Question Time, chiarimenti sulle misure anti smog in città
L'assessora all'Ambiente, Valentina Orioli, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Addolorata Palumbo sulle misure anti smog in città. La risposta è stata letta in aula dall'assessore Riccardo Malagoli.Domanda d'a...
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L'assessora all'Ambiente, Valentina Orioli, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Addolorata Palumbo sulle misure anti smog in città. La risposta è stata letta in aula dall'assessore Riccardo Malagoli.
Domanda d'attualità della consigliera Palumbo
"Visti gli articoli di stampa relativi agli sforamenti dei livelli di polveri sottili che ha colpito anche città di Bologna. Pone la seguente domanda di attualità:
per conoscere il pensiero del Sindaco e della Giunta sul tema;
per sapere dal Sindaco e dalla Giunta, alla luce dei dati emersi, se non ritengano necessario mettere in campo azioni più incisive, oltre all'eventuale blocco del traffico, per tutelare la salute dei cittadini bolognesi;
per sapere dalla Giunta come si possa coniugare il perenne problema legato allo smog con l'ampliamento dell'autostrada che inevitabilmente ne aumenterà la diffusione, come dichiarato anche da ASPI nella VIA. In particolare ASPI scrive che se il parco auto non sarà sostituito l'inquinamento aumenterà del 17%".
Risposta dell'assessora Orioli letta in aula dall'assessore Malagoli
"Il perdurare osservato negli ultimi giorni di elevate concentrazioni di inquinanti su gran parte del bacino Padano è un fatto che desta grande preoccupazione. I superamenti riguardano ormai tutta la Regione, con l'eccezione della Provincia di Ravenna. A Piacenza da oggi sono scattate le misure del livello 2, quelle cioè che entrano in vigore dopo 10 giorni consecutivi di superamento.
I quattro giorni di superamento a Bologna si sono registrati: un giorno nella centralina San Felice, due giorni a San Lazzaro, un giorno nella centralina di San Pietro Capofiume a Molinella.
La Centralina di San Pietro Capofiume è stata collocata lontana da attività umane quali traffico veicolare o sorgenti industriali proprio per misurare il cosiddetto 'fondo rurale'. Il fatto che in questa centralina si verifichino superamenti, al pari delle centraline urbane, dimostra, se ce ne fosse bisogno, quanto l'inquinamento nell'area padana sia ubiquitario e diffuso.
Da un lato i cambiamenti climatici in corso generano sempre più spesso lunghi periodi senza pioggia con condizioni meteo favorevoli all'accumulo di inquinanti. Dall'altro lato stiamo assistendo, complice forse la graduale ripresa dalla crisi economica, ad un lieve incremento nell'uso degli autoveicoli: dal 2002 al 2013 la consistenza del parco veicolare bolognese era diminuita costantemente di anno in anno mentre dal 2013 al 2016 assistiamo ad un nuovo aumento nel numero di veicoli presenti che fa pensare ad una ripresa dell'uso dell'automezzo privato.
Ci troviamo insomma di fronte a fattori di pressione negativi che vanificano alcuni degli effetti positivi che avevamo registrato negli anni passati legati ad esempio all'efficientamento nelle motorizzazioni o all'aumento degli spostamenti a piedi o in bicicletta. A tutto questo si aggiunge il fatto che a ottobre gli impianti di riscaldamento funzionano a regimi molto bassi o, in alcuni casi, non sono ancora stati accesi. Quindi ci sembra evidente che il contributo della mobilità ai superamenti di questi giorni è preponderante.
Crediamo quindi che la situazione, così come ho cercato di inquadrarla, meriti la massima attenzione.
