Question Time, chiarimenti sul progetto Guasto Village
L'assessore Matteo Lepore ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega nord) sul progetto Guasto Village.La domanda della consigliera Borgonzoni"Guasto Village. Sono a ...
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L'assessore Matteo Lepore ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega nord) sul progetto Guasto Village.
La domanda della consigliera Borgonzoni
"Guasto Village. Sono a chiedere al Signor Sindaco ed alla Giunta una immediata valutazione politico amministrativa su tale progetto ma vorrei anche sapere se l'amministrazione ha in animo di controllare anche dopo la data del 30 settembre questo territorio con presidi fissi costanti e duraturi nel tempo, con il potenziamento dell'illuminazione e con l'installazione di telecamere visionate in tempo reale. Se questa scelta passa anche dal decreto Minniti per cui la contingibilità ulteriore che è stata data all'ordinanza ha portato a questa scelta o vi è stato un percorso con il Teatro Comunale e chi per esso gestirà i vari "container" e in che forma risponderà all'amministrazione se non si raggiungerà l'obiettivo prefisso se solo in termini di critica politica o concreti ritorni"
La risposta dell'assessore Lepore
"Abbiamo sempre creduto che per l'area universitaria, come per altre aree del centro storico, oltre a sicurezza, presenza delle forze dell'ordine e ordinanze orari, fosse importante anche far lavorare i locali, perché comunque lo consideriamo un elemento di vivibilità e di presidio. Quindi penso che, seppure possiamo essere d'accordo sul fatto che le ordinanze non si debbano fare, perché noi le stiamo facendo, in zona universitaria come in via Belvedere, su un punto penso ci possiamo trovare d'accordo: che la socialità di questa città non può essere spenta, anzi che è una delle leve che deve essere messa in campo, in modo giusto ed equilibrato, per riuscire e rigenerare alcuni spazi e alcune aree che oggi sono degradate, in mano agli spacciatori eccetera.
La situazione che noi abbiamo di fronte in via del Guasto, a partire dalla conferenza stampa in cui abbiamo presentato questa iniziativa con un video, mostrato dal Sindaco di Bologna, è chiara. Non so se sia usuale, nella storia di questa città, che il sindaco di Bologna faccia vedere un video dove ci sono due spacciatori che si stanno scambiando la dose e si stanno drogando sotto le finestre dei cittadini. Diciamo che è uno dei tanti video che, penso come voi, noi riceviamo, io personalmente nelle ultime due settimane ne ho ricevuti diversi, come anche foto e io stesso sono stato in quella zona come anche in altre vie vicine, di giorno, di sera e di notte e ho visto quanto in questo momento il fenomeno della tossicodipendenza sia davanti agli occhi di tutti.
Noi, credo, abbiamo un'emergenza da affrontare in questa città, che non è di oggi, che è di tutte le grandi città italiane, che però vede Bologna essere tra le prime città per morti di overdose. Un fenomeno grave, che riguarda le giovani generazioni ma non solo, che ripresenta una scena che Bologna ha già vissuto negli anni Settanta e negli anni Ottanta, che va affrontata con convinzione, non solamente con la socialità e con il presidio, anche con altre misure sulle quali non entro perché non sono deleghe che mi competono, però riguarda sicuramente anche il modo in cui viviamo gli spazi pubblici e la socialità, perché non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia e dobbiamo affrontare la realtà. Farlo significa non soltanto forze dell'ordine, fare le multe, siamo di fronte a dei problemi che sono strutturali e che nella nostra città si ripercuotono e si ripresentano strutturalmente da diverso tempo. Più o meno come i volti che rappresentano queste istanze, non è che se prendiamo i giornali di Bologna degli ultimi trent'anni troviamo su quella zona cronache differenti o volti differenti, protagonisti di quelle vicende, a parte i morti di overdose, che purtroppo non ci sono più.
Quindi, credo che su questa vicenda noi dovremmo avere un approccio un po' più istituzionale e un po' più concentrato su un obiettivo importante, che è quello di restituire ai cittadini, tutti i cittadini, gli spazi della zona universitaria: permettere agli studenti di poter studiare, ai lavoratori di poter lavorare, ai residenti di poter vivere nella zona universitaria, ai turisti di poterci entrare e a tutti noi di poter raccontare che Bologna è riuscita a risolvere questo problema. Non lo risolveremo in un giorno, non lo risolveremo in un mese, non lo risolveremo in un anno, ci vorrà tempo, ci vorranno tanti interventi, come le riqualificazioni, come la riorganizzazione del corpo di Polizia municipale, come tanti interventi che occorre fare anche e soprattutto insieme alle altre istituzioni e alle forze dell'ordine.
Però io credo che questo progetto, che è stato presentato, non a caso con il supporto del Prefetto, del Rettore dell'Università e di tante realtà che sono coinvolte, sia un importante punto che presidierà quel luogo. Il Prefetto Piantedosi nella prima intervista che ha fatto quando è venuto a Bologna ha detto che bisogna occupare in modo positivo la zona universitaria. Quindi noi abbiamo preso in parola questo tipo di proposta e abbiamo organizzato, e su questo voglio davvero ringraziare la Sovrintendenza, in tempi celeri, una proposta, mettendo in campo il Teatro Comunale, un'istituzione che finalmente si è messa a disposizione per un lavoro culturale e sociale fuori dal teatro, in modo strutturale, una rassegna che durerà tre mesi e mezzo, che permetterà di presidiare di giorno e di notte i giardini del Guasto che questa estate andranno in ristrutturazione, vedranno anche la chiusura della scala dove spacciatori e tossicodipendenti si ritrovano, e ci permetterà di portare persone che prima non frequentavano quella zona e d'ora in poi la potranno frequentare. Con un offerta di qualità dal punto di vista culturale, artistico e anche della proposta di somministrazione.
Quello che io ho dichiarato in modo molto pacato e tranquillo è una cosa semplice: che non si possono porre dei veti, la partecipazione è fondamentale, è sacrosanta, io sto andando in giro nei quartieri a presentare progetti di partecipazione, stiamo incontrando migliaia di cittadini, tutti vogliono partecipare, quelli che possono permetterselo, perché ci sono anche tanti cittadini che non possono permettersi il lusso della partecipazione e vogliono essere rappresentati comunque dalle istituzioni anche quando non sono in grado di alzare la voce, però nessuno può porre dei veti. Perché non basta vivere in una zona per avere sempre ragione, bisogna essere tutelati, ma non significa che si ha sempre ragione. Posso assicurare che in queste ore sto ricevendo decine di messaggi da residenti della zona del Guasto che sono così esasperati dalla situazione dello spaccio e del degrado lì attorno, che sono contenti anche soltanto perché ci stiamo provando Non basta provarci, bisogna riuscirci chiaramente, però io credo che, se investiamo tutti su questo punto di partenza, riusciremo a migliorare, anche a modificarlo e renderlo più flessibile, discutiamo quello che vogliamo, però è un punto di partenza che libera quella zona e la restituisce ai cittadini".