QUESTION TIME, CHIARIMENTI SULLA MANIFESTAZIONE CONTRO I T DAYS E IL PIANO PEDONALITÀ
Andrea Colombo, assessore alla Mobilità, ha risposto alle domanda d'attualità dei consiglieri Daniele Carella (Pdl), Lucia Borgonzoni (Lega nord), Lorenzo Cipriani (Am per Bo), Benedetto Zacchiroli (Pd) sulla manifestazione contro i T-Days e il p...
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Andrea Colombo, assessore alla Mobilità, ha risposto alle domanda d'attualità dei consiglieri Daniele Carella (Pdl), Lucia Borgonzoni (Lega nord), Lorenzo Cipriani (Am per Bo), Benedetto Zacchiroli (Pd) sulla manifestazione contro i T-Days e il piano pedonalità.
La domanda d'attualità del consigliere Daniele Carella (Pdl):
"In merito alla manifestazione tenutasi mercoledì 18 luglio in Piazza Santo Stefano, avente per oggetto l'organizzazione dei T-Days e l'istituzione a regime nel futuro prossimo della Alta Pedonalità per l'intera settimana (anticipata parzialmente durante i T-Days e nei festivi ), riguardante principalmente la zona della Cerchia del Mille, tra le tante questioni dibattute, preso atto del cartello stradale situato sulla via San Vitale all'altezza di Piazza Aldrovandi, chiede alla Amministrazione:
se risulta che da quella via e su quel percorso debbono forzatamente passare anche residenti delle Zone 1 e 2;
se la risposta alla domanda precedente è affermativa, a fronte di quanto disposto e indicato dal cartello, come debbono comportarsi i residenti della Zona 2 e della Zona 1;
quali sono le disposizioni sul tema a cui si debbono attenere i Poliziotti Municipali e/o altri eventuali controllori del traffico;
quando il varco sarà (come annunciato) presidiato da RITA, quali saranno i parametri su cui saranno modulate le sue telecamere;
se non ritiene che il cartello sia fuorviante e "sbagliato" anche per quanto riguarda la comunicazione afferente i contrassegni DS, non essendoci alcun riferimento alle fasce orarie di loro pertinenza".
La domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega nord):
"Visti gli articoli di stampa relativi alla manifestazione organizzata contro i T-Days si chiede al Sindaco e alla Giunta:
se non ritenga che l'accanimento dimostrato nel volere a tutti i costi chiudere il centro storico, senza realmente cercare un punto di mediazione con la città e con le forze economiche ed imprenditoriali, soprattutto in un momento di crisi economica come quello che attanaglia l'intero Paese, non risulti
alquanto ottuso, poco produttivo e possa apparire volto non alla crescita della piccola economia locale, ma solo di quella dei grossi centri commerciali;
se non ritenga che con la chiusura al sabato del traffico, non si vadano ad agevolare le persone che si possono permettere di pagare un parcheggio a ore all'interno delle mura in barba a chi, invece, non ha abbastanza soldi da poter investire per trascorrere una giornata in città;
se non ritenga contraddittorio chiudere il centro storico alle auto e permettere, al contempo, la nascita di veri e propri "ghetti" come via San vitale, in cui sono carenti i fattori quali sicurezza e decoro;
se non ritenga che le politiche sulla mobilità e sull'ambiente debbano essere accompagnate da una vera e sentita partecipazione e pertanto se non convenga con la scrivente che sia giunto il momento di indire un referendum consultivo".
La domanda d'attualità del consigliere Lorenzo Cipriani (Am per Bo):
"Premesso che si è svolta nella giornata di mercoledì 18 luglio la manifestazione promossa da Ascom e Confesercenti per chiedere una modifica del Piano della Pedonalità e dei T Days; chiede come la Giunta intenda procedere nello sviluppo e articolazione delle iniziative per la mobilità pedonale".
La domanda d'attualità dei consiglieri Mariaraffaella Ferri e Benedetto Zacchiroli (Pd):
"In riferimento all’iniziativa dei T-Days e al piano della pedonalità collegato si chiede all’assessore Colombo se si stiano progettando migliorie anche alla luce delle manifestazioni cittadine che hanno caratterizzato le ultime settimane in città".
La risposta dell'assessore alla Mobilità Andrea Colombo:
"Inizio dalla domanda del consigliere Carella sul varco di Piazza Aldrovandi. Chiarisco che l’ordinanza (PG 81824/12) con riferimento all’accesso alla zona di via San Vitale da piazza Aldrovandi fino alle Due Torri prevede la possibilità di passaggio per i veicoli accedenti a proprietà private con transito possibile solo da via San Vitale. Ciò significa che quella parte di residenti aventi contrassegno di sosta numero 2, che abitano nelle laterali tra San Vitale e Strada Maggiore, possono da lì accedere. Per quanto riguarda i residenti del settore 1, questi hanno a disposizione percorsi e itinerari alternativi lungo la direttrice Alessandrini, Oberdan, Marsala. Per i contrassegni DS (gli operativi) non sono previste - in questa fase di soli T Days - alcune introduzione di fasce orarie, vale dunque la libera possibilità di accesso come già previsto dalla Ztl, e per questo motivo nel cartello non sono indicati gli orari. Per il tema degli accedenti a proprietà private e residenti faremo una verifica sulla piena congruità della segnaletica installata rispetto a quanto disposto in maniere chiara dall’ordinanza.
