Comunicati stampa

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CONSIGLIO COMUNALE STRAORDINARIO, INTERVENTO DI LUIGI AMEDEO MELEGARI, PRESIDENTE DI ANCEBOLOGNA - COLLEGIO COSTRUTTORI EDILI


Trasmettiamo  l'intervento  di Luigi Amedeo Melegari, presidente di ANCEBOLOGNA - collegio costruttori edili, effettuato durante il Consiglio comunale straordinario sulle ricadute della Manovra finanziaria nell'ambito bolognese.

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Trasmettiamo  l'intervento  di Luigi Amedeo Melegari, presidente di ANCEBOLOGNA - collegio costruttori edili, effettuato durante il Consiglio comunale straordinario sulle ricadute della Manovra finanziaria nell'ambito bolognese.

“Ho particolarmente apprezzato lo spirito con il quale il sindaco ha promosso, insieme con l’Ufficio di presidenza del Consiglio comunale, il Consiglio straordinario di oggi. Le imprese di costruzioni sono particolarmente attente alle difficoltà di bilancio delle Amministrazioni locali perché la gran parte della domanda di lavori pubblici ed il dinamismo nella promozione della trasformazione e riqualificazione delle città dipende totalmente dalle Amministrazioni locali.

La competitività e la vivibilità di un territorio è legata alla capacità delle aree urbane di attrarre attività economiche e di offrire le migliori condizioni di vita per i cittadini; le città, e Bologna è la nostra città, costituiscono, per le opportunità che sono in grado di offrire, il centro di attrazione della popolazione ed il motore di sviluppo dell’economia. Bologna, per potere concretamente svolgere un ruolo trainante per lo sviluppo del Paese, deve avere una forte qualità del luogo, intesa come disponibilità dei servizi, innovazione, attrattività culturale, infrastrutture fisiche e digitali, periferie vivibili, riconoscibilità.

Costruire il futuro di Bologna, in questa visione, vuol dire individuare le funzioni cardine sulle quali fare sviluppo, vuole dire adattare spazi e luoghi perché ciò si realizzi attraverso l’avvio di progetti di riqualificazione e rigenerazione urbana. Condividiamo le considerazioni di carattere generale svolte da Unindustria, Cna, Confartigianato, Legacoop, Confcooperative. Gli effetti delle Manovre di Finanza Pubblica che si sono succedute negli ultimi anni e negli ultimi mesi impongono un ripensamento del ruolo e delle funzioni delle Amministrazioni locali.

Ruolo e funzioni che sono quanto mai penetranti sia nella promozione e realizzazione di edifici ed infrastrutture pubbliche, sia nel campo urbanistico che genera e regola la domanda privata di abitazioni, uffici, insediamenti produttivi e commerciali. Interpreto il vostro invito come uno stimolo a sottoporre, perciò, alla vostra attenzione le problematiche dell’industria edilizia che, come evidenziato, sono strettamente legate all’attività dell’Amministrazione comunale, con riferimento sia all’iniziativa urbanistica che alla realizzazione delle infrastrutture.

Non è questa la sede per svolgere analisi sulle ragioni della crisi finanziaria ed economica che ha attraversato il mondo dal settembre 2008 ad oggi. Le ragioni della crisi stanno nella forza con cui le dinamiche finanziarie ‘globali’ ormai condizionano le dinamiche finanziarie internazionali, nazionali e locali; oggi le dinamiche della finanza internazionale ‘spingono’ verso il risanamento accelerato dei debiti sovrani dello Stato e delle Amministrazioni locali.

Alle dinamiche finanziarie globali si aggiunge la crisi di credibilità delle nostre istituzioni e la conflittualità eccessiva e costante che caratterizza la vita politica ed istituzionale del nostro Paese. Dobbiamo tutti operare perché all’aggressione fra schieramenti si sostituisca il dialogo, il confronto rigoroso, e la sintesi su alcuni grandi obiettivi condivisi. Dobbiamo anche valorizzare la capacità del nostro sistema istituzionale di approvare Manovre per oltre 100 miliardi di sacrifici nell’arco di due mesi e la disponibilità di tutti i ceti sociali di farsi carico, responsabilmente, di oneri per il risanamento della finanza pubblica, nonostante che le Manovre non siano state preventivamente condivise con le parti sociali ed imprenditoriali.

