QUESTION TIME, CHIARIMENTI SUL DECRETO SPENDING REVIEW
L'assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo, ha risposto oggi, in sede di Question time, alla domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord) sulle conseguenze del decreto Spending Review sulla sanità.
La domanda d'attualità de...
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L'assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo, ha risposto oggi, in sede di Question time, alla domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli (Lega nord) sulle conseguenze del decreto Spending Review sulla sanità.
La domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli:
"Visti i recenti articoli di stampa relativi alla conseguenza del cosiddetto decreto spending review sulla sanità, si chiede alla Giunta:
- se si ha una previsione del numero dei posti letto che verranno tagliati sia nell'ospedalità pubblica che privata;
- quali misure verranno adottate in seguito al previsto taglio dei posti letto ospedalieri ed al conseguente allungamento delle liste di attesa, su tutto il territorio bolognese nelle diverse branche specialistiche;
- se si è discusso alla conferenza socio sanitaria di un eventuale accorpamento di reparti specialistici ospedalieri e dell'eventuale chiusura di ospedali privati accreditati, che presentano un numero di posti letto inferiori alla soglia minima di 80, che secondo il DL Balduzzi è il numero limite di PL per evitare la chiusura;
- quanti ospedali privati accreditati sono al di sotto di questa soglia minima a Bologna e quindi rischiano la chiusura
se non ritenga che questa situazione creerà una sanità a due velocità: una per i ricchi e l'altra per i poveri, alla faccia del sistema sanitario solidale e universalistico".
La risposta dell'assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo:
"Risponderò alle domande della consigliera Cocconcelli per quello che è nella nostra conoscenza ad oggi, e anche per quanto è stato possibile mettere insieme, soprattutto relativamente ai dati che lei chiede, rispetto ai quali il bere tempo, da ieri a oggi, non ha consentito di formulare precise indicazioni. Mi riservo però, consigliera, se lo consentirà, di fornire a lei questi dati nel giro di pochissimi giorni.
Nel merito ribadisco una cosa che le sa. Il decreto Balduzzi e il documento applicativo che ne consegue, al momento è oggetto di un confronto alla Conferenza Stato-Regioni fra Governo nazionale e Regioni italiane. Da questa discussione, e da una serie di questioni che le Regioni italiane, l'Emilia-Romagna in primis porteranno a quel tavolo, discenderà una formulazione definitiva, la premessa necessaria che oggi manca alla declinazione precisa e dettagliata di quanto lei chiede, cioè di quelli che sono i numeri, i tagli, le modalità con cui questi avverranno. Al momento, dunque, non siamo in grado, per i motivi che ho appena premesso, di definirli.
Certo è che ci sono alcuni dati di fondo preoccupanti, anche per il sistema sanitario bolognese. Lei sa che la previsione del decreto Balduzzi parla di 3,7 posti letto per ogni 1000 abitanti, e sa che l'offerta sanitaria bolognese viaggia su numeri ben più alti, superiori al 5% (5,3-5,4). Anche tenendo conto, è del tutto previsto, della mobilità da altre regioni, e anche interregionale, di cui le strutture ospedaliere di Bologna sono oggetto, rimane che la prospettiva è certamente di rimodulazione importante di offerta sanitaria. Devo dire che, rispetto a questo, la conferenza territoriale socio sanitaria ben prima dell'arrivo della spending review e del decreto Balduzzi, si era interrogata su una modulazione dell'offerta sanitaria che tenesse conto della distribuzione delle funzioni dei singoli ospedali, della loro vocazione, del dimensionamento, promuovendo un cambiamento coerente con modelli a rete che tenessero conto della complementarietà fra ospedali, in modo che non tutti facessero le stesse cose, ma si andasse sempre più a vocare ogni singolo ospedale rispetto alle proprie caratteristiche, evitando sovrapposizioni, efficientando l'utilizzo dei posti letto. Bisogna anche riconoscere che, in base ai dati in nostro possesso, non tutte le strutture, non tutti i reparti, non tutta la dotazione di posti letto attualmente è coperta pienamente, ma abbiamo anche casi di coperture molto parziali. C'è già quindi un'idea di rimodulare l'offerta sanitaria intorno al cambiamento della sanità, e ne abbiamo anche già parlato altre volte sempre in sede di Question time. Oggi l'ospedalizzazione non è l'unica risposta alle patologie, c'è un investimento necessario sulla medicina di territorio, sulla continuità assistenziale, che non ha bisogno necessariamente della degenza. Tutto questo ci ha già spinto, a prescindere dal decreto Balduzzi, ad interrogarci su come riformulare in termini moderni l'offerta sanitaria.