Vengo al tema dei T Days. In premessa voglio dire con grande nettezza che l’Amministrazione comunale è stata, è e sarà sempre disponibile a confrontarsi sul piano della pedonalità con chiunque ne condivida effettivamente l’idea che ne sta alla base: e cioè dare ai cittadini la possibilità di frequentare e vivere il centro storico senza andarci per forza in macchina, ma servendosi principalmente del trasporto pubblico, o muovendosi a piedi e in bicicletta. Liberare il nostro centro storico dal caos del traffico, dal rumore assordante e dallo smog, è infatti prima di tutto una necessità non più rinviabile, per salvaguardare l’ambiente, la salute delle persone, la qualità dello spazio pubblico. Ma questa liberazione è anche un’opportunità straordinaria di rigenerazione urbana del centro, da costruire il più possibile insieme a chi vi abita, lavora e lo frequenta.
E’ necessario condividere questa convinzione e impostazione di fondo. L’obiettivo è quello di portare più gente possibile in centro storico con mezzi alternativi all’auto privata. E su questo penso ci sia bisogno di grande chiarezza e schiettezza. Se si condivide questo principio, si possono avere anche in mente modalità diverse rispetto ai progetti del Comune. Ci può essere anche un contrasto su come realizzare la pedonalità. Ma ci sarà sempre un terreno comune di discussione perché si condivide in sé il principio di partenza, l’obiettivo di fondo. E noi su questo ribadiamo la massima apertura al confronto. Se invece non si condivide questo obiettivo (e sarebbe il caso di dirlo chiaramente), un obiettivo contenuto nel programma elettorale e presente nelle aspettative dei cittadini da molti più anni, si rischia di cadere in un conflitto difficilmente sanabile. Quello che voglio dire è che non si può da un lato proporre micro-pedonalizzazioni e al contempo chiedere di eliminare il T Days al sabato, che no si può nello stesso tempo chiedere giustamente un potenziamento del trasporto pubblico e intanto invocare anche uno spegnimento di Sirio al sabato. E’ evidente che in mezzo a proposte assolutamente condivisibili e da portare avanti, ci siano in realtà istanze che mettono in discussione non il come ma il sé stesso del piano della pedonalità. Per questo, credo che ipotesi come spegnere nuovamente Sirio, evitare l’estensione della Ztl o riaprire la “T” al sabato difficilmente stanno in un disegno che, puntando sul trasporto collettivo e sulla mobilità ciclo-pedonale, mira a ridare respiro, bellezza e vivibilità al cuore di Bologna.
Nello stesso tempo, riteniamo indispensabile – cogliendo anche un dibattito in corso in città - allargare questa visione di qualità della vita e del territorio sull’intera città, maturare cioè la consapevolezza e la volontà che Bologna non ha un centro contrapposto a delle periferie, bensì ha un centro storico da tutelare per il grande valore che gli riconosciamo, insieme ad una pluralità di altri centri diffusi in tutti i quartieri fuori dalle mura, che hanno bisogno e diritto alla stessa attenzione e cura.
In questo quadro bisognerà interrogarsi sui motivi per cui, secondo i dati forniti dalle stesse associazioni di categoria, il commercio soffrirebbe più in centro storico che negli altri quartieri. Da questo punto di vista è indubbio che, agli effetti devastanti della crisi economica e del crollo dei consumi, che restano la causa principale di questa sofferenza, per i negozi del centro si aggiunge una specifica perdita di competitività territoriale in atto da tempo. Di fronte a questa situazione siamo convinti che l’apertura generalizzata alle automobili sia una strada semplicistica, superata dalla storia, che non solo non porta benefici, ma anzi finisce per danneggiare l’attrattività del centro e quindi le sue stesse attività economiche. La ricetta per rilanciare il tessuto produttivo del centro è piuttosto, a nostro avviso, un mix virtuoso di politiche di valorizzazione commerciale e di riqualificazione, in grado per un verso di innovare i prodotti e le modalità di vendita davanti ad un mondo completamente stravolto, e per l’altro di attirare cittadini e turisti investendo in qualità urbana. Su questi due assi strategici (“valorizzazione commerciale” e “riqualificazione urbana”) ci aspettiamo una reale disponibilità a lavorare da oggi in avanti da parte delle associazioni di categoria e dei singoli operatori, cogliendo insieme la sfida del cambiamento. Sfida del cambiamento che non può riguardare solo il centro storico, ma deve riguardare necessariamente tutta la città. Viene da chiederci se i negozi fuori dal centro, che ugualmente subiscono questa crisi, siano stati dimenticati o abbiano meno diritto di essere curati o valorizzati.
