Comunicati stampa

Comunicati stampa

Presidio di solidarietà per gli attentati di Bruxelles, l'intervento del Sindaco Merola in piazza Nettuno

Trasmettiamo intervento del Sindaco Virginio Merola in piazza Nettuno in occasione del presidio di solidarietà per gli attentati terroristici di Bruxelles. 
 “È importante ritrovarci innanzitutto per testimoniare la nos...

Data:

:

Trasmettiamo intervento del Sindaco Virginio Merola in piazza Nettuno in occasione del presidio di solidarietà per gli attentati terroristici di Bruxelles. 

 “È importante ritrovarci innanzitutto per testimoniare la nostra solidarietà, la nostra vicinanza al popolo belga, che è qui presente con dei ragazzi che rappresentano l’associazione italo-belga, e per essere vicini alle famiglie delle vittime, alle persone che sono state straziate nella loro vita per quanto è avvenuto a Bruxelles. Questo per testimoniarlo da Bologna, da una città che ha conosciuto bene l’esperienza del terrorismo, delle Brigate Rosse, del terrorismo fascista e di Stato.

Abbiamo saputo reagire nel nostro passato stando uniti e testimoniando bene la nostra volontà di reagire in modo ordinato e democratico. Ci è stata riconosciuta per questo, per i fatti del 2 agosto, la Medaglia d’oro al valor civile e di questo dobbiamo esserne consapevoli anche in questi momenti. In questo momento si tratta soprattutto di ritrovarci, persone di ogni fede e idea politica per dire “no” insieme al terrorismo di matrice islamista. Per dire un “no” fermo, per dire che dobbiamo isolare chi usa e abusa della fede islamica, chi usa il nome di dio per fare atroci fatti di violenza su vittime, oltretutto innocenti.

Dobbiamo sapere isolare chi professa un integralismo religioso, che non riesce a distinguere tra la fede e la laicità delle istituzioni e della vita democratica. Possiamo farlo continuando a collaborare, a condividere iniziative per il ben comune, per favorire certo non per imporre, il dialogo tra le religioni, che tuttavia nella nostra città è così bene impostato e avviato. Noi dobbiamo sempre più avere la consapevolezza che siamo una città che accoglie per vivere.

 

Lo dice la nostra storia. La nostra storia e il nostro presente ci dice che siamo una città  abituata a mescolarsi per continuare a cambiare in meglio, e quindi per costruire questa nostra capacità di pluralità di modi di vivere e di abitare la nostra città. Questa è la forza delle grandi città e Bologna è sicuramente una di queste. E per farlo tutti insieme, di ogni fede, occorre anche il perseguimento di un obiettivo comune e cioè che l’affermazione dei diritti civili e sociali, l’affermazione della democrazia è un valore universale, che vale per tutto il mondo, così come il valore della dignità della persona umana.

Saluto i rappresentanti della comunità islamica bolognese, confermo a loro quello che è vero, che sono parte della nostra città e che stanno facendo la propria parte per affermare la democrazia e i diritti di tutti i cittadini. Dico a loro e a voi tutti che insieme dobbiamo fare di più, a cominciare dall’affermazione dei diritti delle donne. Oggi abbiamo avuto il Consiglio comunale straordinario che ha ricordato i 70 anni del voto, che per la prima volta dopo il fascismo la nostra democrazia rinnovata ha permesso finalmente anche alle donne della nostra città.

E quindi dobbiamo sapere insieme combattere per l’affermazione dei diritti delle donne e delle loro libertà, nella nostra città e nel mondo. Perché sappiamo che ci sono troppi Paesi, in particolare in Medioroente, che non sono democratici, che continuano a imporre una religione di Stato, che perseguita anche con pene di morte minoranze o le singole persone, in particolare le donne. Alla religione, a ogni religione, come afferma la nostra Costituzione, va garantita una sfera pubblica, anzi questa va sostenuta, difesa e promossa.

E su questo, bene ha fatto e sta facendo il coordinamento islamico della nostra città a riaffermare che l’islam non deve avere nulla a che fare con il terrorismo, e che il terrorismo fondamentalista islamico è la negazione della fede autentica islamica. E noi europei, dall’altra parte insieme, facciamo bene proprio oggi ancora a essere più consapevoli che per troppi anni abbiamo sostenuto regimi dittatoriali in Medioriente e lo abbaio fatto per interesse, per convenienza, o anche per il male minore, ma così facendo abbiamo favorito invece che indebolire l’identificazione tra fede e Stato e aiutato la persecuzione religiosa.

