Comunicati stampa

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Consiglio comunale, due interventi d'inizio seduta della consigliera Federica Mazzoni

Di seguito i due interventi d'inizio seduta della consigliera Federica Mazzoni (Partito Democratico). Il primo su "Ricerca sanitaria a Bologna: Palmerini premiata, resta il problema della precarietà per tanti ricercatori", il secondo "Il gende...

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Di seguito i due interventi d'inizio seduta della consigliera Federica Mazzoni (Partito Democratico). Il primo su "Ricerca sanitaria a Bologna: Palmerini premiata, resta il problema della precarietà per tanti ricercatori", il secondo "Il gender non esiste, il bullismo sì. Solidarietà alle scuole, alle istituzioni e ai cittadini dell'Unione Reno Galliera"

Primo intervento
"A Chicago, al congresso dell'American Society of Clinical Oncology sono stati premiati i migliori ricercatori al mondo in oncologia, tra di loro nove italiani; sei donne e tre uomini tra i 29 e i 41 anni. A ricevere il Conquer Cancer Foundation Merit Award è stata, per la seconda volta consecutiva, anche Emanuela Palmerini, oncologa e coordinatrice degli studi clinici dell'Istituto Rizzoli di Bologna, il suo campo di ricerca sono i tumori rari dell'osso. Nello specifico si tratta di uno studio su 433 pazienti con sarcoma metastatico di 79 paesi, un tumore rarissimo che colpisce anche gli adolescenti. La sfida che porta avanti è quella di superare il limite nella cura che deriva dalla grande eterogeneità dei sarcomi, lei porta avanti studi sempre più specifici e personalizzati. È infatti ormai acclarata l'importanza della medicina personalizzata, mirata alle caratteristiche biologiche della malattia e del singolo soggetto che ne è portatore. Il Rizzoli è famoso a livello mondiale per questo tipo di ricerche e cure, un IRCCS che contribuisce ad onorare ancor di più il buon nome della nostra città. Tutto ciò è stato possibile grazie ad anni di ricerca del personale sanitario e di ricerca dell'Istututo Rizzoli, 9 Laboratori di ricerca che assieme alle Unità cliniche lavorano insieme per la ricerca applicata alle cure. Perché, sappiamo bene, che dove si ricerca ci si cura anche meglio. Circa 300 ricercatori operano nel nostro Istituto di ricerca coordinato dalla professoressa Maria Paola Landini. Un team fatto al 50% da donne e da altrettanti giovani ricercatori.
Voglio ringraziare l'IRCCS Rizzoli e complimentarmi con Emanuela, che ho sentito ieri sera ancora a Chicago, per gli altissimi risultati ottenuti e per quanto sta facendo per la ricerca oncologica e per come sta portando nel mondo l'Italia e Bologna. Questo stesso Consiglio ha approvato all'unanimità lo scorso ottobre un odg per conferirle un'onorificenza che presto le verrà attribuita. Le siamo profondamente grati e ne siamo molto orgogliosi, una giovane donna, professionista che sta per diventare madre che può essere un esempio positivo per tutte le altre.

Da una storia felice e bella, non posso esimermi dal mettere in rilievo che la ricerca sanitaria e non solo, nel nostro paese è ancora troppo connotata dalla precarietà - la stessa Palmerini è stata precaria per quasi 10 anni- da condizioni lavorative che non garantiscono stabilità e continuità a professionisti che pure assicurano eccellenti livelli di studi, la funzionalità e l'operatività di settori fondamentali per la salute dei cittadini.
Sono circa 160 i ricercatori precari dei nostri due IRCCS bolognesi, Rizzoli e Bellaria. Hanno contratti a termine perché non hanno possibilità di passare di ruolo. Ora la situazione sembra aggravarsi. Dal 1 luglio scatterebbe l'applicabilità del D.Lg.81/2015 che, col combinato disposto del "contingentamento dei Tempi Determinati" vigente in sanità, non lascerebbe alcuna possibilità di continuare ad avvalersi di personale dedicato e specializzato in forma continuativa e coordinata, cioè il tipico contratto dei ricercatori. Non solo, non ci sarebbe alcuna speranza al percorso di stabilizzazione che era stato loro promesso dalla Ministra Lorenzin la cosiddetta "piramide" che pure presentava tutti i difetti di un meccanismo che faceva partire tanti e che dopo dodici anni di percorso concedeva solo a pochi l'ingresso, ma ora sembra non solo passato quello ma eliminata anche la forma più diffusa del loro arruolamento.
Per il Rizzoli e per il Bellaria questo rappresenta un serio problema, con 160 ricercatori e altrettante famiglie che vivono giorni di angoscia. In questi casi la solidarietà -che pure esprimo- non basta, serve risolvere il problema e finalmente riconoscere le figure professionali dei ricercatori e delle ricercatrici in sanità e prevedere per loro un adeguato inquadramento contrattuale. Sto seguendo e continuerò a seguire da vicino la vicenda, così come so che stanno facendo al Governo, in particolare il Ministero per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione. Si tratta del lavoro di molti, si tratta della nostra salute di oggi e domani".


