Question Time, chiarimenti sul compenso alle insegnanti per il lavoro svolto nei centri estivi
L'assessore al Personale, Davide Conte, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Elena Foresti sul compenso alle insegnanti per il lavoro svolto nei centri estivi.Domanda d'attualità della consigliera Elena Foresti:"Visti ...
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L'assessore al Personale, Davide Conte, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Elena Foresti sul compenso alle insegnanti per il lavoro svolto nei centri estivi.
Domanda d'attualità della consigliera Elena Foresti:
"Visti gli articoli apparsi sulla stampa relativi all'incentivo dovuto alle maestre per aver lavorato a luglio nei centri estivi;
visto che:
il referendum indetto dai confederali è stato un flop;
l'assessore ha dichiarato che il progetto estivo andrà avanti.
Pone la seguente domanda di attualità:
per sapere se il Sindaco e la Giunta ritengano eticamente e politicamente corrette queste scelte;
per sapere se non ritengano più grave fare lavorare i dipendenti senza accordo sindacale ( lavori non previsti dal contratto di lavoro in essere) o non pagarli per lo lo svolgimento di quel lavoro senza il relativo accordo.
Risposta dell'assessore Davide Conte:
"Stiamo approfondendo il tema in modo sistematico e ringrazio la consigliera per il lavoro di analisi, studio e ascolto che sta portando avanti. Le questioni che ha posto sono estremamente articolate, provo a tentare di arrivare a un punto di sintesi nelle nostre riflessioni che ci hanno accompagnato in queste settimane sia in sede di Consiglio che di Commissione.
Provo ad articolare il mio ragionamento condividendo con tutto il Consiglio quanto stamattina l'Amministrazione comunale ha condiviso con tutti i suoi dipendenti, sulla intranet IONOI. Ai 4.300 dipendenti è stata fornita una lettura sintetica della riflessione che abbiamo portato avanti in Consiglio comunale sul tema del luglio 2016 e perché l'accordo sugli incentivi economici è obbligatorio e quindi per quale motivo ci troviamo a discutere di questo e ad avere questa posizione come Amministrazione.
Faccio proprio riferimento a quello che è stato pubblicato stamattina su IONOI, proprio perché continuiamo a ragionare in massima trasparenza per condividere il più possibile la riflessione che stiamo facendo.
Il mio intervento lo articolo in 5 punti. Il primo punto per illustrare il contenuto del nostro ragionamento, il secondo punto come focus per chiarire definitivamente cosa prevede la norma, sostanzialmente i riferimenti normativi a cui anche lei consigliera faceva riferimento; il terzo punto sul motivo per cui serve un accordo, il quarto punto per capire come è andata e il quinto punto quindi per capire come procedere e rispondere in modo puntuale a quello che lei mi ha chiesto, cioè se eticamente e politicamente tutto questo è corretto.
In questi giorni si sta parlando della posizione dell'Amministrazione nei confronti delle insegnanti che a luglio 2016 sono state coinvolte nel progetto di apertura di alcune sezioni di scuola d’infanzia nelle prime tre settimane del mese di luglio, in analogia a quanto avviene praticamente da sempre nei nidi comunali. La scelta che questa Amministrazione ha fatto è stata quella di estendere un servizio ai nostri cittadini, una scelta che con risorse sempre critiche e calanti a livello nazionale conferma invece la virtuosità della nostra Amministrazione nel riuscire a rispondere a bisogni crescenti e in particolare la criticità del periodo estivo quando le scuole iniziano a chiudere. Quindi rispondere il modo molto pratico a un problema che anche io tra un po' mi troverò ad affrontare.
Cosa prevede la norma su questo argomento? Noi nello sviluppare nuovi servizi dobbiamo sempre ancorarci alla norma e muoverci nel perimetro da u alto di cosa ci chiedono i cittadini e dall'altro rispettare la legge e dunque sviluppare servizi più efficienti e più efficaci, in quanto pubblica amministrazione, rispettosi della legge. All'interno del contratto nazionale del 14 settembre 2000 c’è appunto un articolo, che lei ha citato, l'articolo 30, dedicato al personale docente delle scuole materne che, in estrema sintesi, consente alle Amministrazioni di organizzare nelle scuole attività, oltre a quelle già definite nel calendario scolastico, previa concertazione con le organizzazioni sindacali e la RSU.
Lo stesso articolo al comma 7 stabilisce anche che gli incentivi economici per queste attività ulteriori devono essere definiti in sede di contrattazione integrativa. Il contratto nazionale e le norme, tra cui l'articolo 45 del decreto legislativo 165 del 2001, non consentono, quindi, all'Amministrazione autonomia di azione per quanto riguarda il trattamento economico dei dipendenti comunali. In particolare, gli incentivi economici legati al prolungamento del calendario scolastico nel mese di luglio devono essere definiti in sede di contrattazione integrativa decentrata: il pagamento deve essere effettuato utilizzando le somme del fondo per le risorse decentrate, quello con il quale si pagano anche le progressioni, la produttività, il turno, il disagio, ecc.. e non può essere liquidato utilizzando generiche risorse di bilancio dell'ente.
