Question Time, chiarimenti sulle dichiarazioni di un mediatore culturale
L'assessore Luca Rizzo Nervo, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega nord) in merito alle dichiarazioni sullo stupro di un mediatore culturale.Domanda d'attualità della consigliera Borgonzoni"Visti...
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L'assessore Luca Rizzo Nervo, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega nord) in merito alle dichiarazioni sullo stupro di un mediatore culturale.
Domanda d'attualità della consigliera Borgonzoni
"Visti gli articoli di stampa - Il resto del Carlino Bologna del 30 e 31 agosto - relativi alle dichiarazioni rilasciate da un mediatore culturale sono a chiedere al Signor Sindaco ed alla Giunta un parere politico amministrativo sulla vicenda tenuto conto che la cooperativa per cui lavorava questa persona presta servizio anche per il Comune di Bologna. In particolare vorrei che la Giunta si esprimesse in merito al fatto che è necessaria una specifica formazione e non un semplice corso organizzato dagli Enti Locali, poiché la figura del mediatore culturale dovrebbe avere una funzione di orientamento e dovrebbe fungere da ponte tra civiltà diverse e se intende chiedere l'elenco di tutti i mediatori e non solo che prestano servizio per l'accoglienza".
Risposta dell'assessore Rizzo Nervo
"Innanzitutto, lo ricordava la consigliera, la responsabilità rispetto alla struttura dove operava questo mediatore culturale è una responsabilità della Prefettura. Ciononostante, essendo che la cooperativa a cui apparteneva questo mediatore culturale è all'interno dei servizi di accoglienza del Comune di Bologna, gestiti dall'Asp città di Bologna, nei giorni scorsi Asp ha provveduto a scrivere alla cooperativa sociale per chiedergli in dettaglio tutti i requisiti, tutte le modalità di selezione del proprio personale e anche in virtù della partecipazione al bando Sprar metropolitano da parte di questa realtà.
Occorre premettere che i mediatori culturali impiegati nei servizi sociali e socio-educativi del Comune di Bologna sono selezionati in base al curriculum di studi e al curriculum professionale, oltre che in base a un'attenta valutazione delle esperienze maturate nel contesto di vita della comunità locale.
Da parte dei singoli soggetti gestori vengono garantiti inoltre percorsi formativi periodici e un'attenta verifica e controllo dell'operato svolto dai mediatori stessi.
La figura del mediatore linguistico-culturale rappresenta una risorsa che riteniamo essenziale per garantire l'integrazione dei cittadini stranieri residenti a Bologna e l'universalità nell'accesso ai servizi. Tale figura opera nei servizi da oltre vent'anni e ha una fondamentale funzione di supporto, di mediazione e di ausilio nelle attività quotidiane dei nostri operatori.
Le norme di riferimento per la figura professionale del mediatore interculturale sono di rango Regionale che definiscono la figura professionale del mediatore culturale nell’ambito delle qualifiche professionali regionali.
Il mediatore interculturale deve accompagnare la relazione tra immigrati e contesto di riferimento, favorendo la rimozione delle barriere linguistico-culturali, la conoscenza e la valorizzazione delle culture d’appartenenza, nonché l’accesso a servizi pubblici e privati.
La legge regionale 5/2004 specifica che le attività di mediazione interculturale contribuiscono a garantire, per i migranti, “pari opportunità di accesso all'abitazione, al lavoro, all'istruzione ed alla formazione professionale, alla conoscenza delle opportunità connesse all'avvio di attività autonome ed imprenditoriali, alle prestazioni sanitarie ed assistenziali, alle pari opportunità di tutela giuridica e reinserimento sociale”.
Il mediatore interculturale opera sia nei servizi pubblici che in quelli privati, ad esempio le ASL, le scuole, e nelle strutture che promuovono l’integrazione socioculturale.
Per le modalità di conseguimento della qualifica sono individuati iter formativi attraverso l'istituzione di corsi di 500 o 300 ore.
Al contrario di quanto previsto per la figura dell’operatore socio sanitario, segnalo che il quadro normativo indicato non prevede, neanche a livello nazionale, l’obbligo di conseguire un titolo specifico per l’esercizio della professione di mediatore culturale. Io considero questo un limite da superare e credo che il legislatore nazionale debba, anche oltre il caso di specie, provvedere a superare questo che , ripeto, considero un limite.
Oltre alle verifiche su precedenti penali, conoscenza dei servizi specifici, conoscenza delle lingue italiana e straniere, titoli di studio, rimane centrale, per questa Amministrazione, il tema della formazione continua e delle verifiche dei requisiti, non solo in premessa ma anche durante lo svolgimento della funzione, non solo sotto il profilo linguistico dunque ma anche rispetto alle caratteristiche umane e personali che possano garantire una corrispondenza e una coerenza fra il professionista e il ruolo ricoperto. Le assunzioni non possono e non devono essere improvvisate. I percorsi formativi riteniamo siano la assoluta priorità. Riteniamo inoltre fondamentale diffondere l'esperienza di tali iter formativi presso tutte le realtà che già lavorano nell’ambito sociale, con modalità serie, rigorose, nell'ambito di un quadro normativo e regolamentare chiaro.
Tengo anche a dire che ritengo, ho avuto modo di dirlo in maniera risoluta nelle ore subito successive alle improvvide dichiarazioni di questo mediatore culturale, avevo chiesto che anche a nome della Giunta, venissero assunti dalla cooperativa provvedimenti chiari, e come è noto sono questi arrivati in maniera solerte da parte della cooperativa stessa ".