I numeri del decreto Balduzzi, non solo responsabilizzano, ma preoccupano. L'obiettivo è non cedere all'idea, e su questo c'è unanime volontà a tutti i livelli di governo, da quello regionale quelli comunali, che venga diminuita la qualità dell'offerta sanitaria. Siamo pronti a metterci su questa strada, con responsabilità e capacità riformista. Ovviamente c'è una linea di confine, un livello sotto il quale non siamo nelle condizioni di andare senza ovviamente procurare un danno alle aspettative di sanità di qualità dei cittadini bolognesi. Quella è per noi un limite invalicabile. Siamo invece disponibili, ribadisco, a riformulare responsabilmente un'offerta che tenga conto delle trasformazioni in essere, che investa sulla medicina di territorio, sulle case della salute, sulla continuità assistenziale, sul rapporto con i medici di medicina generale, modelli organizzativi e complessità di cura che in altre situazioni hanno dato una buona prova di sé, ma anche le sperimentazioni all'interno dell'Azienda dimostrano che possono dare buona prova di sé.
Tutto questo è un modo possibile e sensato di riformulare l'offerta. Tagli che fossero semplicemente lineari in nome di una riduzione della spesa, che non tengano conto della specificità non solo dei diversi ospedali, ma anche della specificità che Bologna rappresenta nel quadro della sanità regionale, non uguale alle altre: è il capoluogo di regione, luogo di molti hub regionali ed eccellenze sanitarie. Questo nella discussione non solo col Governo nazionale, ma anche all'interno della stessa regione Emilia-Romagna, è un tema e una posizione che difenderemo con molta forza".
La consigliera Mirka Cocconcelli si è dichiarata non soddisfatta.
La domanda d'attualità della consigliera Mirka Cocconcelli:
"Visti i recenti articoli di stampa relativi alla conseguenza del cosiddetto decreto spending review sulla sanità, si chiede alla Giunta:
- se si ha una previsione del numero dei posti letto che verranno tagliati sia nell'ospedalità pubblica che privata;
- quali misure verranno adottate in seguito al previsto taglio dei posti letto ospedalieri ed al conseguente allungamento delle liste di attesa, su tutto il territorio bolognese nelle diverse branche specialistiche;
- se si è discusso alla conferenza socio sanitaria di un eventuale accorpamento di reparti specialistici ospedalieri e dell'eventuale chiusura di ospedali privati accreditati, che presentano un numero di posti letto inferiori alla soglia minima di 80, che secondo il DL Balduzzi è il numero limite di PL per evitare la chiusura;
- quanti ospedali privati accreditati sono al di sotto di questa soglia minima a Bologna e quindi rischiano la chiusura
se non ritenga che questa situazione creerà una sanità a due velocità: una per i ricchi e l'altra per i poveri, alla faccia del sistema sanitario solidale e universalistico".
La risposta dell'assessore alla Sanità Luca Rizzo Nervo:
"Risponderò alle domande della consigliera Cocconcelli per quello che è nella nostra conoscenza ad oggi, e anche per quanto è stato possibile mettere insieme, soprattutto relativamente ai dati che lei chiede, rispetto ai quali il bere tempo, da ieri a oggi, non ha consentito di formulare precise indicazioni. Mi riservo però, consigliera, se lo consentirà, di fornire a lei questi dati nel giro di pochissimi giorni.
