CONSIGLIO COMUNALE, L'INTERVENTO DELLA PRESIDENTE SIMONA LEMBI PER RICORDARE GUIDO FANTI
La presidente del Consiglio comunale, Simona Lembi è intervenuta in apertura dei lavori della seduta odierna del Consiglio comunale per ricordare Guido Fanti, sindaco della città dal 1966 al 1970. Il Consiglio comunale ha poi osservato un minuto d...
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La presidente del Consiglio comunale, Simona Lembi è intervenuta in apertura dei lavori della seduta odierna del Consiglio comunale per ricordare Guido Fanti, sindaco della città dal 1966 al 1970. Il Consiglio comunale ha poi osservato un minuto di silenzio.
Di seguito il testo dell'intervento della presidente Simona Lembi.
“Efficiente, democratica, relativamente incorrotta”: questo il titolo del “New York Times” apparso nel settembre del 1974. Alludeva a Bologna. Un mese più tardi, la rivista americana “Newsweek” diffondeva la notizia: “Bologna è ritenuta un po' dappertutto la città meglio amministrata d'Europa.”
Con la lode d'oltrealtlantico si accordava all'unisono anche il titolo del settimanale tedesco “Der Spiegel”: Bologna, sogno dei risanatori realizzatoe la francese “Vie pubblique” si meravigliava a sua volta: Bologna non smette di far parlare di sè.
Con queste citazioni si apriva un saggio pubblicato da Feltrinelli nei primi anni '70, con l'intento di costruire la prima indagine completa della realtà politica della capitale emiliana.
Guido Fanti era diventato da poco il primo Presidente della neonata Regione Emilia Romagna e tuttavia, non c’è dubbio che vada anche a lui, il merito di quelle opinioni. Si è detto e scritto molto nei giorni scorsi sull'ex Sindaco della nostra Città e in particolare ieri da parte del Sindaco Merola, del Presidente Errani e di Lanfranco, ultimo figlio di Fanti.
Io mi limiterò, in quest'aula, a ricordare alcune cose che hanno attinenza col Consiglio Comunale.
Il primo episodio riguarda la cittadinanza onoraria conferita al Cardinale Lercaro. Questo evento, del 26 novembre 1966, accadeva in un ambiente preparato: fu Dozza l'8 dicembre 1965 a recarsi in Stazione con la Giunta per accogliere il Cardinale di ritorno da Roma dopo il Concilio Vaticano II e fu anche Dossetti a promuovere costantemente le ragioni di un dialogo tra diverse forze politiche, sul piano della concretezza amministrativa perché altrimenti, affermava, “rischiate di essere dei conservatori rossi”.
Il secondo episodio viene richiamato in un'intervista rilasciata a Paola Furlan nel 2006, in cui Fanti afferma che “Sostituire Dozza è stato sì un elemento di grossa responsabilità, ma avevamo la sicurezza che ci veniva dal lavoro svolto insieme a lui e la preparazione che avevamo maturato nell'affrontare il dibattito in Consiglio Comunale sui problemi di Bologna”.
Il terzo tema che intendo proporre oggi in ricordo di Fanti lo ha richiamato Adriana Lodi in un'intervista rilasciata pochi giorni fa in cui ha ricordato il piano nidi promosso tra il '66 e il '70, e la profonda convinzione di Fanti, nel realizzarlo, di voler dare una risposta ai bisogni dei cittadini.
Una risposta che divenne poi un esempio per realizzare quelle politiche capaci di tenere insieme benessere economico e coesione sociale, di essere capaci di emancipazione e di non far allargare la forbice tra chi ha di più e chi ha pochissimo.
Temi moderni, tutt'altro che tramontati. Questi tre esempi pongono l'accento sul lavoro prezioso che viene svolto in quest'aula, abitata da Fanti per ben 14 anni, solo 4 dei quali come Sindaco, gli altri come Consigliere Comunale. Al suo esempio di amministratore lungimirante, capace di dialogare con opinioni molto diverse dalle sue, di inventare soluzioni ai problemi concreti della città, vorrei che in questa sala fosse presto dedicata una giornata di studi.
