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Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Mirka Cocconcelli

Di seguito l'intervento d'inizio seduta della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord)."Nel 1992 i politici trasformarono gli ospedali in aziende, aziende che dovevano produrre profitti, mentre la mission del Sistema Sanitario era e deve essere la q...

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Di seguito l'intervento d'inizio seduta della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord).

"Nel 1992 i politici trasformarono gli ospedali in aziende, aziende che dovevano produrre profitti, mentre la mission del Sistema Sanitario era e deve essere la qualità delle cure erogate e non la quantità delle stesse.
Io mi oppongo con forza ad una deriva economicistica del Sistema Sanitario Regionale, legata al metodo di lavoro fordista, di inizio ‘900 che paragona il lavoro sanitario a quello di una catena di montaggio per auto, legato unicamente ai tempi medi di produzione di un pezzo meccanico. Ribadisco che l’ospedale produce salute, non produce profitti e chi ha la competenza di gestire il Servizio Sanitario Regionale e Nazionale ha il dovere di affrontare il tema del Personale sanitario ed ha il compito di investire su di esso, non fosse altro perché rappresenta il cardine fondamentale su cui ruota la sanità.

Invece, con la legge di bilancio 2018 abbiamo fatto tredici, ovvero sono tredici le finanziarie consecutive che introducono tagli lineari alla sanità, riducendo e dequalificando il personale sanitario e, come denuncia la Fp Cgil, si è verificata una emorragia di personale sanitario, dal 2009 al 2016, di 50.000 lavoratori. Per non parlare poi degli 80.000 posti letti tagliati negli ultimi 10 anni. In tutti questi anni di blocco del turn over, di pensionamenti, di gravidanze non sostituite, di deregulation dell’orario di lavoro, di tagli alle strutture operative, di precarizzazione violenta del lavoro medico e infermieristico, il SSN si è retto solo grazie allo spirito di sacrificio e sull’abnegazione degli operatori, che si sono fatti carico di condizioni di lavoro gravose e rischiose, effettuando una quantità impressionante di ore di lavoro eccedenti il dovuto, pari a circa 10 milioni ogni anno per i soli medici ospedalieri, ore che mai verranno retribuite o recuperate. Non dico falsità, se affermo che ogni medico lavora, mediamente, ben oltre le 48 ore settimanali.

La politica deve capire che è prioritario incentivare il capitale professionale sanitario, mentre attualmente lo demotiva, con stipendi bloccati da 8 anni, con il peggioramento delle condizioni di lavoro, con una vistosa emorragia delle dotazioni organiche.
Mi chiedo e vi chiedo, quale Azienda con 653.352 dipendenti (dati 2015) agisce per anni, solo sui costi generali e non si interessa del livello di 'soddisfazione' dei propri dipendenti? Ecco perché la parola chiave per superare l’attuale quadro di difficoltà appare quella della 'motivazione' del personale, perché senza un personale motivato non c’è una soluzione ai problemi che assediano la Sanità. La motivazione contro la 'mortificazione' dei professionisti sanitari, avendo la consapevolezza che chi opera in sanità opera per il più essenziale dei diritti umani: la salute.
Gli eventi avversi in sanità, legati all’insufficienza organizzativa e d’organico, sono stati cinicamente riversati sul personale dagli stessi politici che sono i veri responsabili della attuale disorganizzazione, ma i politici sappiano che il sanitario è immune da censure e viene assolto da qualsiasi tribunale, se l’ospedale è carente o disorganizzato, come recita la Sentenza Cassazione N° 46.336,10 novembre 2014.
Dalle motivazioni di questa storica sentenza si evince che: 'Il paziente avrebbe potuto essere salvato, ma disguidi e disorganizzazioni non imputabili all’unico sanitario presente in Pronto Soccorso ortopedico, l’hanno impedito', quindi anche la giurisprudenza riconosce le colpe di amministratori poco accorti.
E’ arrivato il momento della 'legittima difesa', perché l’unico colpevole della situazione attuale è una classe politica imbelle che ha permesso di preservare i propri gruppi dirigenti, invece di garantire i livelli minimi di sicurezza clinica ed organizzativa.
Investire in Sanità significa agire non solo nell’ambito economico, ma soprattutto nell’ottica di certezze contrattuali, di tutele professionali e di riconoscimento del merito e della professionalità. Assicurare un servizio sanitario di alta specializzazione si ottiene solo con un complesso percorso formativo e con una dedizione al lavoro resa possibile da un sistema di carriere che valorizzi la professionalità e le competenze.
Dato che la classe medica ci mette quotidianamente la faccia, è arrivato il momento che anche la politica ci metta la propria, di faccia, per salvaguardare il diritto alla salute dei cittadini, sancito come fondamentale dalla Costituzione".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:39
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