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Consiglio comunale, intervento d'inizio seduta della consigliera Federica Mazzoni

Di seguito l'intervento d'inizio seduta della consigliera Federica Mazzoni (Partito democratico)"Verità e giustizia per Pier Paolo PasoliniNella notte tra il 1' e il 2 novembre del 1975 all'idroscalo di Ostia è stato ucciso Pier Paolo P...

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Di seguito l'intervento d'inizio seduta della consigliera Federica Mazzoni (Partito democratico)

"Verità e giustizia per Pier Paolo Pasolini
Nella notte tra il 1' e il 2 novembre del 1975 all'idroscalo di Ostia è stato ucciso Pier Paolo Pasolini. Sono passati quindi 41 anni dal suo omicidio, la cui versione ufficiale, da processo passato in giudicato nel 1976, è di omicidio a sfondo sessuale a carico dell'allora diciassettenne Giuseppe Pelosi. Ma questa verità giudiziaria non soddisfa, soprattutto alla luce di elementi di novità essenziali emersi nel corso dell'ultima indagine condotta dalla Procura di Roma nel 2015, tali per cui l'intera dinamica dell'omicidio viene messa in discussione.
Cercherò di fare una elencazione di alcuni elementi, a mio avviso rilevanti, che non possono essere taciuti o cadere nell'indifferenza:
-numerosi testimoni oculari e persone informate sui fatti hanno descritto la presenza all'idroscalo di Ostia di almeno 6-7 persone attive nel linciaggio e di almeno due macchine nella notte in cui si consumò il delitto e hanno riferito che la vittima fu sentita gridare richieste di aiuto;
- dei testimoni che hanno in anni recenti ricostruito orari e dinamica degli eventi incompatibili con la tesi dell’autore unico dell’omicidio hanno affermato che le loro testimonianze non sono mai stati verbalizzati dagli organi di Polizia all'epoca dei fatti.

E poi è doveroso considerare, oltre alla dinamica dell'omicidio, il contesto nel quale matura e avviene il delitto, e qui si apprendono coincidenze che probabilmente casuali non sono:
-nell’agosto del 1975, furono sottratti dagli stabilimenti della società Tecnikolor di Roma alcune bobine di girato del film “Salò o le 120 giornate di Sodoma” e che parte di tale girato era stato effettuato nel 1974 dal regista in località Gardelletta di Marzabotto nei luoghi ove si era consumato 30 anni prima l’eccidio di 800 civili da parte delle truppe nazifasciste e che, in base a dichiarazioni rese dall’amico regista di Pier Paolo Pasolini Sergio Citti, era stato chiesto prima un riscatto per la riconsegna delle bobine e poi un’offerta di riconsegna gratuita del materiale, proprio nella sera tra il 1° e il 2 novembre del 1975;
-solo nel corso dell’ultima indagine giudiziaria e nell’arco di numerosi anni e di altre inchieste sui rapporti tra eversione di destra-apparati deviati dello Stato e loggia massonica P2 è stato possibile comprendere che l’intero collegio peritale che ‘difese' il giovane Giuseppe Pelosi nel giudizio del 1976 avanti al Tribunale per i Minorenni di Roma era composto da elementi afferenti alla stessa loggia eversiva capeggiata da Licio Gelli;
-dall’analisi della criminalità romana in cui maturò l’agguato a Pasolini sono emerse figure sulle cui attività indagarono appartenenti alle forze dell’ordine risultati in seguito alle attività di indagine svolte dalla Commissione di indagine sulla loggia massonica P2 presieduta dall’On. Tina Anselmi - da pochi giorni scomparsa e che anche in questo modo si desidera ringraziare e tenerne viva la memoria- iscritti anch’essi alla loggia massonica P2;