Altri Paesi in Europa non hanno dimostrato di avere un’analoga capacità e tenuta. Prima di proporvi ciò che l’Amministrazione comunale potrà fare per l’industria delle costruzioni mi soffermerò brevemente su ciò che abbiamo fatto e stiamo facendo noi, come AnceBologna, per mantenere la capacità di lavoro nelle e delle imprese edili del territorio, messa a dura prova da tre anni di crisi della domanda.

Coma abbiamo reagito alla crisi.

Le risposte alla prima crisi finanziaria del 2008 sono state “globali” e perciò coordinate a livello sovranazionale con la finalità di definire azioni comuni di coordinamento che i singoli Stati-Ordinamenti hanno reso operative a tutti i livelli istituzionali ed organizzativi. Sul piano nazionale e locale abbiamo operato per agganciarci rapidamente ed efficacemente alle azioni definite a livello internazionale e nazionale per preservare il patrimonio di imprese e di capacità di lavoro che il nostro territorio è stato ed è in grado di esprimere.

Perciò tutta la nostra attenzione è stata ed è indirizzata a:
- promuovere azioni che possano contrastare la caduta contemporanea del mercato privato e del mercato pubblico dell’edilizia;
- mantenere sotto costante monitoraggio l’andamento del credito che da settembre 2008 è diventato più, vorrei dire “troppo”, selettivo sia nei confronti delle imprese che dei clienti (acquirenti di immobili, committenti di opere) e sta determinando un rallentamento dei rapporti economici e di conseguenza dell’attività delle imprese;
- promuovere l’operatività del consorzio di garanzia collettiva fidi – Fidindustria-Cobfidi – per rendere in modo strutturale il credito più accessibile e meno costoso per le imprese;
- promuovere fra le imprese associate tutte le azioni di riorganizzazione in grado di salvaguardare la struttura produttiva dell’impresa per consentirle di agganciare in modo efficace i segnali di ripresa della domanda collocabili nel 2012-2013;
- legare la ripresa della domanda ad una “forte” innovazione qualitativa sul piano energetico, ambientale e strutturale degli immobili e delle opere che produrremo;
- concordare con il sindacato del settore costruzioni e con le altre Associazioni imprenditoriali presenti nella filiera delle costruzioni edili (artigiani, cooperative), azioni comuni finalizzate a conseguire gli obiettivi richiamati e, contemporaneamente, a salvaguardare il lavoro e la professionalità presenti nelle imprese di costruzioni del territorio, attraverso l’utilizzo degli ammortizzatori sociali e delle azioni di formazione-riconversione professionale. A tal fine abbiamo sottoscritto un Protocollo di filiera finalizzato a contenere gli effetti della crisi sia sui lavoratori che sulle imprese, attraverso gli interventi degli Enti bilaterali operativi nel settore.

Dagli Enti bilaterali esistenti ed operativi potrà intervenire un sostegno ulteriore ai lavoratori ed alle imprese per affrontare gli effetti della crisi. Non ci pare opportuno introdurre nuovi soggetti di spesa derivanti da contrattazioni 'speciali' del nostro territorio. Il settore delle costruzioni per sua natura ha risentito con ritardo di circa un anno del calo della domanda determinatosi in tutta l’economia locale e nazionale.

I primi effetti si sono perciò registrati in modo significativo nel 2009. Oggi registriamo un calo della domanda pubblica e privata sul territorio che ha comportato la riduzione di circa 6000 addetti al settore (agosto 2008 - agosto 2011), ed una forte sofferenza nelle imprese meno strutturate sul piano patrimoniale e della diversificazione dei mercati di attività (da agosto 2008 ad agosto 2011, 700 imprese non sono più operative sul territorio provinciale).

Riteniamo che in assenza di interventi e strategie in grado di rilanciare sia l’edilizia pubblica che l’edilizia privata, la crisi del settore si manifesterà in modo più forte nel 2012 attraverso l’ulteriore riduzione delle persone occupate e delle imprese attive nel settore delle costruzioni.

Le nostre proposte al Comune di Bologna.