Nel merito ribadisco una cosa che le sa. Il decreto Balduzzi e il documento applicativo che ne consegue, al momento è oggetto di un confronto alla Conferenza Stato-Regioni fra Governo nazionale e Regioni italiane. Da questa discussione, e da una serie di questioni che le Regioni italiane, l'Emilia-Romagna in primis porteranno a quel tavolo, discenderà una formulazione definitiva, la premessa necessaria che oggi manca alla declinazione precisa e dettagliata di quanto lei chiede, cioè di quelli che sono i numeri, i tagli, le modalità con cui questi avverranno. Al momento, dunque, non siamo in grado, per i motivi che ho appena premesso, di definirli.
Certo è che ci sono alcuni dati di fondo preoccupanti, anche per il sistema sanitario bolognese. Lei sa che la previsione del decreto Balduzzi parla di 3,7 posti letto per ogni 1000 abitanti, e sa che l'offerta sanitaria bolognese viaggia su numeri ben più alti, superiori al 5% (5,3-5,4). Anche tenendo conto, è del tutto previsto, della mobilità da altre regioni, e anche interregionale, di cui le strutture ospedaliere di Bologna sono oggetto, rimane che la prospettiva è certamente di rimodulazione importante di offerta sanitaria. Devo dire che, rispetto a questo, la conferenza territoriale socio sanitaria ben prima dell'arrivo della spending review e del decreto Balduzzi, si era interrogata su una modulazione dell'offerta sanitaria che tenesse conto della distribuzione delle funzioni dei singoli ospedali, della loro vocazione, del dimensionamento, promuovendo un cambiamento coerente con modelli a rete che tenessero conto della complementarietà fra ospedali, in modo che non tutti facessero le stesse cose, ma si andasse sempre più a vocare ogni singolo ospedale rispetto alle proprie caratteristiche, evitando sovrapposizioni, efficientando l'utilizzo dei posti letto. Bisogna anche riconoscere che, in base ai dati in nostro possesso, non tutte le strutture, non tutti i reparti, non tutta la dotazione di posti letto attualmente è coperta pienamente, ma abbiamo anche casi di coperture molto parziali. C'è già quindi un'idea di rimodulare l'offerta sanitaria intorno al cambiamento della sanità, e ne abbiamo anche già parlato altre volte sempre in sede di Question time. Oggi l'ospedalizzazione non è l'unica risposta alle patologie, c'è un investimento necessario sulla medicina di territorio, sulla continuità assistenziale, che non ha bisogno necessariamente della degenza. Tutto questo ci ha già spinto, a prescindere dal decreto Balduzzi, ad interrogarci su come riformulare in termini moderni l'offerta sanitaria.
I numeri del decreto Balduzzi, non solo responsabilizzano, ma preoccupano. L'obiettivo è non cedere all'idea, e su questo c'è unanime volontà a tutti i livelli di governo, da quello regionale quelli comunali, che venga diminuita la qualità dell'offerta sanitaria. Siamo pronti a metterci su questa strada, con responsabilità e capacità riformista. Ovviamente c'è una linea di confine, un livello sotto il quale non siamo nelle condizioni di andare senza ovviamente procurare un danno alle aspettative di sanità di qualità dei cittadini bolognesi. Quella è per noi un limite invalicabile. Siamo invece disponibili, ribadisco, a riformulare responsabilmente un'offerta che tenga conto delle trasformazioni in essere, che investa sulla medicina di territorio, sulle case della salute, sulla continuità assistenziale, sul rapporto con i medici di medicina generale, modelli organizzativi e complessità di cura che in altre situazioni hanno dato una buona prova di sé, ma anche le sperimentazioni all'interno dell'Azienda dimostrano che possono dare buona prova di sé.
Tutto questo è un modo possibile e sensato di riformulare l'offerta. Tagli che fossero semplicemente lineari in nome di una riduzione della spesa, che non tengano conto della specificità non solo dei diversi ospedali, ma anche della specificità che Bologna rappresenta nel quadro della sanità regionale, non uguale alle altre: è il capoluogo di regione, luogo di molti hub regionali ed eccellenze sanitarie. Questo nella discussione non solo col Governo nazionale, ma anche all'interno della stessa regione Emilia-Romagna, è un tema e una posizione che difenderemo con molta forza".
La consigliera Mirka Cocconcelli si è dichiarata non soddisfatta.