CONSIGLIO COMUNALE, INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE STEFANO ALDROVANDI (BO2016) SULLE ASP
Si trasmette il testo dell'intervento di inizio seduta del consigliere Stefano Aldrovandi (Bo2016) sulle ASP.
"In una città dove nulla si fa, il nostro Sindaco ha approfittato dell’occasione per applicare una ricetta gattopardiana che p...
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Si trasmette il testo dell'intervento di inizio seduta del consigliere Stefano Aldrovandi (Bo2016) sulle ASP.
"In una città dove nulla si fa, il nostro Sindaco ha approfittato dell’occasione per applicare una ricetta gattopardiana che pare ami e con lui i nostri partiti di maggioranza: cambiare tutto per non cambiare nulla, da qui l’idea della fusione delle ASP.
E dire che le opportunità ed i bisogni ci sarebbero. Lo stesso Sindaco pareva avesse imboccato una strada innovativa, quella di una fondazione per tentare di mettere mano ad un welfare che fa sempre più acqua da tutte le parti.
Pare purtroppo ormai certo che le prime ovvie difficoltà, anziché motivarlo alla sfida, lo abbiano portato a confermare la vecchia linea: nulla fare, nulla sbagliare, perché fare l’“Aspona” senza una effettiva ristrutturazione dei ervizi Sociali è’ nulla fare se non un’operazione di immagine al di là dell’analisi delle alternative, che ci sarebbero: manca un progetto organizzativo, manca il piano industriale, manca la verifica dei costi benefici, manca il coinvolgimento delle risorse umane delle Asp nel progetto.
A questa carenza progettuale, nonostante nove mesi di lavoro dei nostri dirigenti, si aggiunge poi una superficialità politica come già ricordato in quanto il tema ASP va ricondotto all’interno di una discussione sulle più opportune forme di produzione ed erogazioni dei servizi sociali, che tenga conto sia del quadro nazionale sia del mutamento epocale del ruolo del pubblico nell’erogazione dei servizi, alla luce di una situazione finanziaria del pubblico che forse troverà una propria conclusione in non meno di un decennio.
Che dire poi del quadro normativo regionale?
La regione ha, il re è nudo, ammesso sottovoce e a malavoglia che la riforma delle stesse ASP è stato un fallimento e che occorrerà, non si sa come, procedere a sostanziali modifiche. Entro il prossimo anno, poi, Bologna diverrà città metropolitana con tutto ciò che ne consegue a livello di governance. Poi siamo anche nel Comune di Bologna ad una fase nella quale la stessa giunta ha più volte ribadito che si dovrà rivedere il decentramento dei servizi varato tre anni fa. C’è poi l’incertezza nota sulla fiscalità di cui già si è parlato. In sintesi una mera iniziativa di immagine, mentre nel sociale la sostanza,con la crisi dilagante e la povertà in crescita deve essere la vera sfida. L'occasione è poi ghiotta per una considerazione generale senza entrare in questa sede in valutazioni politiche c’è da dire che da un punto di vista legale e di valorizzazione del proprio patrimonio a fini di sviluppo della città, non mi pare che questa amministrazione abbia fatto vedere un gran “manico”.
Alcuni esempi: la Fondazione Cineteca, il cui statuto è stato corretto per iniziativa di questo Consiglio ed i cui sbandierati effetti di sviluppo ancora non si vedono; TPER dove siamo riusciti a regalare l’azienda alla Regione senza farci pagare un euro di premio della maggioranza ceduta, e ci siamo scordati di disciplinare il tema sosta , per cui oggi gli Assessori ci dicono che per recuperare servirebbe un anno buono; la politica sulle Partecipate, dove dopo oltre una anno di nuova Giunta nulla ci è stato sottoposto a livello progettuale, cito Fiera Aeroporto solo per fare alcuni esempi; girano voci di un progetto di Fusione tra la Fondazione del teatro Comunale con il Regio di Reggio, impossibile giuridicamente e senza obbiettivi per la nostra Città; una riorganizzazione della sicurezza a Bologna e con essa del Corpo dei Vigili Urbani, di cui ora si è vista solo la chiusura di sedi periferiche facendo mancare ai cittadini anche i più naturali strumenti di comunicazione. E cosi andare".
