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QUESTION TIME: CHIARIMENTI SU IRISBUS


Il ricorso al Tar di Irisbus è infondato e temerario. Non risulta ancora notificato né all'Amministrazione comunale né ad ATC, e comunque ha come destinatario principale il ministero del Trasporti e delle Infrastrutture. Non è quindi ragionevole...

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Il ricorso al Tar di Irisbus è infondato e temerario. Non risulta ancora notificato né all'Amministrazione comunale né ad ATC, e comunque ha come destinatario principale il ministero del Trasporti e delle Infrastrutture. Non è quindi ragionevole interrompere l'iter dell'operazione di fusione tra ATC e FER. Così, Andrea Colombo, assessore comunale alla Mobilità, nella seduta odierna di Questione time, risponde alle domande di attualità dei consiglieri del Pdl Daniele Carella, Michele Facci e Lorenzo Tomassini, e del consigliere Marco Piazza (M5s) in merito al ricorso presentato da Irisbus per ottenere un risarcimento dal Comune di Bologna sullo stop al Civis.

La domanda di attualità del consigliere Daniele Carella (Pdl):

"In merito a quanto riportato dalla stampa locale, ovvero al fatto che Irisbus e CCC hanno presentato ieri un ricorso al TAR del Lazio avverso al Comune di Bologna e non solo contenente una richiesta risarcitoria iniziale e non esaustiva di 230 milioni di euro, si chiede:
  • cosa sappia e/o abbia saputo l'Amministrazione in merito all'atto stesso;
  • quali siano i convincimenti e/o le garanzie che l'Amministrazione ritenga opportuno illustrare ai cittadini in merito alla giustezza giuridica di quanto finora deciso;
  • nel caso di vittoria da parte dei ricorrenti, chi l'Amministrazione pensa debba pagare ed in quali proporzioni;
  • come pensa l'Amministrazione possa conciliarsi la posizione di CCC che, da un lato, è alleata e sodale con Irisbus nell'intraprendere una forte azione avversa all'Amministrazione stessa che contempla la richiesta di un mostruoso risarcimento (tra l'altro, a mio avviso, politico e non legale ingiustificato) e, dall'altro, si propone come socio dell'Amministrazione tramite ATC, nella vicenda People Mover, per non parlare del fatto che è l'attuale gestore della nuova sede del Comune;
  • come sia possibile continuare un percorso oltremodo oneroso sotto tutti gli aspetti, oltre che complesso e delicato, con un 'socio' che non si è peritato di intraprendere una fortissima azione legale dai risvolti sicuramente laceranti per l'Amministrazione comunque vada a finire;
  • come possano essere interessati importanti soggetti imprenditoriali a intervenire in futuro in una città in cui l'Amministrazione è stata denunciata da un proprio storico interlocutore dello spessore di CCC".

La domanda di attualità Michele Facci (Pdl):

"Premettendo che è notizia di oggi il ricorso di Irisbus al Tar Lazio per il ristoro degli asseriti danni subiti dalla sospensione dei lavori del Civis, che tra i vari soggetti, sono coinvolti anche Atc ed il Comune di Bologna, che la somma complessivamente richiesta e' pari a circa 230 milioni di euro, si chiede:
  • se l'Amministrazione non ritenga che tale contenzioso sia in grado di condizionare in modo rilevante l'attuale progetto di fusione tra Atc e Fer e, in ogni caso, quale siano gli intendimenti del Comune rispetto alla richiesta economica avanzata da Irisbus.

