Question Time, chiarimenti sul rapporto sulla povertà di Save the Children
L'assessore al Welfare Luca Rizzo Nervo ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega nord) sul rapporto sulla povertà di Save the Children. La domanda della cons...
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L'assessore al Welfare Luca Rizzo Nervo ha risposto questa mattina, in sede di Question Time, alla domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega nord) sul rapporto sulla povertà di Save the Children.
La domanda della consigliera Borgonzoni
"Povertà relativa per un bimbo su 10 e cresce l'abbandono scolastico. Povertà relativa, non assoluta ovvero difficoltà economiche nella fruizione di beni e servizi" Sono a chiedere una valutazione politica amministrativa su questo allarmante dato, se l'amministrazione ne aveva già avuto il sentore anche prima che uscisse pubblicamente il rapporto. Tra le denunce sul nostro territorio (denuncia fatta sulla stampa in data odierna) ci sono addirittura dirigenti scolastici costretti a portare vestiti e righelli per il crescente disagio delle famiglie. Chiedo se l’Amministrazione non ritenga doveroso intervenire per invertire questo trend oggi negativo considerato che i bambini sono il futuro di ogni società".
La risposta dell'assessore Rizzo Nervo
"Rispondo facilmente alla domanda se abbiamo anche noi, dalla percezione dei nostri servizi sociali, dalla rete dei più in generale dei servizi della nostra città, la percezione di un'impoverimento progressivo che riguarda lo specifico dei minori, in conseguenza dell'impoverimento delle famiglie, e ovviamente la risposta è una risposta affermativa. Abbiamo visto progressivamente, ma con una dinamica anche piuttosto rapida, un impatto forte della crisi economica che ormai da otto anni riguarda la nostra città come tutto il resto del mondo, che si è tradotta anche in una crisi di natura sociale mettendo in evidenza nuovi bisogni, mettendo in evidenza delle fragilità, anche per fasce sociali che fino ad oggi erano totalmente al riparo dai rischi di un'esposizione sociale. Questo comporta tra l'altro un problema in più, cioè che persone che si credevano al riparo dal bisogno sociale spesso hanno una difficoltà anche a esprimere questo bisogno, e quindi talvolta il bisogno viene espresso quando è già in una fase conclamata e quindi più complessa la presa in carico. Questo già da tempo ha orientato e sta orientando anche le scelte di questo inizio mandato, sta orientandoci a rivedere gli strumenti del lavoro sociale in questa città, a immaginare di uscire sempre di più da dinamiche di intervento per singoli target, ma di affrontare il bisogno nella sua trasversalità. Certamente anche il tema della povertà minorile si inserisce in un'attenzione che certo ha alcuni elementi di intervento specifici, ovviamente che riguardano anche strumenti di lavoro sociale specifici, come ad esempio i servizi sociali dedicati ai minori e alle famiglie, che appunto hanno necessità di essere inserite in una strategia più complessiva che chiede anche, e qui vengo anche alla specificità del tema dell'abbandono scolastico e di conseguenza di progressivo impoverimento delle famiglie, quindi di povertà minorile, cercando appunto di integrare le politiche e gli interventi in maniera trasversale.
Certamente non è oggi il giorno in cui portare degli esiti, ma certamente l'introduzione di uno strumento dedicato alla lotta alla povertà, come il sostegno all'inclusione attiva che è proprio finalizzata ai nuclei familiari, e quindi ha come focus le famiglie. E contiamo che sia, ancorché con un tema di accesso che stiamo affrontando anche nella relazione col ministero, perché certamente le 'regole di ingaggio' rispetto a questo strumento sono troppo limitative rispetto a quello che è il bisogno per come lo percepiamo, e quindi il rischio che di fronte a una scelta giusta e importante, che peraltro ha visto Bologna essere una delle 12 città che ha sperimentato questo sistema attraverso la social card, crediamo appunto che vadano ampliati i margini per rendere questo strumento pienamente operativo. Che ripeto è uno strumento dedicato al tema della povertà a cui, verosimilmente, in un iter consiliare che sta procedendo e che dovrebbe vedere il suo compimento entro il mese di gennaio, si affiancherà uno strumento analogo che è quello del reddito di solidarietà che è all'attenzione in questo momento dell'Assemblea legislativa dell'Emilia Romagna.
