CONSIGLIO COMUNALE, INTERVENTO DI INIZIO SEDUTA DEL CONSIGLIERE LORENZO CIPRIANI (AMELIA PER BO) SULLA SOSPENSIONE DELLA DIRETTA RADIO DEL CONSIGLIO
Si trasmette il testo integrale dell'intervento del consigliere Lorenzo Cipriani (Amelia per Bo) sulla sospensione del servizio di diretta radiofonica del Consiglio Comunale.
"Il 31 dicembre 2011 è scaduta la convenzione che regolamentava l'a...
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Si trasmette il testo integrale dell'intervento del consigliere Lorenzo Cipriani (Amelia per Bo) sulla sospensione del servizio di diretta radiofonica del Consiglio Comunale.
"Il 31 dicembre 2011 è scaduta la convenzione che regolamentava l'affidamento del servizio di trasmissione in diretta radiofonica delle sedute del consiglio comunale, convenzione che non è attualmente stata rinnovata. Nei fatti, questa è la prima seduta consiliare da anni che non sarà trasmessa in diretta radiofonica, ma esclusivamente con lo streaming on line, novità meritoriamente introdotta da questa amministrazione comunale.
Personalmente riterrei profondamente sbagliata la scelta di non proseguire con la scelta della diretta radio delle sedute del consiglio comunale, per più di un motivo.
Il primo, e più importante, è quello di preservare un servizio pubblico caratterizzato da imparzialità e pluralità: non mi sembra venuto meno, infatti, il principio espresso nella determina dirigenziale protocollata n. 291768/2009 per cui “il servizio di trasmissione in diretta radiofonica è volto a favorire l'incontro tra l'istituzione e i cittadini e la conoscenza di argomenti di interesse pubblico”. Tale principio è chiaramente espresso anche nella lettera di invito a partecipare alla gara d'appalto fatta pervenire alle emittenti radiofoniche della provincia di Bologna quando si sottolineava come condizione necessaria per l'affidamento del servizio la capacità di “irradiare il proprio segnale sull'intero territorio del Comune di Bologna”; inoltre, occorre tenere conto del digital divide, ossia del divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell'informazione (in particolare personal computer e internet) e chi ne è escluso, in modo parziale o totale. La diretta streaming del consiglio comunale - decisione meritoria e al passo con i tempi - comporta comunque dei problemi relativi all'accesso a internet per alcune fasce della popolazione (ricordiamo sempre che Bologna è e sarà una città principalmente di anziani, la categoria che meno è avvezza a questo specifico medium di massa), e comporta altresì l'uso di alcuni strumenti - ad esempio un personal computer - che mal si adattano alle scadenze temporali della giornata, come ad esempio quando si è in macchina per andare o tornare dal lavoro. In queste circostanze e per queste persone (e parliamo ancora di decine di migliaia di persone, non di utenza residuale) la radio è certamente lo strumento ancora oggi più diffuso; ancora, in un momento di crisi economica e di tagli sul bilancio che incideranno pesantemente anche nella ormai impellente discussione sul bilancio 2012, qualcuno potrebbe ritenere questa una spesa superflua. Ebbene, persino tralasciando le considerazioni sulla necessità di un servizio pubblico imparziale e plurale che contribuisca a rendere trasparente il dibattito pubblico nelle sedi istituzionali, qui stiamo parlando di un importo complessivo presunto di €21.863,50 più Iva per due anni, cioè meno di 30 euro all'ora per due sedute settimanali (lunedì e venerdì).
Di fronte a questi numeri si può tranquillamente affermare che chi ha finora partecipato alle gare d'appalto per la trasmissione del Consiglio Comunale non lo ha fatto per mire commerciali (ricordo che è proibito trasmettere spot durante la trasmissione del consiglio) né per margini di guadagno considerevoli (anzi!); ultimo, ma di certo non per importanza, questo servizio risponde al rispetto sostanziale del titolo II, articolo 8, dello Statuto Comunale - diritto di informazione - in cui “Il Comune riconosce nell'informazione la condizione essenziale per assicurare la partecipazione dei cittadini alla vita sociale e politica”. In un periodo storico come questo, in cui il distacco tra rappresentati e rappresentanti è sempre più percepito, uno strumento come la diretta radiofonica delle sedute del Consiglio Comunale è un mezzo a basso costo per provare a ridurre questa distanza, avvicinando i cittadini alla discussione sulla cosa pubblica, e facilitando la comprensione dei criteri e dei principi che stanno dietro alle scelte che riguardano la vita quotidiana di ciascuno di noi; per tutti questi motivi, annuncio la presentazione - seguendo l’iter della Commissione Bilancio - di un ordine del giorno che chieda alla giunta di preservare questo servizio pubblico, ordine del giorno che auspico possa essere sottoscritto da tutti i consiglieri comunali, di maggioranza e opposizione."