"In una città dove nulla si fa, il nostro Sindaco ha approfittato dell’occasione per applicare una ricetta gattopardiana che pare ami e con lui i nostri partiti di maggioranza: cambiare tutto per non cambiare nulla, da qui l’idea della fusione delle ASP.
E dire che le opportunità ed i bisogni ci sarebbero. Lo stesso Sindaco pareva avesse imboccato una strada innovativa, quella di una fondazione per tentare di mettere mano ad un welfare che fa sempre più acqua da tutte le parti.
Pare purtroppo ormai certo che le prime ovvie difficoltà, anziché motivarlo alla sfida, lo abbiano portato a confermare la vecchia linea: nulla fare, nulla sbagliare, perché fare l’“Aspona” senza una effettiva ristrutturazione dei ervizi Sociali è’ nulla fare se non un’operazione di immagine al di là dell’analisi delle alternative, che ci sarebbero: manca un progetto organizzativo, manca il piano industriale, manca la verifica dei costi benefici, manca il coinvolgimento delle risorse umane delle Asp nel progetto.
A questa carenza progettuale, nonostante nove mesi di lavoro dei nostri dirigenti, si aggiunge poi una superficialità politica come già ricordato in quanto il tema ASP va ricondotto all’interno di una discussione sulle più opportune forme di produzione ed erogazioni dei servizi sociali, che tenga conto sia del quadro nazionale sia del mutamento epocale del ruolo del pubblico nell’erogazione dei servizi, alla luce di una situazione finanziaria del pubblico che forse troverà una propria conclusione in non meno di un decennio.
Che dire poi del quadro normativo regionale?
La regione ha, il re è nudo, ammesso sottovoce e a malavoglia che la riforma delle stesse ASP è stato un fallimento e che occorrerà, non si sa come, procedere a sostanziali modifiche. Entro il prossimo anno, poi, Bologna diverrà città metropolitana con tutto ciò che ne consegue a livello di governance. Poi siamo anche nel Comune di Bologna ad una fase nella quale la stessa giunta ha più volte ribadito che si dovrà rivedere il decentramento dei servizi varato tre anni fa. C’è poi l’incertezza nota sulla fiscalità di cui già si è parlato. In sintesi una mera iniziativa di immagine, mentre nel sociale la sostanza,con la crisi dilagante e la povertà in crescita deve essere la vera sfida. L'occasione è poi ghiotta per una considerazione generale senza entrare in questa sede in valutazioni politiche c’è da dire che da un punto di vista legale e di valorizzazione del proprio patrimonio a fini di sviluppo della città, non mi pare che questa amministrazione abbia fatto vedere un gran “manico”.
Alcuni esempi: la Fondazione Cineteca, il cui statuto è stato corretto per iniziativa di questo Consiglio ed i cui sbandierati effetti di sviluppo ancora non si vedono; TPER dove siamo riusciti a regalare l’azienda alla Regione senza farci pagare un euro di premio della maggioranza ceduta, e ci siamo scordati di disciplinare il tema sosta , per cui oggi gli Assessori ci dicono che per recuperare servirebbe un anno buono; la politica sulle Partecipate, dove dopo oltre una anno di nuova Giunta nulla ci è stato sottoposto a livello progettuale, cito Fiera Aeroporto solo per fare alcuni esempi; girano voci di un progetto di Fusione tra la Fondazione del teatro Comunale con il Regio di Reggio, impossibile giuridicamente e senza obbiettivi per la nostra Città; una riorganizzazione della sicurezza a Bologna e con essa del Corpo dei Vigili Urbani, di cui ora si è vista solo la chiusura di sedi periferiche facendo mancare ai cittadini anche i più naturali strumenti di comunicazione. E cosi andare".