Nello specifico in merito alla dispersione scolastica e alle azioni attivate dall'Amministrazione, è bene ricordare come il Comune di Bologna, i quartieri, l'Ufficio V- Ambito territoriale di Bologna hanno sottoscritto con gli Istituti Comprensivi del territorio comunale, comprendenti scuole primarie e scuole secondarie di primo grado, una convenzione tuttora in vigore, che ha come obiettivo lo sviluppo della rete dei servizi e degli interventi a favore degli alunni e delle loro famiglie in materia di promozione del benessere, prevenzione del disagio scolastico, educativo, sociale e contrasto ai fenomeni di dispersione scolastica, oltre ad agevolare l'orientamento scolastico, favorendo il raccordo tra la scuola, i servizi educativi e i servizi sociali di zona, l'iterazione fra questi servizi sarà e dovrà essere sempre di più uno strumento di questa strategia di contrasto e le attività extrascolastiche presenti sul territorio.
Per favorire le sinergie tra ente, scuole e famiglia, oltre che con gli alunni, ogni singolo quartiere ha inoltre individuato un educatore del Servizio educativo scolastico territoriale come referente dell'Istituto comprensivo per implementare forme di progettazione ed intervento comuni ai fini della promozione del benessere e della prevenzione del disagio rilevato in ambito scolastico.
In merito alla dispersione scolastica si segnala che nell'anno scolastico 2015/16 sono pervenute dai Dirigenti scolastici del primo e secondo ciclo d'istruzione complessivamente 121 segnalazioni di evasione dell'obbligo scolastico, nello specifico 60 per quanto riguarda la scuola primaria, 35 per la scuola secondaria di 1° grado, 26 segnalazioni per la scuola secondaria di 2° grado.
Quindi rispetto al tema della dispersione scolastica con le misure che sono già in campo e quelle che stiamo mettendo in campo contiamo che, pur in un fenomeno che ha una portata epocale, possano sortire dei risultati positivi e un'incidenza effettiva sulla povertà anche in ambito minorile".
La domanda della consigliera Borgonzoni
"Povertà relativa per un bimbo su 10 e cresce l'abbandono scolastico. Povertà relativa, non assoluta ovvero difficoltà economiche nella fruizione di beni e servizi" Sono a chiedere una valutazione politica amministrativa su questo allarmante dato, se l'amministrazione ne aveva già avuto il sentore anche prima che uscisse pubblicamente il rapporto. Tra le denunce sul nostro territorio (denuncia fatta sulla stampa in data odierna) ci sono addirittura dirigenti scolastici costretti a portare vestiti e righelli per il crescente disagio delle famiglie. Chiedo se l’Amministrazione non ritenga doveroso intervenire per invertire questo trend oggi negativo considerato che i bambini sono il futuro di ogni società".
La risposta dell'assessore Rizzo Nervo
"Rispondo facilmente alla domanda se abbiamo anche noi, dalla percezione dei nostri servizi sociali, dalla rete dei più in generale dei servizi della nostra città, la percezione di un'impoverimento progressivo che riguarda lo specifico dei minori, in conseguenza dell'impoverimento delle famiglie, e ovviamente la risposta è una risposta affermativa. Abbiamo visto progressivamente, ma con una dinamica anche piuttosto rapida, un impatto forte della crisi economica che ormai da otto anni riguarda la nostra città come tutto il resto del mondo, che si è tradotta anche in una crisi di natura sociale mettendo in evidenza nuovi bisogni, mettendo in evidenza delle fragilità, anche per fasce sociali che fino ad oggi erano totalmente al riparo dai rischi di un'esposizione sociale. Questo comporta tra l'altro un problema in più, cioè che persone che si credevano al riparo dal bisogno sociale spesso hanno una difficoltà anche a esprimere questo bisogno, e quindi talvolta il bisogno viene espresso quando è già in una fase conclamata e quindi più complessa la presa in carico. Questo già da tempo ha orientato e sta orientando anche le scelte di questo inizio mandato, sta orientandoci a rivedere gli strumenti del lavoro sociale in questa città, a immaginare di uscire sempre di più da dinamiche di intervento per singoli target, ma di affrontare il bisogno nella sua trasversalità. Certamente anche il tema della povertà minorile si inserisce in un'attenzione che certo ha alcuni elementi di intervento specifici, ovviamente che riguardano anche strumenti di lavoro sociale specifici, come ad esempio i servizi sociali dedicati ai minori e alle famiglie, che appunto hanno necessità di essere inserite in una strategia più complessiva che chiede anche, e qui vengo anche alla specificità del tema dell'abbandono scolastico e di conseguenza di progressivo impoverimento delle famiglie, quindi di povertà minorile, cercando appunto di integrare le politiche e gli interventi in maniera trasversale.