"Il 31 dicembre 2011 è scaduta la convenzione che regolamentava l'affidamento del servizio di trasmissione in diretta radiofonica delle sedute del consiglio comunale, convenzione che non è attualmente stata rinnovata. Nei fatti, questa è la prima seduta consiliare da anni che non sarà trasmessa in diretta radiofonica, ma esclusivamente con lo streaming on line, novità meritoriamente introdotta da questa amministrazione comunale.
Personalmente riterrei profondamente sbagliata la scelta di non proseguire con la scelta della diretta radio delle sedute del consiglio comunale, per più di un motivo.
Il primo, e più importante, è quello di preservare un servizio pubblico caratterizzato da imparzialità e pluralità: non mi sembra venuto meno, infatti, il principio espresso nella determina dirigenziale protocollata n. 291768/2009 per cui “il servizio di trasmissione in diretta radiofonica è volto a favorire l'incontro tra l'istituzione e i cittadini e la conoscenza di argomenti di interesse pubblico”. Tale principio è chiaramente espresso anche nella lettera di invito a partecipare alla gara d'appalto fatta pervenire alle emittenti radiofoniche della provincia di Bologna quando si sottolineava come condizione necessaria per l'affidamento del servizio la capacità di “irradiare il proprio segnale sull'intero territorio del Comune di Bologna”; inoltre, occorre tenere conto del digital divide, ossia del divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell'informazione (in particolare personal computer e internet) e chi ne è escluso, in modo parziale o totale. La diretta streaming del consiglio comunale - decisione meritoria e al passo con i tempi - comporta comunque dei problemi relativi all'accesso a internet per alcune fasce della popolazione (ricordiamo sempre che Bologna è e sarà una città principalmente di anziani, la categoria che meno è avvezza a questo specifico medium di massa), e comporta altresì l'uso di alcuni strumenti - ad esempio un personal computer - che mal si adattano alle scadenze temporali della giornata, come ad esempio quando si è in macchina per andare o tornare dal lavoro. In queste circostanze e per queste persone (e parliamo ancora di decine di migliaia di persone, non di utenza residuale) la radio è certamente lo strumento ancora oggi più diffuso; ancora, in un momento di crisi economica e di tagli sul bilancio che incideranno pesantemente anche nella ormai impellente discussione sul bilancio 2012, qualcuno potrebbe ritenere questa una spesa superflua. Ebbene, persino tralasciando le considerazioni sulla necessità di un servizio pubblico imparziale e plurale che contribuisca a rendere trasparente il dibattito pubblico nelle sedi istituzionali, qui stiamo parlando di un importo complessivo presunto di €21.863,50 più Iva per due anni, cioè meno di 30 euro all'ora per due sedute settimanali (lunedì e venerdì).
Di fronte a questi numeri si può tranquillamente affermare che chi ha finora partecipato alle gare d'appalto per la trasmissione del Consiglio Comunale non lo ha fatto per mire commerciali (ricordo che è proibito trasmettere spot durante la trasmissione del consiglio) né per margini di guadagno considerevoli (anzi!); ultimo, ma di certo non per importanza, questo servizio risponde al rispetto sostanziale del titolo II, articolo 8, dello Statuto Comunale - diritto di informazione - in cui “Il Comune riconosce nell'informazione la condizione essenziale per assicurare la partecipazione dei cittadini alla vita sociale e politica”. In un periodo storico come questo, in cui il distacco tra rappresentati e rappresentanti è sempre più percepito, uno strumento come la diretta radiofonica delle sedute del Consiglio Comunale è un mezzo a basso costo per provare a ridurre questa distanza, avvicinando i cittadini alla discussione sulla cosa pubblica, e facilitando la comprensione dei criteri e dei principi che stanno dietro alle scelte che riguardano la vita quotidiana di ciascuno di noi; per tutti questi motivi, annuncio la presentazione - seguendo l’iter della Commissione Bilancio - di un ordine del giorno che chieda alla giunta di preservare questo servizio pubblico, ordine del giorno che auspico possa essere sottoscritto da tutti i consiglieri comunali, di maggioranza e opposizione."