Cittadinanza onoraria a Monsignor Luigi Bettazzi, l'intervento della presidente Simona Lembi
"Signor Sindaco, signore consigliere, signori consigli...
Si trasmette l'intervento della presidente Simona Lembi in apertura della cerimonia in Consiglio comunale per il conferimento della Cittadinanza Onoraria di Bologna a Monsignor Luigi Bettazzi.
"Signor Sindaco, signore consigliere, signori consiglieri, autorità civili e militari,
desidero salutare tutte le persone presenti a questa parte dei lavori del Consiglio comunale e per prima cosa dare il benvenuto a Monsignor Bettazzi nella sala del Consiglio comunale.
Dirò poche cose, poiché siamo riuniti qui per sentire in particolare le sue parole e poi leggerò le motivazioni del Consiglio comunale che unanimemente ha voluto riservare la Cittadinanza Onoraria del Comune di Bologna a Monsignor Bettazzi.
Tengo molto a dire alcune cose in apertura di questa cerimonia.
Nei cinque anni che abbiamo alle spalle il Consiglio sa quanto io sia solita aprire questi momenti richiamando date e fatti della figura che incontriamo in Consiglio comunale.
Lo farò anche stavolta, ma prima, facendo un piccolo strappo a questa regola non scritta, vorrei far partire questo mio breve saluto - Monsignor Bettazzi, spero, non me ne vorrà - dalle sue parole alla nostra prima conversazione telefonica.
Quando l'ho chiamato per dirgli della richiesta che il Sindaco aveva avanzato al Consiglio di conferirgli la cittadinanza onoraria, lei mi ha risposto: 'Signora, io ringrazio lei, il Consiglio comunale e il Sindaco, ma non credo di meritarmi tutto questo'.
Non parliamo allora di merito, voglio discutere e presentare le motivazioni che il Consiglio comunale ha individuato per conferire la Cittadinanza.
Ci sono molte ragioni per cui il Consiglio ha inteso premiare una persona che ha Bologna ha lasciato un così grande ricordo.
Per prima cosa il consiglio ha voluto mettere in evidenza il suo legame con Bologna, la madre è stata di origini bolognesi, molti dei suoi cari, che vedo presenti e saluto, vivono ancora in questo territorio, quindi certo ragioni personali, ma non solo; è stato Ordinato vescovo dal Cardinale Giacomo Lercaro a Bologna, a sua volta ordinò sacerdote don Paolo Serra Zanetti, da sempre vicino agli ambienti più poveri, alle persone in difficoltà, ai senza fissa dimora in particolare, che lascio in eredità al comune tutti i propri beni. A sua memoria ha intitolato l'Istituzione per l'inclusione sociale e comunitaria è destinato il ricavato della vendita dei suoi beni per progetti a favore di poveri ed emarginati.
Il suo legame con Bologna è però ancora più evidente è solido nelle scelte operate nell'arco della sua esperienza ecclesiastica ed umana.
È stato tra coloro che più ha sostenuto e sviluppato temi come la giustizia, la pace nel mondo la nonviolenza, il rispetto dei diritti umani, la dignità e libertà di ogni persona. Ha teso così a portare avanti un impegno già assunto fin dalla partecipazione al Concilio Vaticano II. Fu il più giovane partecipante a quella straordinaria esperienza.
Anche per chi, come per tutti i consiglieri comunali oggi, non ha conosciuto direttamente la storia del Concilio Vaticano II, ha però potuto incontrare la sua figura e il suo lavoro nelle pagine della storia di questa città: celebrando il centenario della nascita di Don Dossetti, approfondendo le pagine della cittadinanza onoraria che Fanti volle consegnare a Lercaro dopo che il Sindaco Dozza lo accolse in stazione al rientro dal Concilio, e anche negli interventi di Consiglieri che si sono succeduti, come Ghezzi, Cervellati o Ardigò. Mi riferisco anche alle tante parole che Monsignor Catti ha voluto riservare a questi temi.
Il suo impegno nei confronti di una Chiesa povera, dei poveri, a sostegno degli ultimi è stato messo in evidenza unanimemente dalla scelta del Consiglio comunale. Come quello per l'affermazione di una cultura di pace e solidarietà nel mondo, per la promozione dei diritti umani, così fortemente intrecciato con la più profonda tradizione della città di Bologna che ha praticato il principio sancito anche nel suo gonfalone 'Libertas' aprendosi al mondo, provando a rendere effettivo il principio della giustizia sociale, rendendo cittadini chi la storia avrebbe lasciato ultimi.
Non so quindi se si tratti di 'meriti', ho provato però ad esprimere le motivazioni unanimi che il Consiglio comunale di Bologna ha voluto riservare per il suo nuovo Cittadino Onorario”.