La domanda di attualità del consigliere Lorenzo Tomassini (Pdl):

"Il sottoscritto Consigliere Comunale Lorenzo Tomassini, con riferimento alla vertenza legale intentata da Irisbus, chiede all'amministrazione comunale, anche alla luce di quanto stamane detto dall’assessore Regionale Peri in commissione Mobilità, se la stessa influirà nel progetto di fusione in corso tra ATC e FER e, specificamente, nei rapporti di cambio e nella conseguente partecipazione del Comune di Bologna nella nuova realtà societaria; chiede anche di sapere se siano stati previsti meccanismi o fondi per far fronte ad eventuali sopravvenienze passive da esiti infausti nelle vertenze giudiziarie in corso e, specificamente, in quella pendente avanti alla Corte dei Conti per la gestione della sosta, oltre, ovviamente, a quella di Irisbus".

La domanda di attualità del consigliere Marco Piazza (M5S):

"Premesso che in data 24 novembre 2011 i maggiori organi di stampa riportavano la notizia di un ricorso al TAR del Lazio da parte di Irisbus e CCC per chiedere di azzerare tutti gli atti amministrativi che hanno bloccato l'iter del tram su gomma; che Irisbus e CCC chiedono al Ministero dei Trasporti e Infrastrutture, Comune di Bologna, Atc, Provincia, Regione e Comune di San Lazzaro di Savena, il risarcimento danni per un importo totale di euro 230.562.886, a cui si aggiungeranno la richiesta di danni 'per perdita di chance e di immagine' e che, al momento, sono stati spesi circa 102 milioni di euro ed il valore complessivo del progetto è di circa 180 milioni di euro, si chiede:
  • se è già stato notificato formalmente questo ricorso;
  • quali sono i fondamenti su cui si basa;
  • se è vero che l'unico provvedimento contestato è il Decreto Ministeriale che istituisce la commissione di sicurezza sul Civis, che con la relazione del 1 giugno ha bocciato il sistema della guida ottica e, in caso affermativo, perché vengono coinvolti anche Comune di Bologna e Atc;
  • se l'Amministrazione è a conoscenza di come Irisbus e CCC hanno quantificato il danno determinando l'importo di cui in premessa con particolare riferimento ai 102,069 milioni di riserve;
  • se, indipendentemente dall'importo, il Comune di Bologna ritiene che sia legittima questa richiesta e che Irisbus-CCC abbiano realmente subito una perdita di 'chance e di immagine';
  • come peserà questo possibile esborso nella fusione ATC-FER attualmente in valutazione;
  • che posizione intende tenere il Comune di Bologna nei confronti di CCC per il futuro, considerato che spesso risulta aggiudicataria di bandi per la realizzazione di importanti opere e non è la prima volta che viene annunciato un ricorso con richiesta di danni e risarcimenti milionari".


La risposta dell'assessore alla Mobilità Andrea Colombo:

"Innanzitutto credo sia opportuno rendere noto il fatto che il ricorso di cui si discute da due giorni sui quotidiani locali non ci risulta ancora notificato, né all'Amministrazione comunale né ad ATC. Pertanto anche le considerazioni che svolgerà si basano su quegli elementi di conoscenza che sono a disposizione di tutti dai giornali. A partire dal fatto che tale ricorso ha come destinatario principale il ministero del Trasporti e delle Infrastrutture, in quanto la commissione che ha emesso l'1 giugno scorso la relazione di parziale inidoneità del mezzo a circolare nella città di Bologna è nominata dal ministero.

Possiamo immaginare che il Comune, la Provincia, la Regione e perfino a quanto ci risulta il Comune di San Lazzaro di Savena siano stati citati nel ricorso in quanto finanziatori del progetto e amministrazioni locali coinvolte sul proprio territorio dall'attuazione del progetto stesso. Ma anche rispetto alla richiesta di condanna al risarcimento il destinatario principale da cui derivano tutti gli atti che hanno portato alla sospensione dei lavori è il ministero dei Trasporti.