Ogni nostra azione contraria a questa, come già discusso l'altro giorno in sede di Commissione, su cui avevamo comunque condiviso la posizione dell'Amministrazione, ci porrebbe nel momento del pagamento in una azione contraria alla legge. Quindi il problema non è l'assenza di risorse, ma il dover rispettare la legge che prevede l'obbligo della contrattazione.
Perché quindi serve un accordo? In assenza della firma da parte della RSU, l'Amministrazione non può procedere al pagamento. Se si procedesse in tal senso, come anticipavo prima, si tratterebbe di violazione della disciplina contrattuale che rimette al solo accordo tra le parti, non al potere unilaterale del datore di lavoro, la materia economica con conseguente rischio di essere chiamati in causa per comportamento antisindacale; inoltre si registrerebbe una seconda violazione del corretto processo di spesa del fondo da parte dei dirigenti sanzionabile dalla Corte dei conti con conseguente obbligo di restituzione delle somme da parte delle insegnanti che avessero percepito il compenso.
Com'è andata la questione? L'Amministrazione comunale ha presentato alle organizzazioni sindacali e alla RSU il proprio progetto di apertura di alcune sezioni di scuola d'infanzia, prevista nelle prime tre settimane del mese di luglio 2016, con l'obiettivo di dare un servizio alle famiglie sempre in difficoltà ad affrontare il periodo estivo. Dal 5 novembre 2015 all'11 aprile 2016 si sono tenuti quattro incontri tra le parti che non hanno portato a un accordo sindacale di concertazione. Nel verbale del 20 maggio 2016 l'Amministrazione ha dato atto del mancato accordo e nel rispetto della normativa vigente, che in caso di mancata concertazione consente al datore di lavoro di attuare le proprie scelte, ha organizzato le attività di luglio della scuola d'infanzia.
La decisione sulla firma o meno dell’accordo per la corresponsione dell’incentivo economico, che abbiamo spiegato essere obbligatoria, è stata rinviata dalla RSU a un incontro successivo. Il 21 settembre, quindi, l'Amministrazione ha sottoposto alla controparte un'ipotesi di accordo di pagamento a consuntivo dell'attività svolta dalle insegnanti e relativo al solo anno 2016. Nessuna delle sigle presenti ha firmato rinviando alla necessità di consultare i lavoratori o al compimento di ulteriori verifiche.
In assenza dell’accordo firmato da tutte le parti coinvolte (amministrazione, organizzazioni sindacali e RSU) non si può procedere al pagamento: l'accordo è d'obbligo, senza accordo, il pagamento è illegittimo e questo comporta la nullità del pagamento e l' obbligo di restituzione da parte dei dipendenti. Politicamente ed eticamente il nostro comportamento è l'unico comportamento attuabile".
Domanda d'attualità della consigliera Elena Foresti:
"Visti gli articoli apparsi sulla stampa relativi all'incentivo dovuto alle maestre per aver lavorato a luglio nei centri estivi;
visto che:
il referendum indetto dai confederali è stato un flop;
l'assessore ha dichiarato che il progetto estivo andrà avanti.
Pone la seguente domanda di attualità:
per sapere se il Sindaco e la Giunta ritengano eticamente e politicamente corrette queste scelte;
per sapere se non ritengano più grave fare lavorare i dipendenti senza accordo sindacale ( lavori non previsti dal contratto di lavoro in essere) o non pagarli per lo lo svolgimento di quel lavoro senza il relativo accordo.
Risposta dell'assessore Davide Conte:
"Stiamo approfondendo il tema in modo sistematico e ringrazio la consigliera per il lavoro di analisi, studio e ascolto che sta portando avanti. Le questioni che ha posto sono estremamente articolate, provo a tentare di arrivare a un punto di sintesi nelle nostre riflessioni che ci hanno accompagnato in queste settimane sia in sede di Consiglio che di Commissione.
Provo ad articolare il mio ragionamento condividendo con tutto il Consiglio quanto stamattina l'Amministrazione comunale ha condiviso con tutti i suoi dipendenti, sulla intranet IONOI. Ai 4.300 dipendenti è stata fornita una lettura sintetica della riflessione che abbiamo portato avanti in Consiglio comunale sul tema del luglio 2016 e perché l'accordo sugli incentivi economici è obbligatorio e quindi per quale motivo ci troviamo a discutere di questo e ad avere questa posizione come Amministrazione.
Faccio proprio riferimento a quello che è stato pubblicato stamattina su IONOI, proprio perché continuiamo a ragionare in massima trasparenza per condividere il più possibile la riflessione che stiamo facendo.
Il mio intervento lo articolo in 5 punti. Il primo punto per illustrare il contenuto del nostro ragionamento, il secondo punto come focus per chiarire definitivamente cosa prevede la norma, sostanzialmente i riferimenti normativi a cui anche lei consigliera faceva riferimento; il terzo punto sul motivo per cui serve un accordo, il quarto punto per capire come è andata e il quinto punto quindi per capire come procedere e rispondere in modo puntuale a quello che lei mi ha chiesto, cioè se eticamente e politicamente tutto questo è corretto.
