Comunicati stampa

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Question Time, chiarimenti sulla presenza di una senza fissa dimora davanti al Museo civico

L'assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo ha risposto questa mattina in sede di Question Time, alle domande d'attualità dei consiglieri Gian Marco De Biase (Insieme Bologna) e Lucia Borgonzoni (Lega nord) sulla presenza di una senza fiss...

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L'assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo ha risposto questa mattina in sede di Question Time, alle domande d'attualità dei consiglieri Gian Marco De Biase (Insieme Bologna) e Lucia Borgonzoni (Lega nord) sulla presenza di una senza fissa dimora davanti al Museo civico.

La domanda del consigliere De Biase
"Premesso che da notizie stampa si è appreso che una donna senza fissa dimora bivacca tutte le notti davanti al Museo Civico, creando inoltre disagi ai passanti durante il giorno; chiedo al Sindaco e alla Giunta che cosa intenda fare per gestire la situazione della donna senza fissa dimora".

La domanda della consigliera Borgonzoni
"Clochard davanti al Museo Civico. "Bivacca qui da almeno un anno"
Ma si potrebbero indicare altre vie del centro storico: via Santa Margherita ma anche via d'Azeglio ecc... Sono a chiedere al Signor Sindaco ed alla Giunta un parere politico amministrativo in senso generale e più in particolare vorrei sapere il motivo per cui nonostante la riorganizzazione del sistema welfare - tali situazioni non riescono ad entrare nella rete sociale. Chiedo anche di sapere se l'amministrazione sta lavorando al prossimo piano freddo e sta cercando di ottemperare a tutte quelle particolari condizioni che tante volte impediscono l'accesso ai pubblici dormitori".

La risposta dell'assessore Rizzo Nervo
"Gentili Consiglieri, queste domande di attualità mi danno la possibilità di entrare nel merito di una tematica che mi sta molto a cuore e che ha visto impegnata questa Amministrazione ed il sottoscritto su molti versanti in questi anni.
Il Comune di Bologna, all'inizio dell'anno in corso, ha trasferito in ASP Città di Bologna le competenze riguardanti il "contrasto alla grave emarginazione adulta" e, in generale, i servizi riguardanti "l’accoglienza della popolazione adulta marginale presente nella città di Bologna".
La terminologia utilizzata è stata ripresa dalle prime Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia, sottoscritte il 5 novembre 2015 da Governo, le Regioni, le Province Autonome e le Autonomie locali in sede di Conferenza Unificata.
Il Comune di Bologna insieme ad ASP Città di Bologna ottempera pienamente alle indicazioni previste nelle Linee d’Indirizzo con una fitta rete di servizi, in particolare, voglio ricordarlo, con:
- Servizi di strada e prossimità;
- I Centri di accoglienza sia per emergenze, sia per bisogni indifferibili ed urgenti socio-sanitari, anche avocando strutture a questa accoglienza di persone in fragilità non solo sociale ma anche di carattere sanitario, sia per percorsi di lunga permanenza;
- Un servizio sociale a bassa soglia dedicato alle persone senza dimora, il quale accoglie al suo interno alcuni progetti sperimentali, tra i quali quello rivolto alle persone senza fissa dimora in dimissione dagli ospedali e quello rivolto alle persone in dimissione dalla Casa circondariale "Rocco D'Amato" di Bologna;
- I Laboratori di comunità nei quartieri Navile, Porto-saragozza, San Vitale-San Donato, Santo Stefano, che offrono anche un'accoglienza diurna in un intreccio anche con altre situazioni di solitudine e fragilità sociale all'interno di quei quartieri;
- Il Programma Housing First per la messa in protezione, attraverso un alloggio di persone in particolare condizioni di fragilità.

I Servizi di prossimità comportano, “all’interno di un sistema di servizi strategicamente orientati verso il perseguimento del maggior grado di inclusione sociale possibile per ciascuna persona in stato di bisogno, il fronteggiamento primario dei bisogni delle persone senza dimora mediante servizi di pronta e prima accoglienza svolti in strada o in strutture di facile accessibilità, in una dimensione di prossimità rispetto alla persona bisognosa” come sancito nelle Linee di Indirizzo. Per tale ragione, le azioni di prossimità messe in atto dai servizi di ASP sono tutte orientate a garantire interventi a bassa soglia d’accesso e, per quanto possibile, di riduzione del danno. Obiettivo generale dei servizi è, pertanto, la lotta alla povertà e all’esclusione sociale, secondo una metodologia definibile di outreach work.
Da questo obiettivo generale derivano diversi obiettivi specifici: costruire relazioni significative con i beneficiari del servizio; informare e orientare rispetto all’offerta dei servizi presenti sul territorio o, eventualmente, indicare e sostenere il ritorno nel luogo di maggiore interesse o di residenza, dove è presente una rete relazionale significativa per la persona; dare risposta ai bisogni primari, in particolare attraverso la distribuzione di beni di prima necessità e la cura dell’igiene personale.
Inoltre, con ASP di Bologna, gestiamo il progetto di housing first più numeroso d’Italia, con oltre 70 persone beneficiare del servizio. Gli alloggi sono reperiti prevalentemente sul mercato privato, con integrazione di qualche alloggio pubblico. Il progetto ha come principio cardine l’accesso rapido a un’abitazione e l’intervento educativo non è definito a priori, né standardizzato, ma si adatta alla condizione della persona beneficiaria del servizio, allo stato in cui essa si trova, con l’obiettivo di ripristinare il più possibile l’autonomia della persona, a partire dal proprio empowerment e dalla forte connessione al territorio e alla comunità dove questa risiede.
Il Comune di Bologna ha mantenuto l'accoglienza di persone adulte senza dimora presso strutture collettive, sebbene sia stata svincolata da un approccio cosiddetto “a gradini”, dove le persone dovevano continuamente passare da un livello ad un altro, in modo innaturale.
Attualmente con ASP Città di Bologna manteniamo ordinariamente 300 posti letto, notturni o sulle ventiquattro ore, in centri di accoglienza con approcci differenziati a seconda di target specifici a cui sono rivolti.
Promuoviamo interventi di inclusione sociale attraverso comunità fra cittadini con e senza dimora, la riacquisizione di abilità e competenze basilari e trasversali e il progressivo reinserimento lavorativo. Particolare attenzione dedichiamo ai percorsi di uscita dal carcere, soprattutto nei casi di accertata fragilità del detenuto, e ai laboratori di comunità dove viene stimolato l'incontro fra cittadini attraverso il fare o il pensare assieme (ricordo solo per citarli, il Laboratorio e-20; il Laboratorio belle-Trame, il Laboratorio Gomito a Gomito, Laboratorio Scalo051, il Laboratorio happy Center).