In questo contesto, i T Days non vanno più letti come un evento episodico, un momento eccezionale di festa della città, come abbiamo sperimentato lo scorso anno prima in settembre al ritorno dalle ferie estive e poi in dicembre in coincidenza col periodo natalizio. Grazie proprio a quelle esperienze e al fatto di renderle stabili, i T Days sono diventati un’abitudine, un modo normale di vivere la città per i bolognesi e per chi viene da fuori. I T Days sono oggi una misura strutturale che entrano in una strategia più ampia, sono cioè un pezzo – e solo il primo – del piano della pedonalità. Da questo punto di vista invito a fare questo salto culturale, anche nella valutazione dei T Days che non sono più manifestazioni ma un’isola pedonale come siamo abituati ad averla qui fuori in Piazza Maggiore, la cui efficacia e validità non si valuta certo in base alla quantità di eventi o all’assenza di persone all'ora di pranzo della domenica con quaranta gradi di temperatura all’ombra. Credo che nessuno oggi metterebbe in discussione l’isola pedonale di Piazza Maggiore o via D’Azeglio a secondo delle condizioni atmosferiche perché non è un eventi ma una misura strutturale. Lo stesso dobbiamo abituarci mentalmente a pensare per la nuova grande isola pedonale nella T il weekend.
E' proprio in questa ottica di misura permanente che la Commissione europea lo scorso febbraio ha assegnato a Bologna il primo premio per la mobilità sostenibile, scegliendola tra oltre 2.300 città di 41 Paesi: un successo che ha riportato la nostra città all’altezza delle migliori esperienze europee e che ci deve spingere a proseguire con determinazione e orgoglio sulla strada intrapresa. A quest’ultimo proposito confermo e ribadisco, a nome del Sindaco e della Giunta tutta, che sui T Days non siamo disponibili a fare passi indietro, perché in città la pedonalizzazione della T nei weekend raccoglie un consenso assolutamente diffuso e trasversale su una scelta coraggiosa che i bolognesi attendevano da troppo tempo, ma nel contempo siamo interessatissimi a fare passi in avanti, migliorando ancora di più l’attuale provvedimento senza stravolgerlo e, soprattutto, aprendo una più ampia ‘fase 2’ del piano della pedonalità. Fare passi in avanti per noi significa innanzitutto migliorare costantemente i T Days, come veniva ricordato correttivi importanti sono stati apportati in questo anno che abbiamo alle spalle. I T Days possono fare leva su una serie di cambiamenti, in particolare sul trasporto pubblico, sulla connessione dei parcheggi scambiatori, sulla valorizzazione delle attività commerciali con le agevolazioni su tavoli e sedie che originariamente non erano previste. Al di là di questo è chiaro che si tratta di un work in progress che ci vede costantemente impegnati, a prescindere da manifestazioni di piazza con 300 persone o da raccolta firme da 12.000, noi lavoriamo per il bene della città e nel rispetto degli impegni presi con i cittadini.
Per quanto riguarda il miglioramento dei T Days ci sono in particolare due aspetti che voglio qui trattare:
Il primo riguarda un ulteriore potenziamento e miglioramento del trasporto pubblico: la decisione che abbiamo maturato è di istituire da sabato 15 settembre una uova navetta a basso impatto ecologico (ibrida), accessibile ai disabili, cioè attrezzata con pedana mobile, con una fermata centrale in piazza Roosevelt (dov'è presente la maggior parte dei parcheggi handicap) ma soprattutto con un capolinea direttamente in Piazza Maggiore. Verrà istituita nella giornata del sabato che vede una maggiore frequentazione del centro storico. Quali gli obiettivi di questa navetta? Collegare le fermate degli autobus situate in prossimità della T direttamente ai tre principali accessi dell’area pedonale (Due Torri, Indipendenza-Righi, Ugo Bassi-Cesare Battisti), colmando quei 200-300 metri che rimangono da percorrere a piedi. Ripristinare il più possibile il sistema dell’interscambio delle principali linee di trasporto pubblico, tramite una connessione tra i diversi punti di fermata. Offrire un servizio in particolare alle categorie che hanno maggiori difficoltà a camminare, come anziani e disabili - che non meritano le strumentalizzazioni di queste settimane ma soluzioni concrete come questa che mettiamo a disposizione - nonché un servizio che va a beneficio dei clienti con borse della spesa dei due mercati storici più importanti che affacciano sulla T, con una fermata sotto le Due Torri a servizio del Quadrilatero e la fermata di via Ugo Bassi davanti al Mercato delle Erbe.
