Comunicati stampa

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QUESTION TIME, CHIARIMENTI SULLA GESTIONE DEI CENTRI SOCIALI


Riguardo al contesto differenziato, complesso e stratificato dei centri sociali in città, dobbiamo innanzitutto distinguere e fare una mappatura degli spazi.
La necessità di distinguere vale anche per i fatti: i fatti di Bologna sono diversi da qu...

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Riguardo al contesto differenziato, complesso e stratificato dei centri sociali in città, dobbiamo innanzitutto distinguere e fare una mappatura degli spazi.
La necessità di distinguere vale anche per i fatti: i fatti di Bologna sono diversi da quelli di Roma, e non possiamo mettere tutti sullo stesso piano, oltre a tenere presente che la responsabilità penale è individuale e un frequentatore di un centro sociale, se indagato, non coinvolge tutto lo spazio.
Questa amministrazione, come tutte le precedenti, anche di centro destra, sta cercando di mappare e regolamentare gli spazi sociali, perché solo le convenzioni permettono di regolamentare dei rapporti e di trovare una coesistenza tra gli spazi e i residenti.
Una volta completata la mappatura, la Giunta è disponibile a confrontarsi in commissione con l'opposizione, per costruire un tavolo di lavoro e confronto, per capire, per affrontare la questione da un punto di vista anche di conoscenza di queste realtà.
Nella convinzione, però, che la grande forza di una amministrazione sta nel cercare il dialogo.
Questa, in sintesi, la risposta dell'assessore Alberto Ronchi all'interpellanza della consigliera Paola Francesca Scarano (Lega Nord) sulla gestione dei rapporti con i centri sociali.

La domanda d'attualità della consigliera Paola Francesca Scarano (Lega Nord):

"La sottoscritta Consigliera Comunale Paola Francesca Scarano con riferimento alle discussioni recenti e alla situazione bolognese che vede lamentele e segnalazioni per la gestione dei centri sociali, chiede di sapere
- perchè non vi è un controllo sulla gestione dei centri sociali, in parte finanziati con i soldi della collettività, i quali possono agire nella più assoluta inosservanza delle regole;
- come sia possibile ammettere l'esposizione di uno striscione come quello comparso nella giornata del 19.10.2011 a Porta Santo Stefano, sul tetto di un centro anarchico, riportante la dicitura "Indignazione? Rivoluzione" e la non conseguente ed immediata rimozione;
- alla luce dei recenti disordini di Bologna e Roma e in previsione di quelli che avverranno in Val di Susa e delle innumerevoli segnalazioni dei cittadini bolognesi che vivono in prossimità di centri sociali quali interventi mirati si vogliono attuare;
- se il sindaco e la Giunta sono consapevoli che rendere i centri sociali luoghi sicuri, laboratori di creatività, mezzi per il recupero di aree degradate ostacolando e punendo qualsiasi forma di trasgressione, violenza e prevaricazione contribuisce al bene sociale ed evita le contrapposizioni tra molti frequentatori di questi centri ed il resto della città.

La risposta dell'assessore alla Cultura e ai Giovani Alberto Ronchi:

