Comunicati stampa

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Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Federica Mazzoni


Si trasmette l'intervento d'inizio seduta della consigliera Federica Mazzoni (Partito Democratico) sul servizio di emergenza del 118 a Bologna.
“È di pochi giorni fa la notizia che l'Ordine dei Medici della provincia di Bologna ha san...

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Si trasmette l'intervento d'inizio seduta della consigliera Federica Mazzoni (Partito Democratico) sul servizio di emergenza del 118 a Bologna.

“È di pochi giorni fa la notizia che l'Ordine dei Medici della provincia di Bologna ha sanzionato, con la sospensione a 6 mesi dall'esercizio professionale, il Direttore Sanitario dell'Azienda USL di Bologna. Una sanzione molto dura che si aggiunge a quella analoga comminata al Direttore del Dipartimento Emergenza Urgenza della nostra AUSL e ad altri medici 6 dell'Ordine di Bologna e a 3 di altri Ordini in regione.
La loro presunta colpa? Avere seguito le Linee Guida emanate dalla Regione Emilia-Romagna in merito all'impiego di personale infermieristico per lo svolgimento del servizio di emergenza sanitaria territoriale. Ovvero il non avere bloccato una presunta "istigazione all'abuso della professione medica" che si concretizzerebbe nel fatto che alcune ben definite e puntuali azioni assistenziali denominate "salvavita" possano essere effettuate da infermieri, in questo caso operativi da anni sulle ambulanze del 118 della nostra regione con risultati ottimi e oggettivamente misurabili.

La personale solidarietà a questi medici che intendo qui esprimere, si aggiunge a quella già dimostrata dall'Assessore Rizzo Nervo, dall'USL di Bologna, dal Collegio degli Infermieri di Bologna, dai Sindacati CGIL, CISL e UIL.

Ma oltre alla solidarietà la domanda che pongo è: cui prodest? A chi giova mettere in dubbio che i cittadini non siano tutelati al meglio con l'attuale configurazione del personale preposto alle emergenze? Perché instillare, fomentare il dubbio quando sono i dati a confutarne la fondatezza?

La normativa regionale prevede l'intervento di personale infermieristico appositamente formato -ovviamente- per migliorare la tempestività e l'appropriatezza dell'intervento in emergenza complessivamente inteso. I protocolli operativi vengono predisposti da personale medico e validati dal responsabile di ciascun servizio di emergenza territoriale, sempre da indicazioni date dalla Regione. Il Parlamento ha appena approvato una legge sul tema della tutela del paziente e della responsabilità professionale sanitaria nella quale viene espressamente indicato come elemento fondante del corretto comportamento professionale l'operare richiamandosi a linee guide, protocolli e buone pratiche riconosciute tali dalla comunità scientifica.

Inoltre tali procedure si inseriscono in maniera coerente nel processo di riforma della professione infermieristica intesa non più solo come figura ausiliaria del medico, ma come professione dotata di autonomia e proprie competenze, cosa che ha consentito negli ultimi venti anni di implementare scelte organizzative più efficaci nello svolgimento del servizio di emergenza territoriale del 118. Tali procedure, predisposte dalle Aziende sanitarie locali attraverso percorsi formativi ad hoc, hanno favorito l'omogeneità della pratica assistenziale e la cooperazione tra professionisti, fondata su modelli standardizzati e validati nel rispetto delle specifiche responsabilità professionali e in coerenza con altre esperienze nazionali e internazionali che hanno dimostrato l'importanza dell'intervento infermieristico avanzato per il miglioramento delle possibilità di sopravvivenza dei pazienti.

 

Dunque, la decisione sanzionatoria intrapresa dall'Ordine dei Medici si configura, come giustamente ha fatto notare l'assessore Rizzo Nervo, come un conflitto istituzionale tra un ordine professionale e chi ha la responsabilità di organizzare il servizio sanitario seguendo le vigente normative: forse il Direttore Sanitario Fioritti avrebbe dovuto disattendere, infrangere la legge regionale? È evidente l'urgenza e la necessità dell'intervento della Ministra della Salute come richiesto da più parti dal PD. Anche perché una questione di tale portata non può essere rimessa solo alla competenza di uno o più ordini professionali, è questione di sostanza sanitaria che non può essere considerata a macchia di leopardo, in base alle volontà e alle capacità territoriali, è senza dubbio problema nazionale che richiede presa di decisione centrale.

In conclusione quanto più mi preme rimarcare qui è che logiche corporative di un ordine professionale non interessano la collettività, a maggior ragione non devono danneggiarla. E mi interessa rimarcare quanto la collaborazione fra personale medico e personale infermieristico garantisca la sicurezza e la migliore presa in carico per i cittadini e le cittadine che si trovano nella necessità di essere prontamente curati”.

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:37
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