Certamente non è oggi il giorno in cui portare degli esiti, ma certamente l'introduzione di uno strumento dedicato alla lotta alla povertà, come il sostegno all'inclusione attiva che è proprio finalizzata ai nuclei familiari, e quindi ha come focus le famiglie. E contiamo che sia, ancorché con un tema di accesso che stiamo affrontando anche nella relazione col ministero, perché certamente le 'regole di ingaggio' rispetto a questo strumento sono troppo limitative rispetto a quello che è il bisogno per come lo percepiamo, e quindi il rischio che di fronte a una scelta giusta e importante, che peraltro ha visto Bologna essere una delle 12 città che ha sperimentato questo sistema attraverso la social card, crediamo appunto che vadano ampliati i margini per rendere questo strumento pienamente operativo. Che ripeto è uno strumento dedicato al tema della povertà a cui, verosimilmente, in un iter consiliare che sta procedendo e che dovrebbe vedere il suo compimento entro il mese di gennaio, si affiancherà uno strumento analogo che è quello del reddito di solidarietà che è all'attenzione in questo momento dell'Assemblea legislativa dell'Emilia Romagna.
Nello specifico in merito alla dispersione scolastica e alle azioni attivate dall'Amministrazione, è bene ricordare come il Comune di Bologna, i quartieri, l'Ufficio V- Ambito territoriale di Bologna hanno sottoscritto con gli Istituti Comprensivi del territorio comunale, comprendenti scuole primarie e scuole secondarie di primo grado, una convenzione tuttora in vigore, che ha come obiettivo lo sviluppo della rete dei servizi e degli interventi a favore degli alunni e delle loro famiglie in materia di promozione del benessere, prevenzione del disagio scolastico, educativo, sociale e contrasto ai fenomeni di dispersione scolastica, oltre ad agevolare l'orientamento scolastico, favorendo il raccordo tra la scuola, i servizi educativi e i servizi sociali di zona, l'iterazione fra questi servizi sarà e dovrà essere sempre di più uno strumento di questa strategia di contrasto e le attività extrascolastiche presenti sul territorio.
Per favorire le sinergie tra ente, scuole e famiglia, oltre che con gli alunni, ogni singolo quartiere ha inoltre individuato un educatore del Servizio educativo scolastico territoriale come referente dell'Istituto comprensivo per implementare forme di progettazione ed intervento comuni ai fini della promozione del benessere e della prevenzione del disagio rilevato in ambito scolastico.
In merito alla dispersione scolastica si segnala che nell'anno scolastico 2015/16 sono pervenute dai Dirigenti scolastici del primo e secondo ciclo d'istruzione complessivamente 121 segnalazioni di evasione dell'obbligo scolastico, nello specifico 60 per quanto riguarda la scuola primaria, 35 per la scuola secondaria di 1° grado, 26 segnalazioni per la scuola secondaria di 2° grado.
Quindi rispetto al tema della dispersione scolastica con le misure che sono già in campo e quelle che stiamo mettendo in campo contiamo che, pur in un fenomeno che ha una portata epocale, possano sortire dei risultati positivi e un'incidenza effettiva sulla povertà anche in ambito minorile".