CONSIGLIO COMUNALE, INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE MIRCO PIERALISI (AMELIA PER BO) SU SESSISMO E OMOFOBIA
Si trasmette il testo dell'intervento di inizio seduta del consigliere Mirco Pieralisi (Amelia per Bo) su "Sessismo e omofobia. La presunta innocenza degli uomini per bene".
"La radice di una parola e i suoi molteplici significati o...
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Si trasmette il testo dell'intervento di inizio seduta del consigliere Mirco Pieralisi (Amelia per Bo) su "Sessismo e omofobia. La presunta innocenza degli uomini per bene".
"La radice di una parola e i suoi molteplici significati o derivati a volte ci portano a percorrere strade incerte e inquietanti. Pensiamo al termine battuta. La prima cosa che ci viene in mente è un motto di spirito, una frase che interpreta il reale usando l'ironia o il sarcasmo. Esistono generi letterari compiuti in questo senso, propri della trasmissione orale, come la barzelletta. Per questo se qualcuno fa una battuta possiamo riderne, giudicarla fine o di cattivo gusto a seconda dei testi e dei contesti.
Ma cosa succede quando, complice l'anniversario di una morte famosa, quella del mai rimpianto abbastanza Pasolini, una battuta evoca altre battute, ci porta in giro per ambienti meno rassicuranti di un palazzo comunale dove, come a Roma, ancora oggi si pestano a sangue periodicamente ragazzi omosessuali o in altri paesi dove la battuta con il bastone si trasforma in mattanza? Certo il povero assessore di Ferrara è ben lontano da questi lugubri scenari, è certamente una persona per bene. "Si fa per scherzare...", poi si scusa... insomma è omofobo a sua insaputa.
Contemporaneamente, in un contesto apparentemente diverso, nel mezzo di una discussione dove, come sempre è successo, alcune persone sollevano il tema della democrazia nella comunità qualche attimo dopo essere caduti in disgrazia, irrompe dall'alto il giudizio del capo tribù e, tra tutte le invettive possibili (o battute appunto, trattandosi di comico prestatosi alla politica), contro Federica Salsi ne sceglie proprio una estratta dalla sempre fornita biblioteca pubblica antifemminile .
Il tempo di leggere un agghiacciante articolo di cronaca dove si parla di un sequestro e delle sevizie subite da due giovani studentesse bolognesi da parte di un uomo e mi imbatto in un articolo del Fatto Quotidiano dove un signore, immagino invece per bene, sostiene che il femminicidio in Italia non esiste... che "siamo dinanzi all’ennesima campagna di grave disinformazione tanto cara ai mass media" (un altro che è tutta colpa dei media, tutti escluso il suo).
Sarebbe troppo comodo buttarla in politica, magari aggiungendo qualche nota di oscuro colore a proposito dell'"osteria numero uno" di Arcore, o dell'immaginario postribolare di un vecchio signore e della sua piccola corte. Altro che politica e partiti, qui la questione è morale, culturale, antropologica, filosofica e certo ANCHE politica e chiama in causa anche, anzi soprattutto, gli uomini "per bene", quelli che certe cose alle donne non le farebbero o nemmeno le direbbero mai, quelli tolleranti e soprattutto quelli accoglienti di fronte ad ogni diversità di genere, di scelte sessuali e di vita.
Credo che questi maschi adulti "dalle buone maniere" non possano tirarsi indietro, ma devono fare la loro parte. Non possiamo limitarci a dire "io non sono così", non basta tenersi lontani. Abbassare la guardia di fronte anche a piccoli gesti quotidiani di sessismo e omofobia o tollerare un insulto non è la stessa cosa che commettere un atto di violenza, certo. Ma se non cominciamo a combattere anche le basi culturali del male oscuro, che si manifesta anche attraverso le parole e i comportamenti quotidiani, se non riusciamo a dire a un assessore "sei fuori" o a un leader o un collega "rimangiati quello che hai detto", come possiamo pretendere che un ragazzo come tanti trovi il coraggio di raccontare dei suoi coetanei omofobi persecutori, una donna del suo convivente violento, una ragazza della prigionia impostale dal gruppo famigliare, una madre dei sogni di libertà custoditi dietro un velo scuro che li nasconde?
E infine, noi tutte e tutti stavolta, sosteniamo e facciamo conoscere e crescere il lavoro che viene svolto per costruire un futuro di persone e non di stereotipi. Lo scorso anno migliaia di ragazze e ragazzi bolognesi hanno partecipato nelle loro scuole ai laboratori e ai progetti sui temi dell'educazione sentimentale e sessuale, della costruzione dell'identità, dell'accettazione, del bullismo e dell'omofobia. Troviamo risorse per proseguire e generalizzare queste esperienze, proposte alle scuole da tante associazioni e istituzioni del territorio. Sono i semi da cui nasce la pianta che cura il male oscuro".