Questa navetta è una circolare attorno alla T che si ferma in Piazza Maggiore e in Piazza Roosevelt, e gira nelle strade limitrofi della T intercettando le altre linee di trasporto pubblico. Questa navetta si va ad aggiungere all’attuale T, che prenderà il nome di T1, mentre questa nuova navetta sarà la T2. Sarebbe paradossale che non venisse condivisa o ritenuta poco rilevante questa novità soprattutto da chi da anni chiede l’allestimento di un sistema di navette che colleghi i parcheggi scambiatori con il centro storico, che è esattamente l’operazione che qui si perfeziona aggiungendo alle navette storiche A e B la T1 e T2.
Sul trasporto pubblico continueremo a monitorare lo stato del servizio che ci risulta aver mantenuto anche durante i T Days i medesimi tassi di regolarità, il rispetto della tabella di marcia, e nei prossimi mesi continueremo anche a valutare ulteriori accorgimenti in particolare per quanto riguarda gli orari del mattino del sabato prima che cominci la pedonalizzazione (le 9) per quanto riguarda i trasporti scolastici e nell’ottica del periodo invernale valuteremo eventuali accorgimenti sul trasporto pubblico negli orari notturni.
Il secondo fronte di impegno sono ulteriori misure per assicurare l’accessibilità dei disabili, concordate in sede di Consulta comunale handicap. Ulteriori soluzioni riguardano l’aggiunta di nuovi stalli riservati handicap in alcune delle 25 strade laterali della T, per garantire un attestamento e una sosta a pochi metri dall’isola pedonale, in più rispetto ai 15 di piazza Roosevelt (che abbiamo allargato per aumentare la capienza). Abbiamo già istallato un punto di ricarica elettrica gratuita nel cortile del pozzo di Palazzo d’Accursio per carrozzine e scooter elettrici che costituiscono ausili medici per disabili che ricordiamo avere pieno diritto di accesso nell’area pedonale. Avviato tavolo un tecnico, ora con budget di 600.000 euro, per co-progettare percorsi senza barriere architettoniche. Ribadisco che l’area pedonale costituisce in sé un’opportunità per i disabili di fruire in sicurezza e tranquillità il centro storico. Lo hanno ricordato bene alcune tra le più importanti e rappresentative associazioni handicap che ieri nel corso di una conferenza stampa hanno evidenziato i benefici che la pedonalità porta alla loro categoria e hanno chiesto all’Amministrazione di mantenere i T Days, pur con i correttivi che oggi abbiamo annunciato, e si sono persino spinti – caso forse inedito nella storia di Bologna – a intervenire nel ricorso al Tar sostenendo le ragioni dell’Amministrazione.
Per noi fare passi in avanti non significa solo, come pure vogliamo, migliorare i T Days, ma anche aprire la fase due del piano della pedonalità. In altre parole recuperare e sviluppare quella visione integrata che stava e sta alla base del piano della pedonalità che si compone di tre grandi pilastri: mobilità sostenibile, riqualificazione urbana, valorizzazione territoriale. Grazie anche al bilancio da poco approvato e al contributo di altri enti come l’Unione europea, lo Stato, la Regione e la Provincia, abbiamo messo insieme un pacchetto di ben 23 milioni di euro per sostenere concretamente un programma di complessiva rigenerazione del centro storico. Riteniamo oggi di essere, tutti insieme come città, nella condizione di andare oltre i T Days, da considerarsi una scelta definitiva, una misura consolidata, o meglio un inizio di percorso, da cui lanciare una nuova fase di sviluppo del piano della pedonalità secondo essenzialmente quattro assi strategici:
1 - la realizzazione di micro-pedonalizzazioni di singole strade e piazze da individuare già a partire da settembre insieme a residenti, negozianti e Quartieri (non si tratta di micro-pedonalizzazioni in contrasto o in alterativa, ma anzi integrano e rafforzano i T-Days che riconnettono le tante aree pedonali esistenti ai margini: il Ghetto ebraico, la zona di via Altabella, Montegrappa, l’area monumentale di Piazza Maggiore e dintorni, il Quadrilatero, via Zamboni e piazza Santo Stefano)
2 - La definizione in via conclusiva di un piano parcheggi anche in collegamento con il percorso del Piano strategico metropolitano e con la collaborazione pubblico-privata tramite il coinvolgimento del tessuto imprenditoriale della nostra città
3 - interventi di riqualificazione e arredo urbano (concludendo gli interventi già partiti su piazza San Domenico e piazza Verdi, realizzando quello previsto nel cortile del Pozzo di Palazzo d’Accursio, e studiando insieme al territorio ipotesi di riqualificazione relative a piazza Malpighi, Aldrovandi, via Indipendenza e altresì alla costruzione progressiva di una rete di bagni pubblici)
4 - progetti di valorizzazione commerciale e turistica che si potranno articolare in particolare nei vari distretti individuati dal piano anche facendo leva sulle risorse di settore.
