Question Time, chiarimenti sul trasferimento di tutte le famiglie rimaste all'interno del Residence Galaxy
L'assessore con delega all'Emergenza abitativa Virginia Gieri ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alle domande d'attualità dei consiglieri Addolorata Palumbo e Elena Foresti (Movimento 5 Stelle) Gian Marco De Biase (Insieme B...
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L'assessore con delega all'Emergenza abitativa Virginia Gieri ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alle domande d'attualità dei consiglieri Addolorata Palumbo e Elena Foresti (Movimento 5 Stelle) Gian Marco De Biase (Insieme Bologna) ed Emily Clancy (Coalizione civica) sul trasferimento di tutte le famiglie rimaste all'interno del Residence Galaxy.
La domanda della consigliera Palumbo
"Visto l'articolo di stampa relativo alle operazioni dello sgombero della struttura ex Galaxy che ospitava meno di una decina di famiglie con bambini per le quali non è stata trovata una soluzione analoga alle altre famiglie ospitate nella struttura, pongo la seguente domanda di attualità per conoscere il pensiero del Sindaco e della Giunta sul tema. Per sapere se l'Amministrazione ritiene che la sistemazione all’Ostello San Sisto, che pare sia molto onerosa per le casse comunali, sia da considerarsi provvisoria o definitiva, per sapere se ritiene che sia idonea per famiglie con bambini visto che la cucina della struttura non è funzionante e che per preparare i pasti è presente una doppia piastra elettrica di cui una sola funzionante e che sono presenti pochi servizi igienici".
La domanda del consigliere De Biase
"Premesso che da notizie stampa si è appreso che l'esperienza del Galaxy è finita con l'allontanamento degli ultimi nuclei familiari, chiedo al Sindaco e alla Giunta quali misure verranno adottate nei confronti dei nuclei famigliari sgomberati".
La domanda della consigliera Foresti
"Visti gli articoli di stampa relativi alle operazioni di sgombero definitivo della struttura ex Galaxy che ospitava meno di una decina di famiglie con bambini, pongo la seguente domanda di attualità per avere dal Sindaco e dalla Giunta una valutazione politica sull'incongruenza delle informazioni rilasciate dall'Amministrazione, relative al numero di minori che sono stati collocati all'Ostello San Sisto, alla luce di quanto visto durante un sopralluogo in loco da noi effettuato".
La domanda della consigliera Clancy
"Viste le operazioni di sgombero della struttura per l'accoglienza temporanea di nuclei familiari Residence Galaxy di via Fantin 15; viste le soluzioni temporanee offerte dall'Amministrazione alle persone allontanate dalla struttura; visti i rilievi mossi all'Amministrazione circa la regolarità della procedura di sgombero; chiedo al Sindaco e alla Giunta se siano a conoscenza della durata prevista per l'accoglienza provvisoria dei nuclei o dei singoli, in particolare di chi è ora ospitato presso l'Ostello San Sisto; se nel percorso di accompagnamento delle famiglie l'Amministrazione possa farsi garante del mantenimento dei punteggi per i nuclei inseriti nelle graduatorie per l'accesso a alloggi ERP; se ritengano che lo strumento utilizzato per lo sgombero della struttura (ordinanza di sgombero ordinaria emessa dall'Istituzione per l'Inclusione Sociale) sia stato adeguato anche da un punto di vista amministrativo; se, per quanto a loro conoscenza, risponda al vero che almeno parte dei provvedimenti siano stati notificati in ritardo o addirittura a sgombero avvenuto".
