Question Time, chiarimento in merito all'accoglienza profughi
L'assessore al Welfare Luca Rizzo nervo ha risposto oggi in sede di Question Time alla domanda del consigliere comunale Gian Marco De Biase (Insieme Bologna) in merito alla questione della chiusura delle strutture chiuse predisposte per il Piano Fred...
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L'assessore al Welfare Luca Rizzo nervo ha risposto oggi in sede di Question Time alla domanda del consigliere comunale Gian Marco De Biase (Insieme Bologna) in merito alla questione della chiusura delle strutture chiuse predisposte per il Piano Freddo che accoglievano circa 200 profughi rifugiati.
La domanda del consigliere comunale Gian Marco De Biase (Insieme Bologna)
“Premesso che da notizie di stampa si è appreso che le strutture predisposte per il piano freddo che accoglievano i circa 200 profughi rifugiati sono state chiuse lo scorso 31 marzo;si
chiede: al Sindaco e alla Giunta come pensano di gestire tale situazione in ragione del fatto che ora trovano riparo sui treni abbandonati, stazioni e per strada o dovunque ci si possa sdraiare”.
La risposta dell'assessore Luca Rizzo Nervo
"Gentile Consigliere,
stiamo parlando di persone che hanno fruito del piano freddo del Comune di Bologna, che ricordo potenziato quest'anno col 20% di posti in più per la consapevolezza, dimostrata previdente, dell'impatto del fenomeno migratorio anche sui nostri servizi ordinari, tema non solo rispetto al piano freddo che ci pone di fronte a situazioni complesse da affrontare e come, al termine del piano freddo che aveva una tempistica certa e ricorrente (dal 31 ottobre al 31 marzo), come passare da una misura che ha carattere di straordinarietà per numero di posti dell'accoglienza, a una situazione di ordinarietà che prevede una serie di strutture per il ricovero notturno - per dare accoglienza a persone che altrimenti vivrebbero per strada - che ha le sue regole e i suoi regolamenti approvati da quest'Aula. Nello specifico c'è anche il tema da affrontare dei richiedenti asilo, nella chiarezza che sia il Consigliere che quest'Aula hanno, ma che ribadisco una volta di più, che non tutti i migranti e non tutti i cittadini stranieri sono richiedenti asilo o profughi.
Si è parlato di 50 richiedenti asilo, abbiamo messo in campo una stretta collaborazione con la Prefettura, una verifica dello status di queste persone, i richiedenti asilo rispetto ai quali gli accordi sono quelli espressi la scorsa settimana, cioè sono stati segnalati alla Prefettura che ha il compito specifico, coloro che non avevano mai ricevuto misure di accoglienza o che pur con revoca di quell'accoglienza presentavano particolare vulnerabilità che ne motivavano un proseguo. La Prefettura sta procedendo compatibilmente con i flussi da sbarco ininterrotti ad inserire le 23 persone che presentano questi requisiti. Per quanto riguarda tutti gli altri, ad arrivare al numero di 50, si tratta di richiedenti asilo che hanno presentato e avviato la domanda di asilo presso altre Prefetture e territori italiani, presso i quali sono state attive la misura di accoglienza; dunque persone giunte sul nostro territorio, spesso giunte anche nel momento di chiusura del piano freddo e sono state avviate i contatti con le Prefetture e i territori di riferimento per un loro invio in quei territori e rispetto a una responsabilità di quelle Prefetture.
Al di fuori di queste condizioni, quindi per tutti gli altri non richiedenti asilo - sono cittadini stranieri che hanno fruito del piano freddo al pari di cittadini italiani - sono attive le strutture per il disagio sociale, nella misura ordinaria quindi a conclusione del piano freddo, a cui si accede previa valutazione dei servizi o nei posti di bassa soglia. Sono attive le strutture per persone in grave emarginazione sociale alle quali si accede attraverso i servizi sociali competenti per residenza, la struttura a bassa soglia per persone che necessitano di un periodo di sollievo dalla strada (15 giorni) attraverso l'Help center che valuta la fragilità della persona e assegna i posti disponibili seguendo la gravità della situazione individuale. Rispetto a questo una valutazione specifica è in atto ed ha coinvolto sia i servizi a bassa soglia che i servizi sociali del Comune di Bologna e mi viene riferito come questa valutazione abbia già prodotto il fatto che 47 persone straniere sono state collocate nelle strutture di protezione notturna, quindi nei dormitori della città, a secondo delle diverse vulnerabilità dal momento che quelle strutture hanno diverse caratteristiche, alcune dedicate a particolari vulnerabilità sociali o sanitarie. In realtà per tutti gli altri si è riavviato quel meccanismo di valutazione e presa in carico di quel bisogno a seconda delle vulnerabilità che normalmente viene realizzato”.