Va anche detto che il tema della qualità dell'aria non è un tema locale: l'estensione dei superamenti è la prova del fatto che le misure per risolvere il problema non hanno efficacia se applicate in una sola città. Non solo le regioni del bacino padano si sono dotate di piani propri per gestire la criticità ma stanno lavorando in stretta sinergia fra loro come dimostra l'accordo sottoscritto lo scorso 9 giugno dove per la prima volta le misure vengono armonizzate e rese coerenti da regione a regione. Dico questo non per sottrarre il Comune di Bologna dalle proprie responsabilità, sulle quali tornerò fra breve, ma per inquadrare correttamente la questione e dare conto del fatto che osserviamo un problema che riguarda 23 milioni di Italiani, cioè il 40% circa della popolazione del paese.
Da oggi, 20 ottobre, abbiamo adottato a Bologna le misure emergenziali previste dal PAIR ed armonizzate su tutto il Bacino Padano in virtù dell'accordo dello scorso 9 giugno. Sono misure drastiche. Però c'è ancora troppa disinformazione: molti cittadini, anche in buona fede, non applicano le limitazioni alla circolazione o alla conduzione del proprio impianto di riscaldamento. Questo riduce l'efficacia delle misure.
I media non sempre aiutano: a volte le informazioni sui provvedimenti sono riportate con una accezione negativa. Abbiamo bisogno di informare e di portare i cittadini dalla nostra parte perché ognuno deve responsabilmente fare il proprio dovere: i controlli non possono essere portati oltre un certo limite.
Per questo abbiamo avviato un lavoro con Urban Center, per attivare una campagna di comunicazione che si somma a quelle già messe in campo dalla Regione e alle informazioni già diffuse dai nostri canali istituzionali, ma sinceramente siamo un po' in ritardo ed ora siamo impegnati con intensità per ultimare il lavoro.
Quindi il primo punto è che i provvedimenti siano veramente rispettati da tutti e abbiamo bisogno di condividere tutti questo obiettivo.
Per quanto riguarda la richiesta di 'mettere in campo azioni più incisive', come sapete avevamo avviato a settembre un tavolo di cooperazione con Milano e Torino proprio su questo tema. Nei prossimi giorni ricontatteremo i colleghi assessori di queste città per confrontarci anche con loro sul da farsi. Lo stesso faremo anche con la Regione Emilia Romagna.
Quindi, il nostro pensiero è che bisogna aprire una valutazione veloce sull'opportunità di estendere i provvedimenti ma questa valutazione Bologna non deve farla da sola perché non è l'azione della singola città, come ho già detto prima, che risolve il problema.
Venendo al punto sul passante autostradale bisogna chiarire che il rinnovo del passante si Bologna è un intervento previsto e valutato in tutti gli strumenti di pianificazione regionale, metropolitani e comunali. Ci si riferisce in particolare al Piano regionale dei trasporti, il PRIT, ed al Piano regionale sulla qualità dell'aria, il PAIR.
Il PAIR considera nei propri scenari il nuovo passante e le variazioni di emissioni che il progetto comporta, così come le altre infrastrutture progettate che compongono lo scenario regionale del PRIT. La scelta fatta nel 2016 di passare dal 'passante nord' al cosiddetto “passante di mezzo” è quindi coerente con il PAIR come hanno dimostrato gli studi utilizzati per la procedura di VIA.
È chiaro che il progetto del passante preoccupa perché rafforza una infrastruttura che attraversa la città. Gli impatti devono essere mitigati a tutela della salute e del benessere dei cittadini e su questo abbiamo più volte dato conto, anche in Consiglio, di quanto la procedura di VIA sia seguita con attenzione dal Comune, dalla Città metropolitana e dalla Regione.
Ai monitoraggi ante operam eseguiti da autostrade abbiamo affiancato altri monitoraggi eseguiti da Arpae per conto del Comune, come quello nell'area delle Caserme Rosse da poco pubblicato nel nostro sito. Abbiamo sollecitato il Ministero dell'Ambiente per l'attivazione di un osservatorio sul passante che prenda l'avvio nella fase ante operam, in analogia a recenti esperienze come l'osservatorio che fu istituito per la Variante di valico. A questo proposito stiamo elaborando una proposta tecnica da inviare al Ministero".