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Question Time, chiarimenti sulla marcia per l'accoglienza in programma a Bologna

L'assessore al Welfare, Luca Rizzo Nervo, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega nord) sulla marcia dell'accoglienza in programma a Bologna.Domanda d'attualità della consigliera Borgonzoni:"Vista l...

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L'assessore al Welfare, Luca Rizzo Nervo, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega nord) sulla marcia dell'accoglienza in programma a Bologna.

Domanda d'attualità della consigliera Borgonzoni:

"Vista la manifestazione che si svolgerà Sabato a Bologna sono a chiedere il pensiero politico amministrativo della Giunta e del Signor Sindaco e chiedo anche se l'amministrazione considera questa manifestazione un percorso di integrazione e se il Comune ha in animo di aderirvi".

Risposta dell'assessore Rizzo Nervo:

"Il comune di Bologna è impegnato in prima linea sul tema dell'accoglienza, anche qui è attore, capofila spesso di un lavoro che vede molti altri attori, molte altre competenze che si associano in maniera virtuosa in questo territorio. E lo fa attraverso un lavoro ampio e articolato che lo ha portato, non lo diciamo noi, ma ce lo dicono gli altri, a essere un riferimento a livello nazionale per le buone politiche e le pratiche che promuove in materia di accoglienza. Dall'intuizione che, credo nei fatti si possa rivendicare come assolutamente lungimirante, nel primo mandato ebbe il sindaco Virginio Merola di chiedere la chiusura del Cie di via Mattei e la riconversione di un Hub di accoglienza migranti, un Hub che ha svolto e svolge pur nelle mille fatiche un ruolo fondamentale e imprescindibile, che garantisce modalità di accoglienza e modalità di conoscenza e relazione anche con le persone che vengono accolte, che molti altri territori non conoscono. La scelta altrettanto lungimirante è scegliere la strada complessa e più difficile, ogni settimana foriera di grandi fatiche, di un sistema di accoglienza diffusa, quindi non grandi strutture, non grandi quantità di posti tutti concentrati con l'unico obiettivo di garantire vitto e alloggio, ma un sistema di accoglienza diffusa che sia il presupposto pensando oggi a quello che succede domani, quello che può succedere alla fine dei percorsi di accoglienza, cioè che abbia a tema sin da subito l'integrazione e l'inclusione di queste persone. E infine in aderenza a quello che è l'accordo nazionale stabilito fra Anci e Ministero degli Interni sul nuovo Piano dell'accoglienza, la creazione di un progetto per l'allargamento in maniera robusta del sistema Sprar metropolitano che a differenza dei Cas è sistema che dà strumenti di integrazione e di inclusione, che ha portato come noto all'adesione di quasi tutti i comuni della città metropolitana per una programmazione di 2.680 posti, 1.000 dei quali saranno una riconversione dei Cas proprio perché anche questi sono stati costruiti e immaginati con il sistema dell'accoglienza diffusa.
Questo sforzo è certamente per dare una risposta immediata, ma ribadisco per fare comprendere che solo attraverso l'accoglienza diffusa e che coinvolga non solo gli operatori e le istituzioni ma una città intera si possono attivare percorsi di reale integrazione. In questo senso significativi di una volontà di coinvolgere la città nella sua pienezza sono progetti come il progetto Vesta che è un esempio anche qui nazionale che molte altre città non solo ci invidiano, ma ci stanno giustamente chiedendo di poter conoscere e approfondire per poterlo mutuare anche nei loro territori, che promuove l'accoglienza riconoscendo come proprio quella accoglienza comunitaria e famigliare sia un acceleratore straordinario di integrazione e inclusione di queste persone.
Questa premessa serve a capire da dove partiamo quando parliamo di accoglienza a Bologna, si tratta di un patrimonio di pratiche che in un momento decisamente complicato a livello storico su questi temi costituiscono una parte importante delle nostre politiche, di una idea stessa di società e di una idea stessa di città dove la dignità, i diritti e i doveri di tutti sono tenuti in massima considerazione, promossi nella concretezza ed è un modello, una scelta rispetto alla quale non intendiamo fare a meno, non intendiamo in alcun modo disimpegnarci.
Una marcia che si intitola Bologna accoglie e che per dirla come alcuni degli organizzatori, vuole mostrare l'empatia della gente, delle persone che accolgono e che aprono le loro porte è sicuramente veicolo di integrazione, e noi per le ragioni che ho detto prima ci sentiamo parte concretamente, quotidianamente, in una prassi quotidiana fatta non solo di parole, ma di gesti e fatti e scelte, parte di quell'empatia di questa città verso persone che chiedono in questo territorio solamente un futuro.
Se pensiamo alle immagini della manifestazione di Milano di sabato scorso, all'orgoglio chi chi è sceso in piazza, delle varie comunità e reti che hanno portato in strada la loro semplice esistenza, possiamo augurarci che a Bologna si replichi questo modo gioioso e orgoglioso di affermarsi e di dire: ci siamo.
Per aderire e partecipare a un percorso è però necessario a nostro avviso essere coinvolti dall'inizio nella costruzione della manifestazione e soprattutto nella piattaforma politica che in questo caso si può leggere in rete e che ha molte cose condivisibili e condivise, ripeto, sul piano non solo ideale, ma nella pratica quotidiana, altre più discutibili, altre per noi non presenti ma imprescindibili. Circostanza questa che non è venuta e che non permette all'Amministrazione comunale di aderire basandosi su alcune parole d'ordine che non può condividere, essendoci, non voglio sottrarmi da questa specifica chiarezza, all'interno della convocazione anche la richiesta di dissociarsi da una legge dello Stato recentemente approvata e conosciuta come legge Minniti-Orlando. Rilevo altrettanto a proposito di alcune cose che mancano, ma che sono certo che potranno anche nel corso della manifestazione rappresentarsi, che in quella piattaforma politica non ci sono riferimenti a una legge che invece la Giunta ritiene assolutamente centrale a proposito dell'integrazione che è quella della cittadinanza delle persone nate da famiglie straniere nel nostro territorio nazionale. Ci teniamo però a chiarire in maniera inequivoca che non c'è alcun elemento di polemica con chi ha promosso la marcia. Ci teniamo a ribadire che speriamo che sia una manifestazione gioiosa, una manifestazione che esprima quel tanto di capacità che Bologna rappresenta nelle sue forme plurali istituzionali e non sul tema dell'accoglienza, che è un tema cruciale di questi anni. Per assoluta trasparenza credevamo che fosse importante spiegare qui in Aula i motivi di una nostra non adesione".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:37
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