Per quanto riguarda il fenomeno della vita di strada a Bologna, durante l’anno 2016, sono state 2.980 le persone in stato di grave disagio sociale con vita di strada, che sono entrate in relazione con uno dei servizi dedicati, si tratta di: persone multiproblematiche e con cronicizzazione dell’esclusione; persone dimissibili dagli ospedali che necessitano di accoglienze temporanee e di interventi intensivi sul piano sociale; persone con problemi di dipendenza patologica e/o disturbi di tipo psichico; persone con vulnerabilità sociale e disturbi di personalità; coppie di persone senza dimora che hanno come unica relazione quella formata dalla coppia stessa, anche coppie anziane; persone in uscita dalla Casa Circondariale e anziani senza dimora per i quali è necessario intervenire per evitare gravi peggioramenti.
In questi ultimi anni dunque il sistema dei servizi dedicati alla emarginazione adulta è notevolmente cambiato, si è rafforzato, orientandosi sempre più ai nuovi bisogni, con una forte sinergia con i comuni della Città metropolitana e senza trascurare le competenze territoriali alle quali i Comuni della Regione Emilia-Romagna e quelli esterni alla nostra Regione, vengono richiamati ad ottemperare.
Anche la collaborazione con l’Ausl di Bologna si è rafforzata anche grazie al protocollo firmato tra Comune e AUSL stessa a favore delle persone in grave marginalità adulta, che ha portato anche a costituire presso l'AUSL un servizio di unità complessa dedicata alla vulnerabilità di carattere in primis sanitario.
In relazione alla persona oggetto dell’articolo apparso sul quotidiano, sono stati fatti continui monitoraggi da parte dei servizi di strada e tentativi di inserimenti in strutture pubbliche, in quanto la persona e il suo compagno venivano intercettati dai Servizi, non solo in prossimità del Museo Civico, in situazioni molto critiche: presentavano condizioni igieniche di elevata trascuratezza e alterazione alcolica e di sostanze stupefacenti molto evidente. Purtroppo, nonostante tutte le misure fin qui descritte alcune persone sono particolarmente resistenti ad accettare aiuto da parte dei servizi preposti e i numerosi i tentativi di aggancio per inserire tali persone in percorsi di sostegno, vengono rifiutati. I metodi coattivi, a disposizione della psichiatria, non possono essere utilizzati in modo indiscriminato e, anche quando effettuati, producono spesso brevi momenti di benessere. Con questa tipologia di persone occorre un lavoro protratto nel tempo e dedicato che non da risultati se non, a volte, e abbiamo casi evidenti e citabili , riscontrabile in alcuni anni.
In molte occasioni, i tentativi di accompagnare in ospedale la persona citata nell'articolo di stampa, sono stati vani, poiché le condizioni non consentivano ai medici di ricoverarla in quanto si allontanava prima di essere visitata. La persona, a volte in compagnia di un altra persona senza dimora, è spesso accompagnati da un cane. Anche per l'animale era stata trovata collocazione mai accettata dalle persone stesse. Naturalmente tutti gli attori e i settori coinvolti in questa vicenda proseguiranno nell'azione e nella direzione dei controlli e dei necessari interventi per migliorare ed infine risolvere la situazione di specie e , più in generale, proseguire questa azione di inclusione delle persone che vivono in strada.
Infine, come tutti gli anni, dal 1° dicembre al 31 marzo il Comune di Bologna insieme ad ASP organizzano il Piano freddo rivolto a tutta la popolazione senza dimora presente sul territorio, senza esclusioni, come azione stagionale di riduzione del danno, al fine di offrire un luogo di riparo temporaneo, come misura urgente ed essenziale e preventiva, a tutela della salute individuale e collettiva, offrendo risposta ai bisogni primari e per prendersi cura della propria igiene, garantendo un mirato orientamento sociale e sanitario.
Ovviamente l'attivazione del Piano freddo al 1° dicembre fa sì che già da tempo abbiamo preparato, organizzato e presto ne daremo una comunicazione, in piano freddo per quest'anno consolidando gli ampliamenti di posti e anche la differenziazione di posti che abbiamo attuato nello scorso anno.
Infine ci tengo a dire, in termini di progettualità di medio periodo, come anche attraverso le risorse del PON Inclusione noi avremo la possibilità di progettare nuovi servizi di inclusioni dedicate alle persone che vivono in strada e a consolidare alcune esperienze, ad esempio i lavoratori diurni di cui parlavo prima, che stanno dando buona prova di sé. Tutto questo è sicuramente un ricco sistema di servizi e di risposte ma tutto questo non ci fa sentire arrivati in un campo in cui c'è la necessità di aggiornare gli strumenti rispetto a un bisogno che cambia e cresce assai velocemente".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:38
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