E poi il momento biografico e di produzione di Pasolini all'epoca:
- tra il 1972 e il 1975 Pasolini aveva ultimato la scrittura di gran parte del suo ‘romanzo summa’ "Petrolio" nel quale il tema cardine era quello dell’uso politico della cosiddetta “strategia della tensione” che dalla strage del 12 dicembre 1969 (Piazza Fontana), alle stragi di Piazza della Loggia a Brescia e del treno Italicus a Bologna nel 1974, aveva introdotto nel sistema politico italiano una variabile criminale in grado di rappresentare un condizionamento sistemico della democrazia italiana;
-da recenti indagini è emerso che Pier Paolo Pasolini per poter scrivere queste parti del volume stava svolgendo in proprio un’attività d’inchiesta, corrispondendo direttamente con personalità di Ordine Nuovo legato al Servizio Informazioni Difesa (SID), scrivendo poi sul Corriere della Sera articoli che avevano ad oggetto il tema della strategia della tensione e della ricerca della verità su quei terribili fatti di criminalità politica, anche in questi frangenti Pasolini aveva subito minacce di morte e aggressioni fisiche.

Si capiscono quindi bene le motivazioni con le quali lo scorso aprile a Bologna si è costituito il Comitato per la verità sull’omicidio di Pier Paolo Pasolini, presieduto dall'Avvocato Andrea Speranzoni, a cui aderiscono 1071 cittadini e cittadine bolognesi e numerose associazioni. Il Comitato bolognese ha chiesto ed appoggiato, assieme ad analoghi comitati costituiti in altre città italiane, la proposta di legge n. 57/15 (primo firmatario On. Paolo Bolognesi) volta ad istituite una Commissione parlamentare monocamerale di inchiesta per approfondire cause e contesti in cui venne perpetrato l’omicidio di Pier Paolo Pasolini.

Il legame di Pier Paolo Pasolini, uno dei più importanti scrittori e intellettuali europei del Novecento, con Bologna è noto: qui è nato nel 1922, e nella nostra città si è formato, prima al Liceo classico Galvani e poi alla Facoltà di Lettere dell'Università di Bologna. Ed è sempre a Bologna che dal 2004, in accordo con la volontà di Laura Betti, ha trovato dimora, presso la Fondazione Cineteca di Bologna, il Centro Studi - Archivio Pier Paolo Pasolini, diventato nel tempo sempre più un punto di riferimento nazionale e internazionale per gli studiosi. In occasione del 40' anniversario della sua morte, nel 2015, gli è stata dedicato nella nostra città il progetto "Più moderno di ogni moderno. Pasolini a Bologna, un insieme di iniziative promosse dal Comune di Bologna, nell'ambito delle iniziative Pasolini 1975/2015 riconosciute dal MiBACT - Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, tra cui la mostra "Offcina Pasolini" al MAMbo, promossa dalla Fondazione Cineteca, in collaborazione con l'Istituzione Bologna Musei e l'Università di Bologna.

Al termine di questo intervento, pertanto presento un ordine del giorno -di cui chiedo direttamente la discussione in Aula- nel quale invito il Consiglio, il Sindaco e la Giunta a sollecitare che la Camera dei Deputati si attivi con urgenza per calendarizzare in aula la proposta di legge n. 57/15 che prevede l’istituzione della predetta Commissione d'inchiesta. Questa proposta di legge prevede la durata della Commissione parlamentare di un anno e sei mesi, ma che per gli evidenti termini di fine legislatura vigente, dovrà essere emendata a un anno. Anche a fronte di questa necessaria riduzione di tempi di indagine è quantomai urgente che venga istituita e messa nelle condizioni di svolgere le proprie funzioni.

L'avvocato Andrea Speranzoni, nel suo intervento "L'Italia violenta degli anni Settanta", all'interno del volume "Pasolini e la televisione" a cura di Angela Felice del 2009 per Marsilio, osserva di come in italia si assista sovente -troppo spesso- al fenomeno della diluizione, del posticipo della verità giudiziaria; come se ci fosse una diretta proporzionalità fra il passaggio del tempo, laddove il processo è via via sempre meno scomodo e l'approssimarsi di una verità, sempre più ricca di dati e testimonianze accessibili ai magistrati.
Riflettendo proprio su questa considerazione ritengo importante e non più rinviabile dare finalmente giustizia a Pier Paolo Pasolini e indagare contesti determinanti a fatti terribili che hanno insanguinato la nostra storia democratica e repubblicana".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:35
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