La risposta dell'assessore Gieri
"Da quando mi sono insediata avevamo tre obiettivi da raggiungere rispetto al tema Galaxy, a partire dalla restituzione dell'immobile all'Inail. Le valutazioni fatte rispetto a quell'esperienza sono state positive e per quanto riguardava la necessità dell'utilizzo della struttura, che allora fu l'unica strada perseguibile per rispondere a un'emergenza, fu una decisione assunta che in qualche modo rivendichiamo, ma in questi due anni abbiamo valutato che per questioni economiche, di gestione complessiva di interventi sociali al loro interno, fosse necessario non continuare l'esperienza e quindi procedere al rilascio dell'immobile nei tempi pattuiti con la proprietà. Per arrivare a questo obiettivo era necessario fare altri due percorsi, il primo capire bene con i nostri servizi quali fossero le strategie da potere mettere in campo per rendere queste famiglie autonome, la transizione abitativa ha questo senso, non è una pronta accoglienza, non è un sostegno, abbiamo altri strumenti e strutture in capo ai servizi sociali che si occupano di persone che hanno situazioni di grande disagio sociale, sanitario. Il progetto della transazione abitativa è una possibilità di avere per un certo determinato periodo di tempo un sostegno sociale e un sostegno abitativo a una transitoria necessità, prima di andare all'autonomia. Per arrivare all'obiettivo finale mi sono attivata immediatamente per capire quali strumenti occorresse mettere in campo per ottenere quel risultato. L'altro percorso che abbiamo sin da subito seguito era capire, a fronte dei percorsi che vi dicevo prima che tendevano all'autonomia, anche quelli erano le soluzioni da potere immaginare quando si sarebbe giunti alla scadenza del contratto: se tutte le famiglie fossero state nelle condizioni di arrivare all'autonomia dopo due anni; capire se l'esperienza è stata concretamente utile, abbiamo dato possibilità alle famiglie di proseguire. Cosa abbiamo fatto per trovare gli strumenti per dare un sostegno a queste famiglie e aiutarle nel percorso dell'autonomia? Le abbiamo prese in carico, sembrerà banale ma non lo è, alcune di queste famiglie provenivano dalla strada, da sfratti di immobili private e molte famiglie provenivano da occupazioni e non erano note ai servizi sociali e non avevano residenze che gli consentivano di potere avere la possibilità di pensare all'alloggio in case popolari. Quelle famiglie le conosciamo tutte, i nostri servizi hanno valutato tutte le famiglie nucleo per nucleo.
Abbiamo individuato anche altre strategie: sei punti, richiesti dai movimenti per la casa e chi si è occupato di transizione abitativa, che sostanzialmente vengono concessi a coloro che sono già in graduatoria Erp e che hanno una relazione di fine transizione abitativa, si ritrovano quindi uno sfrattato di una casa privata. Con una nostra delibera di Giunta abbiamo aggiunto i sei punti per consentire loro di avere un identico modo di essere trattati come gli altri sfrattati; abbiamo posto due condizioni basilari, avere rapporto di fiducia con i servizi, per metterli nelle condizioni di preparare un piano con loro e pagare, o essere nelle condizioni di farlo, quella quota di corresponsione rispetto al contributo economico richiesto alle famiglie che vivono negli alloggi di transizione. Abbiamo anche trasformato il microcredito, l'abbiamo messo a servizio della transizione abitativa e a servizio delle famiglie del Galaxy e non. Microcredito che è diventato un contributo volto unicamente all'autonomia, quindi concesso a quelle famiglie che hanno bisogno di un aiuto, come i due mesi anticipati, la cucina da comprare per poter andare in un alloggio privato, ovviamente tutto certificato, per essere più autonomi. Abbiamo svolto anche tutte quelle operazioni di tutoraggio: documenti, messe in regola, residenze, contributi vari.
Siamo arrivati ai due anni, i dati che erano di partenza, 78-79 famiglie dell'inizio sono calate, qualche nucleo è riuscito ad andare in autonomia e procedere a un percorso di vita indipendente che era l'obiettivo a cui tutti dobbiamo giungere, altri non ce l'hanno fatta per le ragioni che sappiamo, la crisi economica e di lavoro, situazioni sociali di un certo tipo e alcuni di questi hanno ancora bisogno di una transizione abitativa. Si tratta di nuclei che si sono messi in gioco, hanno fatto la loro parte, si fidano dell'Amministrazione e dei servizi sociali, mandano i bambini a scuola, ma hanno bisogno di altro tempo perché devono consolidare il loro lavoro, reddito e anche maturare la residenza che consente loro di potere avere legittimamente un alloggio pubblico attraverso le graduatorie. L'impegno assunto era dunque liberare l'immobile nei tempi utili, abbiamo accelerato molto questo percorso e nell'ultimo anno abbiamo ricercato alloggi nel patrimonio pubblico per sostituire, trasferire questi nuclei dal Galaxy in alloggi individuali. Scommettiamo molto sugli alloggi di transizione in modalità diffusa, crediamo sia più rispettosi dei nuclei, del lavoro degli operatori sociali che devono interfacciarsi uno a uno con le famiglie per valutare il loro bisogno. Da quando mi sono insediata abbiamo trovato oltre 90 alloggi nel patrimonio pubblico, Erp bloccato per varie ragioni e messi a disposizione della transizione abitativa, sostituendo il numero del Galaxy.
