Comunicati stampa

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Consiglio comunale, interventi d'inizio seduta del consigliere Francesco Errani

Di seguito, i due interventi d'inizio seduta del consigliere Francesco Errani (Partito Democratico) Il Papa degli ultimi tra i migranti di via Mattei"Papa Francesco a Bologna ha visitato l'hub di via Mattei, ha pranzato con i poveri e i detenuti in S...

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Di seguito, i due interventi d'inizio seduta del consigliere Francesco Errani (Partito Democratico)

Il Papa degli ultimi tra i migranti di via Mattei
"Papa Francesco a Bologna ha visitato l'hub di via Mattei, ha pranzato con i poveri e i detenuti in San Petronio, ha incontrato l'Università in San Domenico e ha celebrato la messa allo stadio. Il Papa ha parlato delle tre “P”, “tre punti di riferimento”, tre “alimenti-base” per vivere: Parola, Pane e Poveri. In quelle parole erano compresi tutti, siamo compresi tutti. Anche i malati.

I malati erano presenti tra i poveri in San Petronio e tra i migranti di via Mattei, erano presenti anche allo stadio. Per questo credo sia un comportamento grave mettere i malati contro i migranti, è una “meschinità” dividere e alimentare conflitto tra chi soffre, alimentare una guerra tra gli ultimi. È una “meschinità” perché nasconde i veri responsabili, sia delle malattie che delle migrazioni.

Agli studenti il Papa ha ricordato che non devono farsi “sommergere dal dilagare di false notizie e dalle frasi fatte dei populismi”.

Papa Francesco parla di corruzione, povertà, disoccupati e ambiente. Parla di cultura, dell'importanza dell'educazione per offrire alle persone i punti di riferimento per comprendere la complessità in cui viviamo e i grandi cambiamento globali. Parla anche delle migrazioni legate alle crisi e ai conflitti della regione araba e dell’Africa, così come di degrado ambientale e sfruttamento di popoli e risorse, e invita “chiedere perdono per le persone e le istituzioni che chiudono la porta a questa gente che cerca una famiglia, che cerca di essere custodita”.

Il Papa si è assunto il compito di parlare a nome degli “scartati”, dell’umanità rifiutata, dei popoli colpiti dai disastri climatici, e purtroppo incontra l’incapacità e la reazione di una parte della classe dirigente e della politica che continua a difendere la quiete sociale dalle istanze dei poveri.

In questo senso valga per tutti il messaggio per la Giornata mondiale della Pace in cui Papa Francesco ha affermato: “Da troppo tempo la nostra irrilevanza, come cristiani, e in alcuni casi il nostro silenzio ha permesso, concesso o non ostacolato l’avanzata di un sistema economico che uccide. Nulla ha più lo stesso valore, lo stesso senso. In nome dell’azzardo finanziario che ha amplificato la crisi economica del consumismo, coloro che l’hanno provocata, hanno ridotto i diritti fondamentali, attaccato le costituzioni degli Stati, ridotto in schiavitù intere popolazioni attraverso privatizzazioni, attacco ai territori, sistemi di indebitamento con logiche da usura internazionale (J. M. Bergoglio, 1 gennaio 2015, “Non più schiavi, ma fratelli”)".

Essere cittadini nella scuola
"La scuola si mobilita per lo Ius soli e lo Ius culturae. Educatori e insegnanti sostengono l'appello lanciato dal maestro Franco Lorenzoni e dallo scrittore e professore Eraldo Affinati, insieme ai rappresentanti delle più significative associazioni di insegnanti, perché venga approvata la legge sullo Ius soli. Una petizione, quella di “insegnanti per la cittadinanza”, che insieme alle firme verrà consegnata al presidente Mattarella.

Domani, 3 ottobre, insegnanti e educatori indosseranno un nastrino tricolore, per ricordare che tutte le bambine e i bambini che frequentano le nostre scuole devono essere considerati italiani, qualunque sia la loro provenienza. Il 3 ottobre, dopo una delle più gravi stragi di migranti al largo di Lampedusa (persero la vita 386 persone), è la data che il parlamento italiano ha votato perché divenisse “Giornata della memoria delle vittime delle migrazioni”. Domani sarà anche una grande iniziativa nazionale perché nei luoghi educativi se ne discuta apertamente.

Franco Lorenzoni, nell'appello, ricorda che le classi delle nostre scuole sono oggi davvero un laboratorio del futuro. Per questo gli insegnanti si battono perché bambine e bambini, ragazze e ragazzi che frequentano le scuole del nostro paese divengano tutti cittadini italiani a pieno titolo. Gli insegnanti ogni giorno si relazionano con oltre 800.000 bambini e ragazzi figli di immigrati, e nel testo dell’appello dichiarano: “ci troviamo nella condizione paradossale di doverli educare alla “cittadinanza e costituzione”, seguendo le indicazioni nazionali per il curricolo – che sono legge dello stato – sapendo bene che molti di loro non avranno né cittadinanza né diritto di voto".

Parliamo di bambine e bambini nati e cresciuti in Italia, che si sentono Italiani e frequentano le nostre scuole insieme ai nostri figli. Nessun approccio ideologico o buonismo di sorta, ma solo una decisione pragmatica che ci porta a cercare una soluzione alle nuove esigenze che la società ci pone davanti. Riconosciamo diritti ma anche responsabilità, diritti ma anche doveri che aiutano l'integrazione.

Credo importante aderire all'appello e all'iniziativa di “insegnanti per la cittadinanza”, insieme anche alle maestre e ai maestri del Pilastro e di Bologna, perché è una battaglia giusta, di civiltà. I loro alunni sono bambine e bambini che non hanno la cittadinanza italiana, eppure sono nati a Bologna, cresciuti al Pilastro, dalla materna fino alla scuola elementare.

Dalla scuola può partire il cambiamento per migliorare la nostra società e il nostro paese".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:39
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