Per noi, oggi, prevale il momento del cordoglio.
Per questo chiedo al Consiglio Comunale, un minuto di silenzio in memoria di Guido Fanti.
Di seguito il testo dell'intervento della presidente Simona Lembi.
“Efficiente, democratica, relativamente incorrotta”: questo il titolo del “New York Times” apparso nel settembre del 1974. Alludeva a Bologna. Un mese più tardi, la rivista americana “Newsweek” diffondeva la notizia: “Bologna è ritenuta un po' dappertutto la città meglio amministrata d'Europa.”
Con la lode d'oltrealtlantico si accordava all'unisono anche il titolo del settimanale tedesco “Der Spiegel”: Bologna, sogno dei risanatori realizzatoe la francese “Vie pubblique” si meravigliava a sua volta: Bologna non smette di far parlare di sè.
Con queste citazioni si apriva un saggio pubblicato da Feltrinelli nei primi anni '70, con l'intento di costruire la prima indagine completa della realtà politica della capitale emiliana.
Guido Fanti era diventato da poco il primo Presidente della neonata Regione Emilia Romagna e tuttavia, non c’è dubbio che vada anche a lui, il merito di quelle opinioni. Si è detto e scritto molto nei giorni scorsi sull'ex Sindaco della nostra Città e in particolare ieri da parte del Sindaco Merola, del Presidente Errani e di Lanfranco, ultimo figlio di Fanti.
Io mi limiterò, in quest'aula, a ricordare alcune cose che hanno attinenza col Consiglio Comunale.
Il primo episodio riguarda la cittadinanza onoraria conferita al Cardinale Lercaro. Questo evento, del 26 novembre 1966, accadeva in un ambiente preparato: fu Dozza l'8 dicembre 1965 a recarsi in Stazione con la Giunta per accogliere il Cardinale di ritorno da Roma dopo il Concilio Vaticano II e fu anche Dossetti a promuovere costantemente le ragioni di un dialogo tra diverse forze politiche, sul piano della concretezza amministrativa perché altrimenti, affermava, “rischiate di essere dei conservatori rossi”.
Il secondo episodio viene richiamato in un'intervista rilasciata a Paola Furlan nel 2006, in cui Fanti afferma che “Sostituire Dozza è stato sì un elemento di grossa responsabilità, ma avevamo la sicurezza che ci veniva dal lavoro svolto insieme a lui e la preparazione che avevamo maturato nell'affrontare il dibattito in Consiglio Comunale sui problemi di Bologna”.
Il terzo tema che intendo proporre oggi in ricordo di Fanti lo ha richiamato Adriana Lodi in un'intervista rilasciata pochi giorni fa in cui ha ricordato il piano nidi promosso tra il '66 e il '70, e la profonda convinzione di Fanti, nel realizzarlo, di voler dare una risposta ai bisogni dei cittadini.
Una risposta che divenne poi un esempio per realizzare quelle politiche capaci di tenere insieme benessere economico e coesione sociale, di essere capaci di emancipazione e di non far allargare la forbice tra chi ha di più e chi ha pochissimo.
Temi moderni, tutt'altro che tramontati. Questi tre esempi pongono l'accento sul lavoro prezioso che viene svolto in quest'aula, abitata da Fanti per ben 14 anni, solo 4 dei quali come Sindaco, gli altri come Consigliere Comunale. Al suo esempio di amministratore lungimirante, capace di dialogare con opinioni molto diverse dalle sue, di inventare soluzioni ai problemi concreti della città, vorrei che in questa sala fosse presto dedicata una giornata di studi.
Per noi, oggi, prevale il momento del cordoglio.
Per questo chiedo al Consiglio Comunale, un minuto di silenzio in memoria di Guido Fanti.