Il lavoro dei servizi sociali è complesso, non sono l'assessore ai servizi sociali ma ho lavorato con loro in stretta sinergia, gli assistenti sociali lavorano fino all'ultimo giorno e con queste famiglie hanno lavorato fino all'ultimo giorno. E' legittimo quindi che un nucleo familiare dica ciò che ritiene più opportuno con giornalisti e consiglieri, ma noi abbiamo i numeri, abbiamo cercato fino alla fine, riuscendoci, di trovare una soluzione per tutti diversificando le proposte e l'abbiamo fatto con grande responsabilità perché ci sono stati momenti in cui era molto facile creare una situazione di conflitto che non ho mai voluto, ho detto in quest'Aula che le occupazioni non mi garbano, che ai fini di soluzioni di problemi sociali siano un problema molto serio ma analogamente ho senso di responsabilità e non ho citato contraddizioni e strumentalità che sulla stampa in questi ultimi giorni ci sono state.
Abbiamo diversificato perché se una transazione abitativa deve avere un senso, deve essere anche una transizione abitativa che scommette sui nuclei, non basta avere un bisogno occorre mettersi nelle condizioni di accettare le proposte, mettersi in discussione, fare la propria parte, avere rispetto per l'Amministrazione, i soldi pubblici investiti sul tuo nucleo e avere elementi basilari nelle relazioni umane, quindi partecipare alle pulizie dell'immobile, non aggredire e minacciare gli operatori, far vedere qual è il proprio reddito per capire come il servizio può intervenire e quando il servizio trova un'abitazione nel privato accettarla e non dire di no perché occorre prendere due autobus per andare al lavoro, perché tanti cittadini bolognesi prendono due o tre autobus o il treno per andare a lavorare, le situazioni sono di questo tipo. Qualcuno ha detto che il servizio sociale sceglie... sì, nel senso più positivo del termine, abbiamo criteri, leggi e regolamenti, dei patti che dobbiamo firmare fra di noi perché il servizio sociale usa le risorse dei cittadini bolognesi, non fa beneficenza, dà un sostegno. Se ne hanno bisogno il Comune di Bologna lo fa, ma tu devi fare la tua parte e abbiamo diversificato. A 60 nuclei abbiamo dato un alloggio, molte di queste famiglie ci hanno ringraziato, ma erano famiglie bisognose di ancora un po' di sostegno, famiglie che monitoreremo, aiuteremo, cui daremo contributi che hanno bisogno di tempo per arrivare all'edilizia pubblica, che sono con noi, insieme a noi hanno fatto un percorso. Abbiamo altri nuclei che non hanno fatto questo percorso. All'interno della struttura avevamo 60 famiglie che abbiamo accompagnato in questi alloggi di transizione, temporanei. E' stato detto, scritto, proposto nero su bianco alle famiglie San Sisto, non costa nulla perché di proprietà del Comune di Bologna, è stato detto che non è a tempo nella misura della transizione abitativa: può essere un anno, sei mesi, due mesi. Ho letto sul giornale che rispetto ai sei punti dei posti in graduatoria Erp volevano garanzie, sono state date garanzie dal primo momento che non si sarebbe persi i posti in graduatoria; anche questo è strumentale perché è stato detto da tutti i servizi sociali che fanno dai primi di ottobre colloqui con tutte le famiglie proponendo i percorsi diversificati che vi stavo dicendo: alloggi per la prima categoria e proposta di San Sisto per gli altri.
