Giorno del Ricordo, seduta solenne del Consiglio comunale. L'intervento del presidente dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia, Marino Segnan
Di seguito, l'intervento di Marino Segnan, presidente dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia, durante la seduta solenne del Consiglio comunale dedicata al Giorno del Ricordo."Grazie presidente, grazie vicesindaco, grazie autorità,...
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Di seguito, l'intervento di Marino Segnan, presidente dell'Associazione Nazionale Venezia Giulia Dalmazia, durante la seduta solenne del Consiglio comunale dedicata al Giorno del Ricordo.
"Grazie presidente, grazie vicesindaco, grazie autorità,
è un onore per me essere qui a parlare, soprattutto per ricordare quello che molti hanno dimenticato.
La parola ricordo è una cosa che deve entrare nel cuore della gente, nel nostro cuore, anche tanti di noi hanno dimenticato, ma non hanno dimenticato per questioni politiche o di interesse, perché ricordare certi momenti non sempre ha fatto bene. I nostri genitori per anni son stati in silenzio, hanno mandato giù magoni, hanno mandato giù rospi, hanno dovuto anche dire delle volte che venivano da Trieste, perché secondo una certa cultura l'Italia finiva a Trieste.
Ecco, ricordare la nostra gente, i nostri morti, ma soprattutto in questo momento noi dobbiamo pensare sì ai morti, circa 12 mila, ma agli esuli, 350 mila. Di questi, 80 mila sono ripartiti e hanno dovuto ricostruire la loro vita in giro per il mondo, in Sudafrica, Australia, sud America, America del nord e sparsi in tutta Europa. Questa è una cosa importante da sapere, si è voluto dissolvere una realtà, una realtà che era molto basilare, molto importante anche per la storia italiana. Dalle nostre città sono arrivati eroi, i cui nomi abbiamo anche qui nelle strade, che hanno avuto la medaglia d'oro della Prima guerra mondiale, per esempio Nazario Sauro. Professori di scuola di Università, il 4 novembre col patrocinio del Comune abbiamo ricordato il professor Carlo Descovich, un luminare, veniva da Fiume, esule, fu il primo presidente della nostra associazione, e lui con la sua intelligenza ha rinnovato la Pediatria a Bologna, è stato uno dei precursori soprattutto per quanto riguarda l'adozione dei bambini, ha poi fondato l'ISEF, oggi grazie a questo abbiamo i professori di educazione fisica, non esistevano prima degli anni '60, erano dei diplomati. E io credo che questa persona, come tanti di noi qui, siano stati un valore aggiunto all'Italia, ma soprattutto a questa città che alla fine ci ha anche ospitato. C'è un brutta giornata, 18 febbraio del 1947 alla Stazione, l'abbiamo ricordata ieri mattina, ma non possiamo parlare solo di quello, dobbiamo guardare avanti, a quello che abbiamo dato e che continuiamo a dare. La fattiva collaborazione con la Presidenza del Consiglio comunale è una cosa molto importante. Siamo inseriti in questa città, con gli aiuti per quello che è possibile, noi come associazione campiamo del nostro tesseramento e dei contributi di qualche benefattore. Contributi che però abbiamo girato quasi tutti verso i giovani, come quello di una benefattrice di Pola, che non aveva figli, che ci ha lasciato un contributo che noi utilizziamo tutti gli anni per pagare una piccola borsa di studio ai ragazzi, che ricordino che questo piccolo contributo gli è stato dato dall'associazione in nome della signora Anita Preghelli.
Ora vorrei chiedere due cose ufficialmente: la prima che il nome del professor Descovich possa essere iscritto in qualche strada, in qualche giardino, in qualche piazza, ricordando il valore di questa persona e le cose che ha dato alla città di Bologna. La seconda cosa che chiedo è che le cose fatte in questi giorni contro la nostra gente in dimostrazioni che non avevano nulla a che vedere con la nostra storia vengano da voi denunciate, che il Comune di Bologna prenda una posizione, se siamo qui a parlare con voi, con vari colori politici, e credetemi la vostra attenzione mi fa emozionare, io credo che sia giusto che si prenda appunto una posizione su quanto accaduto a Macerata. Io credo che questa sarebbe una cosa importante specialmente per noi, specialmente per quelle persone che hanno i capelli più bianchi dei miei e che hanno sofferto e hanno portato qua i loro figli piccoli e li hanno fatti rinascere in un'altra realtà lontana dalle loro radici.
Voglio a questo punto ringraziare i professori degli Istituti che sono presenti, gli allievi, ma soprattutto i professori che riescono, con fatica, a trovare il tempo per parlare ai loro ragazzi di questa storia. E' il quarto anno che li premiamo, e spero di continuare ancora per altri anni per poter dare al 10 febbraio un significato, perché il 10 febbraio non deve finire oggi, il nostro programma è iniziato il 7 febbraio e terminerà il 5 marzo, tutti i giorni a parlare a raccontare. Io non sono uno storico, sono un testimone, avevo pochi mesi, però i miei mi hanno raccontato e abbiamo sulla nostra pelle l'allontanamento dalle nostre radici.
Ringrazio tutti, il Consiglio comunale, gli ospiti, le autorità e vorrei ricordarvi che anche la parola infoibato ha un significato importante. Importante perché, nonostante siano passati molti anni, lo Stato si è ricordato e una persona di Bologna verrà decorata mercoledì in Prefettura con questa frase 'A ricordo di un suo parente infoibato', pertanto il ricordo deve rimanere a tutti noi, Il ricordo delle nostre origini, e se siamo qui è perché le nostre origini erano italiane e siamo voluti rimanere italiani".