Comunicati stampa

Comunicati stampa

Consiglio comunale, l'intervento d'inizio seduta della consigliera Isabella Angiuli

Di seguito l'intervento d'inizio seduta della consigliera Isabella Angiuli (Partito Democratico) sulla situazione del Teatro comunale.
“Nel 2006, la Città di Bologna è stata dichiarata dall'Unesco Città Creativa della Musi...

Data:

:

Di seguito l'intervento d'inizio seduta della consigliera Isabella Angiuli (Partito Democratico) sulla situazione del Teatro comunale.

“Nel 2006, la Città di Bologna è stata dichiarata dall'Unesco Città Creativa della Musica patrimonio UNESCO. Circa 250 anni prima nel 1763, a Bologna veniva inaugurato il primo Teatro a carattere Comunale del Paese, si chiamava Teatro Pubblico.
Bologna era la prima e più avanzata città dove si superavano le dinamiche aristocratiche dei Teatri delle corti, per affermare il carattere popolare, pubblico, del Teatro. Da allora le assi del selciato della sala del Bibiena sono state solcate da artisti di calibro inestimabile, Wagner, Rossini, Mozart, ed eventi di grande rilevanza storica e culturale come lo schiaffo ricevuto da Arturo Toscanini dalla furia Fascista del ventennio, proprio perché in quel Teatro il maestro si rifiutò di eseguire l’inno del fascio
Recentemente, Riccardo Chailly, il maestro Gatti, registi del calibro di Werner Herzog, Liliana Cavani, Romeo Castellucci, Bob Wilson, lo stesso Lucio Dalla, hanno messo in scena la loro arte nel nostro Teatro.

Una grande storia, grandi competenze, arte pura, con la sua primaria importanza a livello nazionale. Eppure in questi ultimi anni l'abbiamo visto arrancare nella riorganizzazione, nella ricerca fondi e nell'adeguamento ad una complicata situazione nazionale dove le risorse sono sempre più matrigne nei confronti della cultura a favore di capitoli di spesa che si portano via quasi tutto, penso alla sanità.
Un teatro di valore Nazionale che però non vivrebbe senza le continue iniezioni di denaro pubblico del Comune e della Regione che responsabilmente hanno sempre risposto alla chiamata.

Io credo che siamo arrivati al punto che il Teatro si interroghi sull'essenza stessa del proprio ruolo all'interno della città e in seconda battuta ma non per importanza a livello nazionale ed internazionale.
Cosa fare perché possa continuare ad essere percepito come patrimonio culturale e identitario di tutti, in primis dei bolognesi?

Se la maggior parte dei bolognesi non ne comprende il valore, non lo percepisce come bene pubblico e quindi anche suo, poiché non vi si identifica culturalmente, come possiamo pensare che esso abbia un futuro come teatro comunale e teatro pubblico? È improbabile che ciò avvenga.
Anche la valorizzazione internazionale del Teatro e la sua attrattività in termini di compositori e artisti stranieri o anche di capitali di enti o benefattori viene di riflesso.
Se il teatro fosse in difficoltà, quanti cittadini sarebbero disposti a partecipare ad un presidio per difenderlo? A partecipare ad una campagna di sottoscrizione pubblica? Io come cittadina attiva e interessata al presidio della crescita culturale della nostra comunità non vi nascondo che sono molto preoccupata!

Preoccupata anche di come questo giacimento culturale versi a livello logistico perché è vero che piazza Verdi rappresenta ancora molti disagi ma mi chiedo anche cosa fa il Teatro per non essere ostaggio di piazza Verdi e via Zamboni, ma esserne attore di sviluppo?
Credo di interpretare il dispiacere di molti cittadini bolognesi che amano il Teatro così come amano la propria Città.

Il teatro può aiutare la Piazza e la Piazza può aiutare il Teatro, solo se questi due mondi si incontrano; viceversa sarebbe molto molto difficile una convivenza e una collaborazione.
Per questo motivo ho chiesto il 5 ottobre scorso un’udienza conoscitiva sul piano di risanamento del
teatro al fine di poter ricevere un’informazione articolata sulle politiche di sviluppo che il teatro comunale intende percorrere visto che a tutt’oggi e spero ancora per molto tempo esso rappresenti il più importante e potente polmone culturale della Città.

Da qualche tempo oramai si agita lo spettro del declassamento del teatro, una parola che personalmente non voglio neppure sentire. In conseguenza dei parametri dettati dalla legge n. 160 del 7 agosto 2016 all’art. 24, una sospensione dell'attività potrebbe portare al declassamento del teatro, ad un disimpegno del Ministero e a una ricaduta economica enorme sugli enti locali. A nulla varrebbero i 2500 abbonati e gli 80.000 ingressi all'anno.
Ognuno di noi può avere le proprie idee sullo sviluppo del teatro, credo sia importante però che tutto il consiglio comunale si possa esprima sulla questione, all’interno della Commissione competente.
Ad esempio sarebbe importante sapere cosa si prevede nel piano di rilancio sulla opportunità che il teatro si apra di più alla città, aggiungo metropolitana.

Mi spiace dover portare un esempio del sud in una città come Bologna che per storia rappresenta la culla della cultura per tutti ma, proprio ieri, il teatro Petruzzelli di Bari si presentava con una fila chilometrica al suo esterno poiché migliaia di persone erano in fila in attesa di poter partecipare a delle lezioni gratuite di storia dell’arte.

Personalmente credo che il Teatro debba valorizzare maggiormente dal punto di vista storico artistico e culturale sia il suo contenitore che e soprattutto i suoi asset artistici intellettuali e artigianali penso alle sue maestranze ai suoi orchestrali. Questo può avvenire organizzando iniziative all'interno del teatro come pure all'esterno ad esempio lavorando in rete con altre istituzioni culturali e dell'istruzione bolognesi che con i piccoli teatri comunali sparsi su tutta la città metropolitana.

Una bella proposta è stata avanzata dalla assessora Gambarelli e dal Comune per quanto attiene la programmazione culturale della via Zamboni. Credo si tratti di un ottimo inizio spero che il Teatro non si sottragga alla opportunità di condividere compiutamente, il suo programma con la via Zamboni.

Infine, ieri e oggi è rimbalzata sui giornali la notizia e indiscrezione: Ezio Bosso al Comunale? Classe 1971, pianista compositore e direttore d'orchestra.
Ha diretto, tra le altre orchestre: London Symphony, London Strings, Orchestra del Teatro Regio di Torino, Filarmonica '900 e Orchestra dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia.
L'esempio vivente di come la creatività sia energia pura.
Lui si dice disponibile ma con grande stima e rispetto fa rilevare che potrebbe collaborare nell'ambito di quelle che sono le sue competenze specifiche ovvero di tipo musicale. Dice ancora che un'eventuale nomina dovrebbe essere concertata con l'accordo è il desiderio di tutti.
La notizia apparsa questa mattina su Repubblica, un'indiscrezione forse, trovo sia una bellissima notizia e spero davvero che la freschezza e le capacità di un artista come Ezio Bosso possano essere foriere di grandi e nuovi successi per il nostro magnifico teatro.

Una nuova stagione per il Comunale dunque? Io spero davvero di sì, perché il tempo stringe per arrivare al pareggio di bilancio ed evitare il declassamento del Comunale a teatro di tradizione.
Per questo motivo avevo già fatto richiesta di un'udienza conoscitiva che desidero sollecitare affinché il Consiglio si possa riunire in commissione quanto prima per trattare compiutamente l'argomento”.

Altre informazioni

Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:35
Back to top