Nell’ambito di queste strategie, all’Amministrazione Comunale di Bologna, nonché alle aziende a prevalente partecipazione pubblica locale del territorio, proponiamo le seguenti azioni in grado di favorire gli investimenti pubblici e privati in infrastrutture ed immobili pubblici e privati in grado di rendere più attraente e competitivo il nostro territorio:

- Lavori pubblici e manutenzione della città: prevedere il superamento dei vincoli del Patto di stabilità, che impediscono lo sviluppo degli investimenti pubblici locali, cercando di ‘aggirarne’ i contenuti penalizzanti in collaborazione con le banche del territorio e con la Regione Emilia-Romagna che, come avvenuto in Veneto, potrebbero promuovere e prefinanziare un programma di lavori pubblici locali superando così i vincoli del Patto di stabilità, attraverso finanziamenti che poi verranno restituiti nel tempo dai Comuni e dalla Regione al sistema del credito. Dobbiamo purtroppo registrare un calo drammatico del 60% degli importi di lavori pubblici pubblicati nella provincia di Bologna nel corso del 2009 (165 milioni) e del 2010 (169 milioni) rispetto al 2008 (427 milioni). Con riferimento alle piccole e medie opere, e comunque alle opere già inserite nei programmi dei lavori pubblici approvati con i bilanci 2010-2011, chiediamo all’Amministrazione comunale di accelerare l’attuazione dei propri programmi di investimenti in lavori pubblici e di utilizzare la facoltà concessa del ricorso alla procedura negoziata (ex trattativa privata senza bando) per gli importi fino a 1.000.000 euro, valorizzando il rapporto con le imprese del territorio, ferma restando la trasparenza e la concorrenzialità fra le 5-10 imprese invitate ad ogni procedura. In tal senso sensibilizzeremo tutte le Stazioni appaltanti del nostro territorio. Questa scelta può determinare più velocità nell’attuazione dei lavori e più tutela delle strutture delle imprese locali qualificate per l’esecuzione dei lavori pubblici. Le modifiche al Patto di stabilità contenute nella ‘Manovra di stabilità’ e nella ‘Manovra di ferragosto’ aprono nuovi spazi, dal prossimo anno, per una ripresa degli investimenti in opere pubbliche nei Comuni ‘virtuosi’. Vi chiediamo di impostare una azione finalizzata a far entrare Bologna fra i Comuni ‘virtuosi’. Per non bloccare le opere pubbliche è necessario prevedere infine il maggiore ricorso al factoring ed alle permute per il pagamento dei lavori, al leasing in costruendo, alla finanza di progetto. Per dare gambe a queste proposte Vi proponiamo di aprire una sede di confronto sul tema ‘lavori pubblici e manutenzione della città’;

- Favorire gli investimenti privati nella città: impegnare il sistema pubblico locale (Provincia, Comuni, Ausl, Arpa) ad istruire e ‘decidere’ in ‘6-12 mesi’ tutti i progetti di intervento privati presentati in coerenza con la pianificazione comunale e con gli Accordi territoriali stipulati il Comune di Bologna, la Provincia e/o la Regione. Ci riferiamo ai progetti per medie/grandi infrastrutture commerciali-direzionali, impianti sportivi, parchi divertimento, Aree produttive ecologicamente attrezzate (Apea), attuabili in coerenza con quanto previsto dal Ptcp - Piano Territoriali di Coordinamento Provinciale, e dal Poic - Piano operativo insediamenti commerciali, nonché agli interventi edilizi previsti negli Accordi territoriali e nel Psc-Poc del Comune immediatamente attuabili. E’ infatti opportuno sbloccare in fretta gli investimenti dei privati che intendono attivarsi. Occorre contrastare con decisione l’esasperante lentezza dei procedimenti amministrativi, che ha raggiunto livelli non più accettabili. L’azione delle Amministrazioni pubbliche (Comuni, Arpa, Ausl, Soprintendenza) appare orientata esclusivamente alla moltiplicazione dei centri decisionali e alla frammentazione delle competenze. Il risultato di tale azione è un sistema incerto, eccessivamente complesso e del tutto inadeguato alle esigenze delle imprese e dei cittadini. Nessuna delle azioni dell’Amministrazione pubblica sembra orientata all’efficacia e all’efficienza delle procedure. Per dare gambe a queste proposte vi proponiamo di aprire una sede di confronto sul tema ‘investimenti privati nella città’;

