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Question Time, chiarimenti sulla riqualificazione della zona universitaria

L'assessore all'Economia, Matteo Lepore, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Scarano sulla riqualificazione della zona universitaria.

Domanda d'attualità della consigliera Scarano"Bologna sta andando a caccia di fo...

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L'assessore all'Economia, Matteo Lepore, ha risposto alla domanda d'attualità della consigliera Scarano sulla riqualificazione della zona universitaria.

Domanda d'attualità della consigliera Scarano
"Bologna sta andando a caccia di fondi europei per riqualificare via Zamboni, un: 'progetto condiviso con il Sindaco e gli Assessori del Comune. Nessun piano è credibile se non si parte dal cuore dello spazio in cui ci troviamo. E vorrei subito andar oltre il problema della sicurezza – che non compete all’Ateneo. All’Ateneo compete tutelare la vita della propria comunità in una delle zone più belle della Città che custodisce il più antico modello di università, una zona in cui si trova un Teatro (il Comunale), una splendida chiesa (San Giacomo), e poi musei unici e biblioteche straordinarie (la Pinacoteca e il museo di Palazzo Poggi, la Specola e la Biblioteca Universitaria di Bologna). Solo per nominare alcune delle eccellenze, senza ricordare i bellissimi cortili dei palazzi che affacciano su via Zamboni, le piazze, le strade adiacenti. Tutto questo è arte, cultura, bene culturale. Tutto questo è spazio di vita universitaria. E non è possibile, non è ammissibile, che la città si senta separata da questi luoghi, li viva come luoghi del rischio o del degrado'. Sono queste le parole pronunciate in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico dal Rettore Ubertini.
Sono a chiedere al Sindaco ed alla Giunta un parere politico su tali dichiarazione in senso generale e più in particolare vorrei sapere quali politiche si intende mettere in campo al fine di rendere via Zamboni più sicura e vivibile ad ogni ora del giorno e della notte. Sono altresì a chiedere se anche la giunta condivide l'idea che la zona universitaria sia in qualche modo "separata" dal resto della città proprio a causa dell'insicurezza che pervade la stessa. Chiedo infine di sapere se le azioni sinora proposte per rendere più sicura Piazza Verdi e vie limitrofe attraverso il presidio di Piazza Verdi possano essere considerate fallimentari".

