo tempo, sono stati oggetto di pesanti bombardamenti nel corso del secondo conflitto mondiale.
Il Comune, al quale l’area della scuola è già stata formalmente assegnata, e a questo si riferisce il tema della delibera, la prenderà in carico al termine di questi lavori di bonifica, questo è il senso delle mie dichiarazioni. Ribadisco quindi, consigliere Piazza, che sto sostanzialmente confermando l’iter che già è stato descritto in risposta alla sua interrogazione dello scorso dicembre.
In questi giorni, con riferimento ai Prati di Caprara, ho ricevuto molti messaggi e osservazioni.
Fra le altre cose mi è stato rimproverato di essere molto attenta agli aspetti tecnici della vicenda e di non offrire invece risposte di natura politica.
Su questo tema, cioè sull’idea che sia legittimo amministrare l’urbanistica separando la tecnica dalla politica, dissento profondamente. Penso che gli amministratori che si affidassero alle sole tecniche, come d’altra parte quelli che ritengono che le questioni urbanistiche si possano derubricare affidandosi a scelte esclusivamente politiche, svolgono un pessimo servizio rispetto ad un ambito che è estremamente delicato da amministrare.
Io penso che buone politiche urbanistiche si costruiscano attraverso scelte politiche tecnicamente ben fondate, e cioè inserite nel contesto dei valori dello Stato di diritto, delle sue norme e regole, e che abbiano come faro l’interesse pubblico.
Rispetto a questo contesto il Comune di Bologna ha costruito una politica urbanistica molto chiara, centrata sull’idea di uno sviluppo presente e futuro della città che prescinde dalla sua espansione fisica ma che investe, in modo circolare, sulla possibilità di rigenerare e trasformare le aree che sono già urbane. Comprese le grandi aree ex militari ed ex ferroviarie, che in alcuni casi possono sembrarci ormai rinaturalizzate dall’abbandono, ma che sono in realtà degradate e consumate dal loro uso precedente.
Da questo punto di vista, se mi si chiede se ritengo ancora attuale il POC dei Prati di Caprara, questa era la domanda di Emily Clancy, posso rispondere che in senso formale un POC resta valido per cinque anni dopo la sua definitiva approvazione. Quindi si, il POC è attuale, e approfitto di questa comunicazione per dirvi che, per effetto della nuova Legge Urbanistica Regionale, il relativo Piano Urbanistico Attuativo dovrà essere adottato entro il termine perentorio del 31 dicembre 2020, quindi con un anticipo di 4 mesi rispetto alla scadenza naturale.
Se invece il giudizio di attualità riguarda le politiche, io penso che un piano urbanistico che insiste su un’area di 47 ettari e che ne restituisce 20 di verde pubblico, ai quali per la cronaca bisogna sommare i 42.915 mq del parco dell’area collinare di Monte Albano, già ceduto al Comune nell’ambito dello stesso accordo), più una scuola, più edilizia residenziale sociale, più infrastrutture necessarie al buon funzionamento di quell’ambito urbano (come le opere viarie in carico al comprato, fra cui quelle all’incrocio via Emilia-asse attrezzato, oltre alle normali dotazioni pubbliche di legge, come i parcheggi, e soprattutto un piano urbanistico che promette di restituire alla città un’area per intero pacificata, come direbbe il Sindaco, e bonificata e fruibile da tutti, a me sembra un buon piano, che rispetta l’interesse dei cittadini di Bologna.
Entrando più nello specifico dei numeri, l’idea che la superficie costruita sarà pari a circa 25 ettari corrisponde ad un calcolo molto grossolano, vuoto per pieno, ottenuto semplicemente sottraendo l’area verde dal totale, ma non si può dire che sarà proprio così: la qualità dell’intervento dipenderà come sempre dal progetto. I nostri POC come è noto prevedono una certa flessibilità nella disciplina degli usi, quindi non è neppure possibile oggi, in assenza del Piano Urbanistico attuativo, dire quanti saranno gli alloggi, perché possono variare da un minimo del 51% ad un massimo del 70% d’uso abitativo come previsto per tutti gli ambiti misti, quindi indicativamente da un numero minimo di 824 a un numero massimo di 1164, con una media di 950 alloggi. È chiaro che questi sono numeri che rispondono ad un fabbisogno di medio-lungo periodo, e da questo punto di vista riflettono il principio e la visione di una città capace di crescere su se stessa, riconquistando e riqualificando il proprio spazio urbano.