Per quanto riguarda il fondamento di questo ricorso da quanto si può leggere sulle notizie di stampa, abbiamo già avuto modo di dichiarare innanzitutto sul primo punto, che l'assenza di Irisbus nella commissione di sicurezza è una contestazione del tutto strumentale e tardiva, considerato che quell'organismo è stato costituito ormai nel lontano 2005, quindi la contestazione sarebbe dovuta avvenire fin d'allora; e soprattutto è stata istituita nel pieno rispetto della legge in merito alla sua composizione tanto che Irisbus non ha mai chiesto di farne parte, né avrebbe potuto essendo il produttore del veicolo oggetto delle verifiche.

Il contraddittorio di cui vene lamentata l'assenza è viceversa sempre stato garantito tramite la richiesta da parte della commissione della produzione da parte di Irisbus di tutta la documentazione tecnica necessaria alle valutazioni discrezionali nel merito della sicurezza del mezzo da parte della commissione, documentazione tecnica che tuttavia è risultata gravemente lacunosa e non in grado di dimostrare l'affidabilità del Civis, da qui la conclusione di quella relazione dell'1 giugno che ricordavo che ritiene inutilizzabile il sistema a guida ottica in linea, salvo un'ulteriore verifica in corso sulla possibilità invece di impiegarlo in accostamento alle banchine.

Il ricorso è da noi ritenuto, per quello che si può apprezzare dalle notizie sui quotidiani, totalmente infondato e, lo confermiamo, perfino temerario. Che il sistema di guida ottica non funzioni e sia pericoloso, che è esattamente la conclusione di quella relazione che oggi viene impugnata da Irisbus, lo dimostrano le prove con esito negativo che sono state compiute su strada proprio su indicazione della commissione di sicurezza, così come le ripetute richieste di modifiche al mezzo ordinate da ATC fin dal 2005, e infine lo stesso sequestro di alcuni esemplari dei mezzi della Procura della Repubblica.

Corre l'obbligo di ricordare inoltre che le motivazioni del ricorso sono le medesime del ricorso gerarchico che è stato in precedenza presentato da Irisbus, prima poi di riproporlo in questi ultimi giorni davanti alla giustizia amministrativa. Motivazioni talmente pretestuose che il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti non ha ritenuto nemmeno di rispondere a tale ricorso gerarchico.

Per quanto riguarda la richiesta dei danni, ribadiamo che nella vicenda gli unici ad avere subito danni sono il Comune di Bologna e i suoi cittadini che dopo otto anni non hanno ancora a disposizione i 49 filobus, ovviamente funzionanti e in grado di percorrere in maniere sicura le strade della città, previsti come impegno dell'appaltatore. Da parte di Irsbus si configura dunque un grave inadempimento contrattuale, che per altro prima ancora che nel verbale di sospensione dei lavori della scorsa metà di ottobre, è stato riscontrato dall'indagine penale della magistratura che vede 17 indagati, tra cui 5 rappresentanti di Irisbus, con l'accusa non solo di corruzione ma anche di frode in pubbliche forniture, cioè l'accusa di aver fornito mezzi difformi da quelli contrattualmente pattuiti, e non in grado di assicurare le prestazioni prima di tutto di sicurezza previste dal contratto stesso.

Confermiamo quindi che l'Amministrazione comunale e ATC sono pronti a far valere fino infondo i propri diritti in tutte le sedi, a maggior ragione se Irisbus non dimostrerà nella trattativa in corso la disponibilità a rimediare a tali situazioni con una radicale modifica o sostituzione del mezzo Civis.

Per quanto attiene all'entità del risarcimento richiesto, in base sempre alle notizie di stampa, risulta in effetti che i 230 milioni siano in parte composti dal costo dei vincoli, che come noto per metà sono già stati pagati, quindi la richiesta è del tutto ridondante, e per un'altra parte cospicua dalla richiesta di pagamento delle riserve contrattuali che sono state iscritte nel registro di contabilità, riserve espresse via via dall'Ati nel corso dell'attuazione del progetto per circa 100 milioni di euro su questi 230 totali, riserve che che sono state tutte motivatamente, controdedotte e respinte da ATC in questi anni. Quindi totalmente infondata è la richiesta di tali riserve e per di più è impropria la sede del Tar, trattandosi di un oggetto tipicamente civilistico, cioè un oggetto del contratto di appalto.