In questi giorni si sta parlando della posizione dell'Amministrazione nei confronti delle insegnanti che a luglio 2016 sono state coinvolte nel progetto di apertura di alcune sezioni di scuola d’infanzia nelle prime tre settimane del mese di luglio, in analogia a quanto avviene praticamente da sempre nei nidi comunali. La scelta che questa Amministrazione ha fatto è stata quella di estendere un servizio ai nostri cittadini, una scelta che con risorse sempre critiche e calanti a livello nazionale conferma invece la virtuosità della nostra Amministrazione nel riuscire a rispondere a bisogni crescenti e in particolare la criticità del periodo estivo quando le scuole iniziano a chiudere. Quindi rispondere il modo molto pratico a un problema che anche io tra un po' mi troverò ad affrontare.
Cosa prevede la norma su questo argomento? Noi nello sviluppare nuovi servizi dobbiamo sempre ancorarci alla norma e muoverci nel perimetro da u alto di cosa ci chiedono i cittadini e dall'altro rispettare la legge e dunque sviluppare servizi più efficienti e più efficaci, in quanto pubblica amministrazione, rispettosi della legge. All'interno del contratto nazionale del 14 settembre 2000 c’è appunto un articolo, che lei ha citato, l'articolo 30, dedicato al personale docente delle scuole materne che, in estrema sintesi, consente alle Amministrazioni di organizzare nelle scuole attività, oltre a quelle già definite nel calendario scolastico, previa concertazione con le organizzazioni sindacali e la RSU.
Lo stesso articolo al comma 7 stabilisce anche che gli incentivi economici per queste attività ulteriori devono essere definiti in sede di contrattazione integrativa. Il contratto nazionale e le norme, tra cui l'articolo 45 del decreto legislativo 165 del 2001, non consentono, quindi, all'Amministrazione autonomia di azione per quanto riguarda il trattamento economico dei dipendenti comunali. In particolare, gli incentivi economici legati al prolungamento del calendario scolastico nel mese di luglio devono essere definiti in sede di contrattazione integrativa decentrata: il pagamento deve essere effettuato utilizzando le somme del fondo per le risorse decentrate, quello con il quale si pagano anche le progressioni, la produttività, il turno, il disagio, ecc.. e non può essere liquidato utilizzando generiche risorse di bilancio dell'ente.
Ogni nostra azione contraria a questa, come già discusso l'altro giorno in sede di Commissione, su cui avevamo comunque condiviso la posizione dell'Amministrazione, ci porrebbe nel momento del pagamento in una azione contraria alla legge. Quindi il problema non è l'assenza di risorse, ma il dover rispettare la legge che prevede l'obbligo della contrattazione.
Perché quindi serve un accordo? In assenza della firma da parte della RSU, l'Amministrazione non può procedere al pagamento. Se si procedesse in tal senso, come anticipavo prima, si tratterebbe di violazione della disciplina contrattuale che rimette al solo accordo tra le parti, non al potere unilaterale del datore di lavoro, la materia economica con conseguente rischio di essere chiamati in causa per comportamento antisindacale; inoltre si registrerebbe una seconda violazione del corretto processo di spesa del fondo da parte dei dirigenti sanzionabile dalla Corte dei conti con conseguente obbligo di restituzione delle somme da parte delle insegnanti che avessero percepito il compenso.
Com'è andata la questione? L'Amministrazione comunale ha presentato alle organizzazioni sindacali e alla RSU il proprio progetto di apertura di alcune sezioni di scuola d'infanzia, prevista nelle prime tre settimane del mese di luglio 2016, con l'obiettivo di dare un servizio alle famiglie sempre in difficoltà ad affrontare il periodo estivo. Dal 5 novembre 2015 all'11 aprile 2016 si sono tenuti quattro incontri tra le parti che non hanno portato a un accordo sindacale di concertazione. Nel verbale del 20 maggio 2016 l'Amministrazione ha dato atto del mancato accordo e nel rispetto della normativa vigente, che in caso di mancata concertazione consente al datore di lavoro di attuare le proprie scelte, ha organizzato le attività di luglio della scuola d'infanzia.
La decisione sulla firma o meno dell’accordo per la corresponsione dell’incentivo economico, che abbiamo spiegato essere obbligatoria, è stata rinviata dalla RSU a un incontro successivo. Il 21 settembre, quindi, l'Amministrazione ha sottoposto alla controparte un'ipotesi di accordo di pagamento a consuntivo dell'attività svolta dalle insegnanti e relativo al solo anno 2016. Nessuna delle sigle presenti ha firmato rinviando alla necessità di consultare i lavoratori o al compimento di ulteriori verifiche.
In assenza dell’accordo firmato da tutte le parti coinvolte (amministrazione, organizzazioni sindacali e RSU) non si può procedere al pagamento: l'accordo è d'obbligo, senza accordo, il pagamento è illegittimo e questo comporta la nullità del pagamento e l' obbligo di restituzione da parte dei dipendenti. Politicamente ed eticamente il nostro comportamento è l'unico comportamento attuabile".