Noi crediamo che su questi assi strategici sia indispensabile attivare una collaborazione costruttiva con tutti i soggetti economici e sociali interessati al bene a portare le proprie proposte. Prevederemo quindi dei percorsi di coinvolgimento con chiunque voglia avanzare proposte su questi progetti".
La domanda d'attualità del consigliere Daniele Carella (Pdl):
"In merito alla manifestazione tenutasi mercoledì 18 luglio in Piazza Santo Stefano, avente per oggetto l'organizzazione dei T-Days e l'istituzione a regime nel futuro prossimo della Alta Pedonalità per l'intera settimana (anticipata parzialmente durante i T-Days e nei festivi ), riguardante principalmente la zona della Cerchia del Mille, tra le tante questioni dibattute, preso atto del cartello stradale situato sulla via San Vitale all'altezza di Piazza Aldrovandi, chiede alla Amministrazione:
se risulta che da quella via e su quel percorso debbono forzatamente passare anche residenti delle Zone 1 e 2;
se la risposta alla domanda precedente è affermativa, a fronte di quanto disposto e indicato dal cartello, come debbono comportarsi i residenti della Zona 2 e della Zona 1;
quali sono le disposizioni sul tema a cui si debbono attenere i Poliziotti Municipali e/o altri eventuali controllori del traffico;
quando il varco sarà (come annunciato) presidiato da RITA, quali saranno i parametri su cui saranno modulate le sue telecamere;
se non ritiene che il cartello sia fuorviante e "sbagliato" anche per quanto riguarda la comunicazione afferente i contrassegni DS, non essendoci alcun riferimento alle fasce orarie di loro pertinenza".
La domanda d'attualità della consigliera Lucia Borgonzoni (Lega nord):
"Visti gli articoli di stampa relativi alla manifestazione organizzata contro i T-Days si chiede al Sindaco e alla Giunta:
se non ritenga che l'accanimento dimostrato nel volere a tutti i costi chiudere il centro storico, senza realmente cercare un punto di mediazione con la città e con le forze economiche ed imprenditoriali, soprattutto in un momento di crisi economica come quello che attanaglia l'intero Paese, non risulti
alquanto ottuso, poco produttivo e possa apparire volto non alla crescita della piccola economia locale, ma solo di quella dei grossi centri commerciali;
se non ritenga che con la chiusura al sabato del traffico, non si vadano ad agevolare le persone che si possono permettere di pagare un parcheggio a ore all'interno delle mura in barba a chi, invece, non ha abbastanza soldi da poter investire per trascorrere una giornata in città;
se non ritenga contraddittorio chiudere il centro storico alle auto e permettere, al contempo, la nascita di veri e propri "ghetti" come via San vitale, in cui sono carenti i fattori quali sicurezza e decoro;
se non ritenga che le politiche sulla mobilità e sull'ambiente debbano essere accompagnate da una vera e sentita partecipazione e pertanto se non convenga con la scrivente che sia giunto il momento di indire un referendum consultivo".
La domanda d'attualità del consigliere Lorenzo Cipriani (Am per Bo):
"Premesso che si è svolta nella giornata di mercoledì 18 luglio la manifestazione promossa da Ascom e Confesercenti per chiedere una modifica del Piano della Pedonalità e dei T Days; chiede come la Giunta intenda procedere nello sviluppo e articolazione delle iniziative per la mobilità pedonale".
La domanda d'attualità dei consiglieri Mariaraffaella Ferri e Benedetto Zacchiroli (Pd):
"In riferimento all’iniziativa dei T-Days e al piano della pedonalità collegato si chiede all’assessore Colombo se si stiano progettando migliorie anche alla luce delle manifestazioni cittadine che hanno caratterizzato le ultime settimane in città".
La risposta dell'assessore alla Mobilità Andrea Colombo:
"Inizio dalla domanda del consigliere Carella sul varco di Piazza Aldrovandi. Chiarisco che l’ordinanza (PG 81824/12) con riferimento all’accesso alla zona di via San Vitale da piazza Aldrovandi fino alle Due Torri prevede la possibilità di passaggio per i veicoli accedenti a proprietà private con transito possibile solo da via San Vitale. Ciò significa che quella parte di residenti aventi contrassegno di sosta numero 2, che abitano nelle laterali tra San Vitale e Strada Maggiore, possono da lì accedere. Per quanto riguarda i residenti del settore 1, questi hanno a disposizione percorsi e itinerari alternativi lungo la direttrice Alessandrini, Oberdan, Marsala. Per i contrassegni DS (gli operativi) non sono previste - in questa fase di soli T Days - alcune introduzione di fasce orarie, vale dunque la libera possibilità di accesso come già previsto dalla Ztl, e per questo motivo nel cartello non sono indicati gli orari. Per il tema degli accedenti a proprietà private e residenti faremo una verifica sulla piena congruità della segnaletica installata rispetto a quanto disposto in maniere chiara dall’ordinanza.
