Question Time, chiarimenti sul Teatro Comunale
L'assessore alla Cultura, Bruna Gambarelli, ha risposto alla domanda d'attualità del consigliere Federico Martelloni (Coalizione civica) sul Teatro Comunale.La domanda d'attualità del consigliere Martelloni"In relazione alle notizie sul...
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L'assessore alla Cultura, Bruna Gambarelli, ha risposto alla domanda d'attualità del consigliere Federico Martelloni (Coalizione civica) sul Teatro Comunale.
La domanda d'attualità del consigliere Martelloni
"In relazione alle notizie sul Teatro Comunale e alle sollecitazioni pervenute da esponenti del mondo della cultura e dell'imprenditoria, chiede al Sindaco e alla Giunta:
quali valutazioni esprimano rispetto all'eventuale declassamento del Teatro Comunale e alle ricadute - economiche, culturali, occupazionali - che un tale evento comporterebbe per la città;
come intendano intervenire per una eventuale riorganizzazione del Teatro nel quadro della legge n. 160/2016".
La risposta dell'assessore Gambarelli
Grazie presidente e grazie al consigliere Martelloni, come sapete il nostro teatro sta attraversando un momento veramente complesso. Non sempre il silenzio, perlomeno quello mediatico, coincide con il disinteressamento. Ogni giorno teniamo a mente questa questione e lavoriamo attorno ad un progetto per il rilancio del Teatro Comunale di Bologna. E 'vero, è stato un anno assolutamente straordinario, in termini di offerta e di qualità delle produzioni prima di tutto e anche perché abbiamo visto il teatro popolarsi di giovani e questo non può che farci piacere. E' la nostra più importante istituzione culturale e ha ragione il consigliere Martelloni quando dice che se perdiamo il Teatro Comunale perde tutta la città. E' un punto veramente fondamentale e sul quale stiamo lavorando in maniera indefessa e quotidiana. Voglio ora entrare nel merito delle domande più specifiche del consigliere Martelloni che mi permettono di mettervi al corrente sul alcune questioni tecniche che non sono affatto secondarie nell'ambito di questa questione e delle eventuali prospettive.
L’eventuale declassamento e qualsiasi ricaduta economica e occupazionale troveranno sostanza nei termini in cui il Mibact eserciterà la legge delega per la revisione dell'ordinamento del settore delle Fondazioni Lirico Sinfoniche che avverrà entro il giugno 2017. Nella legge delega si prevede che i “Teatri Lirici”, settore del tutto nuovo ed innovativo che sostituirà per alcuni teatri la precedente condizione di Fondazione Lirico Sinfonica, non avranno più per legge il sostegno ed il controllo dello Stato. Facile dunque prevedere una contrazione del contributo statale. A seguito di tutto ciò le ricadute occupazionali e culturali potrebbero subire contrazioni tali da mettere in discussione l’ Istituzione stessa, almeno intesa e concepita secondo gli attuali schemi ed ambiti. Vorrei sottolineare che c'è una differenza tra Teatro Lirico e Teatro di Tradizione. Quindi abbiamo le Fondazioni Lirico Sinfoniche, abbiamo il Teatro Lirico e il Teatro di Tradizione, quest'ultimo non prevede dipendenti artistici e tecnici a tempo indeterminato. Quindi una differenza veramente sostanziale. La parte relativa al Teatro Lirico però e è stata recentemente introdotta e non è stata ancora successivamente dettagliata, quindi siamo ancora in attesa di comprendere dal ministero che cosa si intende fare rispetto a quest'area.
E' stata anche introdotta la legge 160/2016 che appunto era oggetto di questa domanda posta dal consigliere Martelloni. Vorrei specificare che questa legge impone - non è una scelta - impone misure drastiche obbligatorie quali azioni di carattere straordinario, da adottarsi nei confronti del personale dipendente, per ottenere pareggi di bilancio economico, pena la liquidazione coatta e amministrativa della Fondazione. Il legislatore non consente più dal 2016 la chiusura di bilanci in perdita, e stabilisce misure eccezionali atte a garantirne la possibilità per la durata del prossimo biennio. Il previsto riassetto ordinamentale definirà successivamente gli ambiti in cui le attuali Fondazioni potranno operare, a partire dall’esercizio 2019, sempre e solo se sussisteranno nel frattempo i pareggi economici a partire dall’esercizio 2016, Vi ricordo che siamo nell'ambito di una transizione. Si opererà dunque in un periodo di transizione, con estrema attenzione ai pareggi economici, per acquisire in maniera definitiva i nuovi assetti organizzativi con l’esercizio 2019, nel chiaro e palese intento di mantenere il Teatro Comunale di Bologna nel settore delle Fondazioni Lirico Sinfoniche, dichiarate di interesse nazionale e sovvenzionate principalmente dallo Stato, tramite il Fondo Unico dello Spettacolo. Quindi capite che siuamno in una fase di transizione estremamente complessa e ripeto, il silenzio non significa che non ce ne stiamo occupando, la fase è delicatissima e ci sono ancora molti elementi che non sono giunti a totale chiarificazione. Grazie"
La domanda d'attualità del consigliere Martelloni
"In relazione alle notizie sul Teatro Comunale e alle sollecitazioni pervenute da esponenti del mondo della cultura e dell'imprenditoria, chiede al Sindaco e alla Giunta:
quali valutazioni esprimano rispetto all'eventuale declassamento del Teatro Comunale e alle ricadute - economiche, culturali, occupazionali - che un tale evento comporterebbe per la città;
come intendano intervenire per una eventuale riorganizzazione del Teatro nel quadro della legge n. 160/2016".