- Leva urbanistica ed edilizia sociale: oggi Bologna e la sua nuova Amministrazione comunale hanno di fronte l’opportunità di avviare l’attuazione del nuovo Piano strategico comunale (Psc) basato sullo sviluppo territoriale della città e di definire un Piano strategico metropolitano (Psm) basato sul posizionamento di Bologna nel quadro nazionale ed internazionale. Con particolare riferimento allo sviluppo urbano del Comune di Bologna sottolineiamo che il nuovo Psc è intervenuto dopo una paralisi applicativa determinata dalla rigidità del precedente Prg concepito 30 anni fa (1979). Siamo davanti ad una straordinaria possibilità di rinnovamento dell’assetto urbano di Bologna e della sua capacità di attrarre nuove persone e nuove funzioni. Sulla metodologia di avvio dell’attuazione del Psc, noi chiediamo al Comune di Bologna di operare per garantire uno sviluppo del territorio programmato in modo graduale, nell’arco dei prossimi 5-10-15-20 anni, su tutti gli ambiti per nuovi insediamenti di riqualificazione, di sostituzione, previsti dal Psc del Comune di Bologna, senza determinare privilegi a favore di un singolo ambito rispetto ad altri, e questo sin dalla formazione del primo Piano operativo comunale (Poc) attraverso un bando/avviso pubblico per sollecitare proposte finalizzate alla sua formazione. E’ urgente la revisione del Rue per favorire la riqualificazione urbana in tutti gli ambiti della città e per snellire le procedure. Per contrastare il disagio abitativo, riteniamo che con risorse private ed in aree rese disponibili dai privati nell’attuazione del Psc si possano avviare, entro 3-5 anni, circa 200 alloggi in locazione permanente, 200 alloggi in locazione a termine derivanti dall’attuazione dell’indice pubblico di edilizia sociale previsto dal Psc e circa 600 alloggi di edilizia convenzionata in proprietà e locazione derivanti dall’indice della quota di edilizia convenzionata inserita nell'indice proprio previsto dal Psc per ogni area di intervento. Per l’edilizia sociale riteniamo utile avviare programmi di integrazione di diverse tipologie di intervento edilizio (affitto a lungo termine, affitto a breve e medio termine, proprietà convenzionata, proprietà libera), nell’ambito dell’attuazione del PSC approvato, anche ricorrendo alla promozione di un fondo immobiliare per l’housing sociale, operativo a Bologna ed in Emilia-Romagna, in attuazione del ‘Piano nazionale di edilizia abitativa - Piano casa’, per la realizzazione degli interventi in affitto permanente e/o di durata superiore a 10-25 anni. Veneto e Lombardia hanno già operativi fondi immobiliari con queste caratteristiche. E’ necessario ed urgente che il Comune di Bologna d’intesa con la Regione Emilia-Romagna promuovano la costituzione di un fondo immobiliare per l’housing sociale e lo sviluppo delle aree dismesse ferroviarie e militari, coinvolgendo le Fondazioni locali, capitali nazionali ed internazionali nonché le forze imprenditoriali locali interessate. In caso di inerzia rischiamo di essere tagliati fuori dal principale canale di finanziamento del nuovo Piano casa nazionale; Per dare gambe a queste proposte vi proponiamo di aprire una sede di confronto sul tema ‘leva urbanistica ed edilizia sociale’;