Vengo al tema dei T Days. In premessa voglio dire con grande nettezza che l’Amministrazione comunale è stata, è e sarà sempre disponibile a confrontarsi sul piano della pedonalità con chiunque ne condivida effettivamente l’idea che ne sta alla base: e cioè dare ai cittadini la possibilità di frequentare e vivere il centro storico senza andarci per forza in macchina, ma servendosi principalmente del trasporto pubblico, o muovendosi a piedi e in bicicletta. Liberare il nostro centro storico dal caos del traffico, dal rumore assordante e dallo smog, è infatti prima di tutto una necessità non più rinviabile, per salvaguardare l’ambiente, la salute delle persone, la qualità dello spazio pubblico. Ma questa liberazione è anche un’opportunità straordinaria di rigenerazione urbana del centro, da costruire il più possibile insieme a chi vi abita, lavora e lo frequenta.
E’ necessario condividere questa convinzione e impostazione di fondo. L’obiettivo è quello di portare più gente possibile in centro storico con mezzi alternativi all’auto privata. E su questo penso ci sia bisogno di grande chiarezza e schiettezza. Se si condivide questo principio, si possono avere anche in mente modalità diverse rispetto ai progetti del Comune. Ci può essere anche un contrasto su come realizzare la pedonalità. Ma ci sarà sempre un terreno comune di discussione perché si condivide in sé il principio di partenza, l’obiettivo di fondo. E noi su questo ribadiamo la massima apertura al confronto. Se invece non si condivide questo obiettivo (e sarebbe il caso di dirlo chiaramente), un obiettivo contenuto nel programma elettorale e presente nelle aspettative dei cittadini da molti più anni, si rischia di cadere in un conflitto difficilmente sanabile. Quello che voglio dire è che non si può da un lato proporre micro-pedonalizzazioni e al contempo chiedere di eliminare il T Days al sabato, che no si può nello stesso tempo chiedere giustamente un potenziamento del trasporto pubblico e intanto invocare anche uno spegnimento di Sirio al sabato. E’ evidente che in mezzo a proposte assolutamente condivisibili e da portare avanti, ci siano in realtà istanze che mettono in discussione non il come ma il sé stesso del piano della pedonalità. Per questo, credo che ipotesi come spegnere nuovamente Sirio, evitare l’estensione della Ztl o riaprire la “T” al sabato difficilmente stanno in un disegno che, puntando sul trasporto collettivo e sulla mobilità ciclo-pedonale, mira a ridare respiro, bellezza e vivibilità al cuore di Bologna.
Nello stesso tempo, riteniamo indispensabile – cogliendo anche un dibattito in corso in città - allargare questa visione di qualità della vita e del territorio sull’intera città, maturare cioè la consapevolezza e la volontà che Bologna non ha un centro contrapposto a delle periferie, bensì ha un centro storico da tutelare per il grande valore che gli riconosciamo, insieme ad una pluralità di altri centri diffusi in tutti i quartieri fuori dalle mura, che hanno bisogno e diritto alla stessa attenzione e cura.
In questo quadro bisognerà interrogarsi sui motivi per cui, secondo i dati forniti dalle stesse associazioni di categoria, il commercio soffrirebbe più in centro storico che negli altri quartieri. Da questo punto di vista è indubbio che, agli effetti devastanti della crisi economica e del crollo dei consumi, che restano la causa principale di questa sofferenza, per i negozi del centro si aggiunge una specifica perdita di competitività territoriale in atto da tempo. Di fronte a questa situazione siamo convinti che l’apertura generalizzata alle automobili sia una strada semplicistica, superata dalla storia, che non solo non porta benefici, ma anzi finisce per danneggiare l’attrattività del centro e quindi le sue stesse attività economiche. La ricetta per rilanciare il tessuto produttivo del centro è piuttosto, a nostro avviso, un mix virtuoso di politiche di valorizzazione commerciale e di riqualificazione, in grado per un verso di innovare i prodotti e le modalità di vendita davanti ad un mondo completamente stravolto, e per l’altro di attirare cittadini e turisti investendo in qualità urbana. Su questi due assi strategici (“valorizzazione commerciale” e “riqualificazione urbana”) ci aspettiamo una reale disponibilità a lavorare da oggi in avanti da parte delle associazioni di categoria e dei singoli operatori, cogliendo insieme la sfida del cambiamento. Sfida del cambiamento che non può riguardare solo il centro storico, ma deve riguardare necessariamente tutta la città. Viene da chiederci se i negozi fuori dal centro, che ugualmente subiscono questa crisi, siano stati dimenticati o abbiano meno diritto di essere curati o valorizzati.
