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CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO D'INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE MIRCO PIERALISI (AmPerBo) SUI NUMERI IDENTIFICATIVI DEGLI AGENTI DI POLIZIA


Di seguito il testo dell'intervento d'inizio seduta del consigliere Mirco Pieralisi ( AmPerBo) sulla proposta di dotare gli agenti di un numero identificativo.


"Caro Ministro, parliamo di numeri: identificativi.

Guardiamoli e ascoltiamoli da...

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Di seguito il testo dell'intervento d'inizio seduta del consigliere Mirco Pieralisi ( AmPerBo) sulla proposta di dotare gli agenti di un numero identificativo.


"Caro Ministro, parliamo di numeri: identificativi.

Guardiamoli e ascoltiamoli davvero questi ragazzi che scendono in strada, non per fare compere ma per protestare. Chiedono il conto della speranza di futuro che è stata loro tolta e scoprono che parole come mercato, sviluppo, crescita, meritocrazia, sono solo parole che nascondono l'ingiustizia quotidiana, quella che si manifesta con i ragazzi perduti dalla scuola, con i colori della pelle che dichiarano già il tipo di scuola frequentata, quella che considera benefattore un residente all'estero miliardario premiato per licenziare e quella degli uomini che in Italia non sono considerati cittadini perché non sono neanche miliardari.

Certo questi giovani sono diversi dagli altri, non si fermano col miraggio di una svendita di un prodotto di marca né con un bello stage motivazionale per manager del futuro. In realtà si cerca di fermarli alla vecchia maniera, prendendoli a botte e, per una tragica coazione a ripetere, facendo il possibile per dimostrare loro che in piazza bisogna venire con i caschi, perché il potere manda uomini altrettanto spaventati e frustrati a fronteggiare il "nemico" più facile.

Questi giovani sono la nostra speranza, sono la speranza che il mondo futuro sia migliore di quello che abbiamo costruito o lasciato costruire. Invece di prenderli a botte perché a volte fanno molto meno di quello che è tollerato come fisiologico nei pressi degli stadi, dovremo ascoltarli e pesare le nostre parole. Solo qualche esempio di parola da maneggiare con cura:
- legalità è assolvere i maggiori responsabili dei pestaggi e delle torture a Genova nel 2001?
- democrazia è controriformare la scuola con decreti legge ignorando chi nella scuola c'è ogni giorno?
- lavoro è miraggio di un futuro ansiogeno a tempo indeterminato?
- diritti sono quelli che non devi avere per poter lavorare?

Questi giovani non si possono umiliare con le parole della mancata nostra cittadina onoraria Cancellieri, che dice "(Il numero identificativo per gli agenti) È una cosa sulla quale stiamo lavorando. Si può ragionare...). Certo, per togliere miliardi alla scuola pubblica, prolungare la vita lavorativa di 4 anni e polverizzare le risorse dei comuni basta un decreto legge, mentre stampare un adesivo con un numero identificativo deve essere più complicato... bisogna ragionarci su!

Ridare senso alle parole sarebbe già un primo passo per aprire un reale dialogo con chi ha smesso di credere alle favole della buonanotte e il buio lo vede nel proprio futuro, perché altrimenti le parole che si ispirano alla non violenza sembreranno altrettanto vuote come le altre, se pronunciate da persone indegne che tollerano l'ingiustizia e la violenza quotidiana. Persone a cui fanno eco autorevoli editorialisti che forse preferiscono una testa vuota a una testa piena ma protetta, che mettono sullo stesso piano le reazioni rabbiose di un ragazzo con i pestaggi sistematici eseguiti con la divisa dello stato o persone come alcuni esponenti politici di casa nostra che, trattando le uova come molotov, danno irresponsabilmente ragione anche a 4 pseudo-rivoluzionari in pantofole.

Avrei qualcosa da dire ai ragazzi però, visto che ho l'età per fare il cattivo maestro.
Carissime e carissimi, premesso che so benissimo che a volte un casco salva una vita, non copiate da molti noi quando eravamo giovani. Non giocate con la rivoluzione, fatela, anzi trascinateci a farla con voi. Invece di ascoltare qualche aspirante alla pensione da reduce che scambia la radicalità con lo spaventare qualche impiegato in una banca o in un ufficio di un sindacato, aprite il vostro sguardo e osservate anche le immagini degli operai sardi (s, quelli con le bandiere della CISL perfino, che fronteggiano la polizia davanti al senato). Le vostre ragioni sono talmente grandi che non vi potete permettere di modellare le vostre proteste sulle azioni del potere. Cambiate il copione della storia. Vogliono farvi giocare la partita più facile per loro, quella in cui alla fine, come in guerra, rimangono a giocare i maschi robusti mentre le altre e gli altri rimangono a casa a fare il tifo. Chi come me sta dalla vostra parte non crede che l'obbedienza sia una virtù ma nessuno di voi, anche quando esercitasse la legittima difesa, deve credere che la non violenza sia una resa perché la forma più radicale e accogliente di esercitare la forza rivoluzionaria. Tempo fa chiesi a degli amici tedeschi che avevano bloccato per settimane la costruzione di un aeroporto militare: "Ma come facevate ad opporvi alla polizia?" "Facevamo tutto quello che non faceva fuggire una signora di 65 anni". Bella risposta, anche quando si combatte, partire dal più debole...
Nel frattempo, Ministro, numero identificativo, subito, per decreto legge. Si chiama Sonia quella dell'URP, Katia la signora del call center, Samantha quella della promozione telefonica, posso sapere il numero di chi domani potrebbe prendere a botte mio figlio?"

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Ultimo aggiornamento

14/03/2025, 12:16
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