Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Federica Mazzoni
Di seguito l'intervento d'inizio seduta della consigliera Federica Mazzoni (Partito Democratico) sugli stupri denunciati in questi giorni."Quando gli stupri diventano questione di passaporti e si dimenticano le donne.L'estate che si sta concludendo &...
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Di seguito l'intervento d'inizio seduta della consigliera Federica Mazzoni (Partito Democratico) sugli stupri denunciati in questi giorni.
"Quando gli stupri diventano questione di passaporti e si dimenticano le donne.
L'estate che si sta concludendo è stata macchiata da stupri, violenza di genere e odio dilagante.
Quello a noi più vicino e più eclatante è stato l'atroce stupro di gruppo avvenuto a Rimini ai danni di una ragazza di 26 anni insieme al pestaggio del suo compagno e dell'ulteriore violenza subita da una transessuale commessa da un gruppo di quattro ragazzi minorenni. Un fatto spaventoso e agghiacciante.
Esprimo tutta la vicinanza alle vittime, solidarietà che è stata concretamente dimostrata dalla città di Rimini nel suo complesso e dalla Regione Emilia-Romagna che si costituirà parte civile nel relativo processo. Un apprezzamento totale va poi alle Forze dell'ordine che hanno assicurato alla Giustizia gli autori dei reati.
Volutamente non ho ancora detto le nazionalità né delle vittime, né degli aggressori, perché trovo miope e grave che l'unica preoccupazione di molti e molte - anche e soprattutto esponenti politici per evidenti tornaconti elettorali auspicati- sia solo quella di mettere in risalto da dove provengano gli autori del crimine.
Questi stupri fanno emergere alcune riflessioni.
Abbiamo avuto conferma che nell'opinione pubblica esistono stupri e stupri, una cosa è stuprare una donna, altro è stuprare una trans, fatto registrato ancora come evento secondario.
E poi lo stupro è considerato come un crimine marginale, rispetto a chi lo ha commesso. L'attenzione non è sulla donna polacca che ha subito l’inimmaginabile - o per meglio dire ciò che non vorremmo mai immaginare- quello che ha patito il suo compagno brutalmente malmenato, sulla trans peruviana che ha subito lo stesso tremendo destino, ma sulla nazionalità degli stupratori che in questo caso è marocchina, congolese e nigeriana.
A quelli di Rimini sono seguiti una serie di stupri a donne di tutte le età, dai 16 agli 80 anni, e il Viminale ha prontamente diramato un dossier per dimostrare che la maggior parte degli stupri sono a carico di italiani. Anche leggendo i numeri, agghiaccianti, in questo modo però non ci sentiamo rassicurate. Sapere che si calcolano almeno 11 stupri al giorno e che in sei Casi su dieci l’autore è italiano, no comunque non mi rassicura.
Il dato vero è che su dieci Casi su dieci è un uomo che commette violenza. Questo vuole dire che tutti gli uomini sono violenti stupratori? Suvvia, non si sia ridicoli. E allo stesso modo etichettare tutti gli stranieri come stupratori è ripugnante e ha precise motivazioni elettorali.
Chi si rende colpevole di stupro e violenze, qualsiasi sia la sua nazionalità, il suo colore di pelle, la sua appartenenza religiosa e culturale, merita la pena più severa possibile del nostro sistema penale, perché lede per sempre corpo e anima delle donne, ruba loro e a tutte noi, spazi di libertà e autodeterminazione faticosamente conquistati e che quotidianamente dobbiamo rimarcare consapevoli che ciò che è conquistato una volta non lo è mai automaticamente e per sempre. Chi fa sciacallaggio politico insinuando presunti silenzi selettivi rispetto alle nazionalità non italiane degli stupratori si macchia di gravi responsabilità politiche soprattutto dal momento che quasi sempre sono persone non abituate a interessarsi delle donne, che disdegnano le politiche di genere e che non sono particolarmente interessate a tutelare e promuove le loro libertà e i loro diritti. A loro interessa che si condannino gli autori dello stupro per via della loro nazionalità. Punto. E le donne in questa sfegatata propaganda politica tra chi usa gli immigrati e chi tenta di arginare il razzismo, sono solo delle comparse.
Altro dato rilevante di questa vicenda, che purtroppo sta diventando strutturale e per questo altamente preoccupante è che alla violenza degli stupri è seguita ulteriore violenza e odio dilagante nel web e tra l'opinione pubblica: un dirigente politico della Lega in Puglia che augura medesima sorte alla Presidente della Camera Laura Boldrini e alle donne del PD, un manifesto del Nucleo Propaganda Fascista del '44, ripreso da Forza Nuova che inneggia con propaganda razzista lo stereotipo dell'uomo nero violentatore e invasore; e poi ancora odiatori da tastiera che non perdono occasione per demonizzare immigranti e richiedenti asilo, per agitare la paura e l'odio sociale fomentato ad arte per creare ancora più scompiglio in questi nostri tempi di incertezze e insicurezza.
Ad aumentare il raccapriccio è poi seguito il delirante post di un operatore sociale 'lo stupro è peggio ma solo all’inizio, poi la donna diventa calma ed è un rapporto normale'. Mi soffermo su questo, per evidenti ragioni che ci riguardano, essendo un collaboratore della Cooperativa Lai Momo di Bologna, come ben noto. Questo commento su Facebook gli è costato la sospensione dal lavoro, ma non basta; viste le parole di inaudita gravità che ne evidenziano l'incompatibilità con un ruolo tanto delicato. E lo dico sgomenta per l'enorme potenziale danno che quelle parole possono procurare in termini di immagine a un serio lavoro di costruzione e gestione del sistema metropolitano di accoglienza riconosciuto a livello nazionale e nel quale la stessa Cooperativa è tra i soggetti più impegnati e riconosciuti, per questo ritengo si debba continuare a darle fiducia, ma al contempo chiedendole - come è stato fatto dall'Assessore Rizzo Nervo- di ottemperare alla richiesta di innalzare il livello di attenzione rispetto alla selezione del personale legato all'accoglienza e alla mediazione linguistica- culturale, in attesa di una normativa nazionale che definisca i requisiti obbligatori per questo tipo di professioni.
E che si sistematizzi a livello interistituzionale un lavoro culturale su libertà e parità anche nell'ambito della collaborazione con le comunità e le famiglie di origine straniera, nel pieno rispetto della nostra Costituzione che prevede diritti e doveri per ciascuno, in modo da rafforzare una rete di allerta e protezione che possa attivarsi in casi di maltrattamenti, divieti e soprusi, proprio come è avvenuto qualche mese fa nel caso della ragazzina allontanata dalla famiglia dopo essere stata rasata a zero perché voleva avere uno stile di vita più occidentale e secolarizzato.
Perché ad alimentare stupri e violenze è la concezione proprietaria e di predominio che molti uomini hanno sulle donne, non il loro differente passaporto".