Comunicati stampa

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QUESTION TIME: RICHIESTA INFORMAZIONI SU EPISODIO DI BULLISMO


Il problema della violenza giovanile e del bullismo ha da parte dell'Amministrazione Comunale risposte a diversi livelli che coinvolgono il settore socio/educativo e il Progetto sicurezza urbana e l'Istituzione per l'inclusione sociale Don Paolo Se...

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Il problema della violenza giovanile e del bullismo ha da parte dell'Amministrazione Comunale risposte a diversi livelli che coinvolgono il settore socio/educativo e il Progetto sicurezza urbana e l'Istituzione per l'inclusione sociale Don Paolo Serra Zanetti. Ed inoltre è in iter con la Regione Emilia-Romagna un progetto di monitoraggio e interventi diretti sulle aree che presentano maggiori criticità.

Domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega Nord):

"Visti gli articoli di stampa apparsi sui diversi quotidiani localichiede alla Giunta ed al Signor Sindaco di sapere
  • se gli autori del pestaggio ai danni di un quattordicenne - sono in carico ai Servizi Sociali del Comune di Bologna ed in caso di risposta affermativa si chiede di conoscere quale sia per ognuno di loro progetto educativo stilato con le assistenti sociali;
  • se alla luce di tutta una serie di notizie di reato compiuti da diverse baby gang presenti in città - ( indimenticabile quella detta della "bolognina warriors") - non ritenga grave quanto stia accadendo in città ed in caso di risposta affermativa si chiede come intenda l'amministrazione agire per arginare tali sempre più frequenti episodi di violenza;
  • tenuto altresì conto che nella maggior parte dei casi tali gang agiscono nelle ore diurne (mattino o primo pomeriggio) e solitamente in parchi pubblici (non ultimo l'azione di violenza perpetrata ai danni di una quattordicenne presso i Giardini Margherita lo scorso 6 maggio) si chiede di sapere se non ritenga opportuno prevedere in tali luoghi azioni di controllo effettuati in sinergia con le Forze dell'Ordine presente in città portando all'attenzione del tavolo della sicurezza provinciale tale questione;
  • se ritiene fondato parlare di grave emergenza educativa e quindi se non ritenga opportuno indire una istruttoria pubblica su tale questione al fine di chiamare a raccolta tutte le realtà del nostro territorio".

Risposta dell'assessore ai Servizi sociali Amelia Frascaroli

"Le risposte che devo dare si giocano su più livelli nel senso che sono risposte che coivolgono lo spazio degli interventi educativi, lo spazio degli interventi sulla sicurezza, lo spazio di progetti anche innovativi e sperimentali.
Per tutto quello che riguarda la progettazione educativa, premetto che non rispondo alla domanda che chiede notizie e informazioni sulla presa in carico di minori per ovvi motivi legati alla discrezione che bisogna usare in questi casi, le basti sapere che sono minori da tempo in carico ai servizi, le cui famiglie sono conosciute.
Il Comune di Bologna ha messo in campo nuove figure professionali, quali facilitatori e attivatori di sistema che hanno consentito di sperimentare un Servizio di Rete mirato a prevenire il fenomeno dell' abbandono scolastico e a promuovere la cultura della legalità democratica. In seguito al processo di decentramento dei servizi operato dal Comune di Bologna, nei quartieri oggi esiste la figura professionale dell’Operatore del Servizio Territoriale Scolastico, al quale compete anche porre in essere strategie per fare collaborare scuola, famiglia e territorio, mappando le risorse presenti sul territorio, stimolare la loro partecipazione, cercare di costruire modelli possibili di intervento in cui gli interlocutori possano trovare forme di collaborazione nell’interesse del minore e della comunità di riferimento.

Nei Quartieri gli educatori professionali hanno assunto funzioni di rete del sistema territoriale delle opportunità e sono stati individuati quali referenti, in particolare per le scuole primarie e secondarie di 1° grado, svolgendo una funzione di raccordo tra la scuola, il servizio sociale e il servizio sanitario e il territorio.
Hanno quindi l’obiettivo di far dialogare i progetti della scuola con i progetti ed i servizi del territorio, lavorando congiuntamente agli insegnanti sulle singole situazioni o su gruppi di ragazzi e cercando di coinvolgere le famiglie nella convinzione che la scuola e le agenzie formative non devono essere lasciate sole nel loro delicato e complesso compito educativo.
Gli educatori professionali hanno, infatti, anche il compito di gestire le segnalazioni che pervengono dalle scuole relativamente alla irregolare frequenza scolastica degli alunni cercando di attivare insieme ad esse azioni ed interventi tesi ad aiutare i ragazzi/e a superare il problema, coinvolgendo anche le famiglie, in stretta continuità con il servizio sociale.
In alcuni Quartieri sono state realizzate, in via sperimentale, esperienze di orientamento da parte degli educatori soprattutto rivolte ai ragazzi/e a rischio di dispersione, al fine di supportarli ed orientarli a una scelta aderente al proprio livello di competenze scolastiche e sociali, sollecitando una motivazione attiva nei confronti del passaggio verso l’istruzione superiore.

Sono stati cercati rapporti, da parte del servizio educativo, con altre scuole medie superiori atti a costruire percorsi di accompagnamento dei ragazzi/e a rischio: in alcuni casi si è riusciti ad essere accolti dalle scuole in altre non è stato possibile.

Si stanno, inoltre, sperimentando percorsi personalizzati in raccordo con la scuola superiore e i Centri Regionali di formazione, con la sottoscrizione di patti che coinvolgano il minore, la famiglia, il centro di formazione, l’operatore del Servizio Educativo Scolastico. Il patto viene stabilito partendo dalla individuazione condivisa (minore, famiglia e scuola) degli obiettivi possibili (all’interno dei vincoli di legge e delle competenze cognitive e motivazionali: “che cosa so?”, “che cosa mi aspetto?”, “che cosa voglio?”, “a che sforzo sono disponibile?”), dove ognuno chiarisce il che cosa e il quanto del proprio mettersi in gioco.