Questi i nuclei che sapevamo essere nel Galaxy a cui avevamo offerto San Sisto dal primo momento e che avevano rifiutato: un primo è composto da genitori e figli minore, il padre lavora con regolare contratto con stipendio mensile di 1.600 euro ed è fra le categorie che non partecipava; il secondo nucleo ha un reddito superiore a 1.900 euro ed ha richiesto un contributo a favore dei nuclei in transizione abitativa, il micro credito che parlavo prima, per poter reperire un alloggi in libero mercato, alloggio trovato, hanno firmato dal 7 novembre il contratto che scade nel 2021 però non si sono voluti spostare dal Galaxy; il terzo nucleo sono tutti adulti, hanno un reddito di 1.300 euro, siccome il capofamiglia ha problemi sanitario è stato proposto a San Sisto l'unica camera con bagno a lui e la moglie e una camera per i figli ma la proposta è stata rifiutata, precedentemente gli era stato proposto un alloggi con due camere in via Cristina Campo ma ha rifiutato perché troppo lontano dall'ospedale ed ha rifiutato altre due proposte di alloggi vicino alle figlie che vivono sole ma non era di suo gradimento; il quarto nucleo composto da genitori e figli minori con lavoro a tempo indeterminato con busta paga di 1.400 euro; il sesto nucleo non ha mai collaborato ed ha un'altissima morosità, non abbiamo contezza del suo reddito; il settimo nucleo non abbiamo contezza del suo reddito, non ha mai collaborato e non ha mai voluto parlare con i servizi; l'ottavo nucleo ha un reddito di circa 1.600 euro e poi un adulto solo che per noi non doveva essere nella struttura, gli era stato assegnato l'appartamento con la famiglia in via dello Scalo, aveva accettato, si erano trasferiti ma poi il signore ha litigato con la moglie ed è tornato al Galaxy. Abbiamo poi avuto un genitore con minore, una mamma, avevamo fatto a lei una proposta di convivenza con un'altra mamma con bambino, aveva accettato poi rifiutato per ragioni a noi non note. Poi c'erano nuclei che non sapevamo essere dentro al Galaxy , tre di queste famiglie che avevano avuto assegnazioni, per noi erano nell'elenco delle 60 che dicevo prima, però erano dentro alla struttura la mattina in cui si è proceduto al trasferimento. C'era poi una donna sola e direi un'altra situazione di un nucleo che abbiamo preso in carico. Vi ho dato questi dati, ma i consiglieri comunali hanno diritto di sapere perché abbiamo fatto una differenziazione, vi assicuro che si è fatto tutto con la massima attenzione, non abbiamo mai perso il controllo di ciò che stava capitando, non ci ha sorpreso nulla se non quei nuclei che vi dicevo che non ci aspettavamo essere all'interno, ma devo dire che era tutto preventivato così come lo era che alcune famiglie che non avevano mai collaborato con noi avrebbero creato qualche problema. Vi assicuro che a noi importa soprattutto avere tenuto fede a ciò che ci eravamo detto, avere riconosciuto una differenziazione delle proposte e delle offerte che siamo in grado di dare a queste famiglie perché non sono tutti uguali, non sono solo famiglie che hanno bisogno, abbiamo una lista di attesa di 5.000 persone con redditi molto più bassi di questi e mi chiedo se anche tanti commentatori e attivisti politici e sociali non si debbano anche interrogare rispetto a chi rimane fuori da questi circuiti di protezione. Io lo faccio e non a caso vi ho raccontato tutti gli strumenti, ancora non sufficienti, lavoriamo giorno per giorno perché il percorso debba essere sull'autonomia.
Chiuso su San Sisto, la collocazione non è precaria (cioè non dura solo pochi giorni) ma certamente non è risposta definitiva al bisogno di casa. La struttura è costituita da un fabbricato disposto su tre piani con 25 camere, ogni nucleo ha a disposizione una camera, solo ai singoli viene proposta una eventuale convivenza, rispettando sempre la separazione fra uomini e donne. La struttura ha tre camere con bagno assegnate prioritariamente a coloro che hanno problemi sanitari e ha complessivamente 14 servizi igienici (di cui 3 nelle camere), sette con il piatto doccia.
Al piano terra c’è la zona lavanderia con lavatrice industriale a gettoni; una sala comune aperta a tutti gli ospiti con televisore e una zona ristoro con tre frigoriferi grandi, un forno microonde, un fornetto elettrico. Tra pochi giorni aggiungeremo due piastre industriali. Ho già detto che non costa dal punto di vista di affitto, costa la gestione come tutta la gestione dei nostri servizi di transizione abitativa, sappiamo non essere una soluzione ottimale ma non lo vuole essere, nel senso che questi nuclei con i redditi che vi ho raccontato e con la scarsissima collaborazione che hanno messo in campo anche utilizzando atteggiamenti assolutamente fuori dall'ordinario, non è che siano stati puniti, non lavoriamo così, ma è stato dato un segnale per cui un'autonomia porta a delle conclusioni, un rapporto di sfiducia e una volontà di aspettare l'appartamento perfetto ne porta altri. Con queste famiglie continueremo con il lavoro sociale che stiamo facendo, la presa in carico rimane, non si interrompe un percorso, si è spostata una sede e con quelle famiglie continueremo ostinatamente a chiedere a chi ha le risorse di procedere all'autonomia totale e agli altri che ne hanno necessità di avere quell'affiancamento che abbiamo detto prima. Abbiamo raggiunto l'obiettivo che ci eravamo proposti, ognuno di loro ha una soluzione transitoria. Invito queste famiglie a capire che la collaborazione aiuta tutti, così come mettersi in gioco e che nessuno vuole fare battaglie sulla pelle di nessuno, il mio compito è trovare soluzione e sono a chiedere loro della collaborazione. Rringrazio i servizi sociali, l'Asp per il lavoro prezioso, il mio settore Politiche abitative che ha lavorato da due anni tutti i giorni sul progetto Gandusio e Galaxy, la Polizia municipale che ha svolto con molto serenità e professionalità il lavoro mercoledì scorso, i cittadini della zona, quelli del comitato di via Fantini, i volontari che hanno dato una mano nella gestione, il Quartiere”.