Risposta dell'assessore Lepore
"La domanda mi permette di fare una breve digressione su quanto stiamo facendo insieme all'Ateneo in relazione alla zona universitaria e la valorizzazione di questo importantepatrimonio stoprico e culturale che abbiamo in città.
La zona universitaria è indubbiamente uno dei luoghi di Bologna che possiede la maggiore densità di edifici, di beni cuturali e di contenuti culturali. Sindaco e Rettore presenteranno nelle prossime settimane, insieme a me e all'assessore alla Cultura, Davide Conte, un progetto dedicato in particolare a via Zamboni e più in generale alla cultura della nostra città, che farà perno proprio attorno a questo cuore e a questa testa importante che abbiamo dietro le Due Torri. Sarà un progetto di valorizzazione innanzitutto di una strada, via Zamboni, che dalle Due Torri fino ai viali ripercorre la storia di Bologna, la storia dell'Università, la storia della cultura cittadina, la storia di palazzi privati e pubblici, penso al palazzo di Unicredit, penso ai musei universitari, alla Pinacoteca, Accademia di belle Arti, al Conservatorio, a tanti altri luoghi che via Zamboni e dintorni, ogni giorno ospitano centinaia, a volte migliaia di visitatori, lavoratori, operatori culturali, professionisti e turisti che sempre di più stanno arrivando nella nostra città. Nostro obiettivo è l'obiettivo anche del tavolo che abbiamo costruito coi residenti e gli operatori commerciali della zona, forze dell'ordine, è quello sempre di più di agire per caratterizzare la zona universitaria come una zona ad alta residenzialità, a forte attrattività turistica e di grande interesse culturale e accademico.
Questo significa lavorare per la vivibilità di una zona, significa lavorare per la sua sicurezza e significa lavorare su un lato che in questi anni, in questi decenni vorrei dire, è sempre stato poco valorizzato, molto sottovalutato dalla città cioè l'importanza culturale che l'Università stessa ha a Bologna. Spesso si parla del rapporto fra Università e città, devo dire tanto si dice ma credo che il contributo vero che l'Università ha saputo dare sia stato soprattutto un contributo di persone, un contributo che potremmo definire quasi demografico per la sua capacità di attrarre persone che vengono da ogni parte del mondo e del nostro Paese.
Ricordo che l'anno scorso a Bologna il saldo dell'immigrazione straniera è stato pari a zero, tanti stranieri sono arrivati tanti se ne sono andati, gran parte degli immigrati, o dei migranti se vogliamo definirli così, che raggiungono la nostra città sono italiani. La gran parte della nostra cittadinanza è composta da persone che non sono nate qui ma sono nate in altre parti del nostro Paese, che a Bologna hanno costruito il loro percorso di cittadinanza, qui hanno costruito il loro progetto di vita. Quindi l'Università ha saputo in questi anni costruire di fatto un testo civico nel quale ci muoviamo. Su questo non abbiamo mai realmente riflettuto abbastanza, e non abbiamo mai riflettuto sul fatto che aldilà delle aule, dei corsi che l'Università fa, i contributi, le ricerche, i progetti che vi nascono debbono e possono essere applicati anche al nostro progetto urbano, anche al nostro mondo culturale, al nostro modo imprenditoriale e alla soluzione dei problemi che la città ha.
Quindi aldilà dell'apertura dei palazzi per farli visitare ai turisti, aldilà delle rassegne estive che faremo quest'estate che presenteremo prossimamente l'oggetto sul quale stiamo lavorando è proprio questo, cioè far sì che la città sia luogo nel quale sperimentare le soluzioni e i progetti che dall'Università nascono. Per questo motivo stiamo candidando un progetto insieme all'Ateneo a dei finanziamenti europei in particolare a un bando molto importante che finanzia progetti di ricerca, che ovviamente non sappiamo se avrà successo questo tentativo, ma sappiamo qual è il nostro progetto, un progetto pluriennale per far sì che tutte le competenze che l'Università ha sotto i profili della gestione urbana, della cultura possono essere applicati alla nostra città, e non più semplicemente una presenza sporadica e una presenza da separati in casa. A partire dalla zona universitaria che dev'essere il nostro banco di prova per dimostrare che quello che stiamo dicendo è qualcosa di concreto, da questo punto di vista apprezzo quanto ha detto il Rettore nei giorni scorsi. Parlare della zona universitaria come priorità prima ancora che di altri luoghi credo sia un fatto importante perchè significa voler dimostrare in modo concreto che appena lui si è insediato ha subito voglia di realizzare una soluzione, e subito dopo passare ad un'altra cosa, probabilmente il suo essere ingegnere fa avere al Rettore anche un metodo concreto e pragmatico che andrebbe applicato anche in tanti altri ambiti della nostra città. Per questo noi stiamo lavorando su tutti questi temi con l'Università che in modo inedito, rispetto al passato, si sta impegnando per la gestione dello spazio pubblico, l'apertura dei cortili, gli investimenti sull'illuminazione pubblica, la gestione condivisa del rapporto con il mondo del commercio e degli studenti, il rapporto con i residenti, avere i Prorettori dell'Università ai tavoli, negli ultimi mesi ha prodotto dei risultati a mio avviso molto importanti e interessanti. Avere il Prorettore dell'Università ai tavoli dove noi programmiamo l'estate cittadina sta producendo e produrrà risultati molto interessanti.
Quindi le posso rispondere in modo più ampio, come lei ha chiesto nella sua domanda, non parlando di dettagli ma parlando di strategie che stiamo portando avanti che credo sia il fondamento di quello che succederà a Bologna nei prossimi anni senza prendere in giro i cittadini rispetto alle soluzioni che vengono richieste nel breve periodo, perchè questo non significa rinunciare alla sicurezza nel breve periodo, rinunciare a essere presenti dove i cittadini ci chiedono di essere presenti oggi non fra 10 anni, ma allo stesso tempo avere una strategia, una collaborazione che fa dell'Università la città, così come anche demograficamente prima ho cercato di dimostrare".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:33
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