Consiglio comunale, intervento d'inizio seduta del consigliere Pieralisi
"A proposito della benedizione negli uffici del Comune di Bologna in orario di lavoro, che si colloca nell'incerta deriva a/costituzionale delle istituzioni repubblicane...
Di seguito l'intervento del consigliere Mirco Pieralisi sulle scuole Longhena
"A proposito della benedizione negli uffici del Comune di Bologna in orario di lavoro, che si colloca nell'incerta deriva a/costituzionale delle istituzioni repubblicane, ho poche cose da dire per dare voce al mio disappunto, che è quello di un laico talmente laico da tenere misuratamente a distanza anche il proprio ateismo. Sono assolutamente contrario, al pari di tanti credenti invero, alla celebrazione di riti religiosi di qualsiasi genere in luoghi che sono di tutte e di tutti. Come nelle scuole pubbliche, dove LE religioni naturalmente sono oggetto dello studio e della reciproca conscenza e convivenza, ma non delle pratiche rituali, così negli uffici pubblici non si possono mettere i dipendenti nella condizione di dichiarare la loro appartenenza o meno a questa o quella religione uscendo o rimanendo in un ufficio inopinatamente se pur temporaneamente diventato luogo di culto. La vicenda assume poi aspetti paradossali se confrontata con un'altra, su cui ho anche chiesto un'udienza conoscitiva in Consiglio, che riguarda la mancata concessione del diritto di assemblea in orario lavorativo ai sindacati non confederali che rappresentano quasi il 40% del totale degli iscritti. Evidentemente per l'amministrazione comunale la democrazia sindacale non è oggetto di diritto o, detto in altri termini, alla richiesta di assemblea la risposta è stata: "Andate a farvi benedire..."
Due cose anche sul Vescovo Zuppi, per cui provo simpatia e che mi sembra proprio una persona degna di stima, però cerchiamo di essere un po' precisi. Un conto è auspicare la presenza di luoghi di culto per tutti i credenti (comprese moschee, sinagoghe o altri) e su questo un laico non può che essere d'accordo, un altro conto (se la stampa ha riportato correttamente le sue parole) è augurarsi anche feste islamiche nelle scuole, come se non bastasse la già ingombrante sudditanza alla chiesa cattolica che per via concordataria impone (e quindi con una legge non sottoponibile a referendum) che una parte dell'orario scolastico sia a sua disposizione. Facciamo per favore che siano le scuole ad affrontare, studiare e raccogliere la ricchezza, la reciprocità e la messa in comune delle differenze culturali e religiose, che non sono riconducibili soltanto agli aspetti rituali delle religioni né sono a disposizione del politico spregiudicato o del fanatico di turno per farne strumento di divisione.
Ed infine, a proposito delle scuole e del rispetto verso chi ogni giorno vi lavora. Tutte e tutti abbiamo appreso del conflitto che una dirigente scolastica della città ha aperto, anche con l'annuncio di sanzioni disciplinari, con il proprio corpo docente reo di organizzare il tempo educativo scolastico secondo criteri non dettati da un cartellino marcatempo ma opportunamente gestiti in funzione dell'apprendimento e del benessere delle alunne e delle alunne. Il tempo dello studio, della ricerca e del gioco sono inscindibili in un percorso scolastico e certamente non riconducibili a scansioni orarie e disciplinari rigide.
Ma forse il problema non è quanto e come giocano i bambini ma chi si prende gioco della scuola e dei suoi insegnanti, dai banchi del Governo ai dirigenti scolastici che giocano a fare i manager per poi scoprirsi cronometristi... Spero che la questione si risolva positivamente e che tornino serenità e collaborazione anche da parte della dirigenza scolastica. Spero anche che tutti imparino la lezione che ci stanno dando le maestre e i maestri della scuola Longhena che parlano in in pubblico e non si limitano solo a lamentarsi tra loro. E in questo modo danno voce a tanti altri insegnanti che fanno altrettanto bene il loro lavoro. La dignità, come la libertà di insegnamento, non ha prezzo. E non a caso, attorno alle insegnanti ed agli insegnanti della scuola Longhena, si sono strette in primo luogo le famiglie delle loro alunne e dei loro alunni. Diciamo no alla scuola che divide, sì alla collaborazione, alla ricerca, alla tutela in primo luogo dei bambini e delle bambine, ovunque, dalle aule grige e cadenti allo splendido parco sui colli".