ll Comune di Bologna ricorda Luigi Pedrazzi. L'intervento della presidente del Consiglio comunale Luisa Guidone
Oggi, a quasi tre mesi dalla sua scomparsa, Luigi Pedrazzi, vicesindaco dal 1995 al 1999, è stato ricordato dal Comune di Bologna nell'aula del Consiglio comunale di Palazzo d'Accursio. Di seguito l'intervento di apertura della presidente del ...
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Oggi, a quasi tre mesi dalla sua scomparsa, Luigi Pedrazzi, vicesindaco dal 1995 al 1999, è stato ricordato dal Comune di Bologna nell'aula del Consiglio comunale di Palazzo d'Accursio. Di seguito l'intervento di apertura della presidente del Consiglio comunale, Luisa Guidone.
"Signor Sindaco, gentili Francesca, Benedetta, Teresa, Maria Chiara, Angela, Carlo e familiari tutti, autorità civili, militari, religiose, amici, gentili ospiti, cittadini, buona sera a tutti.
Oggi l'Amministrazione comunale ricorda e rende il dovuto onore al Professor Luigi Pedrazzi, un uomo eccezionale da tanti punti di vista venuto a mancare il 27 giugno scorso, lasciando un grande vuoto nella nostra città e nel nostro Paese. Certo non sarà facile tratteggiare una personalità di tale spessore e levatura culturale, tuttavia oggi abbiamo deciso di provare a farlo attraverso gli interventi di Walter Vitali, di cui Pedrazzi è stato vicesindaco, Giovanni Salizzoni, Sua Eccellenza Monsignor Matteo Maria Zuppi - è un onore particolare ospitarlo nella sala del Consiglio, anche alla luce del fatto che era dal 1966, in occasione della cittadinanza onoraria al cardinale Lercaro -, che il Vescovo di Bologna non prendeva la parola in questa sala, e naturalmente Virginio Merola, sindaco di Bologna.
Io mi limiterò ad un breve richiamo delle motivazioni che hanno portato il Consiglio comunale a volergli conferire l'Archiginnasio d'oro, 'per il suo importante contributo all’evoluzione civile della nostra comunità e del Paese, per quanto ha saputo arricchire e valorizzare l’immagine culturale di Bologna, vista anche la sua statura intellettuale e morale, unita a una singolare modestia nello stile di vita, ad un grande disinteresse personale, ad una rara capacità di ascolto e di servizio, è stata e sarà un punto di riferimento per tutti i cittadini e le cittadine di Bologna'.
Nato nel 1927, laureatosi in filosofia con Felice Battaglia, ha studiato all’Istituto italiano per gli Studi storici di Napoli con Benedetto Croce. Insegnante liceale, nel 1951 è stato tra i fondatori della rivista il Mulino e nel 1954 dell’omonima casa editrice. All’interno del gruppo del Mulino è stato successivamente direttore della rivista, presidente della società editrice, dell’Istituto Cattaneo e infine dell’associazione.
Candidato nelle liste di Giuseppe Dossetti nelle elezioni amministrative del 1956, ha contribuito fortemente all’evoluzione riformista della sinistra al governo della città, attraverso molte idee contenute nel Libro bianco su Bologna, come quella dei quartieri.
Pedrazzi conclude la sua esperienza in Consiglio comunale nel 1960, dopo l’abbandono definitivo della vita politica da parte di Dossetti, seguendo con passione il pontificato di Giovanni XXIII e il Concilio Vaticano II, nel quale Dossetti ha un ruolo fondamentale. Nel 1964, con la nascita dei quartieri, diventa aggiunto del sindaco al quartiere Mazzini.
Nel 1972, contribuisce ad un grandissimo progetto recandosi in Calabria con alcuni giovani docenti dell’Ateneo bolognese per avviare l’Università ad Arcavacata di Rende, dove assume la responsabilità del centro televisivo, primo esperimento nelle università italiane.
Impegnato nel referendum del 1974 contro l'abrogazione della legge sul divorzio, fonda e dirige nel 1975 il quotidiano Il Foglio insieme a Ermanno Gorrieri.
Nel 1995 accetta la proposta del sindaco Walter Vitali di diventare il primo vicesindaco di Bologna di estrazione non socialcomunista del dopoguerra a comprova dell'inizio della stagione dell’Ulivo di cui è uno dei più appassionati protagonisti.
Tra le varie attività di quel mandato amministrativo, particolarmente significativo l'impulso determinante alla realizzazione del Museo Ebraico e della Scuola di Pace di Monte Sole.
Politologo e giornalista, è stato autore di numerosi saggi e pubblicazioni.
La sua scomparsa ha destato sconforto in tutta la città la quale si è stretta intorno al suo ricordo in occasione della camera ardente aperta a Crevalcore. Gli ha reso onore un saluto corale rivoltogli dalle più alte cariche istituzionali e civili che hanno sottolineato la sua personalità e la sua volontà di costruire un dialogo fra fede e laicità e tra le diverse religioni, nonché dalla tenacia con cui ha perseguito la collaborazione delle forze storiche della società italiana, con un forte impegno per la pace, contro la povertà, per la partecipazione democratica.
Oggi l'amministrazione comunale si stringe ai familiari, ai cari, agli amici a tutti coloro che lo hanno conosciuto, riconoscendone unanimemente il valore umano, l'impegno politico e civile.
Ascoltiamo di nuovo la voce del Professor Pedrazzi in una sintesi dell'intervista fatta in questa sala il 15 giugno del 2006 per l'Archivio storico del Comune di Bologna".