Secondo intervento
"Lo ha raccontato pochi giorni fa il Corriere di Bologna: uno striscione che inneggia a una presunta "cultura contro natura" appeso nella notte da Forza Nuova alla scuola primaria Rodari di Poggetto, frazione di San Pietro in Casale. Una notizia falsa, poi smentita, apparsa su Il Giornale che ricostruiva un episodio, mai successo, della messa in scena di un matrimonio tra due bambini. Tutto falso, così come hanno dichiarato ufficialmente le maestre alla propria dirigente scolastica, quell'episodio non è mai esistito. Per questo sono in arrivo denunce, così come hanno dichiarato le insegnati coinvolte, Silvia Bertozzi e Valeria Pritoni e come ha dichiarato il Sindaco di San Pietro in Casale, Claudio Pezzoli che è andato personalmente a rimuovere lo striscione e ha prontamente, e giustamente, condannato il gesto, così come ha fatto il direttore dell’Ufficio scolastico provinciale Giovanni Schiavone.
Le insegnanti raccontano che questi attacchi sono iniziati a gennaio, dopo la loro scelta di confermare la visione dello spettacolo teatrale Fa'afafine con la loro classe avvenuta nel teatro di Castello d’Argile per gli istituti comprensivi di San Pietro in Casale, Pieve di Cento e San Giorgio di Piano.
Lo spettacolo Fa’afafine – Mi chiamo Alex e sono un dinosauro di Giuliano Scarpinato è stato nel 2014 tra i vincitori del Premio Scenario Infanzia. Il motivo delle polemiche è ben noto: la tematica centrale è il confronto con l’identità di genere, un concetto troppo spesso frainteso e non conosciuto.
Lo spettacolo si è tenuto lo scorso 31 gennaio nonostante molte pressioni, azioni eclatanti da parte di associazioni vicine a Forza Nuova che hanno tentato di ostacolarne la messa in scena e la visione, tanto che durante la mattinata il teatro era circondato da forze dell'ordine atte a garantire la sicurezza e la possibilità di entrare in teatro dei bambini e delle bambine - in questo frangente, questi manifestanti non si sono tanto preoccupati delle ripercussioni sui bambini del clima e dei disagi da loro creati- Una mamma che ha assistito allo spettacolo ne scrive sul blog La 27esima Ora, dice: "è stato molto carino. Adatto anche a bambini più piccoli dei nostri, parla di amore e il messaggio che dà è che chi ti vuole bene sta dalla tua parte, se gli spieghi, se racconti quello che succede e senti".
La teoria del gender, così come montata ad arte da alcune associazioni e forze politiche, non esiste. Esiste, eccome, invece, la necessità di educare bambini e bambine, ragazzi e ragazze al rispetto di sé e degli altri, all'accettazione e alla valorizzazione delle differenze etniche, religiose, di genere, di abilità e fisiche di cui ciascuno è portatore. Per sradicare all'origine violenza, intolleranza, predominio e diffidenza verso gli altri serve educare. Per riconoscersi, accettarsi, potersi pienamente esprimere e vivere in equilibrio con se stessi serve educare.
È proprio di ieri, su Repubblica nazionale, l'approfondimento dedicato a Ivan, nome di fantasia, ragazzino di 12 anni che ha scritto un tema sulla sofferenza di essere deriso ed escluso, perché accusato ( e già in questo termine "accusare" è espressa tutta la necessità del lavoro culturale da fare) di essere gay, trans...i termini non si conoscono, si confondono, ma non importa, vengono usati per offendere e per definire un ragazzo che non ama fare sport, ma ama cantare e stare con le sue compagne di classe. I compagni creano un gruppo WhatsApp "AntiIvan", lo picchiano. Nel tema, tra la finzione e l'esperienza diretta, alla fine Ivan si getta dalla finestra "è finita, finalmente la pace. Sono diverso, non sbagliato", scrive.
Porre attenzione a scuola su questi temi, significa salvare ragazzi e ragazze: sia chi subisce azioni di bullismo e cyberbullismo, sia chi li pratica. Ai primi per far capire loro che non sono sbagliati, ai secondi quanto si può far male, magari senza accorgersene, per superficialità e pregiudizio.
Proprio per il prossimo giovedì ho convocato un'udienza conoscitiva della Commissione VI su questi temi, ho intenzione di richiederne una seconda in congiunta con la VII Commissione.
Ringrazio davvero chi si fa carico di questo importante lavoro educativo nelle istituzioni e nelle scuole, nelle associazioni ed esprimo tanta solidarietà alle insegnanti e a tutte le scuole coinvolte, così come alle famiglie e ai Sindaci dei Comuni dell'Unione Reno Galliera. Non siete soli".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:37
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