In questo contesto, i T Days non vanno più letti come un evento episodico, un momento eccezionale di festa della città, come abbiamo sperimentato lo scorso anno prima in settembre al ritorno dalle ferie estive e poi in dicembre in coincidenza col periodo natalizio. Grazie proprio a quelle esperienze e al fatto di renderle stabili, i T Days sono diventati un’abitudine, un modo normale di vivere la città per i bolognesi e per chi viene da fuori. I T Days sono oggi una misura strutturale che entrano in una strategia più ampia, sono cioè un pezzo – e solo il primo – del piano della pedonalità. Da questo punto di vista invito a fare questo salto culturale, anche nella valutazione dei T Days che non sono più manifestazioni ma un’isola pedonale come siamo abituati ad averla qui fuori in Piazza Maggiore, la cui efficacia e validità non si valuta certo in base alla quantità di eventi o all’assenza di persone all'ora di pranzo della domenica con quaranta gradi di temperatura all’ombra. Credo che nessuno oggi metterebbe in discussione l’isola pedonale di Piazza Maggiore o via D’Azeglio a secondo delle condizioni atmosferiche perché non è un eventi ma una misura strutturale. Lo stesso dobbiamo abituarci mentalmente a pensare per la nuova grande isola pedonale nella T il weekend.
E' proprio in questa ottica di misura permanente che la Commissione europea lo scorso febbraio ha assegnato a Bologna il primo premio per la mobilità sostenibile, scegliendola tra oltre 2.300 città di 41 Paesi: un successo che ha riportato la nostra città all’altezza delle migliori esperienze europee e che ci deve spingere a proseguire con determinazione e orgoglio sulla strada intrapresa. A quest’ultimo proposito confermo e ribadisco, a nome del Sindaco e della Giunta tutta, che sui T Days non siamo disponibili a fare passi indietro, perché in città la pedonalizzazione della T nei weekend raccoglie un consenso assolutamente diffuso e trasversale su una scelta coraggiosa che i bolognesi attendevano da troppo tempo, ma nel contempo siamo interessatissimi a fare passi in avanti, migliorando ancora di più l’attuale provvedimento senza stravolgerlo e, soprattutto, aprendo una più ampia ‘fase 2’ del piano della pedonalità. Fare passi in avanti per noi significa innanzitutto migliorare costantemente i T Days, come veniva ricordato correttivi importanti sono stati apportati in questo anno che abbiamo alle spalle. I T Days possono fare leva su una serie di cambiamenti, in particolare sul trasporto pubblico, sulla connessione dei parcheggi scambiatori, sulla valorizzazione delle attività commerciali con le agevolazioni su tavoli e sedie che originariamente non erano previste. Al di là di questo è chiaro che si tratta di un work in progress che ci vede costantemente impegnati, a prescindere da manifestazioni di piazza con 300 persone o da raccolta firme da 12.000, noi lavoriamo per il bene della città e nel rispetto degli impegni presi con i cittadini.
Per quanto riguarda il miglioramento dei T Days ci sono in particolare due aspetti che voglio qui trattare:
Il primo riguarda un ulteriore potenziamento e miglioramento del trasporto pubblico: la decisione che abbiamo maturato è di istituire da sabato 15 settembre una uova navetta a basso impatto ecologico (ibrida), accessibile ai disabili, cioè attrezzata con pedana mobile, con una fermata centrale in piazza Roosevelt (dov'è presente la maggior parte dei parcheggi handicap) ma soprattutto con un capolinea direttamente in Piazza Maggiore. Verrà istituita nella giornata del sabato che vede una maggiore frequentazione del centro storico. Quali gli obiettivi di questa navetta? Collegare le fermate degli autobus situate in prossimità della T direttamente ai tre principali accessi dell’area pedonale (Due Torri, Indipendenza-Righi, Ugo Bassi-Cesare Battisti), colmando quei 200-300 metri che rimangono da percorrere a piedi. Ripristinare il più possibile il sistema dell’interscambio delle principali linee di trasporto pubblico, tramite una connessione tra i diversi punti di fermata. Offrire un servizio in particolare alle categorie che hanno maggiori difficoltà a camminare, come anziani e disabili - che non meritano le strumentalizzazioni di queste settimane ma soluzioni concrete come questa che mettiamo a disposizione - nonché un servizio che va a beneficio dei clienti con borse della spesa dei due mercati storici più importanti che affacciano sulla T, con una fermata sotto le Due Torri a servizio del Quadrilatero e la fermata di via Ugo Bassi davanti al Mercato delle Erbe.
Questa navetta è una circolare attorno alla T che si ferma in Piazza Maggiore e in Piazza Roosevelt, e gira nelle strade limitrofi della T intercettando le altre linee di trasporto pubblico. Questa navetta si va ad aggiungere all’attuale T, che prenderà il nome di T1, mentre questa nuova navetta sarà la T2. Sarebbe paradossale che non venisse condivisa o ritenuta poco rilevante questa novità soprattutto da chi da anni chiede l’allestimento di un sistema di navette che colleghi i parcheggi scambiatori con il centro storico, che è esattamente l’operazione che qui si perfeziona aggiungendo alle navette storiche A e B la T1 e T2.
