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Rainbow Cities Network, Bologna ospita una delegazione Montenegrina per uno scambio sulle politiche antidiscriminatorie

L'assessora alle Pari opportunità Susanna Zaccaria introduce la due giorni con tecnici dei Comuni e associazioni LGBTI

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L'assessora alle Pari opportunità e differenze di genere, Diritti LGBTI, Contrasto alle discriminazioni, Susanna Zaccaria, ha accolto oggi a Palazzo d'Accursio una delegazione Montenegrina per una visita di studio sulle politiche LGBTI, promossa dal Consiglio d'Europa in collaborazione con la rete europea Rainbow Cities Network, della quale Bologna è entrata a far parte recentemente.

La delegazione Montenegrina si confronterà per due giorni con la delegazione del Comune di Bologna per uno scambio alla pari di buone pratiche sul contrasto alle discriminazioni basate sull'identità di genere e l'orientamento sessuale. Della delegazione fanno parte rappresentanti delle associazioni LGBTI di Bologna e un rappresentante della Città di Torino in qualità di segreteria nazionale della Re.A.Dy. (Rete Nazionale delle Pubbliche Amministrazioni contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere)

 

Di seguito il discorso di benvenuto dell'assessora Zaccaria ai partecipanti.

“Bologna è una città che ha una forte tradizione di tutela dei diritti della comunità LGBTI ed un'immagine di città accogliente in cui tutti i cittadini possono vivere liberamente la propria identità e il proprio orientamento sessuale.
Nel tempo sono state poste in essere numerose azioni che hanno ulteriormente messo in luce la città di Bologna in ambito nazionale.

Durante il vostro soggiorno incontrerete alcuni tra i rappresentanti delle principali realtà LGBTI del nostro territorio e potrete apprezzare direttamente la ricchezza di iniziative e la qualità delle attività che vengono svolte in favore della comunità LGBTI. Saranno invece i funzionari degli uffici comunali, in particolare la Dott. Manuela Corazza e la Dott. Lucia Fresa, a raccontare in modo approfondito quali sono le iniziative più rilevanti che il Comune ha intrapreso negli ultimi anni.

Bologna è stata la prima città italiana a concedere, nel 1982, uno spazio pubblico ad una associazione LGBTI (allora ancora questo termine non veniva utilizzato) per garantire loro una sede. Si trattava di una costruzione storica che si trova all'interno di una delle antiche porte di accesso alla città di Bologna, il Cassero di Porta Saragozza, dove in effetti l'associazione è rimasta fino al 2002. Da quel momento usufruisce di altro spazio, sempre in convenzione con il Comune di Bologna, che visiterete, dove vengono tenute molte attività e che è un vero e proprio riferimento per la comunità LGBTI bolognese e non solo. Ascolterete dal Presidente di Arcigay Bologna, Vincenzo Branà la descrizione delle attività che vengono svolte.

A Bologna si tengono alcune delle più importanti manifestazioni culturali a livello nazionale: cito tra tutte il festival Gender Bender, giunto alla 14a edizione, che propone un programma fatto di proiezioni cinematografiche, spettacoli di danza, teatro, mostre, convegni sulle rappresentazioni dell'identità di genere e di orientamento sessuale.

L'amministrazione appoggia pienamente le iniziative svolte dalle associazioni. Oltre al sostegno pubblico di tali attività, è altrettanto importante la scelta politica di mantenere l'attenzione sulla tutela dei diritti, evitando ogni forma di discriminazione anche istituzionale.

L'Amministrazione Comunale partecipa alle principali reti nazionali ed internazionali in tema di diritti LGBTI: aderisce alla Rete RE.A.DY rete nazionale delle pubbliche amministrazioni antidiscriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere, di cui è capofila per l'asse lavoro; aderisce poi alla Rainbow Cities Network rete internazionale di città impegnate in politiche locali antidiscriminatorie. La partecipazione ed il confronto con altre realtà, spesso appartenenti a paesi dotati di una legislazione più avanzata rispetto a quella italiana, consentono un vasto spazio di riflessione ed apprendimento di buone pratiche molto prezioso per una corretta lettura dei bisogni della comunità LGBTI.