La domanda della consigliera Palumbo
"Visto l'articolo di stampa relativo alle operazioni dello sgombero della struttura ex Galaxy che ospitava meno di una decina di famiglie con bambini per le quali non è stata trovata una soluzione analoga alle altre famiglie ospitate nella struttura, pongo la seguente domanda di attualità per conoscere il pensiero del Sindaco e della Giunta sul tema. Per sapere se l'Amministrazione ritiene che la sistemazione all’Ostello San Sisto, che pare sia molto onerosa per le casse comunali, sia da considerarsi provvisoria o definitiva, per sapere se ritiene che sia idonea per famiglie con bambini visto che la cucina della struttura non è funzionante e che per preparare i pasti è presente una doppia piastra elettrica di cui una sola funzionante e che sono presenti pochi servizi igienici".
La domanda del consigliere De Biase
"Premesso che da notizie stampa si è appreso che l'esperienza del Galaxy è finita con l'allontanamento degli ultimi nuclei familiari, chiedo al Sindaco e alla Giunta quali misure verranno adottate nei confronti dei nuclei famigliari sgomberati".
La domanda della consigliera Foresti
"Visti gli articoli di stampa relativi alle operazioni di sgombero definitivo della struttura ex Galaxy che ospitava meno di una decina di famiglie con bambini, pongo la seguente domanda di attualità per avere dal Sindaco e dalla Giunta una valutazione politica sull'incongruenza delle informazioni rilasciate dall'Amministrazione, relative al numero di minori che sono stati collocati all'Ostello San Sisto, alla luce di quanto visto durante un sopralluogo in loco da noi effettuato".
La domanda della consigliera Clancy
"Viste le operazioni di sgombero della struttura per l'accoglienza temporanea di nuclei familiari Residence Galaxy di via Fantin 15; viste le soluzioni temporanee offerte dall'Amministrazione alle persone allontanate dalla struttura; visti i rilievi mossi all'Amministrazione circa la regolarità della procedura di sgombero; chiedo al Sindaco e alla Giunta se siano a conoscenza della durata prevista per l'accoglienza provvisoria dei nuclei o dei singoli, in particolare di chi è ora ospitato presso l'Ostello San Sisto; se nel percorso di accompagnamento delle famiglie l'Amministrazione possa farsi garante del mantenimento dei punteggi per i nuclei inseriti nelle graduatorie per l'accesso a alloggi ERP; se ritengano che lo strumento utilizzato per lo sgombero della struttura (ordinanza di sgombero ordinaria emessa dall'Istituzione per l'Inclusione Sociale) sia stato adeguato anche da un punto di vista amministrativo; se, per quanto a loro conoscenza, risponda al vero che almeno parte dei provvedimenti siano stati notificati in ritardo o addirittura a sgombero avvenuto".
La risposta dell'assessore Gieri
"Da quando mi sono insediata avevamo tre obiettivi da raggiungere rispetto al tema Galaxy, a partire dalla restituzione dell'immobile all'Inail. Le valutazioni fatte rispetto a quell'esperienza sono state positive e per quanto riguardava la necessità dell'utilizzo della struttura, che allora fu l'unica strada perseguibile per rispondere a un'emergenza, fu una decisione assunta che in qualche modo rivendichiamo, ma in questi due anni abbiamo valutato che per questioni economiche, di gestione complessiva di interventi sociali al loro interno, fosse necessario non continuare l'esperienza e quindi procedere al rilascio dell'immobile nei tempi pattuiti con la proprietà. Per arrivare a questo obiettivo era necessario fare altri due percorsi, il primo capire bene con i nostri servizi quali fossero le strategie da potere mettere in campo per rendere queste famiglie autonome, la transizione abitativa ha questo senso, non è una pronta accoglienza, non è un sostegno, abbiamo altri strumenti e strutture in capo ai servizi sociali che si occupano di persone che hanno situazioni di grande disagio sociale, sanitario. Il progetto della transazione abitativa è una possibilità di avere per un certo determinato periodo di tempo un sostegno sociale e un sostegno abitativo a una transitoria necessità, prima di andare all'autonomia. Per arrivare all'obiettivo finale mi sono attivata immediatamente per capire quali strumenti occorresse mettere in campo per ottenere quel risultato. L'altro percorso che abbiamo sin da subito seguito era capire, a fronte dei percorsi che vi dicevo prima che tendevano all'autonomia, anche quelli erano le soluzioni da potere immaginare quando si sarebbe giunti alla scadenza del contratto: se tutte le famiglie fossero state nelle condizioni di arrivare all'autonomia dopo due anni; capire se l'esperienza è stata concretamente utile, abbiamo dato possibilità alle famiglie di proseguire. Cosa abbiamo fatto per trovare gli strumenti per dare un sostegno a queste famiglie e aiutarle nel percorso dell'autonomia? Le abbiamo prese in carico, sembrerà banale ma non lo è, alcune di queste famiglie provenivano dalla strada, da sfratti di immobili private e molte famiglie provenivano da occupazioni e non erano note ai servizi sociali e non avevano residenze che gli consentivano di potere avere la possibilità di pensare all'alloggio in case popolari. Quelle famiglie le conosciamo tutte, i nostri servizi hanno valutato tutte le famiglie nucleo per nucleo.