"Ringrazio la consigliera per i toni, anche per il tentativo di trovare un confronto rispetto alle posizioni che, è vero in queste settimane abbiamo espresso qualche volta un po' concitatamente. Io penso questo fondamentalmente: la prima cosa è che noi dobbiamo distinguere. L'impressione che ho io è che si faccia molta confusione su diversi livelli. L'impressione è suffragata anche dalla domanda perché, quando si parla dei fatti di Roma, i fatti di Roma sono stati causati da un gruppo che è definito "Black block" che anche oggi su La Repubblica, ma devo dire che anche il ministro Maroni su questo é stato molto preciso, si parla di elementi provenienti dall'estrema sinistra, dall'estrema destra e dalle tifoserie. Cioè, siamo di fronte a un fenomeno complesso: i Black blok con i centri sociali non c'entrano nulla. Come bisogna distinguere anche tra i fatti: non possiamo mettere sullo stesso piano quello che è accaduto a Roma e quello che è accaduto a Bologna, perché se mettiamo sullo stesso piano episodi sicuramente che sarebbe meglio che non avvenissero, come quelli di Bologna, con la devastazione della città come quella di Roma, probabilmente non facciamo bene il nostro mestiere. Perché dobbiamo essere in grado di distinguere. Allora, intanto chiedo che vi sia una distinzione. L'altro giorno abbiamo fatto ad esempio questa udienza conoscitiva sulla questione Bartleby, ecco Bartleby non è un centro sociale, è un'altra cosa. E' un mondo molto variegato e differenziato.
Detto questo, anche il rapporto dell'amministrazione comunale con queste realtà è molto complesso e differenziato e io l'ho ereditato. Allora, vi sono convenzioni che sono in scadenza e che noi vorremmo rinnovare, esistono realtà che non hanno convenzioni con l'amministrazione comunale e che spesso sorgono all'interno di strutture private, è per esempio il caso del Crash.
Allora, intanto noi stiamo cercando di mettere ordine rispetto alla parte su cui esisteva già un rapporto storicamente costruito tra l'amministrazione comunale e questi centri sociali, sottolineo il fatto perché poi quando si è da questa parte, anche se si hanno posizioni diverse da quelle di sinistra, la buona amministrazione va in una certa direzione. Molte delle situazioni che io ho ereditato e che sto cercando di regolamentare, sono state costruite e regolamentate dal sindaco Guazzaloca, cioè l'unico sindaco di centro destra che c'è stato. E' interessante questa cosa, semplicemente per dire che probabilmente anche il Sindaco Guazzaloca aveva capito una cosa che per me è fondamentale, e che nella sua domanda è in qualche modo abbozzato, cioè che il dialogare, l'avere rapporti di dialogo, permette di lasciare aperte delle porte e anche, laddove ci sono situazioni legate alla convivenza di queste realtà con la presenza di persone, di abitanti, si riesce a instaurare un dialogo e a cercare di trovare un modus vivendi che permetta a tutti di avere una sorta di convivenza, che è l'obiettivo che lei sottolinea e che è anche il nostro.
Io sto facendo questa mappatura cercando di sistemare la situazione, con convenzioni uguali della durata degli stessi anni ecc., però visto che c'è molta confusione su questo tema, la mia proposta è, perché ritengo giusto che il Consiglio svolga il suo ruolo, nel momento in cui avremo una mappatura completa, perché la situazione è abbastanza complessa, se lo ritenete opportuno io sono disposto a venire in commissione a raccontarvi complessivamente qual'è la situazione. Quindi io do la mia disponibilità a fare questo tipo di lavoro con voi, senza la pretesa che ci sia l'opposizione che sposa le nostre posizione, ma per un confronto, per capire, per affrontare la questione da un punto di vista anche di conoscenza. Io sono convinto che non è questione di avere paura o di non avere paura, la grande forza di una amministrazione sta nel cercare il dialogo.
L'altra cosa è questa: si fa confusione tra centri sociali e altri soggetti che magari frequentano i centri sociali che sono, non condannati, ma indagati. Allora è evidente che una amministrazione pubblica non ha il compito di sostituirsi alla magistratura, non ha il compito di sostituirsi alla polizia, perché sennò facciamo una grande confusione, e non è giusto fare questa confusione. Ma soprattutto c'è nel diritto italiano una grande cosa che è la responsabilità individuale. Non è che se uno frequenta un centro sociale e viene indagato per i fatti di Roma, viene indagato tutto il centro sociale, non può funzionare non è una cosa che noi possiamo applicare, andremo contro la legge. Allora noi siamo perché la magistratura faccia il suo lavoro in maniera autonoma come sta facendo, in una situazione complessa, che a Bologna è meno grave che in altre realtà, dovuta anche al fatto che a Roma c'è stata una grande manifestazione e lì purtroppo sono arrivati anche da altre parti. E noi vogliamo lavorare in questa direzione:
per quanto riguarda capisco, non mi pare praticamente una cosa così offensiva, però posso capire che irrita la sensibilità di qualcuno.
Francamente anche qui, chiederci che noi interveniamo, che controlliamo ogni angolo, io posso fare tutto quello che lei ritiene, però non ho ancora questo potere. Io cerco di indirizzare delle politiche. Quello è un centro anarchico, adesso cercherò di capire che relazioni ha con l'amministrazione, credo che non ci siano, però lo verificherò, noi proveremo a fare questo tipo di lavoro. Sono d'accordo con lei, che proprio nell'ultima parte della sua domanda, dimostra che il costruire delle convenzioni va nella direzione che dice lei, perché se noi non chiudiamo e costruiamo delle convenzioni, non possiamo nemmeno regolamentare dei rapporti. Le convenzioni servono per regolamentare dei rapporti. Ripeto però, non facciamo confusione tra le diverse realtà, non diamo colpa se ci sono dei soggetti individuali che fanno qualcosa all'insieme delle realtà e distinguiamo. allora, se facciamo questo lavoro io credo che, nella differenza di posizioni, che esiste tra maggioranza e opposizione possiamo però, su questo argomento, trovare un tavolo di discussione comune. E ribadisco la mia disponibilità una volta fatta la mappatura, ripeto è complessa perché sono realtà con una stratificazione negli anni, se lo ritenete opportuno a venire in commissione e a rappresentarvi il lavoro che stiamo facendo."

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:22
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