Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Simona Lembi
Si trasmette l'intervento d'inizio seduta della consigliera Simona Lembi (Partito Democratico) sul caso di Fatima."Ad una adolescente, a Bologna, sono stati tagliati i capelli a zero. A scuola, a Bologna, si sono resi conto di un gesto insolito, enor...
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Si trasmette l'intervento d'inizio seduta della consigliera Simona Lembi (Partito Democratico) sul caso di Fatima.
"Ad una adolescente, a Bologna, sono stati tagliati i capelli a zero. A scuola, a Bologna, si sono resi conto di un gesto insolito, enorme, accompagnato da parole di grande disagio da parte della minore. L'insegnante ha informato la Preside che a sua volta ha denunciato l'accaduto. La ragazza, oggi si trova in una struttura protetta e in corso di accertamento è la situazione di due sorelle. Attenderemo con rispetto e attenzione il pronunciamento del tribunale dei minori in merito. Noi per primi dobbiamo evitare di incorrere in strumentalizzazioni usando parole caute, equilibrate, di grande equilibrio e provando a trasformare un fatto orribile in un momento per capire meglio questi fenomeni, cosa ci dicono, cosa nascondono; se i servizi pubblici, in particolare quelli sociali, ma non solo, (forze dell'ordine) sono capaci di intercettare questi disagi e come possono migliorare nel farlo; come noi vogliamo affrontare casi come questo.
Sul primo punto non nascondo una preoccupazione crescente. Non mi risulta esistano dati precisi sul fenomeno. Esistono studi, abbiamo letto di autorevoli opinioni di docenti universitari ed esperti. Certamente esistono numeri sui casi seguiti dai servizi, sulle denunce effettuate.
Ipotizzo che, trattandosi di violenza, valga la stessa dinamica di sempre: quanto emerge, quanto diventa pubblico, è' solo la punta di un iceberg; di certo, stando al tam tam che emerge dai social, su cui molte mamme si esprimono, pare non trattarsi di un singolo caso.
A questo proposito anticipo al Consiglio di avere chiesto udienza conoscitiva sia sulla tratta per fine sessuali, sia sui matrimoni forzati, combinati, precoci, questioni che ho seguito fin dal precedente mandato e che occorre nuovamente nominare perché entrino nel dibattito pubblico.
Sulla seconda questione ricordo che ANCI nazionale nel 2014 ha sottoscritto un protocollo di intesa con l'associazione DIRE (centri antiviolenza) che prevede, tra molte azioni, linee guida per l'intervento è la costruzione di rete tra i centri antiviolenza e i servizi sociali del Comuni d'Italia. Per esempio: promuovere l’inserimento nei Piani Sociali di Zona di un Centro antiviolenza in ogni ambito territoriale e di una Casa di accoglienza per donne maltrattate in funzione del numero degli abitanti; favorire l’integrazione e la messa in rete nel sistema dei servizi sociali, sanitari e di giustizia; favorire l’istituzione di tavoli tecnici che prevedano il coinvolgimento di tutti gli attori interessati al fine di verificare la possibilità di sostenere concretamente le donne vittime della violenza di genere e i loro figli/e minori; promuovere l’attivazione di percorsi di formazione mirati per operatrici e operatori dell’area psicosociale, sanitaria e di giustizia, per gli amministratori pubblici, la polizia municipale e i nuclei di specializzati; incentivare l’elaborazione di programmi di informazione e sensibilizzazione
Si tratta di un Protocollo ben più ampio, sottoscritto anche da ANCI regionale. Chiederò una verifica sul lavoro svolto, ben sapendo che ANCI e la Rete dire sono pronti al rinnovo del protocollo aggiornandolo anche per meglio rispondere a casi come quello di Bologna.
Infine, il punto che mi interessa di più: ho scelto, come si può ben notare, un approccio molto pratico e molto concreto, ma dietro a questo non ometto mai di dire che c'è la politica. Anzi, che proprio su questo occorrerebbe dire come si intende agire!
Di fronte a casi come questo, per affrontarli e risolverli, è meglio agire politiche populiste, che agitano la paura, egoiste fino in fondo come le destre amano dire 'prima gli italiani' (che ovviamente qui vuole dire 'prima i bolognesi' e io non ho mai capito se qui valgano prima quelli di San Lazzaro o di Casalecchio. Oppure se non valga la pena di far prevalere un'altra logica: quella per cui prevalgono i diritti, i principi costituzionali, quelli sanciti nelle carte dei diritti umani e dell'infanzia?
Nel nostro caso, quindi, il principio di parità, di contrasto alle discriminazioni, di diritto dovere dei genitori di educare i figli e le figlie nel rispetto dei loro diritti, della personalità e di legittime ispirazioni naturali, l'articolo del Codice Civile che viene letto davanti ad ogni coppia che sceglie di unirsi in matrimonio in Comune.
Presento, a questo proposito, un ordine del giorno, felice che ne siano stati presentati altri 3 sullo stesso argomento nella seduta odierna. Auspico le commissioni consiliari possano essere convocate rapidamente per discuterlo subito e che si arrivi ad un ordine del giorno comune".