La risposta dell'assessore Gambarelli
Grazie presidente e grazie al consigliere Martelloni, come sapete il nostro teatro sta attraversando un momento veramente complesso. Non sempre il silenzio, perlomeno quello mediatico, coincide con il disinteressamento. Ogni giorno teniamo a mente questa questione e lavoriamo attorno ad un progetto per il rilancio del Teatro Comunale di Bologna. E 'vero, è stato un anno assolutamente straordinario, in termini di offerta e di qualità delle produzioni prima di tutto e anche perché abbiamo visto il teatro popolarsi di giovani e questo non può che farci piacere. E' la nostra più importante istituzione culturale e ha ragione il consigliere Martelloni quando dice che se perdiamo il Teatro Comunale perde tutta la città. E' un punto veramente fondamentale e sul quale stiamo lavorando in maniera indefessa e quotidiana. Voglio ora entrare nel merito delle domande più specifiche del consigliere Martelloni che mi permettono di mettervi al corrente sul alcune questioni tecniche che non sono affatto secondarie nell'ambito di questa questione e delle eventuali prospettive.
L’eventuale declassamento e qualsiasi ricaduta economica e occupazionale troveranno sostanza nei termini in cui il Mibact eserciterà la legge delega per la revisione dell'ordinamento del settore delle Fondazioni Lirico Sinfoniche che avverrà entro il giugno 2017. Nella legge delega si prevede che i “Teatri Lirici”, settore del tutto nuovo ed innovativo che sostituirà per alcuni teatri la precedente condizione di Fondazione Lirico Sinfonica, non avranno più per legge il sostegno ed il controllo dello Stato. Facile dunque prevedere una contrazione del contributo statale. A seguito di tutto ciò le ricadute occupazionali e culturali potrebbero subire contrazioni tali da mettere in discussione l’ Istituzione stessa, almeno intesa e concepita secondo gli attuali schemi ed ambiti. Vorrei sottolineare che c'è una differenza tra Teatro Lirico e Teatro di Tradizione. Quindi abbiamo le Fondazioni Lirico Sinfoniche, abbiamo il Teatro Lirico e il Teatro di Tradizione, quest'ultimo non prevede dipendenti artistici e tecnici a tempo indeterminato. Quindi una differenza veramente sostanziale. La parte relativa al Teatro Lirico però e è stata recentemente introdotta e non è stata ancora successivamente dettagliata, quindi siamo ancora in attesa di comprendere dal ministero che cosa si intende fare rispetto a quest'area.
E' stata anche introdotta la legge 160/2016 che appunto era oggetto di questa domanda posta dal consigliere Martelloni. Vorrei specificare che questa legge impone - non è una scelta - impone misure drastiche obbligatorie quali azioni di carattere straordinario, da adottarsi nei confronti del personale dipendente, per ottenere pareggi di bilancio economico, pena la liquidazione coatta e amministrativa della Fondazione. Il legislatore non consente più dal 2016 la chiusura di bilanci in perdita, e stabilisce misure eccezionali atte a garantirne la possibilità per la durata del prossimo biennio. Il previsto riassetto ordinamentale definirà successivamente gli ambiti in cui le attuali Fondazioni potranno operare, a partire dall’esercizio 2019, sempre e solo se sussisteranno nel frattempo i pareggi economici a partire dall’esercizio 2016, Vi ricordo che siamo nell'ambito di una transizione. Si opererà dunque in un periodo di transizione, con estrema attenzione ai pareggi economici, per acquisire in maniera definitiva i nuovi assetti organizzativi con l’esercizio 2019, nel chiaro e palese intento di mantenere il Teatro Comunale di Bologna nel settore delle Fondazioni Lirico Sinfoniche, dichiarate di interesse nazionale e sovvenzionate principalmente dallo Stato, tramite il Fondo Unico dello Spettacolo. Quindi capite che siuamno in una fase di transizione estremamente complessa e ripeto, il silenzio non significa che non ce ne stiamo occupando, la fase è delicatissima e ci sono ancora molti elementi che non sono giunti a totale chiarificazione. Grazie"