Abbiamo individuato anche altre strategie: sei punti, richiesti dai movimenti per la casa e chi si è occupato di transizione abitativa, che sostanzialmente vengono concessi a coloro che sono già in graduatoria Erp e che hanno una relazione di fine transizione abitativa, si ritrovano quindi uno sfrattato di una casa privata. Con una nostra delibera di Giunta abbiamo aggiunto i sei punti per consentire loro di avere un identico modo di essere trattati come gli altri sfrattati; abbiamo posto due condizioni basilari, avere rapporto di fiducia con i servizi, per metterli nelle condizioni di preparare un piano con loro e pagare, o essere nelle condizioni di farlo, quella quota di corresponsione rispetto al contributo economico richiesto alle famiglie che vivono negli alloggi di transizione. Abbiamo anche trasformato il microcredito, l'abbiamo messo a servizio della transizione abitativa e a servizio delle famiglie del Galaxy e non. Microcredito che è diventato un contributo volto unicamente all'autonomia, quindi concesso a quelle famiglie che hanno bisogno di un aiuto, come i due mesi anticipati, la cucina da comprare per poter andare in un alloggio privato, ovviamente tutto certificato, per essere più autonomi. Abbiamo svolto anche tutte quelle operazioni di tutoraggio: documenti, messe in regola, residenze, contributi vari.
Siamo arrivati ai due anni, i dati che erano di partenza, 78-79 famiglie dell'inizio sono calate, qualche nucleo è riuscito ad andare in autonomia e procedere a un percorso di vita indipendente che era l'obiettivo a cui tutti dobbiamo giungere, altri non ce l'hanno fatta per le ragioni che sappiamo, la crisi economica e di lavoro, situazioni sociali di un certo tipo e alcuni di questi hanno ancora bisogno di una transizione abitativa. Si tratta di nuclei che si sono messi in gioco, hanno fatto la loro parte, si fidano dell'Amministrazione e dei servizi sociali, mandano i bambini a scuola, ma hanno bisogno di altro tempo perché devono consolidare il loro lavoro, reddito e anche maturare la residenza che consente loro di potere avere legittimamente un alloggio pubblico attraverso le graduatorie. L'impegno assunto era dunque liberare l'immobile nei tempi utili, abbiamo accelerato molto questo percorso e nell'ultimo anno abbiamo ricercato alloggi nel patrimonio pubblico per sostituire, trasferire questi nuclei dal Galaxy in alloggi individuali. Scommettiamo molto sugli alloggi di transizione in modalità diffusa, crediamo sia più rispettosi dei nuclei, del lavoro degli operatori sociali che devono interfacciarsi uno a uno con le famiglie per valutare il loro bisogno. Da quando mi sono insediata abbiamo trovato oltre 90 alloggi nel patrimonio pubblico, Erp bloccato per varie ragioni e messi a disposizione della transizione abitativa, sostituendo il numero del Galaxy.
Il lavoro dei servizi sociali è complesso, non sono l'assessore ai servizi sociali ma ho lavorato con loro in stretta sinergia, gli assistenti sociali lavorano fino all'ultimo giorno e con queste famiglie hanno lavorato fino all'ultimo giorno. E' legittimo quindi che un nucleo familiare dica ciò che ritiene più opportuno con giornalisti e consiglieri, ma noi abbiamo i numeri, abbiamo cercato fino alla fine, riuscendoci, di trovare una soluzione per tutti diversificando le proposte e l'abbiamo fatto con grande responsabilità perché ci sono stati momenti in cui era molto facile creare una situazione di conflitto che non ho mai voluto, ho detto in quest'Aula che le occupazioni non mi garbano, che ai fini di soluzioni di problemi sociali siano un problema molto serio ma analogamente ho senso di responsabilità e non ho citato contraddizioni e strumentalità che sulla stampa in questi ultimi giorni ci sono state.
