Question Time, chiarimenti sullo sgombero dello stabile di via Irnerio
L'assessore Amelia Frascaroli, ha risposto questa mattina, in sede di Question time alla domanda d'attualità del consigliere Daniele Carella (Uniti si Vince) in merito allo sgombero dello stabile di via Irnerio.
Domanda del consigliere Care...
Domanda del consigliere Care...
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L'assessore Amelia Frascaroli, ha risposto questa mattina, in sede di Question time alla domanda d'attualità del consigliere Daniele Carella (Uniti si Vince) in merito allo sgombero dello stabile di via Irnerio.
Domanda del consigliere Carella
"In merito a quanto accaduto in città in seguito allo sgombero avvenuto in via Irnerio nella giornata di martedì 3 maggio, così come riportato dagli organi di informazione locale, considerati gli enormi disagi provocati all' intera città ed i conseguenti danni economici subiti dai più vari incolpevoli soggetti, si chiede all' Amministrazione se non ritenga giusto ed opportuno costituirsi Parte Civile nell'eventuale futuro procedimento giudiziario, quale che sia, dovesse essere istruito a carico di coloro che hanno provocato tutto quanto sopra descritto".
Risposta dell'assessore Frascaroli
"Grazie della domanda, consigliere, ma devo dire che ho dei dubbi rispetto alla risposta al tema che pone, nel senso che effettivamente è vero che il traffico, le attività normali, ordinarie delle persone, delle attività che si trovano in una zona 'colpita' da un qualunque tipo di evento diverso dal solito. Succede che si ferma un po' l'ordinaria amministrazione, l'ordinaria vita, dai trasporti, al commercio, ai ritmi normali dei cittadini, dei lavoratori e di tutta una serie di realtà.
Questo però avviene sia in giornate come quella di ieri, o come quella di martedì, che ha avuto per me sempre un risvolto drammatico, perchè uno sgombero non è mai un momento positivo e buono, e avviene però anche quando in normali manifestazioni della vita civile, dallo sciopero, a un evento che si vuole sottolineare, a una manifestazione per la pace, a una qualunque situazone in cui i cittadini si organizzano, occupano e passano verso spazi pubblici, usano la piazza, usano le strade, bisogna deviare i percorsi degli autobua, il tema è uguale dal punto di vista che lei pone, consigliere. E'difficile che la pubblica Amministrazione possa costituirsi parte civile ogni volta che si può pensare che una manifestazione di qualunque tipo sia provochi un danno. Comunque non sentendomi adeguata, anche dal punto di vista amministrativo e giuridico, ho girato la domanda alla Segreteria Generale perchè mi aiuti a capire il tema, e quindi aggiungerò ai miei dubbi eventuali indicazioni successive.
Questo però mi da modo per dire che l'altro giorno nell'evento drammatico di un ennesimo sgombero, che non dipende dal Comune, voglio sottolinearlo perché ancora qualcuno chiede 'ma perché sgomberate?' non è il Comune che sgombera, sono altre istituzioni che hanno la possibilità e la competenza per prendere queste decisioni, il Comune deve semplicemente farsi carico delle persone che a seguito di uno sgombero si possono trovare in difficoltà. Anche l'altro giorno, quando è stato possibile, è stato attivato tutto il meccanismo di protezione delle persone, che hanno tutte trovato un riparo e adesso entrano in quello che voglio sottolineare è diventato da due anni, a partire dalle situazioni di fragilità, a partire dalla riflessione sul fatto che anche a Bologna si produce una fragilità abitativa, però accanto a questo si è stati capaci di sviluppare una progettualità. Quindi le persone, che intanto sono tutte al riparo, entreranno in una valutazione dei servizi sociali, come per tutte le situazioni di sfratto che vengono segnalate dai servii, e quindi seguiranno l'iter dell'equipe casa che analizza chi segnala di essere in emergenza abitativa per trovare eventuali sbocchi nei progetti dgli alloggi di transizione, che sono progetti che accompagnano i nuclei perchè le persone escano dalla difficoltà abitativa e soprattutto anche lavorativa in cui si trovano. Gli alloggi di transizione funzionano, dimostrano che quando ci sono delle proprietà pubbliche che ci aiutano e mettono a disposizione dei contenitori vuoti e inutilizzati, noi potenziamo appunto il numero degli alloggi di transizione e quindi aumentiamo la potenzialita del funzionamento del progetto. Abbiamo già un 15% di rotazione negli alloggi di transizione che hanno cominciato a funzionare da un anno e mezzo, cioè un 15% di persone che hanno tempo due anni, ma qualcuna riesce anche prima a terminare il suo percorso di transizione ed è già in grado di rientrare in una situazione stabilizzata. Questo proprio perchè è stata aiutata e accompagnata a cercare forme di lavoro e alternative abitative. Chi esce dagli alloggi di transizione permette ad altri di entrarci man mano che vengono valutate le situazioni in modo molto celere, lo sottolineo questo per dare forza al fatto che c'è un progetto a partire dagli sgomberi, ma anche non dagli sgomberi, comunque dal tema degli sfratti in città che funziona già da due anni, accanto alle persone.
Un'altra sottolineatura che vorrei fare è che l'altro giorno è stato evidente che attorno a questa progettualità si sono mosse e si sono rinforzate delle sensibilità anche di altre realtà della città, non a caso in questi giorni disponibilità all'accoglienza si sono allargate anche da parte della Diocesi, e non a caso stiamo parlando di una cosa che noi chiedevamo da tempo, ma che con la sottolineatura che ne ha fatto l'Arcivescovo, forse prenderà più forza, che è la possibilità di mettere tutti, a tempo giusto, nel futuro, attorno a un tavolo, di mettere tutte le realtà della città che a vario titolo sono interessate al tema abitare. Quindi dall'istituzione Comune, alla Chiesa di Bologna, alle forze sindacali, alle associazioni, al terzo settore che si occupa di questo problema, ai piccoli proprietari, ai costruttori ecc. voglia dire a Bologna: ragioniamo con forza, insieme, sul tema del disagio abitativo che è un tema a tempi lunghi e su come uscirne, potrà entrare in questo percorso".