Sul trasporto pubblico continueremo a monitorare lo stato del servizio che ci risulta aver mantenuto anche durante i T Days i medesimi tassi di regolarità, il rispetto della tabella di marcia, e nei prossimi mesi continueremo anche a valutare ulteriori accorgimenti in particolare per quanto riguarda gli orari del mattino del sabato prima che cominci la pedonalizzazione (le 9) per quanto riguarda i trasporti scolastici e nell’ottica del periodo invernale valuteremo eventuali accorgimenti sul trasporto pubblico negli orari notturni.
Il secondo fronte di impegno sono ulteriori misure per assicurare l’accessibilità dei disabili, concordate in sede di Consulta comunale handicap. Ulteriori soluzioni riguardano l’aggiunta di nuovi stalli riservati handicap in alcune delle 25 strade laterali della T, per garantire un attestamento e una sosta a pochi metri dall’isola pedonale, in più rispetto ai 15 di piazza Roosevelt (che abbiamo allargato per aumentare la capienza). Abbiamo già istallato un punto di ricarica elettrica gratuita nel cortile del pozzo di Palazzo d’Accursio per carrozzine e scooter elettrici che costituiscono ausili medici per disabili che ricordiamo avere pieno diritto di accesso nell’area pedonale. Avviato tavolo un tecnico, ora con budget di 600.000 euro, per co-progettare percorsi senza barriere architettoniche. Ribadisco che l’area pedonale costituisce in sé un’opportunità per i disabili di fruire in sicurezza e tranquillità il centro storico. Lo hanno ricordato bene alcune tra le più importanti e rappresentative associazioni handicap che ieri nel corso di una conferenza stampa hanno evidenziato i benefici che la pedonalità porta alla loro categoria e hanno chiesto all’Amministrazione di mantenere i T Days, pur con i correttivi che oggi abbiamo annunciato, e si sono persino spinti – caso forse inedito nella storia di Bologna – a intervenire nel ricorso al Tar sostenendo le ragioni dell’Amministrazione.
Per noi fare passi in avanti non significa solo, come pure vogliamo, migliorare i T Days, ma anche aprire la fase due del piano della pedonalità. In altre parole recuperare e sviluppare quella visione integrata che stava e sta alla base del piano della pedonalità che si compone di tre grandi pilastri: mobilità sostenibile, riqualificazione urbana, valorizzazione territoriale. Grazie anche al bilancio da poco approvato e al contributo di altri enti come l’Unione europea, lo Stato, la Regione e la Provincia, abbiamo messo insieme un pacchetto di ben 23 milioni di euro per sostenere concretamente un programma di complessiva rigenerazione del centro storico. Riteniamo oggi di essere, tutti insieme come città, nella condizione di andare oltre i T Days, da considerarsi una scelta definitiva, una misura consolidata, o meglio un inizio di percorso, da cui lanciare una nuova fase di sviluppo del piano della pedonalità secondo essenzialmente quattro assi strategici:
1 - la realizzazione di micro-pedonalizzazioni di singole strade e piazze da individuare già a partire da settembre insieme a residenti, negozianti e Quartieri (non si tratta di micro-pedonalizzazioni in contrasto o in alterativa, ma anzi integrano e rafforzano i T-Days che riconnettono le tante aree pedonali esistenti ai margini: il Ghetto ebraico, la zona di via Altabella, Montegrappa, l’area monumentale di Piazza Maggiore e dintorni, il Quadrilatero, via Zamboni e piazza Santo Stefano)
2 - La definizione in via conclusiva di un piano parcheggi anche in collegamento con il percorso del Piano strategico metropolitano e con la collaborazione pubblico-privata tramite il coinvolgimento del tessuto imprenditoriale della nostra città
3 - interventi di riqualificazione e arredo urbano (concludendo gli interventi già partiti su piazza San Domenico e piazza Verdi, realizzando quello previsto nel cortile del Pozzo di Palazzo d’Accursio, e studiando insieme al territorio ipotesi di riqualificazione relative a piazza Malpighi, Aldrovandi, via Indipendenza e altresì alla costruzione progressiva di una rete di bagni pubblici)
4 - progetti di valorizzazione commerciale e turistica che si potranno articolare in particolare nei vari distretti individuati dal piano anche facendo leva sulle risorse di settore.
Noi crediamo che su questi assi strategici sia indispensabile attivare una collaborazione costruttiva con tutti i soggetti economici e sociali interessati al bene a portare le proprie proposte. Prevederemo quindi dei percorsi di coinvolgimento con chiunque voglia avanzare proposte su questi progetti".