Io sono una persona che pianta alberi, e ho quindi molto rispetto delle preoccupazioni dei cittadini che in questi giorni si stanno mobilitando per salvare gli alberi che sono cresciuti spontanei ai Prati di Caprara. Bisogna però dire con chiarezza che gli alberi non sono l’unico valore in gioco. Se teniamo davvero alle questioni ambientali, dobbiamo dire in modo chiaro che anche la bonifica bellica e ambientale è un valore importante, smettendo di fare credere che sia solo un alibi burocratico per chissà quali nostre speculazioni. Dobbiamo dirci che è importante il ruolo delle biomasse, e infatti di alberi ne ripianteremo tanti, a cominciare dal giardino della nuova scuola, ma dobbiamo dirci che è importante anche la bonifica profonda, sia bellica che ambientale, che è importante la fruizione effettiva del verde, non avere un verde che deve restare recintato e inaccessibile, con tutte le conseguenze che questo comporta.
Dobbiamo dirci che le attrezzature promesse sono uno dei valori in gioco, e che la scuola lo è.
Non si tratta di una scuola, come pensano in molti, per gli ipotetici bambini di una Bologna del futuro rispetto alla quale ovviamente il Comune avrebbe sbagliato i suoi calcoli, perché non ci viene neanche concessa la capacità di fare previsioni: è una scuola per gli studenti e le famiglie di oggi. Immagino tutti sappiate che abbiamo in piano la costruzione di 5 nuove scuole, e che dal prossimo anno, 2018-2019, saremo costretti a cercare spazi in affitto per fare fronte al fabbisogno proprio dell’area sud-ovest della città. C'è qui la vicesindaco e non credo di dire cose che onsiano già state dette, quindi il tema della scuola è un tema reale, è il motivo che ci ha spinto a cercare di acquisire il lotto con anticipo. I lavori per la sua realizzazione sono a piano nel 2020 e faremo il possibile per rispettare questa tempistica.
Ora stiamo realizzando soltanto il progetto di una scuola e della sua strada di accesso, diversamente da quanto viene raccontato attraverso immagini che evocano un progetto molto più ampio, e peraltro non descrivono i contenuti effettivi né del progetto della scuola, che è ancora in formazione, e neppure del Piano Urbanistico Attuativo dei Prati di Caprara che non è ancora stato presentato.
Quanto al tema della partecipazione, l'unico incontro che abbiamo fatto era collocato all'interno del laboratorio Stadio, e abbiamo ritenuto, e lo abbiamo anche comunicato, di sospendere gli incontri proprio perché non ci sembrava corretto continuare questo lavoro dal momento che il progetto di costruzione dello Stadio e di riqualificazione del suo intorno non è più stato presentato, non abbiamo annullato il laboratorio partecipato, lo abbiamo rinviato. Rispetto al Comitato, io l’ho ricevuto in Comune insieme ai direttori Diolaiti ed Evangelisti. Abbiamo contribuito all’avvio del Laboratorio con una comunicazione dell’architetto De Togni, che fra l’altro, mi risulta, in quella sede abbia avvisato dell’avvio delle opere di bonifica, e ci siamo fatti da tramite per un contatto con la proprietà. In occasione del nostro incontro ci siamo confrontati sulle finalità del Laboratorio, che si pongono palesemente al di fuori della cornice che ho tracciato all’inizio di questo intervento – ma sono certa che i colleghi che fanno parte del Comitato, ai quali io non ho nulla da insegnare – lo sanno molto bene. Abbiamo anche comunicato al Comitato le intenzioni di Invimit, che vuole riprendere il nostro Laboratorio partecipato per il progetto del parco nell’ambito della progettazione urbanistica del compendio, cosa che a noi sembra una opportunità reale e concreta.
Detto questo, non sono purtroppo a conoscenza dei risultati del Laboratorio, se non per quello che si può vedere da Internet, né mi risulta che siano stati partecipati a questa Amministrazione.