Quindi dobbiamo insieme essere consapevoli che dobbiamo essere coerenti, fare azioni conseguenti, dobbiamo puntare il dito sul fatto che l’assenza di laicità, di separazione tra istituzioni è in contrasto con l’idea stessa di democrazia. E quindi che al dunque tutti siamo chiamati a scegliere di essere cittadini, a partecipare con una libertà responsabile alle azioni per il nostro bene comune. Noi non abbiamo lezioni da dare, abbiamo esempi nella nostra storia e fatti concreti. La stessa Europa, che ha nelle sue radici fortemente la religione cristiana, come sappiamo, ci ha messo secoli per onorare il Vangelo la dove dice “date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio”.

Tuttavia, dai nostri errori possiamo imparare per aiutarci a vicenda meglio, alla comprensione e alla convivenza. Per me la traduzione laica della parola che ci ricorda ogni giorno Papa Francesco “misericordia”, non può essere che “fratellanza”, e in questa parola possiamo trovare il modo di riconoscerci, credenti e non credenti, in una cittadinanza comune. Con l’esercizio di una libertà responsabile in modo che le nostre convinzioni siano saldamente nelle nostre amni, che le nostre fedi siano nelle nostre mani. 

Io vorrei dire in particolare alla comunità islamica, così impegnata per un progetto comune con le istituzioni e con le altre religioni, che diventa sempre più importante comprendere oggi che anche l’islam e ciò che ne fanno e faranno i musulmani. Non dobbiamo rassegnarci al terrorismo, o sperare che la prossima volta non tocchi a noi. Certo dobbiamo vivere la vita della nostra città, non chiuderci in casa, non rinunciare all’esercizio della nostra libertà nella vita quotidiana.

Ma la nostra migliore risposta non è solo continuare, come giusto, nel nostro stile di vita e nelle nostre abitudini, ma è anche soprattutto aumentare la nostra capacità di incontro e di dialogo condividere progetti, prendere posizione insieme, combattere la paura e la rassegnazione con azioni per una maggiore eguaglianza e per maggiori diritti per tutti, senza distinzioni e senza discriminazioni. Il terrorismo del fondamentalismo islamico è nei fatti un nemico totale che nega alla radice l’idea stessa di convivenza umana, ma questo non può giustificare che torni fra di noi, nello scontro politico democratico della nostra Europa e della nostra città. la parola “nemico”.

In democrazia ci sono solo avversarti, non partiti o leader da additare come nemici. E’ importante che oggi si sia aderito insieme a questa manifestazione. Era impiotante dirci queste parole e trovare insieme il modo di testimoniarle. A chi anche oggi cerca divisioni politiche per una manifestazione che deve vederci uniti contro il terrorismo e per la nostra comune democrazia, la verità storica è che sia la destra che la sinistra, indifferenti ai messaggi della Chiesa cattolica, storicamente nel nostro Paese ha appoggiato dittature, in particolare in Medioriente e a volte in nome del male minore.

Cambiamo tutti, desta e sinistra, stiamo uniti, non incitiamo all’odio e al rancore, non riduciamo la lotta al terrorismo a un’occasione meschina di campagna elettorale e di divisione, ma teniamo fermo questo, come ho condiviso poco fa con Manes Bernardini e con altri. Dobbiamo essere uniti contro il terrorismo, non abbiamo bisogno di nuovi confini, abbiamo bisogno di nuove frontiere da costruire insieme; non abbiamo bisogno di chiuderci negli stati nazionali, ma di una autorità europea sovranazionale e federale. 

Dobbiamo perciò, come sempre, essere severi e uniti nel fare rispettare le regole a tutti, in particolare a chi diamo possibilità di ricostruirsi qui una nuova vita. E insieme essere severi e uniti anche nel combattere a viso aperto chi invoca discriminazioni o la necessità di distinguere tra cittadini di serie A e di serie B, consapevoli che per la nostra storia di città e per il nostro futuro di città, nel campo civile, economico e sociale, noi siamo una città che continuerà a essere fatta di portici e di ponti, i muri e le torri isolate appartengono e devono appartenere per sempre al medioevo.

Stringiamoci insieme al popolo belga all’idea di una Europa unita e riaffermiamo insieme la nostra unità determinata contro il terrorismo”.

 

Altre informazioni

Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:33
Back to top