Per quanto riguarda la posizione del CCC, come veniva ricordato, la risposta migliore è quella del presidente che ha sconfessato Irisbus e contestato le modalità e il contenuto del ricorso di cui non sapeva nulla, che ha affermato che men che meno avrebbe mai richiesto il risarcimento dei danni, e a questo punto si è aperta una tensione all'interno dell'Ati che rappresenta l'inizio di una frattura. Sottolineo per altro che Irisbus in quanto mandataria dell'Ati ha il potere di agire autonomamente, quindi è ragionevole ritenere che il ricorso sia stato firmato soltanto da Irisbus anche per anche per conto del CCC essendo possibile in virtù della struttura dell'Associazione temporanea d'Impresa.

Per quanto concerne invece il tema della fusione tra FER e ATC, ed i contenziosi incorso, da un lato quest'ultimo che si apre con il ricorso di Irisbus e dall'altro quello in realtà ancora da avviare nella sua fase giurisdizionale davanti alla Corte dei Conti sulla sosta, possiamo rispondere in primo luogo che per quanto riguarda il ricorso al Tar di cui stiamo discutendo oggi lo riteniamo al tal punto infondato e perfino temerario che non è ragionevole interrompere l'iter dell'operazione di fusione, che dovrebbe in tal caso ripartire da capo, con nuove situazioni patrimoniali di riferimento da determinare. Tra l'altro, il coinvolgimento in prima battuta del ministero prima ancora delle amministrazioni locali impedisco oggi di quantificare in alcuno modo l'incidenza economica dell'eventuale esito positivo del ricorso proposto, esito che non essendo nemmeno stata richiesta la sospensiva richiede ovviamente tempi lunghissimi di giudizio, visti i tempi del sistema giudiziario italiano.

Per quanto riguarda invece gli accertamenti da parte della Procura Generale della Corte dei Conti nei confronti di ATC sulla sosta, le indagini sono tuttora in corso e non è stato al momento instaurato nessun giudizio. Tuttavia il rischio gravante sul patrimonio di ATC, in relazione all’eventuale risarcimento nei confronti del Comune, è stato preso in considerazione da parte degli amministratori delle società partecipanti e dai soci, al fine di tutelare, da un parte, gli attuali soci di ATC a non essere penalizzati nella valutazione della consistenza patrimoniale di ATC rispetto a FER e, dall'altro, l'interesse comunque dei soci di FER a non subire un pregiudizio nell'ipotesi che si verifichi effettivamente un debito a carico di ATC, rispetto al quale FER risulterebbe del tutto estraneo.
Pertanto nel progetto di fusione è stato pertanto prevista una clausola che consente, mediante appositi negozi di trasferimento tra i soci, di rideterminare le partecipazioni detenute dalle due originarie compagini sociali delle società partecipanti alle fusioni, una volta che la sopravvenienza passiva si sarà eventualmente verificata e accertata in modo definitivo, per un importo che ecceda una prestabilita soglia di rilevanza di 1,5 milioni di euro (coperta per 800.000 euro da accantonamento previsto dal bilancio ATC, a cui si aggiunge una franchigia di 700.000 euro, quale rischio d'impresa sostenuto da Fer), soglia oltre la quale scatterebbe un riequilibrio del concambio, rideterminato con l'applicazione dei medesimi criteri e metodi valutativi utilizzati nella determinazione dell'originario rapporto di cambio".


Il consigliere Daniele Carella si è dichiarato non soddisfatto.

Il consigliere Michele Facci si è dichiarato non soddisfatto.

Il consigliere Lorenzo Tomassini si è dichiarato non soddisfatto.

Il consigliere Marco Piazza si è dichiarato non soddisfatto.

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:22
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