La domanda del consigliere comunale Gian Marco De Biase (Insieme Bologna)
“Premesso che da notizie di stampa si è appreso che le strutture predisposte per il piano freddo che accoglievano i circa 200 profughi rifugiati sono state chiuse lo scorso 31 marzo;si
chiede: al Sindaco e alla Giunta come pensano di gestire tale situazione in ragione del fatto che ora trovano riparo sui treni abbandonati, stazioni e per strada o dovunque ci si possa sdraiare”.
La risposta dell'assessore Luca Rizzo Nervo
"Gentile Consigliere,
stiamo parlando di persone che hanno fruito del piano freddo del Comune di Bologna, che ricordo potenziato quest'anno col 20% di posti in più per la consapevolezza, dimostrata previdente, dell'impatto del fenomeno migratorio anche sui nostri servizi ordinari, tema non solo rispetto al piano freddo che ci pone di fronte a situazioni complesse da affrontare e come, al termine del piano freddo che aveva una tempistica certa e ricorrente (dal 31 ottobre al 31 marzo), come passare da una misura che ha carattere di straordinarietà per numero di posti dell'accoglienza, a una situazione di ordinarietà che prevede una serie di strutture per il ricovero notturno - per dare accoglienza a persone che altrimenti vivrebbero per strada - che ha le sue regole e i suoi regolamenti approvati da quest'Aula. Nello specifico c'è anche il tema da affrontare dei richiedenti asilo, nella chiarezza che sia il Consigliere che quest'Aula hanno, ma che ribadisco una volta di più, che non tutti i migranti e non tutti i cittadini stranieri sono richiedenti asilo o profughi.
Si è parlato di 50 richiedenti asilo, abbiamo messo in campo una stretta collaborazione con la Prefettura, una verifica dello status di queste persone, i richiedenti asilo rispetto ai quali gli accordi sono quelli espressi la scorsa settimana, cioè sono stati segnalati alla Prefettura che ha il compito specifico, coloro che non avevano mai ricevuto misure di accoglienza o che pur con revoca di quell'accoglienza presentavano particolare vulnerabilità che ne motivavano un proseguo. La Prefettura sta procedendo compatibilmente con i flussi da sbarco ininterrotti ad inserire le 23 persone che presentano questi requisiti. Per quanto riguarda tutti gli altri, ad arrivare al numero di 50, si tratta di richiedenti asilo che hanno presentato e avviato la domanda di asilo presso altre Prefetture e territori italiani, presso i quali sono state attive la misura di accoglienza; dunque persone giunte sul nostro territorio, spesso giunte anche nel momento di chiusura del piano freddo e sono state avviate i contatti con le Prefetture e i territori di riferimento per un loro invio in quei territori e rispetto a una responsabilità di quelle Prefetture.
Al di fuori di queste condizioni, quindi per tutti gli altri non richiedenti asilo - sono cittadini stranieri che hanno fruito del piano freddo al pari di cittadini italiani - sono attive le strutture per il disagio sociale, nella misura ordinaria quindi a conclusione del piano freddo, a cui si accede previa valutazione dei servizi o nei posti di bassa soglia. Sono attive le strutture per persone in grave emarginazione sociale alle quali si accede attraverso i servizi sociali competenti per residenza, la struttura a bassa soglia per persone che necessitano di un periodo di sollievo dalla strada (15 giorni) attraverso l'Help center che valuta la fragilità della persona e assegna i posti disponibili seguendo la gravità della situazione individuale. Rispetto a questo una valutazione specifica è in atto ed ha coinvolto sia i servizi a bassa soglia che i servizi sociali del Comune di Bologna e mi viene riferito come questa valutazione abbia già prodotto il fatto che 47 persone straniere sono state collocate nelle strutture di protezione notturna, quindi nei dormitori della città, a secondo delle diverse vulnerabilità dal momento che quelle strutture hanno diverse caratteristiche, alcune dedicate a particolari vulnerabilità sociali o sanitarie. In realtà per tutti gli altri si è riavviato quel meccanismo di valutazione e presa in carico di quel bisogno a seconda delle vulnerabilità che normalmente viene realizzato”.