Abbiamo diversificato perché se una transazione abitativa deve avere un senso, deve essere anche una transizione abitativa che scommette sui nuclei, non basta avere un bisogno occorre mettersi nelle condizioni di accettare le proposte, mettersi in discussione, fare la propria parte, avere rispetto per l'Amministrazione, i soldi pubblici investiti sul tuo nucleo e avere elementi basilari nelle relazioni umane, quindi partecipare alle pulizie dell'immobile, non aggredire e minacciare gli operatori, far vedere qual è il proprio reddito per capire come il servizio può intervenire e quando il servizio trova un'abitazione nel privato accettarla e non dire di no perché occorre prendere due autobus per andare al lavoro, perché tanti cittadini bolognesi prendono due o tre autobus o il treno per andare a lavorare, le situazioni sono di questo tipo. Qualcuno ha detto che il servizio sociale sceglie... sì, nel senso più positivo del termine, abbiamo criteri, leggi e regolamenti, dei patti che dobbiamo firmare fra di noi perché il servizio sociale usa le risorse dei cittadini bolognesi, non fa beneficenza, dà un sostegno. Se ne hanno bisogno il Comune di Bologna lo fa, ma tu devi fare la tua parte e abbiamo diversificato. A 60 nuclei abbiamo dato un alloggio, molte di queste famiglie ci hanno ringraziato, ma erano famiglie bisognose di ancora un po' di sostegno, famiglie che monitoreremo, aiuteremo, cui daremo contributi che hanno bisogno di tempo per arrivare all'edilizia pubblica, che sono con noi, insieme a noi hanno fatto un percorso. Abbiamo altri nuclei che non hanno fatto questo percorso. All'interno della struttura avevamo 60 famiglie che abbiamo accompagnato in questi alloggi di transizione, temporanei. E' stato detto, scritto, proposto nero su bianco alle famiglie San Sisto, non costa nulla perché di proprietà del Comune di Bologna, è stato detto che non è a tempo nella misura della transizione abitativa: può essere un anno, sei mesi, due mesi. Ho letto sul giornale che rispetto ai sei punti dei posti in graduatoria Erp volevano garanzie, sono state date garanzie dal primo momento che non si sarebbe persi i posti in graduatoria; anche questo è strumentale perché è stato detto da tutti i servizi sociali che fanno dai primi di ottobre colloqui con tutte le famiglie proponendo i percorsi diversificati che vi stavo dicendo: alloggi per la prima categoria e proposta di San Sisto per gli altri.
Questi i nuclei che sapevamo essere nel Galaxy a cui avevamo offerto San Sisto dal primo momento e che avevano rifiutato: un primo è composto da genitori e figli minore, il padre lavora con regolare contratto con stipendio mensile di 1.600 euro ed è fra le categorie che non partecipava; il secondo nucleo ha un reddito superiore a 1.900 euro ed ha richiesto un contributo a favore dei nuclei in transizione abitativa, il micro credito che parlavo prima, per poter reperire un alloggi in libero mercato, alloggio trovato, hanno firmato dal 7 novembre il contratto che scade nel 2021 però non si sono voluti spostare dal Galaxy; il terzo nucleo sono tutti adulti, hanno un reddito di 1.300 euro, siccome il capofamiglia ha problemi sanitario è stato proposto a San Sisto l'unica camera con bagno a lui e la moglie e una camera per i figli ma la proposta è stata rifiutata, precedentemente gli era stato proposto un alloggi con due camere in via Cristina Campo ma ha rifiutato perché troppo lontano dall'ospedale ed ha rifiutato altre due proposte di alloggi vicino alle figlie che vivono sole ma non era di suo gradimento; il quarto nucleo composto da genitori e figli minori con lavoro a tempo indeterminato con busta paga di 1.400 euro; il sesto nucleo non ha mai collaborato ed ha un'altissima morosità, non abbiamo contezza del suo reddito; il settimo nucleo non abbiamo contezza del suo reddito, non ha mai collaborato e non ha mai voluto parlare con i servizi; l'ottavo nucleo ha un reddito di circa 1.600 euro e poi un adulto solo che per noi non doveva essere nella struttura, gli era stato assegnato l'appartamento con la famiglia in via dello Scalo, aveva accettato, si erano trasferiti ma poi il signore ha litigato con la moglie ed è tornato al Galaxy. Abbiamo poi avuto un genitore con minore, una