In questo senso il profilo professionale attribuito agli educatori del Servizio Scolastico e Territoriale, aiuta a collocare in modo diverso la funzione in rapporto alla realtà sociale del territorio, di cui in genere si ha una conoscenza predominante attraverso l’intervento su casi specifici ma che non ne esaurisce la conoscenza in un’ottica educativa/sistemica.

Altre importanti risorse del territorio sono anche alcuni servizi che si sono consolidati negli anni: i gruppi socio-educativi che costituiscono a tutt’oggi contenitori nei quali piccoli gruppi di bambini e di pre-adoscenti, condotti da educatori qualificati, possono essere aiutati nello sviluppo di relazioni sociali adeguate e soddisfacenti ed essere sostenuti nell’esecuzione dei compiti.

Si evidenzia che in quasi tutti i Quartieri è già stato istituito un tavolo tecnico di lavoro, denominato coordinamento adolescenti, a cui sono chiamati a partecipare tutti i soggetti istituzionali e non, che si occupano di minori, anche nella fascia di età scolare, in ambito scolastico ed extrascolastico. Bisogna sottolineare che anche la stessa scuola nei tavoli si è fatta promotrice di attività extrascolastiche favorendo una dinamica positiva fra tempo scuola e tempo libero dove in alcuni casi il contenitore della scuola, in altri le figure degli insegnanti, costituiscono un anello di continuità funzionale per i ragazzi/e. Questo è l'intervento educativo/scolastico legato alla scuola che è stato il settore Istruzione a preparare.

Poi c'è una risposta legata ai Progetti di Sicurezza Urbana e di Vivibilità urbana, perchè ciascuno ha il suo ambito di competenza e di intervento.
Relativamente alla problematica sopraesposta il Progetto Sicurezza Urbana per quanto di sua competenza e da parte del presidente del Consiglio dei genitori di alcune scuole situate nelle adiacenze dei giardini in cui sono avvenuti gli episodi di violenza o bullismo accaduti di recente ha predisposto la presenza degli Assistenti Civici negli orari di uscita degli alunni e altri orari d'uscita coperti da appositi servizi della Polizia Municipale. Il servizio giornaliero degli Assistenti Civici è assicurato al fine di contribuire ad una maggiore sicurezza degli alunni attraverso una funzione di deterrenza e un’azione colloquiale e di mediazione.
Le zone oggetto degli episodi sono comunque all’attenzione dell'ufficio Vivibilità urbana e del Progetto Sicurezza anche per la valutazione di azioni progettuali.

Relativamente al problema del bullismo e della violenza e devianza giovanile, il Progetto Sicurezza Urbana soprattutto a livello preventivo, si è attivato con azioni sinergiche coi Quartieri e in collaborazione con la Polizia Municipale, sia conformando o riorganizzando la presenza degli Assistenti civici davanti a scuole, parchi o aree con maggiore criticità sia con più ampie azioni progettuali aventi la finaltà di promozione del senso civico, della legalità e del rispetto dell’altro e delle regole. In particolare sono attivi progetti sul tema che coinvolgono in varia misura oltre ai soggetti sopra citati anche i Servizi Educativi, enti esterni, rappresentanti delle forze dell'ordine, impegnati in campagne di educazione alla legalità, centri di aggregazione e centri sociali anziani, sia su individuate zone del territorio cittadino per esempio un progetto è attivo alla “Lunetta Gamberini”, sia con un’attività più estesa e articolata in moduli formativo/educativi che coinvolgono vari istituti scolastici del territorio in particolare il progetto:” Fai la cosa giusta", che prevede tutta una serie di coinvolgimenti e un grande numero di partecipanti.
In particolare, per quanto di sua competenza, la Polizia Municipale provvede con i suoi nuclei territoriali ad intensificare i servizi davanti ai plessi scolastici e nelle aree pubbliche interessate dal problema, lavorando in stretto contatto con la Procura del tribunale dei Minori.
E' in iter con la regione Emilia- Romagna la realizzazione di un progetto, sul tema della devianza giovanile e delle aggregazioni giovanili caratterizzate da atteggiamenti violenti e aggressività, per analizzare il fenomeno in alcuni quartieri cittadini al fine di individuare strategie ed interventi educativi e preventivi, ed eventuali riorganizzazione degli spazi pubblici interessati dal fenomeno mediante cofinanziamento. L’iter di tale attività verrà perfezionato nelle prossime settimane.

Ed infine l’Istituzione per l’inclusione sociale Don Paolo Serra Zanetti, rispondendo anche ai suoi obiettivi di messa in atto di politiche contro l’esclusione sociale, ha avviato un censimento cittadino sui servizi pubblici e del privato sociale a favore di giovani, 11-20 anni, a rischio di esclusione sociale.
L’intento è quello di individuare punti di forza e punti di criticità al fine di ricercare un modello di intervento comune che, tenendo conto delle peculiarità dei singoli territori, intervenga in maniera efficace sia in termini di prevenzione di situazioni conflittuali, sia nella progettazione di interventi che propongano alternative allo “stare in strada” dei ragazzi.
Un focus particolare è riservato ai giovani della seconda generazione di immigrati che, anche alla luce della recente riforma del sistema scolastico, appaiono più indeboliti nei percorsi di inclusione sociale.
La costruzione di un sistema integrato dovrà prevedere il coinvolgimento diretto delle famiglie, degli istituti scolastici oltre che dei servizi socio educativi e sociali dei territori".

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:22
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