Dopo le elezioni amministrative di quest'anno e la conferma del Sindaco Merola, è stato creato l'assessorato che mi è stato affidato e che ad oggi è l'unico in Italia ad essere interamente dedicato ai diritti, compresi quelli della comunità LGBTI, oltre alla lotta alla violenza alle donne e la lotta contro ogni forma di discriminazione, in continuità con tutte le azioni politiche che sono state intraprese negli anni passati.

In particolare, l'attenzione ai diritti LGBTI ha come obiettivo quello di continuare a collaborare con le associazioni in modo sistematico, cercando di definire insieme quali sono sul nostro territorio i bisogni della comunità LGBTI, sia rispetto agli obiettivi raggiunti sia per quanto riguarda nuovi bisogni che stanno nascendo.

Per quanto riguarda gli obiettivi raggiunti devo sottolineare che proprio quest'anno, il 20 maggio, il Parlamento ha approvato la legge n. 76 del 2016 che consente la celebrazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso. L'approvazione della legge ha scatenato forti polemiche nel mondo politico, visto che una parte rimane fortemente contraria alla tutela dei diritti LGBTI. La legge non equipara le unioni civili al matrimonio e non consente l'adozione, ma, nonostante questo, la sua approvazione è stata vissuta come un successo molto importante. Questo lo si vede anche durante le celebrazioni che sono sempre un evento davvero emozionante, dove emerge l'incredulità di coppie che stanno insieme a volte da molti anni e che non credevano di poter arrivare ad un pieno riconoscimento pubblico e giuridico del loro legame.

A Bologna il Sindaco ha celebrato la prima unione civile il 3 agosto e, dal mese di settembre, le unioni sono state inserite nel calendario della celebrazione dei matrimoni. Per le celebrazioni viene utilizzata la stessa sala, denominata Sala Rossa, per la precisa volontà di non creare differenze tra i due riti. Lo dico perchè in alcuni Comuni d'Italia, nonostante l'approvazione della legge, i Sindaci che appartengono ad un preciso orientamento politico si rifiutano di celebrare le unioni civili oppure lo fanno fare in ufficio, come un qualunque atto burocratico, cercando in ogni modo di svilire il contenuto dell'atto.

A Bologna l'unica differenza tra unione civile e matrimonio è che la rosa che l'amministrazione dona in omaggio è rossa nel caso del matrimonio e rainbow nel caso dell'unione civile.

Per quanto riguarda invece i nuovi bisogni, dobbiamo prendere atto che la comunità LGBTI bolognese è vasta e comprende persone con esigenze differenti. Tra tutti cito le persone provenienti da altri paesi, che risiedono sul territorio o sono rifugiati e richiedenti asilo, che possono subire discriminazioni dalle proprie comunità, proprio come nel loro paese di provenienza. Ci sono poi persone anziane che sono sole, non possono contare sul sostegno della famiglia e hanno bisogno di aiuti. Le politiche dei prossimi anni cercheranno di dare la giusta attenzione a queste esigenze e trovare soluzioni comuni.

Una particolare attenzione dovrà poi essere data ad ambiti particolari, quali ad esempio il mondo delle sport, dove si devono combattere gli stereotipi ed è necessario evitare ogni forma di discriminazione.

Infine, punto principale delle politiche dei prossimi anni, dovrà continuare ad essere l'educazione nelle scuole. Sia il Comune che le associazioni del territorio svolgono numerose attività nelle scuole per combattere gli stereotipi relativi all'identità sessuale. Sono profondamente convinta che la scuola sia una sede molto importante per queste attività e che l'educazione alla libertà altrui, al rispetto di scelte diverse da quelle precostituite e all'identità sia un obiettivo che dobbiamo continuare a perseguire con ogni mezzo”.

 

In allegato il programma dei lavori.

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:35
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