- Avviare il Piano strategico metropolitano (Psm): esprimiamo soddisfazione per l’avvio del suo cammino anche se registriamo un grave ritardo dovuto alla pausa imposta dalla gestione commissariale. Costruire il futuro strategico di Bologna vuole dire individuare le funzioni cardine sulle quali fare sviluppo, vuole dire adattare spazi e luoghi perché ciò si realizzi attraverso l’avvio di progetti di riqualificazione e rigenerazione urbana. Ciò di cui le città italiane hanno bisogno è una visione strategica, una cultura sistemica della trasformazione e riqualificazione urbana proiettata nel medio-lungo periodo, altrimenti è grande il rischio di generare solo una successione di interventi sconnessi tra loro. Fondamentale dovrà essere, nella definizione del Psm, il ruolo dei portatori di interesse, come la nostra Associazione, che dovranno impegnarsi a fornire alle Istituzioni ed agli esperti il proprio apporto conoscitivo e di esperienza per inserire, con azioni concrete, Bologna nella competizione fra territori a livello nazionale ed internazionale. Opereremo perché le Associazioni Imprenditoriali trovino un coordinamento per l’elaborazione delle loro proposte nell’ambito della Camera di commercio. Nel Piano strategico proporremo di anticipare, da subito, la promozione di azioni politico-amministrative di livello provinciale-metropolitano nelle materie: sviluppo economico e sociale, territoriale ed insediativo della Provincia di Bologna, con riferimento alle problematiche infrastrutturali, di trasporto ed ambientali, di gestione della fiscalità e dei lavori pubblici, di promozione dello sviluppo imprenditoriale, di attuazione delle scelte urbanistiche più complesse, di sviluppo della rete telematica, sia a supporto dei singoli Comuni, che in sostituzione delle attuali funzioni svolte dalla Provincia di Bologna. L’avvio di azioni politico-amministrative coordinate al livello provinciale-metropolitano potrà facilitare la costituzione della Città metropolitana entro il 2014, nuovo assetto istituzionale che ci pare essenziale per far crescere la capacità competitiva del nostro territorio. Su quale modello adottare per costituire la Città metropolitana, saremo più analitici nella nostra Assemblea del 17 ottobre;

- Realizzare le infrastrutture: proseguire nello sforzo per rendere attuabili e cantierabili ‘prima possibile’, nel corso del 2012 e del 2013, passante autostradale a Nord, metrotramvia (progetto approvato e finanziato), People Mover, nodo di Rastignano, nodo di Casalecchio di Reno, Lungo Savena, Piano parcheggi pubblici e pertinenziali nel Comune di Bologna. Non ci soffermiamo su questi temi fin troppo ‘discussi’, le infrastrutture sono necessarie per rendere più competitivo ed attrattivo il nostro territorio. Inoltre un milione di euro investito nel settore delle costruzioni genera effetti moltiplicativi (diretti, indiretti e indotti) per 3,379 milioni. Nessun altro settore economico ha un effetto moltiplicatore di questa portata;

- Proroga dei permessi di costruire per ‘crisi economica in atto’: sul piano più operativo si sta verificando, in seguito alla crisi della domanda e della finanziabilità dei progetti, che permessi di costruire rilasciati e superDIA presentate per realizzare interventi edilizi non vengano ritirati, ed interventi avviati non vengano conclusi nei termini di legge. Sulla base della normativa vigente i termini per l’inizio dei lavori (non superiore ad un anno dal rilascio del permesso di costruire) e quello di ultimazione (non superiore a tre anni, dalla data di inizio lavori relativa al permesso di costruire o superDIA presentata), possono essere prorogati ai sensi della Legge Regionale n. 31 del 2002 per una sola volta con provvedimento motivato, per fatti estranei alla volontà del titolare del titolo abilitativo (cfr. artt. 10 e 14 L.R. 31/2002 e s.m.i. ‘Su richiesta presentata anteriormente alla scadenza, entrambi i termini possono essere prorogati per una sola volta, con provvedimento motivato, per fatti estranei alla volontà del titolare del permesso’). Proponiamo che il Comune di Bologna consideri in via generale ‘la crisi economica in atto’ come un fatto estraneo alla volontà del titolare del permesso di costruire e/o superDIA e perciò meritevole di una proroga per il periodo richiesto relativamente sia all’inizio dei lavori che all’ultimazione dei lavori stessi;

- Esentare dall’Ici l’invenduto: la crisi della domanda di abitazioni, determinata dalla difficoltà nel finanziamento ai privati da parte delle banche, sta contribuendo alla crescita delle abitazioni invendute all’ultimazione dei lavori. Si propone di esentare dall’Ici, per un periodo di due anni dall’ultimazione dei lavori, le abitazioni invendute. Riteniamo che, con l’adozione dei provvedimenti sopra suggeriti, si possano attenuare gli effetti della crisi economica sulla filiera produttiva edilizia. Casa ed infrastrutture restano beni primari per il nostro settore produttivo e per lo sviluppo del nostro territorio. Il Comune di Bologna ha una grande e diretta responsabilità nel promuovere la realizzazione di questi beni e la salvaguardia della capacità produttiva delle imprese che ne curano direttamente la promozione, progettazione e realizzazione, imprese che sul piano provinciale occupano circa 12.000 addetti e muovono un indotto di altrettanti lavoratori, artigiani e professionisti”.

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:22
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