mamma, avevamo fatto a lei una proposta di convivenza con un'altra mamma con bambino, aveva accettato poi rifiutato per ragioni a noi non note. Poi c'erano nuclei che non sapevamo essere dentro al Galaxy , tre di queste famiglie che avevano avuto assegnazioni, per noi erano nell'elenco delle 60 che dicevo prima, però erano dentro alla struttura la mattina in cui si è proceduto al trasferimento. C'era poi una donna sola e direi un'altra situazione di un nucleo che abbiamo preso in carico. Vi ho dato questi dati, ma i consiglieri comunali hanno diritto di sapere perché abbiamo fatto una differenziazione, vi assicuro che si è fatto tutto con la massima attenzione, non abbiamo mai perso il controllo di ciò che stava capitando, non ci ha sorpreso nulla se non quei nuclei che vi dicevo che non ci aspettavamo essere all'interno, ma devo dire che era tutto preventivato così come lo era che alcune famiglie che non avevano mai collaborato con noi avrebbero creato qualche problema. Vi assicuro che a noi importa soprattutto avere tenuto fede a ciò che ci eravamo detto, avere riconosciuto una differenziazione delle proposte e delle offerte che siamo in grado di dare a queste famiglie perché non sono tutti uguali, non sono solo famiglie che hanno bisogno, abbiamo una lista di attesa di 5.000 persone con redditi molto più bassi di questi e mi chiedo se anche tanti commentatori e attivisti politici e sociali non si debbano anche interrogare rispetto a chi rimane fuori da questi circuiti di protezione. Io lo faccio e non a caso vi ho raccontato tutti gli strumenti, ancora non sufficienti, lavoriamo giorno per giorno perché il percorso debba essere sull'autonomia.
Chiuso su San Sisto, la collocazione non è precaria (cioè non dura solo pochi giorni) ma certamente non è risposta definitiva al bisogno di casa. La struttura è costituita da un fabbricato disposto su tre piani con 25 camere, ogni nucleo ha a disposizione una camera, solo ai singoli viene proposta una eventuale convivenza, rispettando sempre la separazione fra uomini e donne. La struttura ha tre camere con bagno assegnate prioritariamente a coloro che hanno problemi sanitari e ha complessivamente 14 servizi igienici (di cui 3 nelle camere), sette con il piatto doccia.
Al piano terra c’è la zona lavanderia con lavatrice industriale a gettoni; una sala comune aperta a tutti gli ospiti con televisore e una zona ristoro con tre frigoriferi grandi, un forno microonde, un fornetto elettrico. Tra pochi giorni aggiungeremo due piastre industriali. Ho già detto che non costa dal punto di vista di affitto, costa la gestione come tutta la gestione dei nostri servizi di transizione abitativa, sappiamo non essere una soluzione ottimale ma non lo vuole essere, nel senso che questi nuclei con i redditi che vi ho raccontato e con la scarsissima collaborazione che hanno messo in campo anche utilizzando atteggiamenti assolutamente fuori dall'ordinario, non è che siano stati puniti, non lavoriamo così, ma è stato dato un segnale per cui un'autonomia porta a delle conclusioni, un rapporto di sfiducia e una volontà di aspettare l'appartamento perfetto ne porta altri. Con queste famiglie continueremo con il lavoro sociale che stiamo facendo, la presa in carico rimane, non si interrompe un percorso, si è spostata una sede e con quelle famiglie continueremo ostinatamente a chiedere a chi ha le risorse di procedere all'autonomia totale e agli altri che ne hanno necessità di avere quell'affiancamento che abbiamo detto prima. Abbiamo raggiunto l'obiettivo che ci eravamo proposti, ognuno di loro ha una soluzione transitoria. Invito queste famiglie a capire che la collaborazione aiuta tutti, così come mettersi in gioco e che nessuno vuole fare battaglie sulla pelle di nessuno, il mio compito è trovare soluzione e sono a chiedere loro della collaborazione. Rringrazio i servizi sociali, l'Asp per il lavoro prezioso, il mio settore Politiche abitative che ha lavorato da due anni tutti i giorni sul progetto Gandusio e Galaxy, la Polizia municipale che ha svolto con molto serenità e professionalità il lavoro mercoledì scorso, i cittadini della zona, quelli del comitato di via Fantini, i volontari che hanno dato una mano nella gestione, il Quartiere”.