"La radice di una parola e i suoi molteplici significati o derivati a volte ci portano a percorrere strade incerte e inquietanti. Pensiamo al termine battuta. La prima cosa che ci viene in mente è un motto di spirito, una frase che interpreta il reale usando l'ironia o il sarcasmo. Esistono generi letterari compiuti in questo senso, propri della trasmissione orale, come la barzelletta. Per questo se qualcuno fa una battuta possiamo riderne, giudicarla fine o di cattivo gusto a seconda dei testi e dei contesti.
Ma cosa succede quando, complice l'anniversario di una morte famosa, quella del mai rimpianto abbastanza Pasolini, una battuta evoca altre battute, ci porta in giro per ambienti meno rassicuranti di un palazzo comunale dove, come a Roma, ancora oggi si pestano a sangue periodicamente ragazzi omosessuali o in altri paesi dove la battuta con il bastone si trasforma in mattanza? Certo il povero assessore di Ferrara è ben lontano da questi lugubri scenari, è certamente una persona per bene. "Si fa per scherzare...", poi si scusa... insomma è omofobo a sua insaputa.
Contemporaneamente, in un contesto apparentemente diverso, nel mezzo di una discussione dove, come sempre è successo, alcune persone sollevano il tema della democrazia nella comunità qualche attimo dopo essere caduti in disgrazia, irrompe dall'alto il giudizio del capo tribù e, tra tutte le invettive possibili (o battute appunto, trattandosi di comico prestatosi alla politica), contro Federica Salsi ne sceglie proprio una estratta dalla sempre fornita biblioteca pubblica antifemminile .
Il tempo di leggere un agghiacciante articolo di cronaca dove si parla di un sequestro e delle sevizie subite da due giovani studentesse bolognesi da parte di un uomo e mi imbatto in un articolo del Fatto Quotidiano dove un signore, immagino invece per bene, sostiene che il femminicidio in Italia non esiste... che "siamo dinanzi all’ennesima campagna di grave disinformazione tanto cara ai mass media" (un altro che è tutta colpa dei media, tutti escluso il suo).
Sarebbe troppo comodo buttarla in politica, magari aggiungendo qualche nota di oscuro colore a proposito dell'"osteria numero uno" di Arcore, o dell'immaginario postribolare di un vecchio signore e della sua piccola corte. Altro che politica e partiti, qui la questione è morale, culturale, antropologica, filosofica e certo ANCHE politica e chiama in causa anche, anzi soprattutto, gli uomini "per bene", quelli che certe cose alle donne non le farebbero o nemmeno le direbbero mai, quelli tolleranti e soprattutto quelli accoglienti di fronte ad ogni diversità di genere, di scelte sessuali e di vita.
Credo che questi maschi adulti "dalle buone maniere" non possano tirarsi indietro, ma devono fare la loro parte. Non possiamo limitarci a dire "io non sono così", non basta tenersi lontani. Abbassare la guardia di fronte anche a piccoli gesti quotidiani di sessismo e omofobia o tollerare un insulto non è la stessa cosa che commettere un atto di violenza, certo. Ma se non cominciamo a combattere anche le basi culturali del male oscuro, che si manifesta anche attraverso le parole e i comportamenti quotidiani, se non riusciamo a dire a un assessore "sei fuori" o a un leader o un collega "rimangiati quello che hai detto", come possiamo pretendere che un ragazzo come tanti trovi il coraggio di raccontare dei suoi coetanei omofobi persecutori, una donna del suo convivente violento, una ragazza della prigionia impostale dal gruppo famigliare, una madre dei sogni di libertà custoditi dietro un velo scuro che li nasconde?
E infine, noi tutte e tutti stavolta, sosteniamo e facciamo conoscere e crescere il lavoro che viene svolto per costruire un futuro di persone e non di stereotipi. Lo scorso anno migliaia di ragazze e ragazzi bolognesi hanno partecipato nelle loro scuole ai laboratori e ai progetti sui temi dell'educazione sentimentale e sessuale, della costruzione dell'identità, dell'accettazione, del bullismo e dell'omofobia. Troviamo risorse per proseguire e generalizzare queste esperienze, proposte alle scuole da tante associazioni e istituzioni del territorio. Sono i semi da cui nasce la pianta che cura il male oscuro".