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Question Time, chiarimenti sulle molestie a una minorenne

L'assessora Susanna Zaccaria ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord) sulla vicenda delle molestie nei confronti di una minorenne. La risposta è stata letta in aula dall'assessore Davide Conte...

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L'assessora Susanna Zaccaria ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord) sulla vicenda delle molestie nei confronti di una minorenne. La risposta è stata letta in aula dall'assessore Davide Conte.

Domanda della consigliera Cocconcelli
"Straniero, senza precedenti, titolare di permesso di soggiorno a tempo indeterminato è stato fermato per violenza sessuale nei confronti di una minorenne. L'uomo, un bengalese, si è giustificato affermando: "Non sto facendo niente di strano" (come riportato dagli articoli di stampa). Evidentemente nella sua "sub-cultura" questo atteggiamento di "strusciare" gli attributi maschili contro un corpo femminile è ritenuto un comportamento "normale".
Gradirei conoscere quali siano le effettive proposte politiche da parte della Giunta in grado di contrastare questi atteggiamenti considerati legittimi da una cultura che non rispecchia i modelli occidentali di un vivere civile.
Chiedo inoltre di conoscere quali politiche si pongano in essere per verificare la preparazione dei mediatori culturali e se quest'ultima sia adeguata al contesto, considerato che la società multiculturale non può e non deve essere considerata una imposizione".

Risposta dell'assessora Zaccaria letta dall'assessore Conte
"In risposta alla domanda di attualità della consigliera Cocconcelli si osserva quanto segue. I gravi fatti oggetto della domanda di attualità si inseriscono in un generale contesto sociale in cui molti e diversi tipi di violenze vengono perpetrati sul genere femminile.
Come noto, l'azione politica dell'Amministrazione comunale intende contrastare ogni forma di violenza contro le donne, indipendentemente dalla nazionalità dell'autore e della vittima, ritenendo che tutto il contesto culturale e sociale necessiti di azioni di diffusione di una cultura del rispetto tra i generi.
Tra le principali azioni di contrasto alla violenza di genere portate avanti dal Comune di Bologna nel presente mandato e quelle in continuità con il mandato precedente, si indicano le seguenti.
In data 9 marzo 2017 è stato sottoscritto un Protocollo di Intesa per migliorare la protezione delle donne che hanno subito violenza attraverso la relazione stabile tra istituzioni e associazioni. La partecipazione al Protocollo dei principali uffici giudiziari del territorio, unitamente ad Azienda USL di Bologna, Asp Città di Bologna insieme alle associazioni che operano in questo ambito ha l'obiettivo di assicurare lo scambio e la conoscenza delle reciproche prassi operative per una migliore, più rapida ed efficace tutela delle vittime di ogni tipo di violenza.
L'amministrazione comunale ha partecipato al Bando 2016 della Regione a sostegno di progetti rivolti alla promozione ed al conseguimento delle pari opportunità e al contrasto delle discriminazioni e della violenza di genere, con il progetto “Generare relazioni diverse” avente ad oggetto un modulo formativo per le figure professionali che entrano in contatto con le vittime di violenza.
All'interno del Corpo di Polizia Municipale del Comune di Bologna, è stata istituita una Sezione specializzata con personale con specifica formazione sulla violenza nelle relazioni di intimità, che consentirà di attuare interventi specifici o di assistenza alle vittime, direttamente o su richiesta dei colleghi nei vari ambiti di azione degli agenti di polizia municipale.
Nel corso dell'anno scolastico l'amministrazione comunale, con l'ufficio Pari Opportunità e tutela delle differenze, realizza laboratori didattici all'interno delle scuole secondarie di primo grado - “Femmine e maschi: parità, asimmetria, predominio?” - per sollecitare la riflessione sulla divisione dei ruoli femminili e maschili rappresentata dalla pubblicità e sulle relazioni di disuguaglianza, dipendenza e subordinazione che ne derivano e che può generare forme di violenza.
Da molti anni il Comune di Bologna sostiene Casa delle Donne per non subire violenza e nel 2015 è stata messa a punto un'azione di sistema, insieme alle altre associazioni del territorio che lavorano sul contrasto alla violenza di genere (Mondodonna, Sos Donna, Udi, Trama di Terre, Per le donne), che ha portato alla sottoscrizione dell'Accordo metropolitano. L'accordo prevede la possibilità di attivare forme di collaborazione strutturata in ambiti di interesse sovra comunale, razionalizzando l'uso delle risorse pubbliche.
Venendo poi alla parte della domanda che fa riferimento alla figura del mediatore culturale, si premette che la notizia in questione non riguarda atti posti in essere da un mediatore culturale, ma preme evidenziare che i mediatori culturali impiegati nei servizi sociali e socio-educativi del Comune di Bologna sono selezionati in base al curriculum di studi e al curriculum professionale, oltre che in base a un'attenta valutazione delle esperienze maturate nel contesto di vita della comunità locale. Da parte dei singoli soggetti gestori vengono garantiti inoltre percorsi formativi periodici e un'attenta verifica e controllo dell'operato svolto dai mediatori stessi.
La Regione Emilia-Romagna definisce la figura professionale del mediatore culturale nell’ambito delle qualifiche professionali regionali. Le modalità di conseguimento della qualifica professionale (classificata come di “approfondimento tecnico-specializzazione”) sono individuate da un percorso, che istituisce corsi di 500 o 300 ore ai quali si accede se si è in possesso di “conoscenze-capacità pregresse acquisite attraverso un percorso di formazione professionale, di istruzione o attraverso l’esperienza professionale in imprese del settore”.
La legge afferma che il mediatore interculturale “è in grado di individuare e veicolare i bisogni dell’utente straniero, assisterlo e facilitarlo ad inserirsi nel paese ospitante, svolgere attività di raccordo tra l’utente e la rete dei servizi presenti sul territorio, promuovere interventi rivolti alla diffusione della interculturalità”.
Il quadro normativo indicato, però, non prevede neanche a livello nazionale l’obbligo di conseguire un titolo specifico per l’esercizio della professione di mediatore culturale, come invece per esempio previsto per la figura dell’operatore socio sanitario. Resta affidato, quindi, ai capitolati di gara per servizi di questa tipologia, l’individuazione di specifici requisiti per l’erogazione degli stessi. In fase di esecuzione possono quindi essere richiesti attestati circa il possesso dei requisiti. Ad esempio:
- non aver subito condanne penali, né avere procedimenti penali pendenti;
- conoscenza dei servizi specifici di cui al presente capitolato e del sistema dei servizi esterni;
- ottima conoscenza scritta e parlata della lingua italiana;
- diploma quinquennale di Scuola Media Superiore (o titolo equipollente per diploma conseguito all’estero) o titolo specifico conseguito presso le scuole per mediatori;
- ottima conoscenza scritta e parlata della lingua inglese o francese.
Si precisa infine che la figura del mediatore linguistico-culturale opera nei servizi da oltre vent'anni e ha rappresentato una risorsa essenziale per garantire l'universalità nell'accesso ai servizi e l'integrazione dei cittadini stranieri residenti a Bologna".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:38
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